Elia da Assisi
Elia da Assisi, O.Min. Religioso | |
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Frate Elia da Assisi (inizio XX secolo), ceramica policroma; Museo francescano dei Frati Minori Cappuccini | |
Età alla morte | 73 anni |
Nascita | Assisi 1180 |
Morte | Cortona 22 aprile 1253 |
Elia da Assisi al secolo Buonbarone (Assisi, 1180; † Cortona, 22 aprile 1253) è stato un religioso italiano, fu vicario di san Francesco d'Assisi e secondo ministro generale dell'Ordine dei Minori.
Biografia
Nativo di Assisi, anche se viene denominato da Cortona per il suo lungo soggiorno nella città toscana, dove pure si spense nel 1253, era figlio di artigiani benestanti dell'arte della lana.
Compiuti buoni studi giuridici fu uno dei primi seguaci del Poverello che lo stimava molto, anche per le notevoli capacità organizzative. Dopo gli inizi degli studi ad Assisi, li completò a Bologna, dove divenne scriptor (notaio).
Entrò nell'Ordine verso il 1211 e in seguito fu nominato missionario e ministro provinciale di Siria - Custodia di Terra Santa, incarico che esercitò tra il 1217 e il 1220. Quella della Siria era la più difficile tra le varie province-madri che si venivano costituendo nell'Ordine ed era quella che stava più a cuore a Francesco. Fu carissimo al santo, del quale era quasi coetaneo. Chiamava Elia "mamma sua" e "padre dei suoi frati". Accolse Francesco in Terra santa e con lui fece ritorno in Italia nel 1220.
Fu quindi nominato vicario generale dell'Ordine dal 1221 al 1227, dopo la morte di Pietro Cattani (6 marzo 1221), che era stato primo vicario di Francesco, acquistandosi la stima e la simpatia del cardinal Ugolino di Anagni, vescovo di Ostia, il futuro papa Gregorio IX. Francesco lo scelse liberamente, e per volontà di Dio, come scrisse un esponente di spicco degli spirituali, Ubertino da Casale.
Insieme al cardinale collaborò nel non facile compito di inquadrare e organizzare il movimento francescano cresciuto in modo tumultuoso, non senza contrasti con i più zelanti dell'Ordine, specialmente quelli del movimento degli spirituali, tra i quali vi era Angelo Clareno, che lo accusava, tra l'altro, di essere alchimista.
Prima di morire Francesco, il 3 ottobre 1226, indirizzò a Elia, "il figlio buono", una benedizione particolare intrisa di affetto e di riconoscenza:
« | Te, o figlio, benedico in tutto e per tutto... Te che gli oneri miei sulle tue spalle prendesti... Te che virilmente provvedesti ai frati che Dio moltiplicò nelle tue mani... Si ricordi Dio della tua opera e del tuo lavoro, e nella retribuzione dei giusti ti sia generoso. » | |
(Tommaso da Celano, Vita I di san Francesco, nn. 95,98,105, 108, 109. Vedi anche la Legenda choralis umbra, nn. 2, 4, in Giovanni Odoardi, 1976)
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Cessò dall'incarico di vicario nel maggio del 1227 quando fu eletto ministro generale Giovanni Parenti. Elia non fu deposto ma si trattò di un avvicendamento, anche per non avere superiorati troppo lunghi[1]
Dopo la morte e la canonizzazione di san Francesco, proseguì nella sua opera di accrescimento dell'Ordine, specialmente quando fu nominato ministro generale dal 1232 al 1239. Certe sue durezze di governo, e la scelta di superiori non sempre all'altezza del compito assegnato, non piacquero, pur avendo molti meriti e contando sull'amicizia del cardinal Ugolino.
Scaduto da generale, Elia si trasferì a Cortona dove costruì l'eremo delle Celle per salvaguardare le memorie di san Francesco che vi soggiornò varie volte. Egli si era già adoperato per la costruzione del grandioso Sacro Convento di Assisi (è improbabile che ne sia stato anche l'architetto).
Godendo della fiducia di papa Gregorio IX e dell'imperatore Federico II di Svevia, cercò, inutilmente, una via di pacificazione tra papato e impero. Per questo motivo si recò a Pisa dove risiedeva l'imperatore ma incorse nella scomunica papale che non fu mai revocata anche se Elia cercò di discolparsi.
Restò a fianco dell'imperatore e lo servì con varie ambascerie negli ultimi anni del suo regno. Finalmente nel 1250 poté riconciliarsi con la Santa Sede.
Le sue notevoli capacità organizzative e di governo lo portarono a sottovalutare le più vere forze del movimento francescano in piena effervescenza e anche a non valutare in modo adeguato la portata dello scontro che contrapponeva il papato all'imperatore svevo. Il suo carattere, spiccatamente decisionista, gli procurò non poche inimicizie. Resta comunque il fatto che ebbe dei grandi meriti nei confronti del Poverello, per la costruzione della basilica che ne custodisce le spoglie ad Assisi e per lo sviluppo dell'Ordine.
Gli scritti
Lo scritto superstite più importante di frate Elia è rappresentato dalla cosiddetta "lettera enciclica" sul transito di san Francesco,pubblicata per la prima volta nel 1620 da Guglielmo Spoelberch nello Speculum vitae B. Francisci et sociorum eius, secondo l'esemplare inviato a frate Gregorio, ministro di Francia, e conservato nel convento dei Frati minori recolletti di Valenciennes.
Di questa "lettera enciclica" non si è conservato nessun manoscritto originale. Il testo attuale fonde insieme varie missive di Elia nelle quali informa del transito di san Francesco, del prodigio delle stimmate e convoca i superiori, ministri e custodi, al capitolo per eleggere il nuovo ministro generale.
La prima parte della lettera si dilunga, con un abbondante uso delle referenze bibliche, sulla morte del santo, poi sul grande prodigio delle stimmate, di cui fornisce una dettagliata descrizione e l'invito a conservare la memoria del santo, a pregare per lui e a pregarlo. Elia non ripercorre la biografia di Francesco ma vi sono abbozzati temi agiografici sul santo che saranno poi ripresi da Tommaso da Celano e da san Bonaventura da Bagnoregio nelle loro biografie sanfrancescane.
Francesco è presentato come un altro Mosè, un altro Giovanni Battista e un altro Elia: un chiaro accenno, dunque, alla sua funzione escatologica, tema poi ripreso e radicalizzato dagli Spirituali, in particolare da Ubertino da Casale, Angelo Clareno e soprattutto da Gerardo da Borgo San Donnino (attuale Fidenza, presso Parma), molto influenzati dalle opere di Gioacchino da Fiore. La lettera è una fonte preziosa, e sostanzialmente credibile, di quanto racconta della morte e delle stimmate di san Francesco.
Predecessore: | Ministro generale dell'Ordine Francescano | Successore: | |
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Giovanni Parenti 1227-1232 |
1232-1239 | Alberto da Pisa 1239-1240 |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |