Benedetto Erba Odescalchi

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Benedetto Gaetano Giuseppe Erba Odescalchi
Cardinale
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battezzato
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 61 anni
Nascita Como
7 agosto 1679
Morte Milano
13 dicembre 1740
Sepoltura Duomo di Milano
Appartenenza Diocesi di Como
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Ordinato diacono 11 ottobre 1711 dal card. arc. Lorenzo Casoni
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Ordinazione presbiterale Milano, 18 ottobre 1711 da card. arc. Lorenzo Casoni
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Nominato arcivescovo 18 dicembre 1711 da Clemente XI
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Consacrazione vescovile Chiesa di Santo Spirito in Sassia (Roma), 20 dicembre 1711 dal card. arc. Fabrizio Paolucci
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30 gennaio 1713 da Clemente XI (vedi)
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Cardinale per 27 anni, 10 mesi e 14 giorni
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Consorte

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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
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Benedetto Gaetano Giuseppe Erba Odescalchi (Como, 7 agosto 1679; † Milano, 13 dicembre 1740) è stato un arcivescovo, cardinale e nunzio apostolico italiano.

Biografia

Benedetto nacque il 7 agosto 1679 a Como da un'antica e nobile famiglia. Figlio del senatore Antonio Maria Erba (o Herba), patrizio milanese e marchese di Mondonico (figlio di Lucrezia Odescalchi, sorella di papa Innocenzo XI) e la sua seconda moglie, Teresa Turconi. Fu battezzato lo stesso giorno della sua nascita da Padre Carlo Antonio Pietro nella Chiesa di San Domenico di Como, con il nome di Benedetto Gaetano Giuseppe. Assunse il cognome Odescalchi perché l'ultimo membro maschile di quella famiglia, un cugino del padre di nome Livio Odescalchi, non aveva figli e nel 1709 lui e i suoi fratelli presero quel cognome. Aveva quattro fratelli: Girolamo, Alessandro, Baldassarre e Innocenzo. Pronipote di papa Innocenzo XI da parte di madre, zio del cardinale Antonio Maria Erba-Odescalchi e prozio del cardinale Carlo Odescalchi S.J.. Il suo cognome è anche indicato come Odescalchi Erba e come Odescalchus Herba.

Formazione e ministero sacerdotale

Studiò retorica, filosofia e teologia presso il Seminario Maggiore di Milano e proseguì gli studi al Seminario Romano. Ricevette le insegne del carattere clericale il 28 febbraio 1689 e la prima tonsura il 28 novembre 1689. In seguito studiò presso l'Università di Pavia, dove, il 23 febbraio 1700, conseguì il dottorato in utroque iure.

Dopo essere divenuto prelato domestico di Sua Santità, nel 1706 divenne Referendario dei Tribunali della Segnatura Apostolica di giustizia e di grazia e dal 1º gennaio 1798 Relatore della Sacra Congregazione del Buon Governo. Il 18 aprile 1709 fu incaricato come Vice-Legato di Ferrara e il 31 luglio 1710 Vice-Legato a Bologna, cariche che ricoprì fino al 10 settembre 1710. Ricevette dal cardinale Lorenzo Casoni gli ordini minori il 29 settembre 1711, il suddiaconato il 4 ottobre 1711 e il diaconato l'11 ottobre 1711. Ricevette l'ordinazione presbiterale il 18 ottobre 1711 dal cardinale Lorenzo Casoni e fu assegnato alla chiesa parrocchiale di San Satiro di Milano.

Ministero episcopale

Eletto arcivescovo titolare di Tessalonica il 18 dicembre 1711, venne consacrato tra il 20 e il 27 dicembre 1711 (il giorno è incerto), nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia a Roma dal cardinale Fabrizio Paolucci Segretario di Stato.

Incaricato come Nunzio apostolico in Polonia e nominato assistente al Trono pontificio, il 25 gennaio 1712, dopo aver viaggiato attraverso Vienna e Cracovia arrivò a Varsavia il 22 aprile 1712. Il 5 ottobre 1712, dopo la morte di Giuseppe Archinto, fu nominato come successore alla cattedra arcivescovile di Milano, per la quale ricevette il pallio il 27 novembre 1712, ma a causa dei suoi impegni diplomatici entrò in diocesi soltanto a febbraio del 1714. I festeggiamenti a Milano, cominciati subito dopo la notizia della sua nomina episcopale, proseguirono in maniera più maestosa con l'ingresso ufficiale. Dopo di allora non lasciò più la città se non per partecipare ai conclavi.

Durante il ministero episcopale mantenne con Roma strette relazioni e mostrò in particolare grande sensibilità alle tematiche del concilio romano del 1725[1] indetto da Benedetto XIII, incentrato a porre in atto strumenti idonei per restaurare il buon costume e la santità della vita degli ecclesiastici dando largo spazio alla figura del buon vescovo. I modelli proposti erano Carlo Borromeo e Francesco di Sales, ai quali si ispirò Odescalchi stesso, incarnando perfettamente la figura di vescovo rigoroso di inizio Settecento.

Odescalchi non lasciò scritti teorico-pastorali, tuttavia si prodigò per la diocesi con capillari visite pastorali indette il 20 marzo 1717 e proseguite negli anni successivi con testimonianza di innumerevoli editti e lettere. Si spinse fino alle zone più remote, come le tre valli ambrosiane[2] della Svizzera e le pievi del lago di Como, Maggiore e di Lugano.

Non indisse mai un sinodo diocesano, tuttavia formò le congregazioni dei vicari foranei[3] allo scopo di supervisionare il corretto svolgimento del ministero pastorale dei sacerdoti diocesani. Furono convocate due congregazioni dei vicari foranei l'8 maggio 1719 e il 29 aprile 1720 nelle quali si definirono di nuovo i compiti dei prevosti, dei parroci e degli arcipreti rispetto alla cura delle anime; venne soprattutto sollecitata la necessità di essere puntuali nell'amministrare i sacramenti senza richiedere alcuna remunerazione. Altre disposizioni analoghe estremamente dettagliate furono emanate nel 1735 e nel 1736.

Sulle orme di Federico Borromeo e allo scopo di favorire la crescita spirituale degli ecclesiastici, istituì la congregazione della disciplina ecclesiastica interiore. Innalzò il livello qualitativo degli studi nei seminari ambrosiani arricchendo le biblioteche e ampliando le sedi per una maggiore ricettività. A tal fine, nel 1716, pubblicò una serie di disposizioni ispirandosi alle costituzioni e alle regole del Borromeo. Diede una notevole rilevanza al sacramento della confessione, regolamentò con maggiore rigore la disciplina e le lezioni all'interno degli istituti.

Conferì una funzione chiave alla Congregazione degli oblati di Sant'Ambrogio di Rho, fondata nel 1578 da Carlo Borromeo, un'associazione di sacerdoti secolari e laici propria dell'arcidiocesi di Milano con doveri pastorali a disposizione dell'Arcivescovo. Nel 1714 nominò Giorgio Maria Martinelli prefetto del santuario della Beata Vergine Addolorata di Rho e lo appoggiò nella nuova fondazione del collegio degli oblati, formalmente eretto il 4 aprile 1721. Gli altri seminari ambrosiani, (il Maggiore, l'Elvetico e quello di San Giovanni sul Muro) ottennero maggior vigore sotto la direzione degli Oblati imposta dall'Odescalchi.

Mise sotto diretto controllo della cancelleria arcivescovile la gestione degli Istituti di Vita consacrata femminile dai quali, con appositi questionari indirizzati alle superiore, riceveva regolarmente informazioni sull'andamento generale, economico e spirituale.

Nel giugno del 1716 pose la prima pietra per la costruzione della Chiesa di Santa Sofia presso l'edificio omonimo dove trasferì, da Arona, le Salesiane della Visitazione.

Promosse l'apertura di scuole di dottrina cristiana e con varie specializzazioni e, sollecitato da Roma, emise l'editto Pro Doctrina Christiana nel quale si promuoveva l'insegnamento della Dottrina della Chiesa cattolica.

Cardinalato

Fu creato cardinale nel concistoro del 30 gennaio 1713 da papa Clemente XI, il quale gli conferì la berretta rossa con un breve apostolico del 18 febbraio 1713 che ricevette il 21 aprile 1713 nella Chiesa Collegiata di San Giovanni Battista di Varsavia dal re Augusto II di Polonia. Ricevette il cappello rosso il 14 marzo 1715 e il titolo dei Santi Nereo e Achilleo il 1º aprile 1715. Partecipò a tre conclavi:

Il 29 gennaio 1725 optò per il titolo dei Santi XII Apostoli. Si dimise dal governo dell'Arcidiocesi di Milano il 6 dicembre 1736 per gravi motivi di salute causati da un colpo apoplettico. Ritiratosi a vita privata nell'abitazione paterna a Milano, non partecipò al conclave del 1740, che elesse papa Benedetto XIV.

Morte

Rese l'anima al Signore il 13 dicembre 1740 nel palazzo paterno in via Unione a Milano. Fu sepolto nella chiesa di San Giovanni in Conca amministrata dalla congregazione dei Carmelitani di Mantova. Quando la chiesa fu demolita nel 1949, le sue spoglie vennero traslate nel Duomo di Milano ove vennero poste in una tomba presso la cappella del Crocifisso. Nell'agosto del 2013, in occasione del completamento della tomba del cardinale Carlo Maria Martini, la tomba del cardinale Erba Odescalchi fu completata come per gli altri arcivescovi interrati nella pavimentazione della cattedrale.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Arcivescovo titolare di Tessalonica Successore: Archbishop CoA PioM.svg
Niccolò Caracciolo 1711-1712 Antonio Branciforte Colonna I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Niccolò Caracciolo {{{data}}} Antonio Branciforte Colonna
Predecessore: Nunzio apostolico per il Regno di Polonia Successore: Flag of the Vatican City.svg
Niccolò Spinola gennaio-ottobre 1712 Girolamo Grimaldi I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Niccolò Spinola {{{data}}} Girolamo Grimaldi
Predecessore: Arcivescovo di Milano Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Giuseppe Archinto 1712-1736 Carlo Gaetano Stampa I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giuseppe Archinto {{{data}}} Carlo Gaetano Stampa
Predecessore: Cardinale presbitero dei Santi Nereo e Achilleo Successore: CardinalCoA PioM.svg
Alessandro Caprara 1715-1725 Nicola Spinola I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Alessandro Caprara {{{data}}} Nicola Spinola
Predecessore: Cardinale presbitero dei Santi XII Apostoli Successore: CardinalCoA PioM.svg
Giorgio Cornaro sino al 1722
Sede Vacante (1722-1725)
1725-1740 Domenico Riviera I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giorgio Cornaro sino al 1722
Sede Vacante (1722-1725)
{{{data}}} Domenico Riviera
Note
  1. Il Concilio provinciale lateranense del 1725, che va sotto il nome di Concilio Romano, si configurò quasi come un concilio ecumenico, non solo per l'autorità che lo indisse e per il numero delle diocesi convocate, che oltrepassavano la delimitazione geografica laziale, ma anche e soprattutto per le istanze poste da papa Benedetto XIII ai Padri conciliari
  2. Area geografica che attualmente occupa i distretti ticinesi di Blenio, Leventina e Riviera con l'aggiunta di tre comuni: Moleno, Preonzo e Gnosca, comuni che attualmente sono sotto la giurisdizione del distretto di Bellinzona. Questo territorio risulta attualmente un'enclave di Rito ambrosiano assieme a Tesserete e Brissago nella diocesi ticinese che, nel resto del Canton Ticino, è di Rito romano.
  3. Parroci preposti a uno dei vicariati, comprendenti più parrocchie, in cui si può dividere una diocesi, con diritto di vigilanza sulle parrocchie a lui sottoposte e sui loro sacerdoti.