Pietro Lasagni
Pietro Lasagni Cardinale | |
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Benigno numine | |
Età alla morte | 70 anni |
Nascita | Caprarola 15 giugno 1814 |
Morte | Roma 19 aprile 1885 |
Sepoltura | Roma, Cimitero del Verano |
Appartenenza | Diocesi di Civita Castellana |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Creato Cardinale in pectore |
13 dicembre 1880 da Leone XIII (vedi) |
Pubblicato Cardinale |
27 marzo 1882 da Leone XIII (vedi) |
Cardinale per | 3 anni e 23 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Pietro Lasagni (Caprarola, 15 giugno 1814; † Roma, 19 aprile 1885) è stato un cardinale italiano.
Biografia
Nacque a Caprarola, Diocesi di Civita Castellana, terzo genito dei quattro figli di Nicola Lasagni (1766-1833), comandante della Guardia Nazionale durante la Repubblica Romana (1798-1799) e di Carolina Toparin; una famiglia della ricca borghesia romana. Il padre era confinato a Caprarola dal restaurato governo pontificio, in seguito alla sua partecipazione alla Repubblica Romana. I suoi fratelli maggiori, Gioacchino e Francesco, seguirono la carriera legale. Suo zio Barthelemy Lasagni (1773-1857) fu giudice della corte d'appello imperiale di Roma (1809) e si recò in Francia quando fu nominato consigliere della Corte di cassazione francese (1810), divenendo cittadino francese nel 1815.
Formazione e ministero sacerdotale
Nel novembre 1828 entrò nel Seminario San Salvatore di Rieti. Nel marzo 1835, attraverso i buoni uffici dello zio paterno, Bartolomeo, gli fu assegnato dal principe Francesco Borghese un beneficio nella Cappella Borghesiana della basilica patriarcale liberiana a Roma. Ordinato presbitero il 17 dicembre 1836 a Roma; il giorno seguente celebrò la sua prima messa nella chiesa di Sant'Apollinare. Proseguì gli studi al Seminario Romano, partecipò a convegni teologici di alto livello e frequentò corsi di giurisprudenza esercitando nello studio di "Lavinio De' Medici Spada", vice-presidente del Tribunale Civile; nel 1839 ottenne la licenza e l'8 maggio 1840 conseguì brillantemente il dottorato in diritto canonico e civile nel maggio 1840.
Presso la Nunziatura apostolica in Francia, svolse la mansione di segretario dell'internunzio Antonio Garibaldi[1], dal 1842 al 1843; divenne uditore del nunzio Raffaele Fornari fino al 1851. Nel gennaio 1846 ricevette l'incarico di portare la berretta rossa al neo cardinale Joseph Bernet, arcivescovo di Aix e nel settembre del 1850 al suo diretto superiore, nunzio Fornari. Promosso Cameriere segreto e Cameriere d'onore di Sua Santità, tornò a Roma nel 1851, insieme allo zio e al cardinale Fornari.
Nominato prelato referendario nel 1851 e promosso Prelato domestico di Sua Santità nel 1852, divenne membro del tribunale della Sacra Consulta nel 1853; delegato apostolico nella provincia di Viterbo dal 5 novembre 1853 al 1856 e a Forlì dal 20 giugno 1856 al 1859. Questo era un territorio tradizionalmente difficile a causa dei conflitti politici e del mantenimento dell'ordine pubblico; Lasagni agì con prudenza e moderazione, astenendosi dal ricorrere a misure energiche per evitare l'occupazione del territorio da parte delle truppe italiane, si ritirò a Rimini.
Al suo ritorno a Roma, dal febbraio al novembre 1860, fu presidente della "Commissione Straordinaria di Beneficenza", incaricato di diverse opere sociali quali l'assistenza ai disoccupati, la costruzione di ricoveri per i poveri e gli orfanotrofi. Nel 1862 fu nominato co-visitatore degli ospizi degli orfani. Nel 1863 fu inserito tra i membri della Commissione per la revisione dei conti e promosso chierico della Camera Apostolica il 17 marzo 1863. In veste di delegato apostolico nella provincia di Frosinone dal 16 giugno 1868 al settembre 1870 protestò con forza contro l'occupazione del territorio da lui amministrato dalle truppe italiane nel settembre 1870. Nel 1875 fu nominato segretario della Congregazione Concistoriale, del Sacro Collegio Cardinalizio e del Conclave.
Cardinalato
Fu creato cardinale da Leone XIII nel concistoro del 13 dicembre 1880 riservato in pectore; pubblicato nel concistoro del 27 marzo 1882, ricevette il cappello rosso e la diaconia di Santa Maria della Scala il 30 marzo 1882. Il suo motto cardinalizio era Benigno numine. Membro della Congregazione Concistoriale, Vescovi e Regolari, Concilio, Propaganda Fide, degli Affari della Chiesa Orientale, Immunità ecclesiastica e Fabbrica della Basilica di San Pietro. Visitatore apostolico della "Pia Casa dei Catecumeni". Protettore del "monastero di Santa Marta" e della "Santissima Annunziata all'Arco dei Pantani".
Morte
Nominato Segretario dei Memoriali di Sua Santità il 4 marzo 1885, morì improvvisamente di apoplessia il 19 aprile seguente, alle 14,30, nella sua residenza romana di piazza Sant'Eustachio. Il 22 aprile, alle ore 4,30, la salma fu trasferita dalla sua residenza alla sua diaconia, dove ebbero luogo i funerali alle ore 10.00 del 23 aprile 1885 celebrati da Flaviano Simoneschi[2], vescovo titolare di Elenepoli, luogotenente del Tribunale della Sacra Rota Romana; oltre agli ambasciatori di Francia, conte Édouard Lefebvre de Béhaine, e di Spagna, Mariano Roca de Togores, marchese de Molins, erano presenti i cardinali Carlo Sacconi, Domenico Bartolini, Tommaso Maria Martinelli, O.E.S.A., Edward Henry Howard, Gustav Adolf von Hohenlohe-Schillingsfürst, Giovanni Simeoni, Luigi Serafini, Giuseppe Pecci, Tommaso Maria Zigliara, O.P., Lorenzo Ilarione Randi, Teodolfo Mertel, Ignazio Masotti, Isidoro Verga e Francesco Ricci Paracciani.
Fu sepolto nella tomba della sua famiglia nel Cimitero del Verano, a Roma.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Segretario della Congregazione Concistoriale | Successore: | |
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Ruggero Luigi Emidio Antici Mattei | 31 marzo 1875 - 27 marzo 1882 | Carmine Gori-Merosi |
Predecessore: | Segretario del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Ruggero Luigi Emidio Antici Mattei | 31 marzo 1875 - 27 marzo 1882 | Carmine Gori-Merosi |
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria della Scala | Successore: | |
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Prospero Caterini | 30 marzo 1882 - 19 aprile 1885 | Augusto Theodoli |
Predecessore: | Segretario dei Memoriali | Successore: | |
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Mieczysław Halka Ledóchowski | 4 marzo - 19 aprile 1885 | Carlo Laurenzi |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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