Gallione

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Lucio Giunio Gallione
Personaggio del Nuovo Testamento
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battezzato
ERRORE in "fase canonizz"
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Incarichi attuali
Età alla morte circa 70 anni
Nascita Cordova
3 a.C.
Morte Roma
66 ca.
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Appartenenza
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Incarichi ricoperti
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
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Lucio Giunio Gallione (Cordova, 3 a.C.; † Roma, 66 ca.) era il fratello maggiore del filosofo Seneca. Mentre ricopriva la carica di proconsole dell'Acaia fu chiamato a giudicare san Paolo che si trovava a Corinto durante il secondo dei suoi viaggi missionari (At 18,12-17 ).

Chiamato alla nascita Lucio Anneo Novato, assunse il nome di Gallione dal padre adottivo, il retore e senatore Lucio Giunio Gallione.

Biografia

A lui il fratello Seneca dedicò i componimenti De ira e De vita beata. Sempre Seneca parla di lui nelle Naturales Quaestiones[1], in cui elogia le sue qualità umane, descrivendolo come persona affabile e amata da tutti.

Favorito nella carriera dal padre adottivo, si dedicò alla politica, accedendo al Senato e divenendo, nel 52, proconsole della provincia di Acaia, con capitale Corinto, sotto l'impero di Claudio.

Appena insediatosi, si trovò a dover giudicare San Paolo, portato in tribunale da Sostene, capo della sinagoga di Corinto. Gallione, tuttavia, si rifiutò di pronunciarsi nella controversia.

La presenza di Gallione a Corinto è provata dalla Iscrizione di Delfi, una tavola ridotta in frammenti rinvenuta appunto a Delfi alla fine del XIX secolo. Essa permette di datare il proconsolato di Gallione all'anno 51 - 52, oltre a fornire un riferimento cronologico per la datazione di viaggi di san Paolo. Costituisce inoltre l'ennesima prova dell'attendibilità storica del racconto degli Atti degli Apostoli.

Sempre Seneca ci riferisce[2] che Gallione, assalito dalla febbre, tornò precipitosamente a Roma.

Quando, alla morte dell'imperatore Claudio salì al trono Nerone, la sorte di Gallione fu legata a quella del fratello Seneca, dapprima nominato precettore del giovane imperatore e poi caduto in disgrazia presso di lui. Secondo lo storico Tacito[3], dopo la scoperta della congiura dei Pisoni e il suicidio di Seneca, Gallione fu aggredito verbalmente da Salieno Clemente.

Si ignorano la forma e l'anno preciso della morte di Gallione, che generalemente è posta, come probabile suicida, fra il 65 e il 66.

Note
  1. Sen., Nat. IV, Praef. 9 ss.
  2. Sen., Ep. 104
  3. Tac., Ann. XV, 73
Voci correlate