Arcidiocesi di Napoli

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Arcidiocesi di Napoli
Archidioecesis Neapolitana
Chiesa latina
Naples Cathedral - Duomo di Napoli, Façade (5315-Pan).jpg
arcivescovo metropolita Domenico Battaglia
Sede Napoli
Regione ecclesiastica Campania
Arcidiocesi di Napoli.png
Mappa della diocesi
Nazione Template:Ita
diocesi suffraganee
Acerra, Alife-Caiazzo, Aversa, Capua, Caserta, Ischia, Nola, Pompei, Pozzuoli, Sessa Aurunca, Sorrento-Castellammare di Stabia, Teano-Calvi
Ausiliari Francesco Beneduce, S.I.,
Michele Autuoro,
Gaetano Castello
Parrocchie 287 (13 vicariati )
Sacerdoti 715 di cui 427 secolari e 288 regolari
1 993 battezzati per sacerdote
377 religiosi 1 440 religiose 321 diaconi
1 751 800 abitanti in 274 km²
1 425 700 battezzati (81,4% del totale)
Eretta I secolo
Rito romano
Cattedrale Santa Maria Assunta
Santi patroni Sant'Aspreno
San Gennaro
Indirizzo
Largo Donnaregina 22, 80138 Napoli, Italia
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2022 (gc ch)
Dati dal sito web della CEI
Collegamenti interni
Chiesa cattolica in Italia
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica
San Gennaro, patrono della città e dell'arcidiocesi di Napoli.
La cattedra episcopale.
Il palazzo dove ha sede il museo del tesoro di San Gennaro.

L' Arcidiocesi di Napoli (latino: Archidioecesis Neapolitana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Campania.

Territorio

L'arcidiocesi comprende tutta la città di Napoli ad eccezione dei quartieri occidentali (vedi Diocesi di Pozzuoli) nonché i comuni di Afragola, Arzano, Boscotrecase, Calvizzano, Casalnuovo di Napoli (in parte: vedi anche Diocesi di Acerra e diocesi di Nola), Casavatore, Casoria, Cercola, Ercolano, Marano di Napoli (in parte: vedi anche Diocesi di Pozzuoli), Massa di Somma, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Pollena Trocchia, Portici, Procida, San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio, Torre del Greco, Torre Annunziata (in parte: vedi anche Diocesi di Nola), Trecase, Villaricca e Volla.

Sede arcivescovile è la città di Napoli, dove si trova la basilica cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta.

Provincia ecclesiastica

La provincia ecclesiastica di Napoli è costituita dalle seguenti 12 suffraganee:

Storia

Secondo la tradizione Napoli sarebbe stata visitata da san Pietro e da san Paolo e sarebbe stato proprio san Pietro a consacrare vescovo sant'Aspreno. Il primo vescovo storicamente documentato è Fortunato I, che possedeva la cattedra napoletana attorno agli anni 342-344.

Quasi tutti i vescovi fino al VI secolo e altri nel VII secolo sono venerati come santi dalla Chiesa cattolica.

All'inizio dell'XI secolo Sergio II fu il primo a fregiarsi del titolo di arcivescovo. Durante il periodo di dominazione bizantina gli arcivescovi di Napoli erano sempre stati consacrati a Roma, nonostante nominalmente tutti i possedimenti in Italia fossero sottoposti alla giurisdizione del patriarca di Costantinopoli. A Napoli erano in uso sia il rito romano sia il rito bizantino.

Dal 1458 al 1575 la cattedra arcivescovile fu appannaggio di diversi esponenti della famiglia Carafa, che si succedettero con un'unica interruzione di cinque anni.

Nel 1598 fu istituito l'Archivio Storico Diocesano di Napoli dal cardinale Alfonso Gesualdo.[1]

Dal 19 al 22 novembre 1891 Napoli ospitò il primo Congresso eucaristico nazionale italiano.

Dal 1958 al 1966 la diocesi di Pozzuoli fu unita in persona episcopi alla sede partenopea.

Cronotassi dei vescovi

Due sono gli antichi cataloghi napoletani giunti fino a noi, il Gesta episcoporum Neapolitanorum databile all'VIII-IX secolo, e il Catalogus episcoporum Neapolitanorum del X secolo. Come da consuetudine, questi antichi cataloghi riportano per ciascun vescovo gli anni totali di governo e in alcuni casi anche i mesi e i giorni di episcopato con la data della deposizione, ma non riportano mai l'anno dell'inizio e della fine dell'episcopato stesso.[2] Secondo lo storico Francesco Lanzoni, «l'autenticità e l'interezza del catalogo napoletano non è posta in dubbio da alcuno».[3]

Statistiche

Note
  1. Arcidiocesi di Napoli. Archivio storico diocesano di Napoli su Sistema archivistico nazionale. URL consultato il 2 luglio 2024
  2. Le date che tradizionalmente vengono attribuite a ciascun vescovo non sono identiche negli autori citati tra le fonti; si è preferito riportare nella seguente cronotassi (fino a Stefano III all'inizio del X secolo) solo le date certe in cui i vescovi sono menzionati da fonti e documenti esterni ai due cataloghi antichi.
  3. Lanzoni, op. cit., p. 220.
  4. Questo è il periodo in cui, con tutte le cautele del caso, potrebbe essere vissuto sant'Aspreno in base alle date riportate dal Catalogus; cfr. Lanzoni, op. cit., pp. 221-222.
  5. San Fortunato è il primo vescovo napoletano storicamente documentato; a lui e ad altri vescovi fu indirizzata una lettera scritta dai partecipanti ad un conciliabolo ariano celebrato a Filippopoli contestualmente a quello di Sardica fra il 342 e il 344.
  6. Nelle Gesta e nel Catalogus l'ordine dei vescovi, dopo Fortunato, è il seguente: Massimo, Zosimo, Severo e Orso. Successivamente alcuni autori (dei quali si fa voce Cappelletti) hanno inserito, modificando l'ordine originario delle due fonti antiche, i nomi dei presunti vescovi Marciano e Calepodio, che Lanzoni esclude: Marciano sarebbe un santo venerato a Benevento, Frigento e Napoli; Calepodio fu un vescovo campano presente al concilio di Sardica, che alcune lezioni chiamano erroneamente Calepodius neapolitanus (Lanzoni, op. cit., p. 220-221).
  7. La lettura e l'interpretazione dei manoscritti non è unanime negli storici; Lanzoni indica gli anni 579 e 582, Cappelletti invece il 581 e il 584.
  8. È documentato con certezza nel dicembre 590.
  9. Gregorio Magno non approvò l'elezione di Paolo di Nepi come successore di Demetrio, avvenuta nel dicembre 591; e nemmeno quella di Fiorenzo, fatta nel dicembre 592; cfr. Lanzoni, op. cit, p. 227.
  10. Fortunato II era ancora vivo nel mese di aprile del 600, mentre a luglio papa Gregorio Magno disapprova l'elezione del suo successore; cfr. Lanzoni, op. cit, pp. 227-228.
  11. Queste sono le date approssimative dell'episcopato di Agnello secondo il Dizionario Biografico degli Italiani (volume I, 1960). Storicamente l'unica attestazione certa è la sua partecipazione al sinodo romano del 680.
  12. Questo episcopus electus è menzionato da Cappelletti, che gli assegna gli anni 811-818, ma è assente nei due cataloghi antichi ed è omesso da Gams. La cronologia dei vescovi del IX e X secolo sono diverse in questi due autori.
  13. Documentato nell'861.
  14. Documentato dall'878 all'881.
  15. Stefano III è l'ultimo vescovo menzionato negli antichi cataloghi episcopali napoletani. Secondo Cappelletti, il suo successore Atanasio III iniziò il suo episcopato nel 937, mentre il Catalogus attribuisce a Stefano III otto anni di episcopato.
  16. Menzionato da Gams, ma assente, secondo Eubel, nella bolla di nomina di Aiglerio.
  17. Archbishop Guglielmo Vasco [Catholic-Hierarchy] su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 21 gennaio 2023
  18. Napoli {Naples} (Archdiocese) [Catholic-Hierarchy] su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 21 gennaio 2023
  19. La nomina di Bernardino Carafa, vescovo di Chieti, alla sede di Napoli è menzionata dalle principali fonti storiche sull'arcidiocesi, ma è assente in Eubel, il quale inoltre sembra confondere la nomina di Bernardino Carafa con quella di Gianvincenzo Carafa. Bernardino morì prima di prendere possesso dell'arcidiocesi.
  20. Eletto papa, mantenne la sede napoletana, ove vi nominò dei vicari o degli amministratori apostolici: Eubel menziona un Giulio Quinziano, nominato nel maggio 1555; per Cappelletti fu vicario Giulio Pavesi, vescovo di Vieste.
  21. Secondo Gams e Eubel muore il 24 agosto.
Bibliografia
Collegamenti esterni