San Luigi Guanella
San Luigi Guanella, S.d.C. Presbitero | |
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Santo | |
Età alla morte | 72 anni |
Nascita | Fraciscio di Campodolcino 19 dicembre 1842 |
Morte | Como 24 ottobre 1915 |
Professione religiosa | 24 marzo 1908 |
Ordinazione presbiterale | 26 maggio 1866 da monsignor Bernardino Frascolla |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 25 ottobre 1964, da Paolo VI |
Canonizzazione | 23 ottobre 2011, da Benedetto XVI |
Ricorrenza | 24 ottobre |
Collegamenti esterni | |
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Nel Martirologio Romano, 24 ottobre, n. 11:
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San Luigi Guanella (Fraciscio di Campodolcino, 19 dicembre 1842; † Como, 24 ottobre 1915) è stato un presbitero e fondatore italiano delle congregazioni dei Servi della Carità e delle Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza. Il 18 marzo 1877 aderì al Terz'Ordine Francescano. È stato beatificato da papa Paolo VI nel 1964 e canonizzato da papa Benedetto XVI il 23 ottobre 2011..
Biografia
Luigi Guanella nacque a Fraciscio di Campodolcino in Val San Giacomo (Sondrio) il 19 dicembre 1842 da Lorenzo e da Maria Bianchi, nono di tredici fratelli.
Il padre Lorenzo fu per ventiquattro anni sindaco di Campodolcino sotto il governo austriaco e dopo l'unificazione era severo e autoritario mentre la madre era di carattere dolce e paziente.
A dodici anni ottenne un posto gratuito nel collegio Gallio di Como e proseguì poi gli studi nei seminari diocesani (1854-1866).
In seminario ebbe modo di conoscere il vescovo di Foggia, Bernardino Frascolla, rinchiuso nel carcere di Como, poi a domicilio coatto in seminario (1864-66) e si rese conto della ostilità che dominava le relazioni dello stato unitario verso la Chiesa. Questo vescovo lo ordinò presbitero il 26 maggio 1866.
Fu parroco in Valchiavenna nel 1866 a Prosto poi dal 1867 al 1875 a Savogno. In quel periodo approfondì la conoscenza di don Bosco e dell'opera del Cottolengo; invitò don Bosco ad aprire un collegio in valle; ma, non potendo realizzare il progetto, don Guanella ottenne di andare per un certo periodo da don Bosco. Dopo il triennio salesiano, fu di nuovo in parrocchia in Valtellina a Traona dal 1878 al 1881, per pochi mesi a Olmo e infine a Pianello Lario, Como dal 1881-1890.
Quando fu parroco a Traona aprì un collegio di tipo salesiano, trovando molte opposizioni e in fine gli fu imposto di chiudere il collegio. Mandato a Pianello poté dedicarsi all'attività di assistenza ai poveri, rilevando l'Ospizio fondato dal predecessore don Carlo Coppini, con alcune orsoline che organizzò in congregazione religiosa Figlie di Santa Maria della Provvidenza e con esse avviò la Casa della Divina Provvidenza in Como (1886), con la collaborazione di suor Marcellina Bosatta e della sorella Beata Chiara. La Casa ebbe subito un rapido sviluppo, allargando l'assistenza dal ramo femminile a quello maschile Congregazione dei Servi della Carità, benedetta e sostenuta dal Vescovo di Como B. Andrea Ferrari.
L'opera si estese rapidamente anche fuori città: nelle province di Milano 1891, Pavia, Sondrio, Rovigo, Roma 1903, a Cosenza e altrove, in Svizzera e negli Stati Uniti d'America 1912, sotto la protezione e l'amicizia di Papa Pio X.
Il 24 marzo 1908 don Guanella, assieme ad altri diciassette compagni, emise i voti semplici e perpetui dando formalmente inizio all'istituto. Nell'opera maschile ebbe come collaboratori don Aurelio Bacciarini, poi vescovo di Lugano e don Leonardo Mazzucchi.
Le opere di don Guanella sono orientate al sostegno ai bambini e giovani, agli anziani lasciati soli, agli emarginati, agli handicappati psichici, ai ciechi, ai sordomuti e agli storpi. Tutta la fascia intermedia tra i giovani di don Bosco e gli inabili del Cottolengo, persone ancora capaci di una ripresa: terreno duro e arido come la sua terra natale, ma che, lavorando con amore nelle scuole, laboratori, colonie agricole, riesce a dare anche frutti insperati.
Don Luigi Guanella e i Papi
Don Luigi Guanella, umile figlio della Chiesa, soprattutto a motivo della sua carità verso i più poveri diventò grande amico del Papa.
La sua esperienza di filiale appartenenza, intessuta di fede, di amore e di lavoro, verso il papa si è poi prolungata in linea costante e patrimonio vitale anche nella Famiglia religiosa da lui fondata.
Papa Giovanni Paolo II lungo il suo ministero petrino ha dato ripetuti segni di speciali attenzioni verso le persone in disagio di povertà e di dolore, come pure verso coloro che dedicano la vita per alleviare in qualche modo la sofferenza nel mondo. Più volte ha fatto visita alle opere fondate dal beato Luigi Guanella.
Straordinarie sono state, in particolare, le sue visite pastorali ad alcuni Centri apostolici: il 22 aprile 1979, a pochi mesi della sua elezione, tra lo stupore di tutti, nella Casa S. Pio X sul Gianicolo, dove le suore guanelliane dal 1907 attendono alla cura di anziane e disabili. Seguirono altre visite alla parrocchia San Giuseppe al Trionfale (18 gennaio 1981), alla grande Casa San Giuseppe di Via Aurelia Antica (28 marzo 1982), alla parrocchia San Giuseppe Benedetto Cottolengo nel quartiere di Valle Aurelia il 18 dicembre 1988. Durante il viaggio apostolico compiuto nella diocesi di Como, volle inserire positivamente nel programma un momento di preghiera e di festa da vivere insieme ai malati e ai poveri della "Casa madre" delle opere guanelliane.
Questo rapporto di forte legame tra il Papa e l'Opera guanelliana ha radici lontane, che risalgono ai tempi del Guanella. Cinque furono i Papi della sua vita: Gregorio XVI, Pio IX, Leone XIII, San Pio X e Benedetto XV.
Fin dalla prima giovinezza egli, da buon cattolico e poi da sacerdote, coltivò verso il Papa sentimenti di venerazione e di filiale obbedienza. Gradualmente, gli eventi della vita lo condussero a comporre armonie sempre più impegnative e ampie nei temi del mistero dell'uomo sofferente, convinto che "il mondo andrà salvo nella carità". Si trovò in piena unità con i suoi Papi, soprattutto con San Pio X, che gli aprì porte, cuore e portafogli.
Pio IX
Pio IX fu il papa della sua giovinezza e delle sue primizie sacerdotali. Verso di lui nutrì profondo amore, segnato da sereno entusiasmo. Man mano però che le politiche positivistiche e materialistiche di quel periodo andavano radicalizzandosi contro il papa, gli atteggiamenti di don Guanella subirono una cambiamento di appassionata reazione in difesa del Papa. Nel 1872 - dunque dopo la breccia di Porta Pia, nel vivo delle offese e violenze portate alla Chiesa in quel periodo ribollente di contestazioni - egli scrisse un libro piuttosto forte, in stile apologetico per l'onore della Chiesa e del Papa, usando un linguaggio vigoroso, a volte polemico, però estremamente veritiero. Qualche anno dopo, trovandosi a Torino con San Giovanni Bosco, nel 1877 ebbe occasione di far consegnare a mano da don Bosco una lettera personale a Pio IX: ne ebbe risposta autografa, che lo riempì di gioia.
Leone XIII
Di Leone XIII ebbe modo di ammirare con adulta intelligenza le grandi linee di magistero e di governo. Gli obiettivi di riprendere un dialogo più sereno con la cultura e la politica, le aperture di collegamento con il mondo operaio e le questioni sociali, giunsero a Don Guanella con la forza di una chiamata. A tale scopo don Luigi scrisse due opere apologetiche sulla Chiesa, mettendo in evidenza il disegno di Dio nella storia e "Le glorie del pontificato". Ogni enciclica del papa suscitava in lui risonanze di vita e di azione: l'invito a riscoprire la teologia e la spiritualità del Sacro Cuore indusse don Guanella a costruire a Como un santuario dedicato al Sacro Cuore. All'esortazione (enciclica Aeterni Patris) di aprire al Popolo di Dio con abbondanza le acque pure della sapienza cristiana, don Guanella rispose scrivendo con fervore tutta una serie di operette di carattere storico, liturgico, ascetico, formativo, per la gente semplice delle parrocchie. Analoga ispirazione operosa provocarono in lui le encicliche su san Francesco, sul rosario, sulle questioni sociali. Oltre questo intreccio di dialogo a distanza, il Beato don Guanella ebbe occasione di incontrarsi più volte con Leone XIII, sia in udienze di gruppo, sia in rari momenti più personali.
Benedetto XV
Con il papa Benedetto XV, successo nel 1914 a S. Pio X, don Guanella non ebbe la possibilità di stabilire frequenti contatti. La prima udienza, sollecitata dal Papa stesso, ebbe luogo il 19 ottobre 1914. Il colloquio si svolse cordialissimo, prolungato. Più tardi, in un incontro con don Aurelio Bacciarini, il Papa gli confidò: "Ho parlato una volta sola con don Luigi, ma rimasi proprio edificato del suo modo semplice e chiaro e delle sue opere: mi ha lasciato l'impressione di un uomo del Signore".
Durante il terremoto di Avezzano nel gennaio 1915, il Papa venne a conoscere qualcosa degli eroismi di carità compiuti da don Guanella con le sue suore e con i suoi presbiteri tra le macerie di quell'immane disastro. Don Luigi Orione ne era rimasto profondamente impressionato.
L'Osservatore Romano ne pose in rilievo la vibrante partecipazione di dolore e i lampi di gioia ogni volta che riusciva a dare un aiuto. E quando fu informato che don Guanella era gravemente infermo, il papa inviò subito un telegramma di benedizione e di auguri. Avvisato poi che era giunta per don Luigi l'ultima ora, esclamò: "Muore un santo".
Pio X
Però il papa con il quale il Luigi Guanella visse davvero cose eccezionali fu papa Pio X.
Si erano conosciuti la prima volta nel settembre 1891, durante un pellegrinaggio a Castiglione dello Stiviere per la ricorrenza del IV centenario della morte di san Luigi Gonzaga.
La prima udienza privata don Guanella la ricevette nel dicembre 1903, a motivo della Colonia di Monte Mario, affidatagli pochi mesi prima dall'Opera per la Preservazione della Fede. Il papa volle conoscere come si stava impostando la fondazione; domandò notizie sull'apertura del "Ricovero di San Cassiano del Meschio", vicino a Riese, suo paese natio. Infine, benedicendolo, lo esortò a proseguire con coraggio e gli disse: "Pregate molto per lavorare molto".
Don Guanella interiorizzò a fondo queste parole come un programma di vita e le raccolse per i suoi religiosi nella formula sintetica: "Pregare e Patire".
Dopo questa prima udienza, molte altre ne seguirono, motivate dalle nuove fondazioni che don Luigi andava seminando intorno al Vaticano. Mentre infatti la Colonia di Monte Mario si consolidava a opera dei suoi religiosi, nel gennaio 1904 don Guanella portò a Roma anche le sue suore, affittando per loro per un triennio il Palazzo dell'Arcadia nel Bosco Parrasio, presso San Pietro in Montorio, per l'accoglienza di anziane e "buone figlie" (chiamava così le disabili psico-fisiche).
Gli anni successivi furono un tempo assai fervido di opere. Presso la basilica di san Pancrazio sul Gianicolo nel giro di tre anni preparò la "Casa Pio X" per trasferirvi definitivamente l'opera del Bosco Parrasio. Intanto maturò l'idea di fare sorgere un centro pastorale nella zona Prati, tra le baracche degli operai e le umili abitazioni del rione Trionfale.
Anche tra i fornaciari di "Valle dell'Inferno" (detta poi Valle Aurelia) occorreva inventare una presenza significativa.
Il papa era di pieno accordo con tali idee, che anzi rispondevano a un suo piano di azione per tutte le periferie di Roma, in analoghe condizioni di bisogno.
Così don Guanella mise mano alla costruzione dell'attuale "Basilica di san Giuseppe al Trionfale", inaugurata il 19 marzo 1912. E diventò sempre più famigliare con San Pio X. Le frequenti udienze private, sia dentro che fuori gli orari stabiliti, lo resero di casa in Vaticano.
Talvolta era il Papa a prendere l'iniziativa di chiamarlo. Più volte lo invitò a salire con lui in carrozza per poi intrattenersi lungo i vialetti dei giardini vaticani in reciproca dolce conversazione sui molti argomenti della Chiesa: l'urgenza della carità, i problemi del lavoro, il modernismo, la formazione dei religiosi e del clero, le missioni, gli emigranti, i sacramenti ai "piccoli". I documenti ci offrono soltanto tracce generiche di questi temi e sono piuttosto avari di dettagli circa questa amicizia così intima e tanto preziosa. Gli episodi tramandati sono tutti belli e degni di essere raccontati.
Culto
Alla morte del Beato Luigi Guanella (ore 12:20 di domenica 24 ottobre 1915), una gran folla di sacerdoti, suore e numerosissimi fedeli si strinsero davanti al letto del caro don Luigi, il culto si diffuse rapidamente in tutta Italia, lo attestano i numerosi telegrammi e forme di cordoglio inviate da ogni parte della Nazione (cardinali, vescovi, sacerdoti, semplici fedeli).
« | O Beato Luigi Guanella apostolo della carita' | |
(Preghiera votiva al Beato Luigi Guanella.)
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Opere di don Guanella
- Le vie della Provvidenza, Memorie autobiografiche, Ed. Nuove Frontiere, Roma, 1988;
- Scritti per le Congregazioni, vol. IV, Ed. Nuove Frontiere, Roma, 1988, pp. 1482;
- Scritti per l'anno liturgico, vol. I, Ed. Nuove Frontiere, Roma, 1992, pp. 1400;
- Scritti storici e Agiografici, vol. II/1, Ed. Nuove Frontiere, Roma, 1995, pp. 1217;
- Scritti storici e Agiografici, vol. II/2, Ed. Nuove Frontiere, Roma, 1997, pp. 654;
- Scritti morali e catechistici, vol. III, Ed. Nuove Frontiere, Roma, 1999, pp. 1255.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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