Giuseppe Morozzo Della Rocca

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Giuseppe Morozzo della Rocca
Cardinale
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 84 anni
Nascita Torino
12 marzo 1758
Morte Novara
22 marzo 1842
Sepoltura Cattedrale di Novara
Conversione
Appartenenza
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Ordinazione presbiterale 14 marzo 1802
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Consacrazione vescovile Chiesa dei Santi Biagio e Carlo ai Catinari (Roma), 4 aprile 1802 dal card. arc. Leonardo Antonelli
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8 marzo 1816 da Pio VII (vedi)
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Cardinale per 26 anni e 14 giorni
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Successore {{{successore}}}
Extra Anni di pontificato

Successione apostolica

Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione [[{{{aB}}}]]
Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
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Altre ricorrenze
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

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Invito all'ascolto
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Giuseppe Morozzo della Rocca (Torino, 12 marzo 1758; † Novara, 22 marzo 1842) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano.

Cenni biografici

Nato a Torino, i genitori erano Giuseppe Francesco e Ludovica Cristina Lucrezia Balbo Bertone, sorella del vescovo di Novara Marco Aurelio ([1]). La famiglia era di antica nobiltà e signora dell'omonimo castello di Morozzo nel Cuneese dal X secolo. Il fratello Carlo Lodovico,[1] formatosi alla scuola d'artiglieria, fu uno dei maggiori scienziati piemontesi nonché presidente dell'Accademia delle scienze di Torino.

Formazione e attività prelatizia

La sua istruzione fu curata dal precettore Paolo Lamberto D'Allègre (Ch), allora canonico di Novara poi legato a Napoleone e dal 1807 vescovo di Pavia. Proseguì gli studi presso l'Università di Torino dal 1773, dove si laureò in teologia il 23 aprile 1777 e dove l'anno seguente divenne rettore dell'Università. Poco dopo si trasferì a Roma ed entrò nell'Accademia dei nobili ecclesiastici, dove ebbe come compagni di studi Ercole Consalvi ed Emmanuele de Gregorio.

Papa Pio VI lo nominò protonotario apostolico e lo destinò come vice-delegato pontificio a Bologna nel biennio 1784-85. In quell'anno fu promosso al governatorato di Civitavecchia e detenne la carica per nove anni. Lì scrisse l'opuscolo Analisi della carta corografica del Patrimonio di S. Pietro, corredata di alcune memorie storiche ed economiche pubblicato a Roma nel 1791). Fu poi governatore a Perugia sino al 1797. Qui nel 1796 era stato fortemente osteggiato dai ceti cittadini dominanti, ed emise un editto con cui si regolava il prelievo del grano destinato all'annona cittadina seguendo l'estimo dei seminativi del 1780.

Dopo la morte di Pio VI nell'esilio francese il 29 agosto 1799, Morozzo, assieme al cardinale Giacinto Sigismondo Gerdil, fu segretario del conclave veneziano. Eletto il nuovo pontefice Pio VII, nella primavera dell'anno seguente, ritornò a Roma il 3 luglio con il seguito pontificio.

Episcopato

Entrato nelle grazie del nuovo pontefice, grazie a Consalvi e Gerdil, fu ordinato presbitero il 14 marzo 1802 e il 29 marzo seguente fu preconizzato Arcivescovo titolare di Tebe In partibus infidelium. Ricevette la consacrazione vescovile nella Chiesa dei Santi Biagio e Carlo ai Catinari a Roma, il 4 aprile, dalle mani del cardinale Leonardo Antonelli, coadiuvato dall'arcivescovo di Torino mons. Carlo Luigi Buronzo del Signore(ch) e dall'arcivescovo titolare di Mira mons. Giovanni Coppola (Ch). Il 11 maggio fu nominato nunzio apostolico nel napoleonico Regno d'Etruria, alla corte di Ludovico I di Borbone. In Toscana il nunzio divenne molto influente a corte e si dimostrò intransigente nel difendere le linee pastorali del pontefice.

Morozzo si trovò coinvolto nello scontro tra Pio VII e l'imperatore francese, il quale, dopo aver tentato senza successo di coinvolgere la Santa Sede contro la terza coalizione, denunciò una congiura ai propri danni, con molti addentellati in Toscana. Mons. Morozzo fu sospettato di essere uno dei promotori della cospirazione e di conseguenza fu richiamato a Roma, dove tornò precipitosamente il 7 ottobre 1806, proprio mentre Consalvi perdeva la Segreteria di Stato.

Qui si legò inizialmente al partito degli zelanti, ostili a Consalvi, diventando l'anno seguente segretario della Congregazione dei Vescovi e Regolari e consultore della Sacra Congregazione della Romana e Universale Inquisizione. In questa veste ebbe un ruolo importante nella condanna di Niccolò Paccanari, fondatore della Società della Fede di Gesù, che perorava la reintroduzione della Compagnia di Gesù.

Dopo la conquista napoleonica dello Stato pontificio nel 1809 il prelato subì l'esilio in Francia e l'anno dopo gli fu concesso di ritirarsi a Torino. Nel 1814 raggiunse Pio VII a Savona, dopo il suo rilascio da Fontainebleau, e accompagnò il pontefice nel viaggio attraverso l'Italia. Raggiunse gli avamposti di Gioacchino Murat, che mirava alla conquista degli Stati pontifici. Il prelato fu incaricato di trattare con il re di Napoli al fine di ricondurre a Roma il papa, missione condotta con grande abilità da Morozzo e che ebbe pieno successo.

Nei due anni successivi fu coinvolto nel ristabilimento dell'autorità pontificia, divenendo membro di alcune congregazioni istituite a tale scopo, ma con il rientro in Vaticano del Consalvi che riprese la guida della Segreteria di Stato, ancora più potente e influente di prima e ostile a Morozzo, il prelato fu ben presto allontanato dai vertici curiali romani.

Cardinalato

Fu creato cardinale nel concistoro dell'8 marzo 1816 da Pio VII e fu eletto vescovo di Novara, con il titolo personale di arcivescovo, il 10 ottobre 1817 e definitivamente allontanato da Roma.

Prese parte a tutti i conclavi tenutisi nel suo cardinalato: quello che vide l'elezione a papa di Leone XII nel 1823, quello di Pio VIII del 1829 e quello del 1832 con Gregorio XVI. La sua posizione intermedia gli permise di agire da mediatore tra i due grandi schieramenti cardinalizi dei politici e gli zelanti che si affrontarono in quelle nomine. La linea di moderazione ben si conciliava con la politica sabauda di quegli anni, di cui Morozzo divenne attivo interprete.

In diocesi operò attivamente per la sua riorganizzazione. Nel 1823 riformò il corso di studi del seminario novarese, portandolo da cinque a sei anni e scegliendo testi di ispirazione sia gesuitica sia rigorista. Nel 1826 indisse un sinodo locale che fissò l'orientamento normativo della diocesi per lungo tempo e che fu indicato da papa Leone XII come esempio per le altre diocesi.

Fu instancabile visitatore. Primo tra tutti i vescovi novaresi, compì ben tre visite pastorali della diocesi, tenutesi nel 1819, 1829 e 1841. Durante la prima, in particolare, visitò tutta l'area montagnosa a Nord della diocesi spingendosi poi fino in Svizzera, dove dal Vallese giunse fino a Losanna.

Quando Antonio Rosmini decise di impiantare il suo Istituto della Carità proprio nel Novarese, trasferendosi al Sacro Monte Calvario di Domodossola il 19 febbraio 1828, avviò con Morozzo una fitta corrispondenza. Il 19 agosto 1833 l'arcivescovo emise il decreto con cui affidava all'istituto di Rosmini la custodia del Sacro Monte Calvario, scatenando peraltro una controversia giudiziaria con il clero locale relativamente alla giurisdizione del luogo.

Nel 1832 venne nominato visitatore e delegato apostolico di tutti i regolari negli Stati di terraferma sabaudi.

Morte

Morì il 22 marzo 1842 a Novara. I funerali si celebrarono nella sua cattedrale dove oggi riposa.

Onorificenze

Cavaliere dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata
Cavaliere dell'Insigne e reale ordine di San Gennaro - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Insigne e reale ordine di San Gennaro

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Governatore di Civitavecchia Successore: Coat of arms Holy See.svg
? 25 febbraio 1785-7 marzo 1794 ? I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
? {{{data}}} ?
Predecessore: Governatore di Perugia Successore: Coat of arms Holy See.svg
? 18 agosto 1795-28 marzo 1797 ? I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
? {{{data}}} ?
Predecessore: Arcivescovo titolare di Tebe Successore: Archbishop CoA PioM.svg
Lorenzo Litta 29 marzo 1802-8 marzo 1816 Ugo Pietro Spinola I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Lorenzo Litta {{{data}}} Ugo Pietro Spinola
Predecessore: Nunzio apostolico nel Granducato di Toscana Successore: Emblem Holy See.svg
Antonio Maria Erba Odescalchi (Ch) 11 maggio 1802-1º novembre 1806 Pietro Valentini
(uditore)[2]
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Antonio Maria Erba Odescalchi (Ch) {{{data}}} Pietro Valentini
(uditore)[2]
Predecessore: Segretario della Congregazione dei Vescovi e Regolari Successore: Emblem Holy See.svg
Giuseppe Firrao il Giovane 2 dicembre 1807-11 marzo 1816 Fabrizio Sceberras Testaferrata I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giuseppe Firrao il Giovane {{{data}}} Fabrizio Sceberras Testaferrata
Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Maria degli Angeli Successore: CardinalCoA PioM.svg
Filippo Casoni 29 aprile 1816-22 marzo 1842 Mario Mattei I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Filippo Casoni {{{data}}} Mario Mattei
Predecessore: Vescovo di Novara
(titolo personale di arcivescovo)
Successore: BishopCoA PioM.svg
Vittorio Filippo Melano 1º ottobre 1817-22 marzo 1842 Giacomo Filippo Gentile I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Vittorio Filippo Melano {{{data}}} Giacomo Filippo Gentile
Note
  1. Marco Taddia Dizionario degli italiani vol. 77 (2012) MOROZZO DELLA ROCCA, Carlo Lodovico
  2. Alla partenza di mons. Morozzo l'avvocato Valerio Valenti nativo di Prato, fu incaricato del disbrigo degli affari della Nunziatura con la qualifica, conferitagli sin da 1802, di vice uditore di nunziatura. Durante l'occupazione francese fu incarcerato, riprese l'ufficio nel 1814 con il titolo di uditore, in seguito riconosciuto anche dalla Santa Sede
Collegamenti esterni
Bibliografia