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Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni, detto anche Santori (Roma, 8 giugno 1623; † Roma, 29 giugno 1698), è stato un cardinale e arcivescovo italiano.
Cenni biografici
Nacque a Roma, primogenito dei due figli di Antonio Paluzzi degli Albertoni, secondo marchese di Rasina, e Laura Carpegna. Prese il cognome Altieri quando papa Clemente X, il giorno della sua elezione al soglio pontificio, lo adottò divenendo cardinal nepote. Fu zio dei cardinali Lorenzo Altieri e Giovanni Battista Altieri e prozio del cardinale Vincenzo Maria Altieri. Viene indicato anche col nome di Paluzzo Altieri degli Albertoni.
Formazione e attività prelatizia
Compì gli studi di giurisprudenza presso l'Università di Perugia, dove ottenne il dottorato in legge, intraprendendo in seguito la carriera presso la corte pontificia. Divenuto chierico della Camera Apostolica, alla fine del pontificato di Urbano VIII, dimostrò doti non comuni d'intelligenza, laboriosità, destrezza nei grandi affari e anche onestà di costumi, ricoprendo diverse cariche amministrative. Innocenzo X lo ritenne degno di assurgere al cardinalato, ma la spregiudicatezza con cui biasimava le azioni di alti prelati lo rendeva inviso a molti. Durante il pontificato di Alessandro VII venne nominato Uditore generale della Camera Apostolica.
Cardinalato
Ottenuti gli ordini sacri, fu creato cardinale in pectore nel concistoro del 14 gennaio 1664 e confermato in quello del 15 febbraio 1666. Il 15 marzo di quell'anno ricevette la porpora cardinalizia e il titolo di cardinale presbitero dei Santi XII Apostoli. Il 29 marzo 1666 gli fu conferito il vescovato di Montefiascone e Corneto, perché "non aveva con che sostenersi". Fu consacrato il 2 maggio di quello stesso anno nella Chiesa di San Silvestro in Capite a Roma, dal cardinal Ulderico Carpegna, assistito da Stefano Ugolini[1], arcivescovo titolare di Corinto, e da Giovanni Tommaso Pinelli[2], vescovo di Albenga. Amministrò la diocesi fino al 1670 con notevole spirito d'iniziativa.
Prese parte al conclave del 1667 che elesse a pontefice Clemente IX, e nuovamente al conclave del 1669-1670 che elesse Clemente X. Con l'appoggio del cardinale Flavio Chigi seniore ottenne, durante il conclave, l'adozione e quindi la nomina a cardinale nipote da parte di Clemente X, che rimasto senza eredi non voleva lasciar estinguere la propria famiglia.
Il 4 agosto 1671 fu nominato Camerlengo di Santa Romana Chiesa, carica che ricoprì fino alla morte. Fu pro-prefetto della Sacra Congregazione del Concilio di Trento dal novembre 1671 al dicembre 1672. Fu vicario generale di Roma per alcuni mesi nel 1671 (carica che ufficiosamente ricopriva dal 1667) e Segretario del Gabinetto Apostolico. Rinunciando all'incarico presso la sede di Ravenna, partecipò al conclave del 1676 che elesse a papa Innocenzo XI.
Fu camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali dal 10 gennaio 1678 al 9 gennaio 1679. Nel 1681 optò per il titolo cardinalizio di San Crisogono, e nel 1684 per quello di Santa Maria in Trastevere. Nel 1689 passò all'ordine dei cardinali vescovi, ottenendo la Sede suburbicaria di Sabina. Prese parte al conclave del 1689 che elesse a pontefice Alessandro VIII, e nuovamente al conclave del 1691 che elesse Innocenzo XII.
Dopo aver optato per la Sede suburbicaria di Palestrina nel 1691, divenne Arciprete della Basilica di San Giovanni in Laterano nel 1693, e successivamente optò per la Sede suburbicaria di Porto e Santa Rufina pochi mesi prima della sua morte.
Morte
Morì a Roma il 29 giugno 1698. La sua salma venne esposta alla pubblica venerazione nella chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli. Fu sepolto nella cappella di San Giovanni Battista che aveva fatto erigere per sé nella medesima chiesa.
Genealogia episcopale
Successione degli incarichi
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Note |
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Bibliografia |
- Aldo Stella, Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 2, 1960 online
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