Amos (profeta)
Amos Personaggio dell'Antico Testamento | |
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Profeta | |
Ambito veneto, Il profeta Amos (primo quarto del XVI secolo), olio su tavola; Venezia, Museo Diocesano | |
Nascita | VIII secolo a.C. |
Morte | ? |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 15 giugno |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 15 giugno, n. 1:
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Amos (VIII secolo a.C.; † ...) è un personaggio dell'Antico Testamento, profeta ebreo, il terzo dei dodici profeti minori.
Contesto sociale
Predicò sotto il regno di Geroboamo II (783-743 a.C). Fu un'epoca umanamente gloriosa, in cui il regno del nord si estese e si arricchì. Fu anche però un'epoca in cui il lusso dei grandi era un insulto alla miseria degli oppressi; lo splendore del culto mascherava l'assenza di una religione vera.
Vita e ministero profetico
Era pastore a Tekoa, ai margini del deserto di Giuda (1,1); estraneo alle confraternite dei profeti, fu preso da YHWH da dietro il gregge e mandato a profetizzare a Israele (7,14).
Dopo un breve ministero, che ebbe per quadro principale il santuario scismatico di Betel (7,10-12) e probabilmente anche la città di Samaria (cfr. 3,9;4,1;6,1), fu espulso da Israele e ritornò alle sue prime occupazioni.
Insegnamento
Con la rudezza semplice e fiera e con la ricchezza di immagini di un uomo della campagna, Amos condannò in nome di YHWH la vita corrotta delle città, le ingiustizie sociali, la falsa sicurezza che si pone in riti in cui l'anima non si impegna (5,21-22).
YHWH, Signore del mondo, che punisce tutte le nazioni (1-2), castigherà duramente Israele, la cui elezione obbliga a una più grande giustizia morale (3,2).
Il giorno di YHWH[1] sarà tenebre e non luce (5,18-20); la vendetta sarà terribile (6,8-10), esercitata da un popolo che YHWH stesso chiama (6,14), l'Assiria; essa non è nominata, ma occupa l'orizzonte del profeta.
Tuttavia Amos apre una piccola speranza, la prospettiva di una salvezza per la casa di Giacobbe (9,8), per il resto[2] di Giuseppe (5,15). Questa profonda dottrina su YHWH, Signore universale e onnipotente, difensore della giustizia, è espressa con una sicurezza assoluta, senza che mai il profeta abbia l'aria di innovare: la sua novità è nella forza con la quale richiama le esigenze del puro jahvismo.
Critica letteraria
Il libro ci è giunto in un certo disordine; in particolare, il racconto in prosa (7,10-17), che separa due visioni, si porrebbe meglio alla fine degli oracoli.
Si può esitare sull'attribuzione ad Amos stesso di alcuni brevi passi:
- Le dossologie (4,13;5,8-9;9,5-6) sono forse state aggiunte per la lettura liturgica.
- I brevi oracoli contro Tiro, Edom (1,9-12) e Giuda (2,4-5) sembrano datare dall'esilio.
All'interno del capitolo 9 è discussa l'autenticità di due gruppi di versetti: 8b-10 e 11-15. Non c'è ragione seria per mettere in dubbio l'autenticità del primo di questi passi, ma è verosimile che il secondo sia stato aggiunto: anche se le promesse di salvezza che contiene sono, fin dall'inizio, un tema della predicazione dei profeti (5,15: nella stessa epoca, anche Osea presenta lo stesso tema), vari elementi suppongono l'epoca dell'esilio:
- ciò che è detto della capanna crollante di Davide (v. 11);
- della vendetta contro Edom (v. 12);
- di un ritorno e di un ristabilimento di Israele (vv. 14-15).
Essi possono essere attribuiti, con alcuni altri ritocchi, a una edizione deuteronomista del libro.
Note | |
Voci correlate | |