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Charles de Bourbon-Vendôme, o Carlo di Borbone-Vendôme (La Ferté-sous-Jouarre, 22 settembre 1523; † Fontenay-le-Comte, 9 maggio 1590[1]), è stato un cardinale, arcivescovo, sovrano e fondatore francese.
Biografia
Nacque il 22 settembre 1523[3] a Ferté-sous-Jouare in Francia. Quinto figlio di Carlo IV di Borbone, duca di Vendôme e Françoise d'Alençon, duchessa di Beaumont. Fratello minore di Antoine de Bourbon, re di Navarra, padre del futuro re Enrico IV di Francia. Pronipote del cardinale Carlo di Borbone (1476). Nipote del cardinale Luigi II di Borbone de Vendôme (1517). Zio del cardinale Carlo III di Borbone de Vendôme (1583). Un altro cardinale della famiglia fu Louis de Vendôme (1667).
Primi anni di vita
Chierico di Meaux, ebbe un figlio illegittimo, Nicolas Poulain. Divenuto Abate commendatario di più di venti abbazie, accumulò beni che lo resero uno dei principi più ricchi d'Europa.
Episcopato
Eletto vescovo di Nevers il 5 luglio 1540 da Paolo III e consacrato in luogo e data sconosciuti, rassegnò le dimissioni dal governo della sede il 5 maggio 1546. Trasferito alla sede di Vescovo di Saintes, conservando la sede di Nevers il 23 gennaio 1544; rassegnò le dimissioni dal governo della sede di Saintes, il 19 marzo 1550.
Cardinalato
Paolo III lo creò cardinale diacono nel concistoro del 9 gennaio 1548; ricevette la berretta rossa e la diaconia di San Sisto, pro illa vice il 25 febbraio 1549. Partecipò al conclave del 1549-1550 che elesse Giulio III. Abate commendatario di Saint-Ouen de Rouen. Amministratore apostolico di Carcassonne dal 9 marzo 1550 al 15 dicembre 1553; e ancora, dal 4 ottobre 1565 al 1567. Promosso alla sede metropolitana di Rouen il 3 ottobre 1550, divenne luogotenente generale del governo di Parigi e dell'Ile-de-France nel 1551. Partecipò al primo conclave del 1555 che vide eletto papa Marcello II e al secondo conclave del 1555, che elesse papa Paolo IV. Abate commendatario di Saint-Pierre de Corbie dal 1557. Non partecipò al conclave del 1559 che elesse Pio IV. Optato per il titolo di San Crisogono il 15 gennaio 1561, partecipò al colloquio di Poissy nel 1561. Abate commendatario di Saint-Germain-des-Prés dal 1562, partecipò agli États généraux di Orléans e Rouen. Accompagnò il re Carlo IX in un viaggio a Bayonne nel 1565. Legato apostolico di Avignone nel 1565, partecipò al suo concilio provinciale nel 1569. Non partecipò al conclave del 1565-1566 che elesse Pio V. Amministratore apostolico di Beauvais il 26 agosto 1569 acquisendo i titoli di conte e pari del Regno di Francia; rassegnò le dimissioni dall'amministrazione il 24 agosto 1575. Non partecipò al conclave del 1572 che elesse Gregorio XIII. Abate commendatario di Saint-Pierre de Jumièges dal 1574, presiedette l'Assemblée Générale du Clergé de France a Melun, nel 1580. Non partecipò al conclave del 1585 che elesse Sisto V.
Successione al trono di Francia
Nel 1588, alla seconda assemblea dell'État Générale a Blois, il re Enrico III, avendo saputo che il cardinale era coinvolto con l'avverso partito della Lega, lo fece imprigionare prima a Tours, e poi a Fontenay-le-Comte nel Poitou. In seguito all'assasinio di re Enrico III nel 1589, il duca di Mayenne proclamò subito il cardinale di Borbone re di Francia[4]; venne proclamato ufficialmente re di Francia, col nome di Carlo X il 21 novembre 1589 dal Parlamento di Parigi. Appariva la decisione migliore per collocare uno dei membri di Lorena sul trono di Francia, poiché il re di Navarra, poi re Enrico IV, il più anziano del ramo dei Borboni, erede del ramo dei Valois, era protestante. Il 5 marzo 1590 il Parlamento emise una ordinanza nella quale ribadiva di riconoscere Carlo X come vero e legittimo sovrano, rinnovandogli il giuramento di fedeltà. La Lega incise conseguentemente un sigillo e delle monete con l'effigie del presunto re Carlo X; si paventò la possibilità di ottenere un'esenzione papale per consentirgli di sposare la vedova del duca di Guisa. Nel mezzo di questa lotta, sofferente di calcoli, re Carlo X morì nella sua prigione, ma i capi della Lega non vollero riconoscere Enrico IV.
Morte
Morì il 9 maggio 1590[1], in prigione a Fontenay le Comte. Sepolto nella Certosa di Notre-Dame de Bonne-Espérance[2] da lui fondata. Nel 1764, un incendio distrusse il monastero e sebbene le sue ceneri fossero state nuovamente sepolte a Gaillon, una volta ricostruito il monastero, fu nuovamente distrutto durante la Rivoluzione francese. La sua lastra sepolcrale in marmo si trova ora nella Chiesa di Saint-Georges de Aubevoye.
Ascendenza
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Genitori
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Nonni
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Bisnonni
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Trisnonni
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Carlo di Borbone-Vendôme
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Carlo IV di Borbone-Vendôme
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Francesco di Borbone-Vendôme
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Giovanni VIII di Borbone-Vendôme
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Luigi I di Borbone-Vendôme
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Giovanna di Montfort
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Isabelle de Beauvau
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Luigi di Beauvau
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Margherita di Chambley
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Maria di Lussemburgo-Saint-Pol
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Pietro II di Lussemburgo-Saint-Pol
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Luigi di Lussemburgo-Saint-Pol
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Giovanna di Marle
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Margherita di Savoia
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Ludovico di Savoia
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Anna di Lusignano
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Francesca d'Alençon
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Renato d'Alençon
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Giovanni II d'Alençon
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Giovanni I d'Alençon
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Maria di Bretagna
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Maria d'Armagnac
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Giovanni IV d'Armagnac
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Isabella di Navarra
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Margherita di Lorena
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Federico II di Vaudémont
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Antonio di Vaudémont
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Maria d'Harcourt
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Iolanda d'Angiò
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Renato d'Angiò
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Isabella di Lorena
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Successione degli incarichi
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Note |
- ↑ 1,0 1,1 Questo è secondo Eubel in Hierarchia Catholica Medii et Recentioris Aevi, III, 30 e 62; e Berton in Dictionnaire des cardinaux, col. 586. Nella sua prima biografia francese è indicato che morì il 5 maggio 1590.
- ↑ 2,0 2,1 La Certosa di Notre-Dame de Bonne-Espérance o Certosa di Aubevoye è un complesso fondato nel 1563 ad Aubevoye sotto l'impulso del cardinale Carlo di Borbone, sul sito attuale del distretto del comune a cui ha lasciato il nome, non lontano da Gaillon, da cui l'altro nome di Certosa di Bourbon-lèz-Gaillon. Fino alla Rivoluzione francese, occupava un'area molto vasta sulle rive della Senna, vicino a Courcelles-sur-Seine, nella pianura dominata dal castello di Gaillon, altra opera del suddetto cardinale, con la cappella di Betlemme (1582), e sotto lo sguardo benevolo della Chiesa di Saint-Georges d'Aubevoye.
- ↑ Secondo quanto riportato nella sua prima biografia; Berton in Dictionnaire des cardinaux, col. 585, indica che nacque il 22 dicembre 1523.
- ↑ Nel 1824 non fu riconosciuto legittimo, perché il conte d'Artois prese il suo stesso nome (Carlo X) quando salì al trono di Francia.
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Bibliografia |
- (FR), Charles Berton, Dictionnaire des cardinaux, contenant des notions générales sur le cardinalat, la nomenclature complète ..., des cardinaux de tous less temps et de tous les pays ... les détails biographiques essentiels sur tous les cardinaux ... de longues études sur les cardinaux célèbre ..., J.-P. Migne, Parigi, 1857
- (IT), Lorenzo Cardella, Memorie storiche de' cardinali della Santa Romana Chiesa. 9 vols, vol. IV, Stamperia Pagliarini, Roma, 1793, pp. 289–291
- (FR), Alfonso Chacón, Vitæ, et res gestæ Pontificvm Romanorum et S.R.E. Cardinalivm ab initio nascentis Ecclesiæ vsque ad Vrbanvm VIII. Pont. Max. 2 volumes., vol. II, Tipografia Vaticana, Roma, 1630, pp. 1561-1562
- (LA), Conradus Eubel, Guglielmus van Gulik, Hierarchia Catholica Medii et Recentioris Aevi., Sumptibus et Typis Librariae Regensbergianae, Monaco, 1935; (ristampa Padova: Il Messagero di S. Antonio, 1960, III, 30, 62, 70, 131, 152, 260, 287, 338)
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Collegamenti esterni |
(IT), Federico Chabod, Borbone Carlo cardinale di su Treccani URL consultato il 19-11-2024
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Voci correlate |
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