Antipapa Benedetto XIII
Benedetto XIII Cardinale · Antipapa | |
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al secolo Pedro Martínez de Luna y Pérez de Gotor | |
Ambito spagnolo, Pala d'altare con Antipapa Benedetto XIII (part.), XV secolo, tempera su tavola; Cinctorres (Spagna) | |
Età alla morte | 94 anni |
Nascita | Illueca 25 novembre 1328 |
Morte | Peñíscola 23 maggio 1423 |
Sepoltura | Illueca (Spagna), Castello-palazzo dei Luna |
Ordinazione presbiterale | 3 ottobre 1394 dallo pseudocardinale Jean de Neufchâtel |
Consacrazione vescovile | 11 ottobre 1394 dallo pseudocardinale Jean de Neufchâtel |
Creato Cardinale |
20 dicembre 1375 da Gregorio XI (vedi) |
Cardinale per | 47 anni, 5 mesi e 3 giorni |
Eletto Antipapa | il 28 settembre 1394 |
Insediamento | 11 ottobre 1394 |
Fine pontificato | 23 maggio 1423
(28 anni e 249 giorni) |
Sede | Avignone
Perpignano |
Opposto a | |
Sostenuto da | cardinali dell'obbedienza avignonese |
Scomunicato da | papa Bonifacio IX |
Precedente | Antipapa Clemente VII |
Successivo | Antipapa Clemente VIII |
Incarichi ricoperti | Cardinale diacono di Santa Maria in Cosmedin |
Proclamazioni | Beati Santi |
Eventi | Giubileo del 1725 |
Collegamenti esterni | |
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Benedetto XIII, al secolo Pedro Martínez de Luna y Pérez de Gotor (Illueca, 25 novembre 1328; † Peñíscola, 23 maggio 1423) è stato un cardinale e antipapa spagnolo.
Biografia
Pedro Martínez de Luna, nacque a Illueca il 25 novembre 1328[1], diocesi di Tarazona, secondogenito di Juan Martínez de Luna II, signore di Mediana, e di María Pérez de Gotor, signora di Illueca e Gotor, apparteneva per via di padre a un ramo minore dell'illustre Casa de Luna e discendeva per via materna dall'infante Jaime de Gotor, figlio dell'ultimo re musulmano di Maiorca.
Fu inizialmente avviato alla carriera militare, come era consuetudine per il secondogenito, ma poi passò, alla carriera ecclesiastica. Studiò legge all'università di Montpellier, dove in seguito divenne professore di diritto canonico.
Cardinalato
Fu creato cardinale da papa Gregorio XI nel concistoro del 20 dicembre 1375, negli anni turbolenti della sede di Avignone. Accompagnò il pontefice quando, per volere di santa Caterina da Siena, tornò a Roma. Papa Gregorio XI morì durante i preparativi per il suo ritorno ad Avignone, in fuga dai conflitti e dalle rivolte di Roma.
Pedro de Luna prese parte dal conclave del 1378 per eleggere il successore di Gregorio XI che iniziò il 7 aprile 1378, con la presenza di soli 16 dei 22 cardinali elettori, gli assenti si trovavano ad Avignone. I cardinali erano divisi in tre fazioni, guasconi, francesi e italiani, ognuna con il proprio candidato. Solo il cardinale Pedro de Luna, insieme a Roberto di Ginevra, si consideravano neutrali.
Il popolo di Roma, timoroso dell'elezione di un papa francese, manifestò in piazza San Pietro, chiedendo l'elezione di un papa romano o almeno di un papa italiano, alcuni facinorosi irruppero nel conclave, ma furono poi espulsi. Il cardinale Pedro de Luna, insieme a Jean de Cros, propose l'elezione dell'arcivescovo di Bari, Bartolomeo Prignano, che non era cardinale e quindi non era in conclave, al fine di accontentare i romani e superare il conflitto tra le due fazioni francesi. Così l'8 aprile Prignano fu eletto papa, prendendo il nome di Urbano VI.
I magistrati di Roma si scusarono con il cardinale Pedro de Luna, a causa dei tumulti causati dalla folla in città, e a causa della confusione, nel tentativo di incoronare il cardinale Francesco Tebaldeschi come papa. Una volta accettate le scuse, si recò con i cardinali Pietro Corsini, Simone Brossano, Gérard du Puy, O.S.B. Clun. e Guglielmo d'Aigrefeuille il Giovane, O.S.B. Clun., dal neoeletto papa per prgergli i loro auguri.
Fino a quel momento nessuno aveva pensato di dichiarare falsa l'elezione, tutta la cristianità era convinta che Urbano fosse stato legittimamente eletto. Pedro de Luna, insieme ai cardinali rimasti a Roma, partecipò alla cerimonia di incoronazione del nuovo pontefice tenutasi il 18 aprile nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
Dichiarazione di Anagni e Scisma
Ben presto il carattere di Urbano VI si rivelò poco diplomatico, il che indusse diversi cardinali ad alimentare l'idea che la sua elezione potesse essere dichiarata nulla, opignone non condivisa da Pedro de Luna. Infatti, quando seppe delle intenzioni scismatiche dei cardinali francesi, che si trovavano ad Anagni, si unì a loro verso la fine di giugno, con l'intenzione di farli desistere dalle loro idee. Egli insistete sul fatto che, da parte sua, aveva scelto Urbano in piena libertà. Fu solo quando gli altri gli assicurarono che avevano agito sotto pressione e che in circostanze normali non avrebbero scelto il vescovo Prignano, che cominciò a esitare.
Dopo l'arrivo dei cardinali che non erano riusciti a recarsi a Roma in tempo per l'elezione del papa, Pedro de Luna fu nuovamente consultato sulla legittimità del conclave e con i dati canonici forniti si convinse che l'elezione di Urbano non era stata legale, inquanto molti cardinali avevano votato, non per convinzione, ma per paura e il 2 agosto seguente firmarono un documento che dichiarava nulla l'elezione del papa, per le ragioni esposte.
I cardinali si trasferirono a Fondi, dove il 20 settembre si riunirono in conclave ed elessero papa Roberto di Ginevra, che prese il nome di Clemente VII, che tornò ad Avignone. Pedro de Luna rese obbedienza al nuovo papa. Divenendo protagonista di uno del periodi più convulsi della storia della Chiesa cattolica, lo Scisma d'Occidente. Pedro de Luna fu legato pontificio di questo pontefice per 16 anni.
Antipapa
Alla morte di Clemente VII nel 1394, il conclave avignonese che si tenne in quella sede tra il 26 e il 28 settembre con la partecipazione di ventuno cardinali elesse Pedro de Luna pontefice con 20 voti su 21 e prese il nome di Benedetto XIII. Tuttavia, Carlo VI di Francia si oppose alla nomina. Benedetto XIII si era dimostrato meno maneggevole del suo predecessore, ed era anche suddito della corona d'Aragona, rendendo difficile costringerlo a mantenere la fedeltà alla monarchia francese. Nel 1398 la Francia finì per ritirare il suo sostegno politico e finanziario alla sede papale di Avignone e Benedetto XIII fu costretto a dimettersi, ma egli ostinatamente rifiutò provocanto danni irreparabili alla Chiesa.
Dopo un blocco militare da parte dei francesi al suo palazzo papale ad Avignone, Benedetto XIII riuscì a fuggire dalla città nel 1403, cercando rifugio presso Luigi II di Napoli. La fine del sostegno francese significò che anche il Portogallo e la Navarra cessarono di riconoscerlo come papa, mentre 17 cardinali abbandonarono l'obbedienza avignonese, lasciando solo cinque cardinali fedeli a Benedetto XIII. Il suo pontificato era ormai riconosciuto solo dai regni di Castiglia, Aragona, Sicilia (dinasticamente legata alla Corona d'Aragona) e Scozia.
Anche se a un certo punto fu furono tre papi contemporaneamente (Giovanni XXIII, Gregorio XII e lui stesso), Benedetto XIII sempre sostenne che il suo pontificato era quello valido poiché era l'unico papa che era stato eletto cardinale prima che si verificasse lo Scisma d'Occidente e, quindi, l'unico veramente legittimo.
Nel 1406 Benedetto XIII iniziò i colloqui con Gregorio XII per dimettersi insieme e unificare la sede papale, ma questa possibilità fallì quando Benedetto XIII insistette sulla sua legittimità esclusiva. Promosse anche la cosiddetta Disputa di Tortosa nel 1413 tra i canonici cattolici e i capi religiosi ebrei, nel tentativo di rivitalizzare la sua attività papale e di contrastare il calo di consensi alla sua causa.
Concilio di Perpignano
Il più influente e vigoroso sostenitore dell'antipapa Benedetto XIII in Francia, il duca d'Orléans, Carlo di Valois-Orléans, morì il 27 novembre 1407. Ciò lasciò la strada libera all'opposizione, in particolare all'università di Parigi, per far valere le proprie ragioni su re Carlo VI di Francia.
Il re fu indotto a proclamare la neutralità della Francia nello scisma[2]. Benedetto si trovava a Porto Venere, vicino a Livorno, quando ricevette la notizia, e, temendo che il governatore francese di Genova, il maresciallo Boucicault, potesse tentare di catturarlo, come aveva precedentemente minacciato, decise di cercare un terreno più sicuro al di fuori dell'immediato controllo francese. Prima di lasciare l'Italia, papa Benedetto XIII emanò la bolla Celestis altitudo il 15 giugno, convocando un concilio, che si sarebbe riunito il 1º novembre seguente a Perpignan[3]. Pressato dagli eventi, papa Gregorio XII dell'Obbedienza Romana, che era in esilio da Roma, annunciò che anche lui avrebbe tenuto un concilio, dopo la Pasqua del 1409, e che si sarebbe tenuto da qualche parte nella provincia di Aquileia o nell'Esarcato di Ravenna[4].
Perpignano fu scelta da Benedetto XIII perché si trovava all'interno delle terre della Corona d'Aragona, ma vicina alla Francia, un tempo il più importante paese dell'obbedienza avignonese[5]. il concilio di Perpignano fu voluto dall'antipapa per anticipare l'azione del previsto concilio di Pisa (1409) voluto da un gruppo di cardinali dissidenti sia di fede romana che avignonese per porre fine allo Scisma d'Occidente che si protraeva da tempo. Il re francese non solo ritirò l'obbedienza e si impegnò nella neutralità, ma proibì a qualsiasi prelato francese o altra persona di partecipare a un concilio che sarebbe stato tenuto da Benedetto XIII[6].
Al concilio di Perpignano parteciparono solo circa trecento ecclesiastici, per lo più spagnoli e francesi. I lavori si protrassero fino al 1416. Nessuna azione degna di nota fu intrapresa dal consiglio. L'apertura del concilio di Costanza voluto dall'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, dove l'antipapa fu deposto, misero definitivamente fine alle speranze di Pedro Martínez de Luna di affermare il suo primato.
Deposizione e morte
Alla fine, le tesi conciliariste, che difendevano la superiorità del concilio su papato, trionfarono e, rifiutandosi nuovamente di dimettersi, Benedetto XIII fu condannato al Concilio di Costanza nel 1415 come eretico e antipapa, e deposto insieme all'antipapa Giovanni XXIII. Mentre papa Gregorio XII di Roma si dimise a favore dell'unificazione della Chiesa. Il Concilio nominò Martino V pontefice unico.4
La Chiesa ha visto in Benedetto XIII, da quel momento in poi, una minaccia. Nel 1418, nel suo castello di Peñíscola, papa Luna fu avvelenato con il rejalgar, una combinazione di arsenico e zolfo. L'attentato sarebbe stato organizzato da un cardinale al servizio di papa Martino V. Un medico ebreo curò Benedetto con un rimedio, noto da allora come Pulveris Papae Benedicti, dopo di che si riprese. Sopravvisse ad altri tentativi di avvelenarlo.
L'antipapa godeva ancora della protezione di Alfonso V d'Aragona per motivi politici, ma senza una reale influenza nel resto d'Europa. Morì il 23 maggio 1423, nel Castello di Peñíscola, l'antica fortezza dell'Ordine dei Templari in cui aveva trasferito la sede papale.
Cardinali nominati dall'antipapa Benedetto XIII
Per approfondire, vedi la voce Concistori dell'antipapa Benedetto XIII |
L'antipapa Benedetto XIII creò 19 pseudocardinali in 7 concistori.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Arcivescovo Guillaume II de Melun
- Pseudocardinale Jean de Neufchâtel
- Antipapa Benedetto XIII
Successione degli incarichi
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria in Cosmedin | Successore: | |
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Guillaume de la Jugée 1342 - 1368 |
1375 - 1378 | Guglielmo di Capua (o d'Altavilla) 1383 - 1384 |
Predecessore: | Pseudocardinale diacono di Santa Maria in Cosmedin | Successore: | |
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se stesso come cardinale | 20 settembre 1378 – 28 settembre 1394 | Pietro Morosini (obbedienza romana) |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
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- Cardinali diaconi di Santa Maria in Cosmedin
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