Sant'Ignazio da Laconi
Sant'Ignazio da Laconi, O.F.M. Cap. Religioso | |
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al secolo Vincenzo Peis | |
Santo | |
Sant'Ignazio da Laconi | |
Età alla morte | 79 anni |
Nascita | Làconi 17 dicembre 1701 |
Morte | Cagliari 11 maggio 1781 |
Vestizione | Cagliari, 1721 |
Professione religiosa | Cagliari, 10 novembre 1722 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerabile il | 26 maggio 1869, da Pio IX |
Beatificazione | 16 giugno 1940, da Pio XII |
Canonizzazione | 21 ottobre 1951, da Pio XII |
Ricorrenza | 11 maggio |
Patrono di | Provincia di Oristano |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 11 maggio, n. 11:
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Sant'Ignazio da Laconi, al secolo Vincenzo Peis (Làconi, 17 dicembre 1701; † Cagliari, 11 maggio 1781) è stato un religioso italiano, dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
Cenni biografici
Vincenzo Peis nacque a Làconi, centro abitatoattualmente in provincia di Oristano, il 17 dicembre 1701, da famiglia umile ma dignitosa, che lo educò nei valori cristiani. Visse a Làconi, dedito al lavoro nei campi, fino al 1721, quando, avvertendo sempre più pressante la chiamata a farsi frate, decise di presentarsi al Padre Provinciale dei Cappuccini di Cagliari, perché lo ammettesse al Noviziato.
Entrò nel convento dei Novizi, allora presso la chiesa di San Benedetto a Cagliari, il 10 novembre 1721. Prese il nome di Fra Ignazio. Terminato il noviziato, il 10 novembre 1722 fece la solenne Professione religiosa. Fu trasferito da Cagliari al Convento di Iglesias e da qui peregrinò in vari conventi dell'Isola, quelli di Sanluri, Domusnovas, Oristano, Quartu Sant'Elena e poi nuovamente a Cagliari, presso il Convento di Sant'Antonio, dove visse gli ultimi anni.
Per quasi quaranta anni, dal 1741, fu frate questuante; la sua figura di umile fraticello, un po' curvo e sempre assorto nella preghiera del rosario, diventa presto cara ai cagliaritani, che si abituano a vederlo percorrere le strette e ripide strade della città, mentre non nega aiuto e consiglio a chi glielo chiede. Intanto cresce la fama della sua santità, si estende a tutta l'Isola e da ogni sua parte giungono a Cagliari pellegrini per incontrare il frate, spesso sperando di ricevere da lui uno di quei miracoli, che si narrava avesse compiuto.
Nel 1779 divenne cieco e fu per questo esentato dagli obblighi del suo incarico.
Nella inoltrata primavera del 1781, l'11 maggio, Fra Ignazio, questo grande personaggio della Cagliari del XVIII secolo, morì, confortato dai sacramenti della religione a cui dedicò la sua vita.
La canonizzazione
La Chiesa cattolica lo reputò degno del titolo di santo riconoscendogli di aver svolto per tutta la vita un'opera umile e al tempo stesso dedita agli altri; inoltre, per la proclamazione della santità, come di prassi in questi casi, furono attribuiti alla sua intercessione alcuni miracoli, come la guarigione di un'inferma, che avrebbe riacquistato l'utilizzo delle gambe. Da questo miracolo è poi partito il processo di beatificazione.
Il culto
Le spoglie del santo riposano nel Convento dei Frati Cappuccini in viale Fra Ignazio, a Cagliari.
Sant'Ignazio da Làconi è venerato in tutta la Sardegna, dove esistono diverse chiese a lui dedicate; la prima è stata fondata nel 1971 a Serramanna.
La devozione per questo santo è particolarmente sentita proprio a Làconi, suo paese natale, dove si trova ancora la casa in cui Vincenzo Peis visse sino all'età di venti anni con la famiglia e la chiesa in cui venne battezzato.
Altro importante centro della devozione al santo è Cagliari, dove egli visse da religioso. Nella città capoluogo i posti legati a Fra Ignazio sono prevalentemente due, ovvero il convento presso la chiesa di San Benedetto, oggi in zona centralissima, nel quale il santo visse il noviziato e soprattutto il Convento di Sant'Antonio, dove si venerano le sue spoglie ed è possibile vedere la celletta dove trascorse gran parte della sua vita.
Periodicamente l'urna con le spoglie del santo viene portata in pellegrinaggio lungo tutta l'isola di Sardegna, un evento che richiama sempre numerosissimi fedeli.
Esiste inoltre un mensile, "La Voce Serafica", nato per devozione all'attività dello stesso frate cappuccino.
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