Maria Santissima Madre di Dio

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Questa voce tratta unicamente della Solennità liturgica della Madre di Dio.
⇒  Per gli aspetti dottrinali vedi Theotokos.

Maria Santissima Madre di Dio

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Giovanni Bellini, Madonna con Gesù Bambino detta Madonna del prato (1500 ca.); Londra (Gran Bretagna), National Gallery.
Mistero celebrato Santità della Madre di Dio
Riferimenti
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Rito
Note
Nel Rito Ambrosiano è denominata Domenica della Divina Maternità della Beata Vergine Maria o Domenica dell'Incarnazione.
Rito Romano
Tipologia Solennità
Periodo Ottava di Natale
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Data 1º gennaio
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Rito Ambrosiano
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Tipologia Solennità del Signore
Periodo Avvento
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Data {{{dataRA}}}
Data VI Domenica di Avvento.
Data nel 2023: 17 dicembre

Data nel 2024: 22 dicembre
Data nel 2025: 21 dicembre

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Celebrata in
Celebrata a
Tradizioni religiose
Data d'istituzione
Chiamata anche
Feste correlate
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 1º gennaio, n. 1 (Nel Rito Ambrosiano si celebra la VI domenica di Avvento.):
« Nell'Ottava del Natale del Signore e nel giorno della sua Circoncisione, solennità della santa Madre di Dio, Maria: i Padri del Concilio di Efeso l'acclamarono Theotókos, perché da lei il Verbo prese la carne e il Figlio di Dio abitò in mezzo agli uomini, principe della pace, a cui fu dato il Nome che è al di sopra di ogni nome. »

La Solennità di Maria Santissima Madre di Dio è celebrata dalla Chiesa cattolica il 1º gennaio di ogni anno, ottavo e ultimo giorno dell'Ottava di Natale. Nel Rito Ambrosiano è celebrata la VI Domenica di avvento ed è denominata Domenica della Divina Maternità della Beata Vergine Maria o Domenica dell'Incarnazione.

La celebrazione è strettamente connessa con il titolo di Theotokos, solennemente attribuito a Maria dal concilio di Efeso del 431.

Significato

Questa solennità,

« (..) collocata secondo l'antico suggerimento della Liturgia dell'Urbe al primo giorno di gennaio, è destinata a celebrare la parte avuta da Maria in questo mistero di salvezza e a esaltare la singolare dignità che ne deriva per la Madre santa... per mezzo della quale abbiamo ricevuto... l'Autore della vita[1]; ed è, altresì, un'occasione propizia per rinnovare l'adorazione al neonato Principe della Pace, per riascoltare il lieto annuncio angelico (cfr Lc 2,14 ), per implorare da Dio, mediatrice la Regina della Pace, il dono supremo della pace. Per questo, nella felice coincidenza dell'Ottava di Natale con il giorno augurale del primo gennaio, abbiamo istituito la Giornata Mondiale della Pace, che raccoglie crescenti adesioni e matura già nel cuore di molti uomini frutti di Pace. »

In effetti il papa aveva istituito già nel 1967 la Giornata Mondiale della Pace, a celebrarsi in concomitanza con questa solennità.

Storia

La liturgia celebrava fin dal VI secolo una memoria con questo titolo della Vergine e diversi riti orientali la celebrano tuttora intorno al Natale.

A partire dall'VIII secolo a Roma si celebrava il Natale sanctae Mariae ("Natale di Santa Maria"), di cui la solennità odierna conserva il ricco contenuto mariano dei testi liturgici, specialmente delle preghiere, delle antifone e dei responsori.

Nel 1931 Pio XI la incluse nel Calendario Romano per commemorare il Concilio di Efeso e ne fissò la data all'11 ottobre.

La riforma liturgica del 1969 la trasferì all'ultimo giorno dell'Ottava di Natale con il grado di solennità.

Testi liturgici

Nel Rito romano

La Liturgia della parole segue uno schema ternario ad anno unico.

Nell'orazione dopo la Comunione, secondo il suggerimento esplicito di Paolo VI, Maria viene chiamata "madre del Cristo e madre della Chiesa": la pietà dei fedeli è orientata verso l'allargamento della maternità di Maria alla Chiesa e all'umanità tutta.

Nel Rito ambrosiano

« La solennità della Divina Maternità di Maria è il portico che ci introduce al mistero del Natale... La Madre ci prende per mano e ci accompagna ad accogliere la venuta del Figlio»

Già nei più antichi manoscritti, il Rito ambrosiano ha, alla sesta domenica di Avvento, una festa mariana, la prima e per molti secoli anche l'unica, solennità, che non intende celebrare un episodio particolare della vita della Madre di Dio, ma il grande mistero della divina e verginale maternità di Maria santissima, celebrata nel Rito romano il 1º gennaio. Giustamente la ricorrenza si denomina "solennità del Signore", perché il vero protagonista è il Verbo eterno del Padre che prende carne nel grembo purissimo della Vergine, aperto dal suo fiat al disegno di Dio, che la voleva Madre di Cristo.

La sesta domenica di Avvento precede immediatamente il Natale e ci propone la contemplazione del mistero che associa strettamente la Madre e il Figlio che da lei sta per nascere: una Vergine che diventa Madre pur rimanendo vergine, un Dio che si fa uomo conservando la sua divinità.

Essendo la festa attestata verso l'anno 434, alcuni studiosi pensano che essa sia stata voluta dai Padri del Concilio di Efeso, che si tenne nel 431 e in cui si definì solennemente il dogma della divina maternità di Maria.

La celebrazione nel Rito ambrosiano è denominata Domenica della Divina Maternità della Beata Vergine Maria o Domenica dell'Incarnazione. La Liturgia della parole segue uno schema ternario ad anno unico.

Dopo la Comunione si invoca la vicinanza del Signore e l'intercessione di Maria Vergine e Madre.

Periodo postconciliate dal 1976 al 2008 nel Rito ambrosiano

Dal 1976 fino al 2008, le comunità di Rito Ambrosiano hanno celebrato l'Eucaristia lungo l'anno (festiva e feriale) con un Messale Ambrosiano rinnovato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II completo e autonomo (a eccezione del Lezionario, ancora incompleto e supplementare rispetto al Lezionario Romano). Il nome delle letture avevano la stessa dicitura del Rito romano, ossia Prima lettura, Salmo responsoriale, Seconda lettura. Durante questo periodo era celebrata sempre alla VI domenica di Avvento e le letture della solennità erano le seguenti[2]:

Nel Rito ambrosiano antico

In rito ambrosiano antico la solennità è denominata Domenica VI de Adventu in festo Incarnationis Domini nostri Jesu Christi. Le letture post conciliari sono le stesse con una piccola differenza per la Lectio (prima lettura) che in Rito antico propone Is 62,8-12;63,1-4 . Il Vangelo e l'Epistola sono rimasti invariati.

  • Psalmellus: Respice de cælo, Deus, et vide: et ostende faciem tuam, et salvi erimus. Qui regis Israël, intende: qui deducis, velut ovem, Joseph: qui sedes super Cherubim, appare coram Ephraim, Beniamin et Manasse. (Guardaci dal cielo, o Dio e vedi: fa splendere il tuo volto e noi saremo salvi. Tu che reggi Israele, ascoltaci: tu che guidi Giuseppe come una pecorella: tu che siedi sui Cherubini, mostrati alla testa di Efraim, Beniamino e Manasse.)
  • Canticus:
(LA) (IT)
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«

I. Suscipiant, Domine, montes et colles
populo tuo pacem. Justitia judicabit
egenos populi, ut salvet filios
pauperum.
II. Deus judicium tuum da regi: et
justitiam tuam filio regis: ut judicet
populum tuum cum justitia, et
pauperes tuos in judicio. Judicabit
egenos populi, ut salvet filios
pauperum.
III. Humiliabit calumniatorem, et
permanebit cum sole, et ante lunam
generationis generationum. Et
descendet sicut pluvia in vellus: et
sicut stillicidia stillantia super
terram. Judicabit egenos populi, ut
salvet filios pauperum.  »

«

I. Accolgano, o Signore, i monti e i colli
la pace destinata al tuo popolo. La
giustizia allora difenderà i miseri del
popolo e salverà i figli dei poveri.
II. Concedi, o Dio, al re il tuo potere di
giudizio: e la tua giustizia al figlio del
re: affinché con essa giudichi il tuo
popolo e i tuoi poveri. Egli difenderà i
miseri del popolo e salverà i figli dei
poveri.
III. Umilierà il calunniatore, egli
invece sussisterà quanto il sole e più
ancora che la luna, di generazione in
generazione. E scenderà come pioggia
su vello di lana e come acqua che
innaffia largamente il terreno. Egli
difenderà i miseri del popolo, e
salverà i figli dei poveri.  »

({{{4}}})

Ipse tamquam sponsus procedens e thalamo suo, † exultavit, ut gigas, ad currendam viam, * a summo cælo egressio ejus. (Quale sposo che esce dal suo talamo, e qual campione che lieto s’accinge a percorrere la via, egli prende le mosse dal vertice del firmamento.)


Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, il celebrante stende solennemente la Sindone[3] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):

(LA) (IT)
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{{{commento1}}}
« Præsta, quæsumus, omnipotens Deus: ut redemptionis nostræ ventura solemnitas et præsentis nobis vitæ subsidia conferat, et æternæ beatitudinis præmia largiatur. » « Concedi, di grazia, onnipotente Iddio: che la vicina solennità della redenzione nostra, ci apporti aiuti per la vita presente e ci elargisca il premio dell'eterna beatitudine. »
({{{4}}})
Note
  1. Messale Romano, 1º gennaio, Antifona d'ingresso e Colletta.
  2. Centro ambrosiano di documentazione e studi religiosi op. cit.
  3. Velo che copre le Oblate, il pane e il vino posti sull'altare per il sacrificio.
Fonti
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni

[[Categoria:Festività del martirologio del 1º gennaio