Figlie della Beata Vergine Maria Addolorata
| Figlie della Beata Vergine Maria Addolorata | |
| in latino Congregatio Sororum Beatissimae Mariae Virginis Addoloratae | |
| | |
|
Istituto di vita consacrata Congregazione religiosa femminile di diritto pontificio | |
|
Altri nomi Serafiche | |
| Fondatore | Beato Onorato Kazminski e Beata Margherita Lucia Szewczyk |
|---|---|
| Data fondazione | 1881 |
| Luogo fondazione | Zakroczym |
| sigla | C.M.B.B. |
| Prima approvazione da | decreto di lode il 12 febbraio 1909 |
| Approvato da | Pio XII |
| Data di approvazione | 3 marzo 1953 |
| Collegamenti esterni | |
| Sito ufficiale | |
Le Figlie della Beata Vergine Maria Addolorata (in latino Congregatio Sororum Beatissimae Mariae Virginis Addoloratae, in polacco Córki Najświętszej Maryi Panny od Siedmiu Boleści, o semplicemente Siostry Serafitki) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: le suore di questa congregazione, dette Serafiche, pospongono al loro nome la sigla C.M.B.B.[1]
Cenni storici
La congregazione fu fondata nel 1881 a Zakroczym, in Polonia, dal frate cappuccino Onorato da Biała (1829-1916) con l'aiuto di Łucja Szewczyk (1828-1905):[2] la Szewczyk (in religione suor Maria Margherita, prima superiora della comunità) era una terziaria francescana e già nel 1879 aveva iniziato ad accogliere presso la propria abitazione delle anziane povere e sole e ad accudirle.[2]
L'istituto, aggregato all'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, ricevette il pontificio decreto di lode il 12 febbraio 1909 e venne approvato definitivamente dalla Santa Sede il 3 marzo 1953.[2]
Il fondatore è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1988.[3]
Attività e diffusione
Le suore Serafiche si dedicano a varie opere di assistenza agli anziani, agli invalidi e agli infermi e all'istruzione della gioventù.[2]
Oltre che in Polonia, sono presenti in Bielorussia, Francia, Italia, Stati Uniti d'America, Svezia, Ucraina:[4] la sede generalizia è a Cracovia.[1]
Al 31 dicembre 2005 l'istituto contava 679 religiose in 76 case.[1]
| Note | |
| Bibliografia | |
| |
| Collegamenti esterni | |
| |
