Domenica delle Palme
Domenica delle Palme | |
Maestranze bizantine, Entrata di Gesù Cristo a Gerusalemme (XII secolo), mosaico; Palermo, Cappella Palatina | |
Mistero celebrato | Ingresso di Gesù Cristo a Gerusalemme |
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Periodo | Quaresima |
Data mobile | Domenica precedente alla Pasqua. |
Data nel 2023: 2 aprile | |
Colore liturgico | Rosso |
Tradizioni religiose |
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Chiamata anche | Domenica della Passione del Signore |
Feste correlate | Pasqua, Quaresima, Giornata Mondiale della Gioventù |
Nel Martirologio Romano, Elogi per le celebrazioni mobili:
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La Domenica delle Palme è la domenica precedente la festività della Pasqua; in essa la Chiesa celebra il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella a un asino, osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma (Gv 12,12-15 ). La folla, radunata dalle voci dell'arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione e agitandoli festosamente lo acclamavano.
Con la Domenica delle Palme ha inizio la Settimana Santa. Non termina tuttavia la Quaresima, che continua fino alla celebrazione dell'ora nona del Giovedì Santo. Con la celebrazione poi della Messa nella Cena del Signore (Missa in Coena Domini) ha inizio il Sacro Triduo Pasquale.
La Domenica delle Palme è detta anche domenica della Passione del Signore (De Passione Domini)[1], perché in essa viene letto il racconto della Passione di Gesù secondo uno dei Sinottici[2].
Cenni storici
La celebrazione della Domenica delle Palme nasce a Gerusalemme dove, nel IV secolo, si pensò di riprodurre il più esattamente possibile l'ingresso di Gesù nella città santa[3]. Ci dà testimonianza di una processione delle palme la pellegrina Egeria:
« | Allorché comincia l'ora undecima, si legge il brano evangelico in cui i bambini con rami e con palme vanno incontro al Signore dicendo: Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Subito il vescovo si alza in piedi e così tutto il popolo. Poi dall'alto del Monte degli Ulivi si fa a piedi l'intero cammino. Tutto il popolo procede davanti al vescovo con inni e antifone, rispondendo sempre: Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Tutti i bambini del luogo, anche quelli che non sanno ancora camminare perché troppo piccoli e che sono portati a cavalcioni dai genitori, tutti hanno dei rami, chi di palma, chi di ulivo; così la folla accompagna il vescovo nello stesso modo in cui quel giorno venne accompagnato il Signore. Dall'alto del monte fino alla città e di qui, attraversandola tutta, fino all'Anastasis che è già sera. Giunti là, benché sia tardi, si celebra il lucernare, si fa ancora una preghiera alla Croce e si rimanda il popolo » | |
Tale processione mima l'ingresso di Gesù a Gerusalemme, ma non si parla di Celebrazione Eucaristica: viene menzionata solo una preghiera alla croce dopo il lucernare.
Una processione come questa non poteva non incontrare un grande successo e diffondersi altrove.
In Oriente, tutta la giornata della Domenica delle Palme era legata al tema di questo ingresso. L'Ufficio Divino e la Messa avrebbero ripreso anch'essi più tardi questo tema.
Secondo i luoghi la processione assunse talvolta toni drammatici:
- In Egitto la croce veniva portata in trionfo.
- A Gerusalemme il Vescovo faceva la processione a dorso d'asino.
Tutte queste usanze passarono poi in Spagna e in Gallia. Il Liber Ordinum[4] ci dà le letture della Messa: tra di esse solo il Vangelo riguarda l'ingresso di Gesù a Gerusalemme. Il libro parla della processione, delle palme benedette sull'altare, di una benedizione al popolo, ma non offre nessun dettaglio sulla processione.
Per quanto riguarda Roma, i diciannove sermoni di San Leone Magno (V secolo) dei giorni della passione ci attestano che, in quell'epoca, la Domenica delle Palme era caratterizzata dalla lettura della Passione del Signore.
Abbiamo notizia della celebrazione della Domenica delle Palme in Gallia alla fine del VII secolo. I libri liturgici dell'epoca ci descrivono una benedizione delle palme sull'altare senza menzionare la processione. Questa è però chiaramente attestata nel IX secolo e Teodulfo d'Orléans compone per essa il canto Gloria laus.
Più avanti, verso la fine del VII secolo e nell'VIII, il Sacramentario Gregoriano usa il titolo Die dominica in palmas[5]. Ma la processione delle palme diventa una consuetudine solo con il Pontificale Romano-Germanico del X secolo e la sua introduzione a Roma verso l'XI. Qui troviamo già la struttura attuale dei riti prima della processione, con la lettura del Vangelo e le orazioni per benedire le palme[6].
Il Pontificale Romano del XII secolo ci dà la descrizione di ciò che avviene anche in Gallia e a Magonza. La Chiesa di Roma è favorevole alla processione, ma nella basilica papale del Laterano la liturgia delle palme viene celebrata con una certa discrezione:
- il papa distribuisce le palme benedette in una cappella del suo palazzo;
- il corteo si avvia verso la Basilica per la Messa;
- i fedeli tengono le palme in mano e procedono cantando delle antifone;
- il Gloria laus viene cantato davanti alla porta chiusa del Laterano;
- quando la porta si apre, la processione entra in chiesa al canto del responsorio Ingrediente Domino.
La celebrazione liturgica oggi
La riforma liturgica ha mantenuto per la Domenica delle Palme il doppio carattere legato, da un lato, alla lettura della Passione del Signore, e, dall'altro, alla commemorazione dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme.
La celebrazione inizia in un luogo al di fuori della chiesa, dove si radunano i fedeli. Lì il sacerdote esorta il popolo con una monizione, quindi legge il Vangelo dell'ingresso di Gesù; dopo la breve omelia benedice i rami di ulivo o di palma che sono portati dai fedeli, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa.
In Chiesa continua la celebrazione dell'Eucaristia, con la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo l'anno liturgico[7]. La Passione secondo San Giovanni è riservata[8]al Venerdì Santo.
Il racconto della Passione può essere letto in forma drammatizzata, con vari lettori che impersonano i vari protagonisti.
In questa Domenica il sacerdote indossa i paramenti rossi.
Liturgia della Parola nel Rito romano
L'ordinamento delle letture bibliche in Rito romano sono articolate in tre anni (A, B e C) a struttura ternaria.
- Anno A
Commemorazione dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme:
- Prima lettura - Is 50,4-7 : Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare confuso. (Terzo canto del Servo di YHWH)
- Salmo responsoriale - dal Sal 22 - Rit. Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
- Seconda lettura - Fil 2,6-11 : Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.
- Versetto dell'Alleluia - Fil 2,8-9
- Vangelo - Mt 26,14-27,66 : La passione del Signore
- Vangelo - Mc 11,1-10 : Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
- Anno B
Commemorazione dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme:
- Prima lettura - Is 50,4-7 : Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare confuso. (Terzo canto del Servo di YHWH)
- Salmo responsoriale - dal Sal 22 - Rit. Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
- Seconda lettura - Fil 2,6-11 : Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.
- Versetto dell'Alleluia - Fil 2,8-9
- Vangelo - Mc 14,1-15,47 : La passione del Signore
- Vangelo - Lc 19,28-40 : Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
- Anno C
Commemorazione dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme:
- Prima lettura - Is 50,4-7 : Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare confuso. (Terzo canto del Servo di YHWH)
- Salmo responsoriale - dal Sal 22 - Rit. Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
- Seconda lettura - Fil 2,6-11 : Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.
- Versetto dell'Alleluia - Fil 2,8-9
- Vangelo - Lc 22,14-23,56 : La passione del Signore
Liturgia della Parola nel Rito ambrosiano
L'ordinamento delle letture bibliche nel Rito Ambrosiano sono articolate ad anno unico, cioè uguali per l'Anno A, B e C e sono previste due celebrazioni:
Messa per la benedizione delle palme. È congiunta alla liturgia processionale[9]. La liturgia della parola è focalizzata sull'ingresso del Signore in Gerusalemme, la visione profetica di Zaccaria e l'inno della lettera ai Colossesi a Cristo, Capo della Chiesa e primogenito dei risorti.
- Lettura - Zc 9,9-10 : Ecco viene il tuo Re, umile cavalca un asino.
- Salmo- Sal 48,2-3.9-11 -
- Epistola - Col 1,15-20 : Cristo è il principio il capo della Chiesa il primogenito di coloro che risuscitano dai morti.
- Canto al Vangelo - cfr. Gv 12,13 : Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
- Vangelo - Gv 12,12-16 : L'ingresso di Gesù in Gerusalemme.
- Dopo il Vangelo - Cfr. Is 6,3Gv 12, 13: Un inno cantiamo al tuo nome, Signore, o Re di Israele. Risplende la gloria divina e ricolma i cieli e la terra. Sei tu, benedetto, che vieni nel nome eterno di Dio.
Messa nel giorno. Il Vangelo della cena di Betania, svoltasi il sesto giorno prima della Pasqua dove sono connessi il quarto cantico del servo del Signore e l'invito della lettera agli Ebrei a tenere fisso lo sguardo su Colui che si sottopose alla Croce.
- Lettura - Is 52,13-53,12 : Il quarto Cantico del Servo del Signore: l'uomo dei dolori che ben conosce il patire.
- Salmo- Sal 89 - Rit.: Signore, in te mi rifugio.
- Epistola - Eb 12,1b-3 : Tenete fisso lo sguardo su Gesù, che si sottopose alla Croce.
- Canto al Vangelo - cfr. Gv 12,32 : Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
- Vangelo - Gv 11,55-12,11 : Sei giorni prima della Pasqua la cena di Betania: lo ha fatto per la mia sepoltura.
- Dopo il Vangelo - Cfr. 1Pt 2,21.24 : Fratelli, seguiamo il cammino di Cristo che conduce a salvezza. Egli morì per noi, lasciando un esempio. Sulla croce portò nel suo corpo i nostri peccati perché, morendo alla colpa, risorgessimo alla vita di grazia.
Nel periodo postconciliare dal 1976 al 2008
Dal 1976 fino al 2008 le comunità di Rito Ambrosiano hanno celebrato l'Eucaristia lungo l'anno (festiva e feriale) con un Messale Ambrosiano rinnovato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II completo e autonomo (ad eccezione del Lezionario, ancora incompleto e supplementare rispetto al Lezionario Romano). Durante questo periodo le letture della celebrazione hanno subito delle modifiche rispetto alle letture preconciliari, a eccezione del Vngelo. Il nome delle letture avevano la stessa dicitura del Rito romano, ossia Prima lettura, Salmo responsoriale, Seconda lettura[10].
Commemorazione dell'ingresso del Signore in Gerusalemme.
- Prima lettura - Zc 9,9-10 (uguali al Rito moderno)
- Salmo responsoriale- Sal 72,1-2.7-8.17 - Ecco, o figlia di Sion, il tuo Re.
- Seconda lettura - Rm 15,7-13
- Canto al Vangelo - cfr. Gv 12,13 - Benedetto colui che viene nel nome del Signore: osanna al re d'Israele! (uguali al Rito moderno con canto diverso)
- Vangelo - Gv 12,12-16 (uguali al Rito moderno)
- Dopo il Vangelo - Cfr. Is 6,3Gv 12, 13: Un inno cantiamo al tuo nome, Signore, o Re di Israele. Risplende la gloria divina e ricolma i cieli e la terra. Sei tu, benedetto, che vieni nel nome eterno di Dio.
Messa nel giorno.
- Prima lettura - Is 51,1-12
- Salmo responsoriale- Sal 143,1.3.9.10a-11 - SAignore, in te mi rifugio.
- Seconda lettura - 1Pt 2,21b-25
- Canto al Vangelo - cfr. Gv 12,32 : Quando sarò elevato da terra, io attirerò tutti a me, dice il Signore. (uguali al Rito moderno con canto diverso)
- Vangelo - Gv 11,55-12,11 (uguali al Rito moderno)
- Dopo il Vangelo - Cfr. 1Pt 2,21.24 : Fratelli, seguiamo il cammino di Cristo che conduce a salvezza. Egli morì per noi, lasciando un esempio. Sulla croce portò nel suo corpo i nostri peccati perché, morendo alla colpa, risorgessimo alla vita di grazia.
Nel Rito ambrosiano antico
Nel Rito ambrosiano antico la Domenica delle Palme prevede un'unica celebrazione per la benedizione delle palme, processione e messa del giorno. È denominata Dominica in palmis de solemni palmarum processione in honorem Christi Regis.
Le letture, in parte, sono state mantenute nel rito postconciliare:
- Lectio: Is 53,1-12
- Psalmellus[11]: Ego autem, dum mihi molesti essent, induebam me cilicium: et humiliabam in jejunio animam meam: et oratio mea in sinum meum convertetur Judica, Domine, nocentes me, et expugna impugnantes me: apprehende arma, et scutum, et exurge in adjutorium mihi. (Mentre quelli mi molestavano, io mi rivestivo di cilicio: e mortificavo col digiuno l’anima mia: e la mia preghiera riecheggiava nel mio petto. Giudica, o Signore, coloro che mi fanno del male, e vinci coloro che mi combattono: afferra scudo e corazza, esorgi in mio aiuto.)
- Epistola: 2Ts 2,14-16;3,1-5
- Evangelium: Gv 11,55;12,1-11
- Antiphona Post Evangelium: Statuite verba ista in auribus vestris: * et alligabitis ea in signum: • et docebitis ea filios vestros, * sedentes in domo, et ambulantes in via, † et cum dormiunt, et cum surgunt. (Fissate queste parole nelle vostre orecchie, e ve le terrete legate come segno: e le insegnerete ai vostri figli, quando siedono in casa, quando camminano in strada, quando vanno a dormire, e quando si alzano.)
Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, il celebrante stende solennemente la Sindone[12] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):
(LA) | (IT) | ||||
« | Ascendant ad te, Domine, supplicum preces: ut qui diu pro nostris offensionibus castigati sumus, miserationis tuæ veniam sentiamus. » | « | Salgano a te, o Signore, le preghiere di chi supplica: affinché noi, che per lungo tempo fummo afflitti per le nostre colpe, ora sentiamo il perdono della tua misericordia » |
La Giornata Mondiale della Gioventù
Dal 1985, negli anni in cui non si tiene la celebrazione generale della Giornata Mondiale della Gioventù, questa viene celebrata a livello diocesano la Domenica delle Palme.
Tradizioni
Sembra che i rami di ulivo siano stati introdotti nell'uso popolare e liturgico a causa della scarsità di piante di palma presenti, specialmente in Italia[13]. Un'antica antifona gregoriana canta: Pueri Hebraeorum portantes ramos olivarum obviaverunt Domino ("I bambini degli ebrei andarono incontro al Signore portando rami d'ulivo").
I rami di palma e di ulivo benedetti vengono portati a casa e conservati in un luogo visibile della casa.
In molte zone d'Italia, con le foglie di palma intrecciate vengono realizzate piccole e grandi confezioni addobbate (come i parmureli di Bordighera e Sanremo), che vengono regalate o scambiate fra i fedeli in segno di pace.
Nelle zone in cui non cresce l'ulivo (come l'Europa settentrionale), i rametti sono sostituiti da fiori e foglie intrecciate.
Nelle altre confessioni cristiane
La Domenica delle Palme viene celebrata anche dagli Ortodossi e dai Protestanti.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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