Beato Pier Pettinaio
Beato Pier Pettinaio, T.O.F. Laico | |
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Beato | |
Età alla morte | circa 100 anni |
Nascita | Campi 1189 ca. |
Morte | Siena 4 dicembre 1289 |
Appartenenza | Terz'Ordine Francescano |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 2 gennaio 1802, da Pio VII |
Ricorrenza | 4 dicembre |
Attributi | con il dito sulla bocca a indicare silenzio |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 4 dicembre, n. 14:
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Beato Pier Pettinaio (Pietro) (Campi, 1189 ca.; † Siena, 4 dicembre 1289) è stato un artigiano italiano, terziario francescano.
Vita
Nacque in data incerta a Campi, poi la sua famiglia si trasferì nella vicina Siena. Fu commerciante di pettini in osso e madreperla usati nella filatura e cardatura. Sposato, ma senza figli, fu proprietario di una casa e di una vigna, la sua abilità nella scelta delle merci da vendere lo rese famoso e ricco. Convertitosi forse grazie all'appena sorto Ordine francescano, divenne famoso per la generosità anche verso i concorrenti: nei giorni di mercato arrivava tardi a vendere per non danneggiarli troppo. Oltre a svolgere la sua attività, si dedicò anche all'assistenza degli ammalati presso l'ospedale di Santa Maria della Scala dove medica ferite e piaghe e aiuta i più bisognosi coadiuvato da otto amici (mercanti e uomini di legge).
Non ha lasciato scritti, ed è ricordato per i suoi silenzi, spesso lo vediamo raffigurato con un dito sulle labbra. Le poche cose che dice e le molte che fa sono molto efficaci, al punto che certi trafficoni, dopo aver frodato la città, riconsegnano il denaro a lui, che lo restituisce al Comune. Il Comune lo chiamò spesso per incarichi di fiducia: nel 1282, ad esempio, gli fu chiesto di scegliere i cinque detenuti da amnistiare.
I francescani di Siena, quando avevano dubbi sull'autentica vocazione dei loro novizi, li facevano esaminare da lui. Alla sua vita si ispirarono i più rigorosi seguaci di Francesco d'Assisi, gli spirituali. Il predicatore domenicano beato Ambrogio Sansedoni rinunciò a diventare vescovo su suo consiglio.
Rimasto vedovo, vendette casa e vigna dando il ricavato ai poveri e visse gli ultimi anni ospite dei francescani, che seppelliranno poi il suo corpo nella loro chiesa. Spontaneamente i senesi invocano il suo aiuto e gli attribuiscono grazie e prodigi.
Culto
La città di Siena lo onorò subito come beato, mentre la sua reale beatificazione risale al 2 gennaio 1802 a opera di Pio VII. Già nel Trecento, però, l'efficacia della sua preghiera fu esaltata da Dante Alighieri nella Divina Commedia con le parole pronunciate da Sapìa Tolomei:
« | Pace volli con Dio in su lo stremo de la mia vita; e ancor non sarebbe lo mio dover per penitenza scemo, se ciò non fosse, ch'a memoria m'ebbe Pier Pettinaio in sue sante orazioni, a cui di me per caritate increbbe. » | |
(Purgatorio, XIII, 124 - 129)
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La sua tomba fu distrutta da un incendio e di lui restò solo la reliquia del braccio, conservato dalle clarisse di Siena.
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