San Giovanni da Triora
San Giovanni da Triora, O.F.M. Presbitero · Martire | |
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al secolo Francesco Maria Lantrua | |
Santo | |
San Giovanni da Triora | |
Età alla morte | 55 anni |
Nascita | Molini di Triora 15 marzo 1760 |
Morte | Macao 7 febbraio 1816 |
Professione religiosa | Roma, 9 marzo 1777 |
Ordinazione presbiterale | 1784 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 27 maggio 1900, da Leone XIII |
Canonizzazione | 1º ottobre 2000, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 7 febbraio |
Santuario principale | Basilica di Santa Maria in Ara Coeli |
Attributi | palma |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 7 febbraio, n. 13:
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San Giovanni da Triora, al secolo Francesco Maria Lantrua (Molini di Triora, 15 marzo 1760; † Macao, 7 febbraio 1816) è stato un presbitero, missionario e martire italiano. Svolse la sua attività principalmente in Cina, dove morì martirizzato nella città di Changsha nello Hunan: dopo essere stato torturato venne legato a una croce e strangolato.
Biografia
Figlio di Antonio Maria Lantrua e Maria Pasqua Ferraironi di famiglia benestante. Frequentò le scuole dei Barnabiti a Porto Maurizio dove nacque la sua vocazione. Con fatica ottenne il permesso di recarsi a Roma dove ad accoglierlo trova un altro ligure, Luigi da porto Maurizio, provinciale dei francescani. Il 9 marzo 1777 indossò il saio e iniziò l'anno di prova con il nome di frate Giovanni. Fu ordinato sacerdote nel 1784 e divenne insegnante di Teologia a Tivoli e Tarquinia. Successivamente gli vienne assegnata la responsabilità di Guardiano dei conventi di Tarquinia, Velletri e Montecelio.
La missione in Cina
Nel 1799 partì missionario per la Cina, dopo 8 mesi di viaggio arrivò a Macao e dopo un periodo di formazione nel quale fece propria la cultura cinese, imparò il cinese e portare abiti locali, incominciò la sua opera di evangelizzazione nella provincia dello Hunan; l'attività fu portata avanti con relativa tranquillità fino al 1815, quando venne denunciato al Mandarino perché la sua attività è considerata sovversiva. Il 26 luglio 1815, dopo aver celebrato la sua ultima Messa, vienne arrestato assieme ad altri fedeli cinesi, torturato per fargli rinnegare la propria fede e tenuto in carcere.
Il 7 febbraio 1816 venne condotto al patibolo, prima di essere giustiziato si segno e si inchinò profondamente, al modo dei cattolici cinesi, per cinque volte, a significare il ringraziamento alla Santissima Trinità per la creazione, la redenzione, la vocazione alla fede, la grazia dei sacramenti e per le grazie ricevute.
Venne legato ad una croce e ucciso per strangolamento. Il corpo fu da prima trasportato e sepolto nella Cattedrale di san Paolo a Macao e successivamente traslato a Roma nella Basilica di Santa Maria in Ara Coeli, dove si trova tuttora.
Bibliografia | |
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