Beato Corrado da Offida

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Beato Corrado da Offida, O.Min.
Presbitero
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battezzato
Beato
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Ambito umbro, Beato Corrado da Offida in adorazione dell'Eucaristia e angeli (XVII secolo), olio su tela; Bastia Umbra, Chiesa Collegiata di Santa Croce
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 69 anni
Nascita Offida
1237
Morte Bastia Umbra
12 dicembre 1306
Sepoltura
Appartenenza
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Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 1817, da Pio VII
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 12 dicembre
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
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Incoronazione
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
[[File:{{{FirmaAutografa}}}|250px]]
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 12 dicembre, n. 9:
« Nel territorio di Bastia vicino ad Assisi in Umbria, beato Corrado da Offida, sacerdote dell'Ordine dei Minori, che fortemente amò e ricercò l'umiltà e la primitiva povertà dell'Ordine. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Beato Corrado da Offida (Offida, 1237; † Bastia Umbra, 12 dicembre 1306) è stato un religioso e presbitero italiano dell'Ordine francescano.

Biografia

Nato ad Offida (Ascoli Piceno) nel 1237 da umili genitori. Aveva solo quattordici anni quando, nel 1251, fu accolto nell'Ordine francescano dal ministro generale Giovanni da Parma (1247-1257).

Il beato Corrado, aspirando a una vita di povertà, penitenza e preghiera, secondo la Regola di San Francesco d'Assisi, sebbene fosse dotato di particolari doti intellettuali e avesse già dato buona prova di sé, preferì per umiltà interrompere gli studi teologici, iniziati nel convento di Assisi per servire i suoi confratelli nei più umili compiti, quali cuciniere, questuante e portinaio.

Inviato nel convento di Forano di Appignano (Macerata) nell'Appennino marchigiano, vi conobbe il beato Pietro da Treia (1227-1304), con cui strinse una sincera e fraterna amicizia, che li legherà per tutta la vita, come documentato dai Fioretti di San Francesco:

« Al tempo che dimoravano insieme nella custodia d'Ancona, nel luogo di Forano, frate Currado e frate Pietro sopraddetti, li quali erano due stelle lucenti nella provincia della Marca e due uomini celestiali; imperciò che tra loro era tanto amore e tanta carità che uno medesimo cuore e una medesima anima parea in loro due, e' si legarono insieme a questo patto, che ogni consolazione, la quale la misericordia di Dio facesse loro, eglino ve la dovessero insieme rivelare l'uno all'altro in carità»
( dai Fioretti di San Francesco, cap. XLIV - Fonti Francescane n. 1882)

Successivamente, frate Corrado fu inviato al convento di Sirolo (Ancona), ma il suo esempio di penitenza e di umiltà, di cui si era sparsa ben presto la fama, indusse i suoi superiori a destinarlo dapprima a La Verna (Arezzo) e poi gli comandarono di riprendere gli studi di teologia per ricevere il presbiterato. Ordinato presbitero e destinato al ministero della predicazione, il beato Corrado divenne esemplare per la forza della sua parola, convalidata dal rigore della sua vita, dalla fervida adesione al messaggio e alla tradizione di san Francesco, che lo fecero diventare ben presto una delle personalità più importanti dell'Ordine.

Il beato Corrado modellò la sua vita sulla più ascetica tradizione francescana che egli cercò di apprendere attraverso la testimonianza dei primi compagni di san Francesco, fra i quali il beato Egidio d'Assisi (†1262) e frate Leone (†1271).

Fedele alla Regola francescana specie per quanto riguardava la povertà, insieme con il beato Pietro da Treia partecipò attivamente al dibattito allora in corso all'interno dell'Ordine, sostenendo apertamente gli "spirituali", ossia quei frati che, pauperisti in senso rigorista, intendevano mantenersi fedeli agli ideali austeri del francescanesimo primitivo. E quando gli "spirituali" poterono riunirsi nella Congregazione dei poveri eremiti e fratelli, istituita dal papa Celestino V, anche il beato Corrado, abbandonò l'Ordine francescano per entrare in una delle nuove comunità.

Dopo l'abdicazione di Celestino V (13 dicembre 1294), il nuovo pontefice Bonifacio VIII nel 1295 sciolse la Congregazione dei poveri eremiti, allora il beato Corrado non aderì alla corrente secessionista guidata da Angelo Clareno, ma preferì mantenersi nell'obbedienza: chiamato a giustificarsi davanti al generale dell'Ordine francescano, riuscì a guadagnarsi la sua benevolenza e la sua comprensione, come attestato dallo stesso Clareno nella sua Cronaca delle sette tribolazioni. Riammesso tra i francescani, riprese la sua attività di evangelizzazione, rimanendo rigidamente fedele ai suoi ideali di povertà, penitenza e preghiera.

Morì a Bastia Umbra (Perugia), il 12 dicembre 1306, mentre teneva un ciclo di prediche per l'Avvento, dove venne anche sepolto nella Chiesa Collegiata di Santa Croce in Bastia Umbra.

Nel settembre 1320, le sue spoglie furono trafugate dai perugini e traslate, insieme a quelle del beato Egidio nella Chiesa di San Francesco al Prato di Perugia e successivamente trasferite nell'attiguo Oratorio di San Bernardino.

Il frate venne beatificato nel 1817 da papa Pio VII,.

Il 11 dicembre 1994, le spoglie del beato Corrado sono state solennemente traslate da Perugia a Offida e collocate nel terzo altare di sinistra della Chiesa Collegiata di Santa Maria Assunta.

Bibliografia
  • AA.VV., Del Beato Corrado da Offida de' Minori, Assisi-Santa Maria degli Angeli 1907, pp. 11-12
  • Silvano Bracci, Antonietta Pozzebon (a cura di), Frati Minori. Santi e Beati, Editrice Velar, Gorle (BG) 2009, pp. 98-100
  • Antonio Cristofani, Storia della Bastia Umbra, Assisi 1872, pp. 11-14
  • Raoul Manselli, Corrado da Offida, in "Dizionario Biografico degli Italiani", Editore: Treccani, vol. XXIX, Roma 1983, pp. 404-407
  • G. G. Merlo, Nel nome di San Francesco. Storia dei Frati Minori e del francescanesimo sino agli inizi del XVI secolo, Padova 2003, pp. 245-247
  • Mario Sensi, Corrado da Offida, in "Il grande libro dei Santi. Storia, fede e cultura", Cinisello Balsamo 1998, pp. 487-489
Voci correlate
Collegamenti esterni