Emmanuele de Gregorio

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Emmanuele De Gregorio
Cardinale
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 79 anni
Nascita 18 dicembre 1758 [1]
Morte Roma
7 novembre 1838
Sepoltura chiesa di san Giuseppe a Capo le Case (Roma)
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Consacrazione vescovile Roma, 31 maggio 1829 dal card. arc. Giulio Maria della Somaglia
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(vedi)
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8 marzo 1816 da Pio VII (vedi)
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Cardinale per 22 anni, 7 mesi e 30 giorni
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Proclamazioni
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Altre ricorrenze
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Emmanuele De Gregorio (18 dicembre 1758[1]; † Roma, 7 novembre 1838) è stato un cardinale e vescovo italiano.

Cenni biografici

Nacque il 18 dicembre 1758 durante un viaggio per mare, da Napoli alla Spagna, intrapreso dai genitori al seguito di re Carlo di Borbone. Era quartogenito dei sette figli di Leopoldo, marchese di Squillace dal 1755, segretario di stato di Carlo, prima a Napoli e in seguito a Madrid. La madre era Maria Josepha Verdugo y Quijada, nobildonna di Barcellona, sposata da Leopoldo in seconde nozze. Dal primo matrimonio con Giuseppa Mauro Grimaldi il padre ebbe altri tre figli di cui Giovanni nato nel 1729 fu pure cardinale. Correva voce che Emmanuele fosse un figlio naturale dello stesso re Carlo.

Formazione e carriera ecclesiastica

Destinato alla carriera ecclesiastica fu mandato a studiare a Roma, presso il collegio Clementino retto dai padri somaschi, allora fucina di grandi funzionari dell'amministrazione pontificia. Terminò gli studi presso quell'istituto nel 1776. Entrò in prelatura e Pio VI lo nominò cameriere segreto soprannumerario, poi prelato domestico, infine abbreviatore del parco maggiore, carica cedutagli dal fratellastro Giovanni, che diverrà cardinale nel 1785.

Nel 1780 il cardinale Carlo Rezzonico juniore, Arciprete della basilica lateranense, lo nominò suo vicario, e nel 1785 il papa lo promosse luogotenente civile del cardinale vicario di Roma.

Durante la prima occupazione dello Stato pontificio a opera dei francesi nel 1798, il De Gregorio fu tra i cardinali e i prelati che vennero imprigionati nel convento delle Convertite in via del Corso l'8 marzo. Ma già il giorno successivo, pagato un riscatto, venne rimesso in libertà. Raggiunse il pontefice in Toscana e divenne uno fra i più stretti collaboratori di Pio VI. Contribuì a convincere il pontefice ad accettare le dimissioni dei cardinali Tommaso Antici e Vincenzo Maria Altieri, ed ebbe un ruolo importante nella stesura dell'ultima bolla di Pio VI Cum Nos Superiori, redatta nel cenobio dei Certosini presso Firenze e pubblicata il 13 novembre di quell'anno, con la quale il papa, tenuto conto delle particolari circostanze in cui si trovava la Chiesa, provvide ad emanare nuove disposizioni per il caso di sede vacante e a regolare le modalità di convocazione di un eventuale prossimo conclave. Il De Gregorio si adoperò, inoltre, per convincere il maggior numero di cardinali a trasferirsi, secondo il lungimirante desiderio del papa, nell'ex Stato veneto, sotto la protezione imperiale, sempre in vista di una prossima elezione. Nell'ottobre del 1799 si trovava a Firenze, come facente veci del nunzio.

Con l'elezione a Venezia di papa Pio II il De Gregorio fu immediatamente scelto da questi per far parte della Congregazione deputata di Governo, composta dai cardinali legati a latere Aurelio Roverella, Gian Francesco Albani e Giulio Maria della Somaglia, che venne inviata a Roma per ristabilire il legittimo governo e riprenderne il controllo in vista del rientro a Roma del papa. Fu in seguito nominato segretario della Congregazione del Concilio ed esaminatore dei vescovi.

In seguito alla seconda occupazione francese di Roma e alla deportazione di Pio VII, il De Gregorio successe per breve tempo al cardinale Michele di Pietro, anch'egli deportato in Francia, nella carica di delegato apostolico a Roma. Il 31 gennaio 1810 fu costretto a partire alla volta di Parigi. Il 2 gennaio 1811 venne imprigionato a Parigi come reo di trame contro lo Stato, e successivamente fu rinchiuso nella fortezza di Vincennes, insieme con i cardinali "neri": Carlo Oppizzoni, Giulio Gabrielli il Giovane, Michele Di Pietro e Francesco Luigi Fontana B.. Venne liberato, insieme con gli altri, il 1° aprile 1814, dopo l'entrata a Parigi delle armate antinapoleoniche. Rimase comunque a Parigi, avendogli il papa conferito l'incarico di negoziare col nuovo governo la restituzione dei tesori e dei documenti vaticani trafugati a Roma dai Francesi. Conclusa con successo la sua missione, lasciò Parigi alla fine di maggio, e dopo una breve sosta presso la corte di Torino presentò personalmente al papa il triregno e l'Anello piscatorio da lui recuperati.

Cardinalato

Nel concistoro dell'8 marzo 1816 Pio VII lo creò cardinale attribuendogli il titolo presbiterale dei santi Alessio e Bonifacio. In quell'anno ricevette pure la nomina da Ferdinando IV re delle Due Sicilie ad archimandrita del monastero basiliano di san Salvatore di Lingua presso Messina. Fu ascritto come membro delle principali congregazioni cardinalizie. Nel 1818 divenne prefetto della Congregazione dell'Immunità ecclesiastica e nel 1820 di quella del Concilio.

Nel conclave del 1823 ricoprì un ruolo importante come membro di prestigio del gruppo di cardinali anticonsalviani e conservatori, i cosiddetti "zelanti", che in opposizione al gruppo dei "politici" capeggiati da Giuseppe Albani, sostenevano la candidatura dell'oltranzista Antonio Gabriele Severoli. In seguito all'esclusiva posta dall'Austria nei confronti di quest'ultimo, operò per l'elezione dell'amico e "zelante" cardinal Della Genga che prese il nome di papa Leone XII.

Il De Gregorio fu subito annoverato fra i più stretti collaboratori del nuovo pontefice entrando a far parte della ristretta Congregazione consultiva, composta solo da cardinali "zelanti", che venne istituita già il 29 settembre, al fine di consigliare il papa negli affari tanto politici quanto ecclesiastici, e che si proponeva di limitare i poteri della segreteria di Stato, e soprattutto di rovesciare la linea politica consalviana del precedente pontificato. Nell'estate del 1824 entrò nella importante Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari, della quale rimase membro fino alla morte. Partecipò, infine, alla congregazione cardinalizia che, nei primi mesi del 1828, fu riunita per deliberare sul processo intentato agli attentatori del cardinal Agostino Rivarola, legato a latere di Ravenna.

Nel conclave del 1829 il De Gregorio sfiorò l'elezione. Appoggiato dalla corte di Torino e ben visto anche dalla Francia, egli era il candidato ufficiale dei cardinali "zelanti" e antiaustriaci, capeggiati da Tommaso Bernetti, contro il partito dei "politici", filoaustriaci, ancora guidati da Giuseppe Albani. La candidatura sfumò per la scarsa coesione degli "zelanti" e perché non sufficientemente appoggiata dalla Francia. Venne quindi eletto il cardinal Castiglioni che prese il nome di Pio VIII. Lo stesso giorno gli cedette la sua carica di penitenziere maggiore, il 18 maggio 1829 lo promosse cardinale vescovo della sede suburbicaria di Frascati, pur consentendogli di mantenere in commendam il titolo dei santi Bonifacio e Alessio. Fu consacrato vescovo a Roma dal cardinale Giulio Maria della Somaglia.

Anche nel successivo conclave 1830-1831 il De Gregorio fu il candidato degli "zelanti". Fallite le sue possibilità egli contribuì all'elezione del cardinal Cappellari, che aveva appoggiato anche nel conclave precedente. Nel nuovo pontificato continuò a ricoprire un ruolo politico eminente: fu chiamato a far parte della Congregazione straordinaria, o di Stato, convocata da Gregorio XVI, all'inizio del suo pontificato, che doveva costituire una sorta di consiglio del papa per gli affari più importanti, e fu tra i più ascoltati collaboratori del pontefice che riconosceva anche a lui il merito della propria elezione.

Nel 1834 lasciò la prefettura del concilio e fu nominato segretario ai Brevi e gran cancelliere dell'Ordine di san Gregorio. Nel 1837 mutò il titolo in quello di Porto e Santa Ruffina e Civitavecchia.

Morte

Morì a Roma il 7 novembre 1839. Fu esposto nella chiesa di sant'Andrea delle Fratte dove si tennero i funerali e fu seppellito nella chiesa di san Giuseppe Capo le Case, delle monache di santa Teresa.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Segretario della Congregazione del Concilio Successore: Emblem Holy See.svg
Giulio Gabrielli il Giovane 30 dicembre 1807 - 8 marzo 1816 Giovanni Francesco Falzacappa I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
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X
con
con
Giulio Gabrielli il Giovane {{{data}}} Giovanni Francesco Falzacappa
Predecessore: Cardinale presbitero dei Santi Bonifacio e Alessio Successore: CardinalCoA PioM.svg
Giovanni Filippo Gallarati Scotti 29 aprile 1816 - 7 novembre 1839
Titolo presbiterale in commendam dal 18 maggio 1829
Francesco di Paola Villadecani I
II
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IV
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con
Giovanni Filippo Gallarati Scotti {{{data}}} Francesco di Paola Villadecani
Predecessore: Prefetto della Congregazione dell'Immunità Ecclesiastica Successore: Emblem Holy See.svg
Bartolomeo Pacca 29 novembre 1818 - 6 maggio 1820 Annibale Sermattei della Genga I
II
III
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con
con
Bartolomeo Pacca {{{data}}} Annibale Sermattei della Genga
Predecessore: Prefetto della Congregazione del Concilio Successore: Emblem Holy See.svg
Giulio Gabrielli il Giovane 6 maggio 1820 - 11 dicembre 1834 Vincenzo Macchi I
II
III
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con
con
Giulio Gabrielli il Giovane {{{data}}} Vincenzo Macchi
Predecessore: Cardinale vescovo di Frascati Successore: CardinalCoA PioM.svg
Francesco Saverio Castiglioni 18 maggio 1829 - 2 ottobre 1837 Ludovico Micara, O.F.M.Cap. I
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Francesco Saverio Castiglioni {{{data}}} Ludovico Micara, O.F.M.Cap.
Predecessore: Penitenziere Maggiore Successore: Emblem Holy See.svg
Francesco Saverio Castiglioni 31 maggio 1829 - 7 novembre 1839 Castruccio Castracane degli Antelminelli I
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con
con
Francesco Saverio Castiglioni {{{data}}} Castruccio Castracane degli Antelminelli
Predecessore: Segretario dei Brevi Apostolici Successore: Emblem Holy See.svg
Giuseppe Albani 11 dicembre 1834 - 7 novembre 1839 Luigi Lambruschini, B. I
II
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IX
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con
Giuseppe Albani {{{data}}} Luigi Lambruschini, B.
Predecessore: Cardinale vescovo di Porto, Santa Rufina e Civitavecchia Successore: CardinalCoA PioM.svg
Pietro Francesco Galleffi 2 ottobre 1837 - 7 novembre 1839 Giovanni Francesco Falzacappa I
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con
con
Pietro Francesco Galleffi {{{data}}} Giovanni Francesco Falzacappa
Predecessore: Sottodecano del Collegio cardinalizio Successore: Sede vacante.svg
Pietro Francesco Galleffi 2 ottobre 1837 - 7 novembre 1839 Giovanni Francesco Falzacappa I
II
III
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VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Pietro Francesco Galleffi {{{data}}} Giovanni Francesco Falzacappa
Predecessore: Camerlengo del Collegio Cardinalizio Successore: Camerlengo.svg
Bartolomeo Pacca 12 febbraio 1838 - 18 febbraio 1839 Giovanni Francesco Falzacappa I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Bartolomeo Pacca {{{data}}} Giovanni Francesco Falzacappa
Note
  1. La madre partorì in mare aperto durante un viaggio per la Spagna. La nascita fu registrata a Napoli.
Bibliografia