Beata Ludovica Albertoni
Beata Ludovica Albertoni, T.O.F. Laica | |
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Beata | |
Baciccia, La beata Ludovica Albertoni distribuisce l'elemosina ai poveri (1670 ca.), olio su tela; Los Angeles (USA), J. Paul Getty Museum | |
Età alla morte | 60 anni |
Nascita | Roma 1473 |
Morte | Roma 31 gennaio 1533 |
Sepoltura | Chiesa di San Francesco a Ripa Grande (Roma) |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 28 gennaio 1671, da Clemente X |
Ricorrenza | 31 gennaio |
Patrona di | Ordine Francescano Secolare Romano |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 31 gennaio, n. 12:
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Beata Ludovica Albertoni (Roma, 1473; † Roma, 31 gennaio 1533) è stata una mistica italiana del Terz'Ordine di san Francesco.
Biografia
Nata a Roma nel 1473 da un'illustre famiglia romana, figlia di Stefano e Lucrezia Tebaldi, rimase orfana del padre a soli due anni, successivamente venne affidata alle zie paterne che la educarono alla formazione culturale e religiosa.
A venti anni, contro i suoi desideri, fu data in sposa al nobile Giacomo della Cetera. Dal loro matrimonio nacquero tre figlie. Il marito era violento e instabile, ma Ludovica visse la loro relazione con sacrificio e devozione.
Dopo circa dieci anni di matrimonio rimase vedova, all'età di trentadue anni e nelle sue mani restò il patrimonio che le aveva lasciato il marito, per questo si aprì una disputa, con il fratello Domenico, che Ludovica vinse: dopo aver diviso i beni tra le figlie, però, rinuncia a tutto e nel 1506 entrò nel Terz'Ordine Francescano, spendendo il resto della sua vita nella cura dei poveri:
« | Nel passato fui più di mio marito che di me stessa onde non potei dedicarmi a te, o Gesù. Ora vivendo tutta a me stessa, lascio d'essere mia per essere tutta tua » |
La guidano nel suo cammino spirituale i Frati Minori del convento San Francesco a Ripa. Ludovica abbraccia con tutta sé stessa "Madonna povertà" e, rinunciando a ogni privilegio della sua condizione sociale, dona ogni cosa ai poveri. Straordinario il suo impegno nei confronti delle ragazze in difficoltà, che riesce a strappare alla strada e all'emarginazione, insegnando loro un lavoro onesto e istruendole. Si prodiga per alleviare le sofferenze del popolo romano impoverito per il sacco lanzichenecco del 1527: viene, per questo, soprannominata "madre dei poveri". La beata Ludovica Albertoni riesce a compiere la sua straordinaria missione di cristiana e di cittadina romana. Nel suo impegno quotidiano amava ripetere:
« | La preghiera è una scuola di vita, in cui s'impara la dottrina che Gesù ha insegnato e che gli uomini non hanno inteso. » |
Nel dicembre 1532, Ludovica Albertoni, già malata da tempo, si aggrava. La notizia si diffonde: amici e parenti accorrono al suo capezzale, ma lei sceglie come unico compagno il Crocifisso che stringe fra le mani, affidandosi a Maria Vergine si congeda da questo mondo con le stesse parole di Gesù:
« | Signore nelle tue mani affido il mio spirito. » |
Ludovica Albertoni muore a Roma il 31 gennaio 1533. Nel rispetto delle sue volontà, verrà tumulata nella Cappella di Sant'Anna presso la Chiesa di San Francesco a Ripa Grande, dove tutt'ora è sepolta.
Culto
Il 17 gennaio 1674, in occasione della traslazione della sua salma nel monumentale sepolcro marmoreo, realizzato da Gian Lorenzo Bernini nella Chiesa di San Francesco a Ripa, venne effettuata la prima ricognizione delle sue reliquie.
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