Visitazione della Beata Vergine Maria

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Visitazione della Beata Vergine Maria

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Mistero celebrato Visita di Maria a Elisabetta.
Riferimenti
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Data 31 maggio
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Colore liturgico Bianco
Rito
Note
cede alla Domenica
Rito Romano
Tipologia Festa
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Note di Rito romano
Rito Ambrosiano
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Tipologia Festa del Signore
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Note di Rito ambrosiano
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Celebrata in
Celebrata a
Tradizioni religiose
Data d'istituzione 1389
Chiamata anche
Feste correlate
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 31 maggio, n. 1:
« Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, quando venne da Elisabetta sua parente, che nella vecchiaia aveva concepito un figlio e la salutò. Nel gioioso incontro tra le due future madri, il Redentore che veniva santificò il suo precursore già nel grembo e Maria, rispondendo al saluto di Elisabetta ed esultando nello Spirito, magnificò il Signore con il cantico di lode. »

La Visitazione della Beata Vergine Maria è una festa liturgica che si celebra il 31 maggio. Essa ricorda la visita che Maria fece a Elisabetta, sua parente, subito dopo avere ricevuto l'annuncio che sarebbe diventata Madre del Messia per opera dello Spirito Santo.

Narrazione evangelica

L'evento è narrato dal solo Vangelo di Luca (1,39-56) e non ha paralleli né richiami in altri passi neotestamentari.

Nell'Annunciazione (Lc 1,26-38 ) Dio chiese per mezzo dell'arcangelo Gabriele la disponibilità di Maria a generare un figlio, il Cristo; all'obiezione di Maria ("non conosco uomo"[1]) l'angelo spiegò che la concezione sarebbe stata frutto dello Spirito Santo che sarebbe sceso su di lei e indicò a Maria come segno la maternità di sua cugina Elisabetta, già al sesto mese di gravidanza, nonostante la sua sterilità e anzianità (Lc 1,36-37 ).

Il Vangelo secondo Luca racconta quindi che Maria si recò "in fretta" da Nazaret in Galilea a trovare Elisabetta in Giudea (Lc 1,39-45.56 ).

Quando Maria giunse nella casa di Zaccaria, Elisabetta percepì di trovarsi di fronte alla donna che portava in grembo il Cristo, ed espresse un cantico di lode, oggetto del quale è la credente Maria e il figlio che ella portava in seno (Lc 1,42 ). Inoltre si rivolse a Maria chiamandola con l'appellativo pasquale di madre del mio Signore (Lc 1,43 ) e proclamò beata Maria per aver creduto alle parole del Signore (Lc 1,45 ).

Maria espresse il ringraziamento a Dio attraverso il Magnificat, denso di reminiscenze dell'Antico Testamento.

Narra quindi Luca che Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi, cioè fino alla nascita di Giovanni.

Storicità

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Nascita di san Giovanni Battista

La storicità della visitazione, come anche degli eventi relativi alla nascita del Battista e della sua parentela con Gesù, è attualmente discussa. A favore dell'autenticità si può notare come Lc, il medico ellenista della diaspora, mostri una altrimenti inspiegabile correttezza nella descrizione dei costumi sacerdotali, mentre altrove (per la Presentazione di Gesù, 2,22-24) si mostra comprensibilmente confuso. Di contro, a favore di una elaborazione leggendaria, tardiva e successiva giocano il tenore miracolistico del racconto della nascita, la somiglianza col racconto dell'altrettanto miracoloso concepimento di Samuele da parte di Anna (1Sam 1 ) e dello stesso Gesù e il fatto che la parentela tra Maria ed Elisabetta (l'apax 1,36) e dunque Gesù e Battista (che però appare in contrasto con Gv 1,33 ), può essere derivata dalla necessità di collegare ante facto il movimento battista a quello cristiano. La devozione e la tradizione cristiana non hanno dubitato della storicità degli eventi (v. p.es. Catechismo di Pio X, 1905;[2] Ricciotti, 1941[3]). Gli studiosi contemporanei, anche cattolici, sono più prudenti (v. p.es. Brown, 1976;[4] Meier, 1994[5]). La questione è comunque ininfluente alla fede cristiana.[6]

Non viene presentato il luogo della loro dimora di Elisabetta se non con la generica indicazione di "una città di Giuda" (1,39), dalla successiva tradizione cristiana identificata con Ain Karem (o Ein Kerem),[7] che all'epoca distava circa 8 km da Gerusalemme e attualmente ne è un quartiere.

Storia della festività

La festa della Visitazione della Beata Vergine Maria fu istituita nel 1389 con un decreto redatto da papa Urbano VI ma promulgato, dopo la sua morte, dal successore Bonifacio IX, per chiedere dalla Madonna la fine del grande scisma d'Occidente. E nel 1441 il sinodo di Basilea confermò la festa. Nel calendario romano era stata fissata alla data del 2 luglio, perché in tale giorno era già celebrata dai Frati Minori francescani fin dal 1263. Secondo alcuni teologi, sarebbe stato logico collocarla in un giorno immediatamente successivo a quello dell'Annunciazione (il 25 marzo), ma questo avrebbe significato inserirla nel tempo di Quaresima. Il 2 luglio si giustificava col fatto che, essendo Maria rimasta per tre mesi da Elisabetta ad Ain Karim, in Giudea, come narra il Vangelo di Luca (1,56), tale data cadeva esattamente otto giorni dopo la nascita di Giovanni Battista, in coincidenza cioè con il termine del periodo trascorso da Maria presso la cugina. La riforma del calendario liturgico ha preferito spostare la festa della Visitazione all'ultimo giorno di maggio, situandola tra l'Annunciazione e la nascita del Battista: così si adatta meglio alla narrazione evangelica. Inoltre, essa conclude il mese tradizionalmente dedicato dalla devozione popolare alla Vergine.

La Visitazione è chiamata anche la festa del Magnificat perché Maria si rende conto delle grandi cose compiute in Lei dall'Onnipotente ed il suo «d'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata» è per noi un invito a ricorrere alla sua intercessione e a renderci degni della misericordia di Dio che «si stende su quelli che lo temono».

Liturgia

Se cade di Domenica cede la precedenza. Il 31 maggio, in rapporto alla data della Pasqua, può corrispondere con la solennità di Pentecoste, con la Solennità della Santissima Trinità, con la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo e con la Domenica dopo l'Ascensione del Signore. Cede anche alla solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, venerdì dopo la Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. La data più comune della celebrazione, prima della riforma conciliare applicata da Paolo VI, nel nuovo Calendarium Romanum (1969) e nella Marialis cultus[8] (1974), era il 2 luglio. Oggi si celebra il 31 maggio. In questo modo, la festa viene a situarsi tra le solennità dell'Annunciazione del Signore (25 marzo) e della Natività di San Giovanni Battista (24 giugno), che meglio si adatta alla narrazione evangelica.

La liturgia nel Rito romano

L'ordinamento delle letture bibliche in Rito romanosono articolate ad anno unico e a struttura binaria, cioè Prima lettura e Vangelo:

oppure:

in te si è adempiuta la parola del Signore.

La liturgia nel Rito ambrosiano

L'ordinamento delle letture bibliche in Rito ambrosiano sono articolate ad anno unico e a struttura ternaria, cioè Lettura, Epistola e Vangelo:

Nel Rito ambrosiano antico

Nel rito ambrosiano antico la solennità è denominata In Festo Visitationis Beatæ Mariæ Virginis. Le letture in Rito moderno hanno subito notevoli cambiamenti. Si celebra il 2 luglio.

Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, il celebrante stende solennemente la Sindone[9] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):

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« Ascolta, o Dio le suppliche dei tuoi servi radunati per la festa della Visitazione di Maria e per sua intercessione scampaci dai pericoli imminenti. »


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Nell'arte

La Visitazione della Beata Vergine Maria è rappresentata in una delle Cappelle del Sacro Monte di Varallo e in molti altri luoghi.

Note
  1. L'espressione ha lo stesso tenore della frase "non fumo", che significa "non fumo oggi e non ho intenzione di fumare": ad essa corrisponde quindi un qualche proposito di verginità da parte di Maria. Occorre inoltre supporre che Giuseppe, suo promesso sposo, fosse d'accordo, altrimenti l'obiezione di Maria non avrebbe senso.
  2. Nel celebre Catechismo di Papa Pio X (1905) si legge: "83. Nel colloquio coll'Arcangelo, Maria aveva inteso che sua cugina Elisabetta, moglie ad un sacerdote, chiamato Zaccaria, dovea sebbene avanzata in età, avere un figlio. Con santa sollecitudine ando Maria a trovare la cugina sulle montagne della Giudea, per congratularsi con lei e sovratutto per servirla, come fece per tre mesi, quale umile ancella. Si fu in quell'occasione che Maria, rispondendo al saluto della cugina che, ispirata dallo Spirito Santo la salutava Madre di Dio, usci in quel sublime cantico - Magnificat - che sovente canta la Chiesa. 84. Il figlio di Elisabetta fu Giovanni Battista, il santo precursore del Messia" (Catechismo di Pio X, "Sunto di storia del Nuovo Testamento" online).
  3. Ricciotti (1941: §226-7; 235-7) commenta i dati lucani assumendone semplicemente la storicità.
  4. Brown (1976: 353) si mostra prudente e indeciso: "i nomi dei genitori [del Battista] e il lignaggio sacerdotale trovano una migliore spiegazione, insieme alla datazione nel periodo erodiano, considerandoli come informazioni della tradizione (storica o non storica) pervenute a Luca, invece che un prodotto dell'inventiva lucana" attraverso discepoli di Giovanni passati al cristianesimo (At 19,1-7 ) o sacerdoti convertiti (At 6,7 ), ma conclude: "ritengo che sia del tutto possibile attribuire a Luca [cioè senza preciso fondamento storico] la forma letteraria, la posizione, la teologia e la maggior parte del contenuto di 1,5-25" (ib.: 380), in particolare la parentela di Gesù e Giovanni affermata da 1,36.
  5. Meier (1994: 42-43) appare invece più netto: "Potremmo dunque rassegnarci, accantonando Lc1 nella nostra indagine sul Battista storico. [...] Se si può salvare qualcosa di valido dal racconto di Luca, è l'idea che Giovanni era il figlio unico di un sacerdote che prestava servizio nel tempio di Gerusalemme".
  6. Il Catechismo della Chiesa cattolica, parlando del Battista, si sofferma sul suo ruolo di precursore e battezzatore di Gesù, tralasciando il resto (v. nn. 486; 523; 535).
  7. La più antica indicazione in tal senso viene ravvisata nella Topografia di Teodosio, pellegrino in terra santa nel 530, che sostiene esserci 5 miglia tra Gerusalemme e il luogo dove visse Elisabetta (online). Non nomina però la località ma altre testimonianze successive confermano questa indicazione tradizionale (v. Ein Kerem su jewishvirtuallibrary.org).
  8. Esortazione apostolica di Paolo VI sul Culto della Vergine Maria nella Liturgia cfr. Marialis cultus su vatican.va. 2 febbraio 1974. URL consultato il 04-01-2021
  9. Velo che copre le Oblate, il pane e il vino posti sull'altare per il sacrificio.
Bibliografia
  • Piccolo messale ambrosiano festivo, Tipografia G. De Silvestri, Milano, 1957
Voci correlate
Collegamenti esterni
  • Chiesa di Milano su chiesadimilano.it. URL consultato il 20-12-2020
  • Scheda liturgica di Rito ambrosiano sul sito web Liturgia giovane, URL consultato il 20-12-2020