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Pietro Ciriaci (Roma, 2 dicembre 1885; † Roma, 30 dicembre 1966) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano.
Biografia
Nacque il 2 dicembre 1885 a Roma, da Giuseppe Ciriaci e Maria Giuggiolini Magnaterra. Fu battezzato nella chiesa di San Crisogono a Roma e ricevette la prima comunione nella chiesa detta della "Madonna di Ponterotto" il 27 giugno 1897.
Formazione e ministero sacerdotale
Entrato nel Pontificio Seminario Romano il 31 ottobre 1902, frequentò il Pontificio Ateneo Romano di Sant'Apollinare, dove conseguì il dottorato in filosofia il 5 luglio 1904, in teologia il 6 luglio 1909 e in diritto canonico l'8 novembre 1911.
Fu ordinato presbitero il 18 dicembre 1909 a Roma e celebrò la sua prima messa nella chiesa di "Santa Maria Liberatrice a Roma il 19 dicembre. Esercitò il ministero come Viceparroco della "parrocchia di San Rocco" dal 28 luglio 1910.
Fu professore di filosofia etica presso il Pontificio Ateneo Romano di Sant'Apollinare e in seguito, di teologia fondamentale dal 14 novembre 1914 fino al settembre 1926. Il 21 gennaio 1911 fu nominato scrittore e poi registratore nella Sacra Penitenzieria Apostolica; il 22 febbraio 1913 divenne aiutante di studio nella Sacra Congregazione del concilio; dal 16 giugno 1917 fu minutante nella prima sezione degli Affari ecclesiastici straordinari presso la Segreteria di Stato. Diventato Prelato domestico di Sua Santità il 26 ottobre 1918[1], fu promosso Sottosegretario della Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari il 14 maggio 1921.
Si adoperò a supporto della Segreteria di Stato guidata dal cardinale Pietro Gasparri, impegnato a definire in quegli anni il concordato con la Lettonia (1922), la Baviera (1924), la Polonia (1925); la convenzione con la Francia (1926) e con la Lituania (1927).
Il 27 marzo 1927 fu inviato in missione straordinaria presso il governo della Repubblica cecoslovacca: condusse favorevolmente le trattative che si conclusero con la sottoscrizione avvenuta il 17 dicembre dello stesso anno, di un modus vivendi tra la Cecoslovacchia e la Santa Sede.
Ministero episcopale
Il 15 febbraio 1928 fu eletto da Pio XI arcivescovo titolare di Tarso. Fu consacrato il 18 marzo nella Basilica di San Lorenzo in Lucina dal cardinale Pietro Gasparri, Segretario di Stato, assistito da mons. Carlo Cremonesi, arcivescovo titolare di Nicomedia, Elemosiniere di Sua Santità e da mons. Agostino Zampini(ch), vescovo titolare di Porfireone. Il suo motto episcopale era Dominus regit me. Fu in seguito nominato Nunzio apostolico in Cecoslovacchia il 18 marzo e Nunzio apostolico in Portogallo il 19 gennaio 1934.
Cardinalato
Creato cardinale nel concistoro del 12 gennaio 1953, il 29 ottobre dello stesso anno ricevette il titolo di Cardinale presbitero di Santa Prassede insieme ai nuovi cardinali Angelo Giuseppe Roncalli, Gaetano Cicognani, Benjamín de Arriba y Castro e Fernando Quiroga y Palacios. Fu Prefetto della Sacra Congregazione del Concilio dal 20 marzo 1954 al 30 dicembre 1966, Presidente della Pontificia Commissione per l'Interpretazione Autentica del Codice di Diritto Canonico dal 31 maggio 1955; cessata la sua funzione nel 1963, fu Presidente della Pontificia Commissione per la Revisione del medesimo codice. Partecipò al conclave del 1958 che elesse Papa Giovanni XXIII e al Concilio Vaticano II svoltosi dal 1962 al 1965 fin dall'attività preparatoria come presidente della commissione De disciplina cleri et populi christiani[2]. Durante i lavori conciliari guidò la commissione De disciplina cleri [3]. Nel 1963 partecipò al conclave che elesse Papa Paolo VI. Optò per il titolo di Cardinale presbitero di San Lorenzo in Lucina il 26 settembre 1964.
Morte
Morì il 30 dicembre 1966 nella sua residenza romana in Via Rusticucci. I funerali si svolsero il 3 gennaio 1967 nella Basilica di San Lorenzo in Lucina, presieduti da Papa Paolo VI. Le sue spoglie furono sepolte nella prima cappella a destra di quella stessa basilica.
Genealogia episcopale
Successione degli incarichi
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Note |
- ↑ Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 1918, op. cit., p. 399
- ↑ Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 1960, op. cit., p. 495
- ↑ Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 1962, op. cit., p. 687
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Collegamenti esterni |
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