Beato Egidio d'Assisi
Beato Egidio d'Assisi, O.Min. Religioso | |
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Beato | |
Niccolò Alunno, Stendardo processionale di sant'Antonio abate (part. Beato Egidio d'Assisi), 1457 ca.), tempera su tavola | |
Età alla morte | circa 72 anni |
Nascita | Assisi 1190 ca. |
Morte | Perugia, eremo di Monteripido 23 aprile 1262 |
Professione religiosa | 1209 |
Iter verso la canonizzazione | |
Beatificazione | 1777, da Pio VI |
Ricorrenza | 23 aprile |
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Nel Martirologio Romano, 23 aprile:
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Beato Egidio d'Assisi (Assisi, 1190 ca.; † Perugia, eremo di Monteripido, 23 aprile 1262) è stato un religioso italiano. Fu il terzo seguace di Francesco d'Assisi.
Fonti storiche
Le principali fonti sono rappresentate dalla triplice redazione della Vita b. Aegidii, curate da fra Leone, frate Giovanni da Perugia, l'Anonimo Perugino.
Biografia
Originario di Assisi, fu molto probabilmente di famiglia contadina e illetterato. Non vi sono notizie certe sulla sua famiglia e le sue origini. Il 23 aprile 1209, colpito dalla notizia della conversione avvenuta alcuni giorni prima di Bernardo da Quintavalle e di Pietro Cattani, decise di seguire san Francesco. Egidio si presentò a Santa Maria della Porziuncola, dove fu accolto e ne adottò il primitivo stile di vita.
Ben presto il primitiva fraternità iniziò un apostolato itinerante, ed Egidio accompagnò Francesco nella Marca d'Ancona, dove il santo non teneva delle vere e proprie prediche, ma si limitava ad esortare con molta semplicità all'amore di Dio e alla penitenza e il suo compagno ne confermava le parole ed ammoniva gli ascoltatori a prestargli fede. Quando i frati ebbero raggiunto il numero di sette, Francesco li inviò, sempre a coppie, in varie direzioni. Egidio fu inviato con fra Bernardo a Santiago di Compostella. Il viaggio, compiuto probabilmente nell'autunno di quello stesso anno, fu assai duro, sia per i disagi materiali, sia per l'incomprensione e lo scherno di cui i pellegrini erano oggetto. Di ritorno ad Assisi fu certamente a Roma nella primavera dell'anno seguente con Francesco e i compagni, ormai diventati dieci, per ottenere dal Papa Innocenzo III la conferma della primitiva regola. Un altro soggiorno romano, probabilmente più lungo, è collocabile nell'autunno del 1211; alloggiato nel monastero dei santi Quattro coronati vicino al Laterano, dove fra Egidio si procurava da vivere svolgendo umili lavori.
Di fatto tutte le biografie sottolineano come la prima parte della vita di fra Egidio sia scandita da una sorta di attivismo frenetico, in cui l'esigenza del lavoro manuale si associa alla continua peregrinazione verso luoghi di devozione o terre di missione. Le fonti più antiche non consentono di stabilire con precisione la cronologia e la successione dei suoi viaggi, ma ne indicano quanto meno le tappe. Prima del 1212 si recò a santuario di san Michele del Gargano e a san Nicola di Bari; immediatamente prima o dopo di questi pellegrinaggi si colloca un viaggio in Terrasanta, con una breve sosta ad Acri, qui si guadagnò da vivere svolgendo lavori di piccolo artigianato o umili servizi. Il secondo viaggio in Oriente, che alcuni biografi collocano nel 1219, e altri fanno risalire al 1214, è invece contrassegnato da un marcato desiderio di martirio. Fra Egidio e i suoi compagni tentarono in ogni modo di convertire mediante la predicazione i saraceni e non si arrestarono neppure di fronte alle più aperte ostilità; il martirio fu evitato soltanto grazie alla precipitosa ritirata dei crociati da quelle terre.
Il 1215 segnò una tappa fondamentale nella vita di Egidio; il frate, al quale Francesco aveva concesso la più ampia libertà di movimento, chiese invece di essere vincolato ad una più stretta obbedienza e venne inviato nel romitorio di Favarone presso Perugia. Tutte le biografie segnalano a questo punto un mutamento nella sua vita: la predicazione itinerante dei primi anni lasciò il posto ad una vita di penitenza e di preghiera in cui si verificò per la prima volta l'esperienza dell'estasi mistica. Assieme alla contemplazione dei misteri celesti il frate fu molto vessato dal demonio. Dal 23 giugno del 1223 al 31 gennaio del 1226 fu a Rieti, ospite del cardinale Niccolò Chiaramonte O.Cist.[1]. Nel febbraio 1226 si rifugiò a Deruta su una collina deserta, dove passò la quaresima con un confratello nella preghiera e nella penitenza, il 3 ottobre si trovava alla Porziuncola al capezzale di Francesco con il compagno della prima ora frate Bernardo, dove assistette alla morte di Francesco.
Questo evento sancì definitivamente la scelta eremitica di fra Egidio e segnò l'inizio di un progressivo intensificarsi delle estasi mistiche, preannunciata da una visione avuta a Cibottola, l'esperienza mistica si manifestò per più giorni nel romitorio di Cetona vicino Chiusi, dove Egidio si era rifugiato con un compagno, identificabile forse con quel frate Giovanni, suo padre confessore, riferito in alcune fonti. Nelle visioni che si susseguirono dall'antivigilia di Natale e fino all'Epifania che culminarono nella contemplazione diretta del Signore, fra Egidio sperimentò sensazioni ineffabili che marcarono in modo definitivo la sua vita. La coscienza di non essere più padrone di se stesso, ma strumento inerte nelle mani di Dio, si accompagnò al desiderio di conservare in tutti i modi la particolarissima grazia ricevuta attraverso una vita di penitenza sempre più rigida.
Le tappe della sua biografia dopo il 1227 sono contraddistinte da una predilezione per i luoghi solitari e per la vita ascetica: a Spoleto Egidio subi nuovamente le molestie diaboliche; ad Agello nei pressi del lago Trasimeno intrattenne i compagni con una conferenza spirituale; nel 1230 era di nuovo ad Assisi, probabilmente in occasione della traslazione del corpo di san Francesco nella basilica fatta costruire da frate Elia.
Dal 1234 fra Egidio si stabilì appena fuori Perugia, nel romitorio di Monteripido, dove visse fino alla morte. Verso il 1240 gli venne affidato come compagno frate Graziano, testimone degli episodi della sua vita riportati nella biografia di frate Leone; compagni a Monteripido furono pure frate Iacopo e frate Andrea di Borgogna.
Gli ultimi anni della vita di fra Egidio furono contraddistinti da vessazioni demoniache che si alternavano alle dolcezze della contemplazione. Estenuato da queste esperienze e duramente provato nel fisico il nostro non più in grado di muoversi da solo, espresse il desiderio di essere sepolto alla Porziuncola. Ma i Perugini, vedendolo vicino alla morte e temendo di perdere una preziosa reliquia, mandarono una scorta armata a proteggere il moribondo. Fra Egidio, appreso il fatto, preannunciò che per lui non ci sarebbe stata alcuna canonizzazione né grandi miracoli. Morì il 23 aprile 1262.
Culto
Il suo corpo venne deposto in un sarcofago antico adorno di sculture con la storia di Giona. Salimbene da Parma, passato da Perugia nel 1265, accenna nella Cronica (a cura di G. Scalia, Bari 1966, II, p. 810) all'urna di marmo contenente il corpo del frate e riporta le voci secondo le quali fra Egidio avrebbe chiesto al Signore la grazia di non fare miracoli dopo la morte.
Di fatto nessun processo di canonizzazione fu intrapreso, e le tracce di un primitivo culto popolare sembrano svanire nel corso del XIV secolo. Il sarcofago di fra Egidio, quasi dimenticato per molti anni, fu oggetto di una ricognizione da parte del Comune di Perugia nel 1439. Solo mezzo millenio dopo nel 1777 Papa Pio VI riconobbe il culto del beato Egidio. Tra il 1872 ed il 1930 le reliquie subirono una serie di spostamenti tra Perugia e Monteripido, finché, nel 1936, trovarono definitivamente sistemate nell'oratorio di san Bernardino alle porte di Perugia.
Note | |
Bibliografia | |
Voci correlate | |
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