Carlo Confalonieri

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Carlo Confalonieri
Cardinale
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 93 anni
Nascita Seveso
25 luglio 1893
Morte Roma
1º agosto 1986
Sepoltura Cimitero di Seveso (Mb)
Conversione
Appartenenza Arcidiocesi di Milano
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Ordinazione presbiterale Seveso, 18 marzo 1916 da arcivescovo e cardinale Andrea Carlo Ferrari
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Nominato arcivescovo 27 marzo 1941 da Pio XII
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Consacrazione vescovile Cappella Sistina, 4 maggio 1941 dal Papa Pio XII
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15 dicembre 1958 da Giovanni XXIII (vedi)
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Invito all'ascolto
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Certo non dimenticheremo l'alta sua figura umana e sacerdotale: la nobiltà del portamento, la sua signorilità, l'amabilità del tratto, la dedizione al dovere, il senso di responsabilità, la profonda pietà, soprattutto la fedeltà alla Chiesa e alla Sede apostolica, vissuta con l'intensità e la coerenza dell'uomo di Dio....scompare con lui una delle figure più significative della Chiesa del nostro tempo.
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Carlo Confalonieri (Seveso, 25 luglio 1893; † Roma, 1º agosto 1986) è stato un cardinale e arcivescovo italiano.

Biografia

Formazione e ministero sacerdotale

Nacque a Seveso il 25 luglio 1893 da Giuseppe e Maria Rusconi. Entrò nel Seminario arcivescovile San Pietro Martire di Seveso per gli studi ginnasiali e, successivamente, nel Seminario di Monza, dove ebbe come professore di lettere don Luigi Talamoni, già insegnante di Achille Ratti al Collegio San Carlo di Milano.

« Ricordare ed esaltare Mons. Talamoni è gioia di spirito e riconoscenza a Dio che ci ha offerto un così alto modello »
(Carlo Confalonieri[1])

Conseguì la licenza superiore presso il Liceo Parini di Milano. Nel 1912 a Roma, alunno del Seminario Lombardo presso la Pontificia Università Gregoriana, proseguì gli studi di teologia che dovette interrompere nel luglio 1914 per compiere il servizio militare. Fu assegnato come soldato semplice all'8º Reggimento Fanteria, distaccato a Meda. Nel maggio 1915 l'Italia entrò in guerra, il suo reparto di appartenenza si spostò nella zona di operazioni al Tonale [2].

Nonostante la guerra riuscì a sostenere gli esami di Teologia e fu ordinato presbitero a Seveso nel Santuario di San Pietro Martire il 18 marzo 1916 dal cardinale Andrea Ferrari. Sacerdote novello rientrò al reparto, a Brescia. Nel capoluogo bresciano avvenne un incontro dagli imprevedibili sviluppi futuri:

« Un giovane liceale, nativo di una cittadina bresciana, lo avvicinò invitandolo a celebrare la Messa per i suoi amici in grigioverde. Era un giovane di Azione Cattolica, che si era dedicato all'assistenza religiosa dei militari nella città: si chiamava Giovanni Battista Montini. Quarantadue anni dopo entrambi riceveranno la porpora cardinalizia, successivamente il liceale bresciano salirà il soglio pontificio con il nome di Paolo VI. »
( Francesco Rocca, La scomparsa del Cardinale Confalonieri, I quaderni della brianza, 1986)

La Sezione Sanità si trasferì sull'Isonzo, alla Bainsizza, poi sul Grappa, luoghi di tanta gloria e di tanto sangue. Ne rimarranno memorie indelebili e per il giovane Don Carlo Confalonieri la decorazione della croce al merito di guerra [2]. Al congedo, nel 1919, fu coadiutore nella parrocchia di Barlassina fino al luglio del 1921 quando fu scelto come segretario da Achille Ratti, neo Cardinale Arcivescovo di Milano.

Accanto a Pio XI

Il 6 febbraio del 1922 Achille Ratti fu eletto Papa col nome di Pio XI e confermò Confalonieri suo segretario come Cameriere Segreto Partecipante per l'intero pontificato. Fu diretto testimone, a fianco del pontefice, della Conciliazione tra la Chiesa e l'Italia, da lui sospirata in gioventù, siglata ufficialmente l'11 febbraio 1929 coi Patti Lateranensi. Il 12 aprile 1935 venne nominato Prelato Domestico di Sua Santità [3] e successivamente Protonotario Apostolico Soprannumerario e Canonico della Patriarcale Basilica di San Pietro in Vaticano[2]; nell'aprile dello stesso anno accompagnò il card. Eugenio Pacelli, Segretario di Stato e Legato Pontificio, a Lourdes per la chiusura dell'Anno Santo straordinario della Redenzione[2].

Confalonieri fu segretario diligente e fedele di Pio XI per diciassette anni con l'intima convinzione di aver avuto l'alto privilegio di aver vissuto vicino ad un Santo: il suo ricordo accompagnò per tutta la vita Confalonieri e i suoi insegnamenti contribuirono a formarne il carattere[4]. Nel 1957, centenario della nascita di "Papa Ratti" Confalonieri pubblicò il suo libro più famoso Pio XI visto da vicino, che suscitò grande interesse negli ambienti storici e letterari e fu tradotto in diverse lingue. In un passo conclusivo così ricorda il suo papa:

« Questo udimmo, questo vedemmo con gli occhi nostri. Ossa di Lui esultate! Dal silenzio di quell'avello, ormai meta di pellegrinanti fiducie, dove accanto alle spoglie del primo papa, riposate il riposo dei giusti, in attesa della risurrezione gloriosa, esultate! E per quella voce che non parlò più, ossa di Lui profetate. Profetate il pacifico trionfo della Chiesa, gelosissimo tesoro delle sue quotidiane sollecitudini; il prospero avvenire di questa cara Italia nell'inconcesso attaccamento alla fede dei padri; la pace, la tanto sospirata pace in un mondo che ne ha bisogno e che ardentemente la domanda.  »
(Carlo Confalonieri, Pio XI visto da vicino, SAIE Torino 1957 riedizione San Paolo Cinisello B.mo 1993)

Ministero episcopale

Alla morte di Pio XI, Confalonieri mantenne le cariche finché Pio XII, il 4 maggio 1941, nella Cappella Sistina lo consacrò personalmente vescovo dell'Arcidiocesi dell'Aquila. Durante il periodo bellico Confalonieri, in stretta coordinazione con le autorità vaticane, si impegnò presso il comando tedesco stanziato in città nel tentativo di salvare i prigionieri e fece pressione sulla Santa Sede per ottenere dagli Alleati di risparmiare ulteriori bombardamenti ai cittadini dell'Aquila.

Ricevette segretamente dalla Comunità Israelitica Italiana somme di denaro a sostegno degli Ebrei in Abruzzo o provenienti da Roma e dall'estero. In particolare mise a loro disposizione conventi e monasteri per sottrarli alla deportazione tedesca [5]. Il 23 settembre 1943, in seguito alla perquisizione di una squadra tedesca in cerca di possibili nascondigli nel convento di San Giuliano, Confalonieri riaccompagnò religiosi, anziani, giovani, studenti fuggiti: risultati vani i tentativi dell'autorità civile di ottenere spiegazioni, il vescovo con fermezza riaffermò il sacro diritto del domicilio. Lo stesso giorno tentò invano, di salvare dalla fucilazione 9 giovani fatti prigionieri perché sorpresi con le armi sulle montagne di Collebrincioni: la mattina seguente poté solo incaricare il Canonico della Cattedrale, Giovanni Di Loreto, di benedire le salme [6].

Al termine dell'occupazione si diede loro solenne sepoltura e 25 anni dopo, il 23 settembre 1968 in occasione della sua visita a L'Aquila, inaugurò al cimitero il monumento commemorativo ai Nove Martiri Aquilani [7]. I presuli Abruzzesi e molisani ebbero in Confalonieri un mediatore privilegiato per aprire le porte delle rappresentanze diplomatiche Alleate e tedesca in Vaticano per "salvare l'umanità" dalle barbarie della guerra [8]. L'azione di Confalonieri, passata sotto silenzio per complici posizioni ideologiche dei ricercatori storici, costituì la "Resistenza bianca" attuata all'insaputa dell'opinione pubblica, espressione della reale posizione di Pio XII nei riguardi del nazismo e della questione ebraica[9].

Mons. Garofalo racconta nel suo libro il cardinale Confalonieri a pagina 92, uno degli stratagemmi che l'arcivescovo mise in opera nei primi mesi del 1943 per alleviare le conseguenze della guerra:

« Nel carcere dell'Aquila si trovavano rinchiusi 81 Croati, fatti prigionieri prima dai fascisti e poi dai Tedeschi. L'arcivescovo li nominò cantori della cattedrale, ottenendo che essi, scortati da pochi carabinieri, si recassero in città quasi ogni pomeriggio per eseguire canti liturgici durante le funzioni religiose: ciò permetteva di distribuire loro somme di denaro inviate dalla sezione Assistenza della Nunziatura Apostolica italiana »
(Amedeo Esposito, I cantori e il cardinale, in Eco di S. Gabiele, (Teramo) gennaio 1992)

I suoi numerosi meriti nei confronti della città durante l'occupazione tedesca gli valsero il titolo onorifico di Aquilae Civitatis Defensor e di Cittadino onorario di L'Aquila. Nel conferirgli "L'Aquila d'Oro" il 30 aprile 1967 l'Ing. Giulio Colangeli, Presidente del Lions International Club dell'Aquila, espresse la riconoscenza della città leggendo la motivazione:

« ...Di fronte al Comandante Tedesco già pronto, durante la ritirata di quell'esercito in disfacimento, a far saltare in aria l'intera città...Ella non esitò un'istante dal togliersi dal collo la Croce d'oro Episcopale per consegnarla a quell'inflessibile soldato perché avesse risparmiato, come fece, (fidando unicamente della Sua parola di gentiluomo, che null'altro poteva offrire se non il Suo cuore e la dolorosa privazione delle insegne della Sua Dignità) questa nostra città. Con quel gesto, L'Aquila e gli aquilani, grazie al loro Arcivescovo, furono salvi.  »
(Lions International Club dell'Aquila, nel centenario della nascita del Card. Confalonieri, L'Aquila 1993, pag. 31)

Quando Confalonieri divenne cardinale, tra le manifestazioni di stima e affetto per il felice evento, non mancò il ricordo dell'allora comandante delle truppe tedesche capitano Steffan:

« Ho avuto la fortuna di essermi incontrato con Vostra Eminenza a L'Aquila degli Abruzzi nel 1944, ultimo anno di guerra, allorché io, capitano dell'esercito tedesco, ero tenuto, per dovere d'ufficio, a far saltare in aria gli impianti economici della città; e Vostra Eminenza, di propria iniziativa, venne a visitarmi. Ancora oggi Vi sono grato, Eminenza, per avermi incoraggiato ad unire al dovere l'umanità. Fu quello per me il momento più felice della mia vita, avendo potuto, per Vostro intervento, risparmiare forse molte sofferenze alla popolazione civile... »
(tratto dalla lettera del capitano Josef Steffan inviata a Confalonieri [10])

Nonostante l'imperversare della seconda guerra mondiale fu intensa la sua attività episcopale culminata in due visite pastorali e nel biennio sacro 1943-1944 che coincise con il V centenario della morte di San Bernardino da Siena e il 650° anniversario dell'incoronazione di Papa Celestino V. Domenica 22 novembre 1942 inaugurò, dopo i lavori di restauro, il Santuario della Madonna della Croce di Roio; prima fra le diocesi in Italia, lo consacrò al Cuore Immacolato di Maria; seconda solo a quella del mondo fatta dal Papa la sera del 31 ottobre alla chiusura del giubileo [11] dell'apparizione di Fatima [12]. Domenica 15 ottobre 1944, sull'onda dell'entusiasmo per devozione e voto popolare verso la Madonna del santuario di Roio, l'Arcivescovo Confalonieri con rito solenne nella piazza della Basilica "poneva sul capo del Divino Bambino e della Madre Sua l'aureo diadema": 2 corone d'oro forgiate da un orafo aquilano con l'oro offerto dal popolo tutto, benedette personalmente il 9 ottobre da Pio XII [13].

Non trascurò alcun aspetto della vita civile e religiosa: sostegno ai più bisognosi e il coordinamento dell'attività assistenziale, la cura delle sacre funzioni e istituzione della commissione liturgica, così come corsi superiori di dottrina cristiana per professionisti, potenziamento della buona stampa "Voce amica" e "l'Osservatore della Domenica", la cura dei seminari come delle associazioni e in particolare dell'Azione Cattolica.

« Alla sollecitudine per il bene spirituale dell'Aquila diletta, scopo primario del sacro ministero, s'accompagnò sempre il voto ardentissimo del suo progresso anche materiale »
(Carlo Confalonieri, Decennio Aquilano, (1941-1950), Esperienze pastorali, Edizioni Paoline, 1966, pag. 194)

Il 25 gennaio 1950 fu nominato Segretario della Sacra Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi e il 22 febbraio dello stesso anno rientrò a Roma quale Arcivescovo titolare di Nicopoli al Nesto. Sotto la guida del Cardinale Prefetto Giuseppe Pizzardo fu impegnato nell'attività del dicastero rivolta per la cura delle scuole, degli istituti di educazione cattolica dipendenti dall'autorità ecclesiastica, dei seminari regionali d'Italia. Confalonieri partecipava alla riunione plenaria del consiglio e riferiva in proposito al Papa [14]. Nel giugno 1951 la Sacra Congregazione organizzò un convegno dei rettori dei Seminari maggiori d'Italia per studiare le questioni inerenti la formazione dei seminaristi: tema del convegno fu l'Esortazione Apostolica Menti Nostrae di Pio XII del 23 settembre dell'Anno Santo 1950 e l'Enciclica Humani Generis del 12 agosto 1950. Il 5 giugno nella propizia circostanza della beatificazione del Sommo Pontefice Pio X di solo due giorni prima, Confalonieri tenne una sua relazione commemorativa dal titolo Pio X e i seminari.

Cardinalato

Nel concistoro del 15 dicembre 1958 fu creato Cardinale Presbitero da Giovanni XXIII del titolo di Sant'Agnese fuori le mura [15]. Il destino volle che a recargli la berretta cardinalizia il giorno dopo nella chiesa di San Carlo al Corso, fosse Mons. Corrado Bafile, nato a l'Aquila, in qualità di cameriere segreto partecipante [16]. Il 20 gennaio 1959 prese possesso dell'antica Basilica di Sant'Agnese fuori le mura, facendovi il solenne ingresso. Il 16 novembre 1959 fu nominato Arciprete della Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore. Nel 1961 fu nominato segretario della Sacra Congregazione Concistoriale, divenendone Pro-prefetto dal 1966.

Il 25 gennaio 1959 era tra i Cardinali presenti nella Basilica di San Paolo fuori le Mura quando Papa Giovanni XXIII, al termine della funzione, annunciò ad un ristretto numero di presenti in una sala dell'appartamento abbaziale l'ispirata e meditata intenzione di indire il Sinodo diocesano Romano, il Concilio Ecumenico per la Chiesa universale, e intraprendere l'aggiornamento del Codice di Diritto Canonico [17]. Confalonieri partecipò alle sessioni del Concilio Ecumenico Vaticano II aperto l'11 ottobre 1962 da Papa Giovanni XXIII. Il 4 aprile 1961 fu nominato membro della Pontificia Commissione Centrale Preparatoria, [18] e in seguito, presidente della sottocommissione pre-conciliare "De Schematibus Emendandis". Durante la sessioni conciliari fu membro del Segretariato per le questioni straordinarie presieduto dal Cardinale Segretario di Stato Amleto Cicognani. Questo Segretariato fu istituito, contemporaneamente alle commissioni conciliari, con la Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio Appropinquante Concilio del 6 agosto 1962, col quale Papa Giovanni XXIII emanò il regolamento Conciliare. Dopo la conclusione della prima sessione del Concilio Vaticano II, che aveva avuto un "controverso" avvio, il 17 dicembre 1962 con lettera della Segreteria di Stato, fu nominato membro della Commissione di Coordinamento, nel corso dell'intersessione [19]. La commissione di Coordinamento presieduta dal Cardinale Amleto Giovanni Cicognani, era composta da 7 autorevoli cardinali e svolse un ruolo decisivo per la prosecuzione dei lavori conciliari. Il 21 giugno 1963 Confalonieri prese parte al conclave che elesse Papa Paolo VI. Il 25 gennaio 1964 col motu proprio Sacram Liturgiam il Papa istituì la commissione liturgica Consilium ad exsequendam constitutionem de sacra liturgia in attuazione della costituzione apostolica Sacrosanctum Concilium; Confalonieri ne fu membro con il Cardinale Giacomo Lercaro presidente [20]. La III Sessione dal Concilio Vaticano II si concluse positivamente il 21 novembre 1964 con la promulgazione da parte di Paolo VI della costituzione sulla Chiesa Lumen Gentium e la proclamazione della Madonna "Madre della Chiesa". Lo stesso giorno si tenne in Santa Maria Maggiore una celebrazione eucaristica di tutti i padri conciliari e Confalonieri pronunciò l'omelia:

« La splendida Basilica di Santa Maria Maggiore, che ora ci accoglie, diventa in questo momento chiarissimo simbolo di universale unità. Qui, col Successore dì Pietro, è tutta la Chiesa: nell'alta sua espressione gerarchica; nella folla devota, varia per provenienza, per lingua, per colore; nella convergenza dei voti e delle aspirazioni dì innumeri schiere di Fedeli, sparsi dovunque nel mondo, che a questa reggia romana di Maria appuntano pensieri e affetti, unanimi nella preghiera con noi privilegiati di personale presenza, con cupida immaginazione supplendo allo spettacolo negato al loro sguardo, pazientemente paghi di sentirsi uniti - forse nell'umiltà, nell'afflizione, nella povertà, nel silenzio, nelle lagrime - all'omaggio pio che viene presentato al Signore: una selva sconfinata di mani levate in alto per adorare Dio in ispirito e verità e alla maestà della Sua gloria offrire i cuori, che s'aprono fiduciosi nell'orante attesa delle celesti benedizioni. Nel fastoso tempio costruito dall'arte, l'orazione canta Maria come tabernacolo dell'eterno Amore, nel quale lo Spirito Santo «Sua luce ascose» e il Verbo di Dio, nulla di sé mutando, «si fece carne e abitò in mezzo a noi». Grembo benedetto di Maria, che serrasti in te ciò che i cieli non valgono a contenere! Arca preziosa sopra ogni confronto di bellezza creata, vivida sorgente di luce, rovente fornace d'amore, inviolato sacrario di un'intimità unica al mondo, che gli Angeli adorano e l'Altissimo inonda delle Sue compiacenze. »
(Carlo Confalonieri, Basilica di Santa Maria Maggiore, 21 novembre 1964 [21])

Tra i suoi principali doveri che sentiva con urgenza, fedele al mandato del divino Maestro c'era quello di predicare il Vangelo ad ogni creatura (Mc 16, 15 ): le sue omelie sempre ben preparate e mai improvvisate erano assiduamente seguite da molti fedeli che andavano appositamente per ascoltarlo e per assistere alle sue impeccabili liturgie[22]. Il 22 marzo 1965 in occasione della festa di San Benedetto, tenne un'ispirata omelia all'Abbazia di Montecassino, 5 mesi dopo che Paolo VI l'aveva consacrata restaurata in seguito ai bombardamenti subiti durante l'ultimo conflitto [23]:

« Vibra ancora nei nostri cuori l'augusta parola papale che coronava quel solenne rito: coll'esaltazione della pace, qui collocatasi benefica regina sulle tristissime e ammonitrici rovine della guerra; coll'apologia dell'ideale e della vita religiosa, ancora oggi, come prima, come sempre, preziosi e fecondi; con l'invocazione dei provvidi doni di fede e di unità, tanto necessari alla tranquillità dell'antico continente e di tutto quanto il mondo.

..rotto il contatto con Dio, il mondo va spiritualmente e moralmente alla deriva. Ci sono bensì ampi sprazzi di luce e di bene, ma non bastano a calmare le preoccupazioni che, in ogni settore responsabile, si addensano per il graduale sgretolamento dei principi etici e religiosi, che sono alla base di ogni civiltà. San Benedetto si presenta tuttora come il Santo dell'attualità, ed è da augurarsi che il Suo spirito, non soltanto aleggi sui nostri tempi, ma come per il passato, così anche ora penetri questa nostra società e le conservi il volto cristiano, che ne è garanzia di nobiltà e salvezza. Il benessere economico, frutto di lavoro, è elemento primario della tranquillità e della pace. Il mondo deve diventare realmente una casa, nella quale tutti gli uomini ci sentiamo fratelli. La garanzia di cotesta prosperità è la devota osservanza della volontà divina, come il Vangelo ce la propone e il Santo descrive accuratamente nel capitolo quarto della Regola, sotto il titolo di strumenti delle opere buone, vero compendio di morale e di ascetica cristiana. »

(Carlo Confalonieri, Abbazia di Montecassino, 22 marzo 1965 [24])

Nel 25° anniversario dell'ordinazione episcopale a vescovo dell'arcidiocesi di L'Aquila, il 22 dicembre 1966 Confalonieri pubblicò il libro Decennio Aquilano (1941-1950) "come tributo di riconoscenza e cordiale saluto", segno del forte legame con la sua "sposa" come amava definirla lo stesso vescovo. Molti gli episodi che hanno caratterizzato la sua coraggiosa azione pastorale:

« L'opera della formazione cristiana e l'integrità della disciplina liturgica... Otterrebbe successi pienamente degni con aumentato decoro e prestigio delle sacre manifestazioni, se davvero tutto il clero, secolare e regolare, senza vane scuse e riprovevoli evasioni, seguisse e facesse rispettare le decisioni dell'autorità... Se si vuole ottenere bisogna educare... Vale poco spingere. Bisogna mettersi davanti a tirare il carro. »
(Carlo Confalonieri, Decennio Aquilano, (1941-1950), Esperienze pastorali, Edizioni Paoline, 1966)

Quando Confalonieri divenne Pro-prefetto della Congregazione Concistoriale, nonostante i nuovi impegni di curia le missioni si intensificarono con viaggi all'estero di notevole importanza e di grande risonanza. Il 18 aprile 1961 egli si recò ad Einsiedeln nella Svizzera centrale, alla grande Abbazia benedettina, nella cui chiesa si conserva l'immagine della Madonna Nera: il cardinale guidò un pellegrinaggio di oltre diecimila emigrati italiani. Nel 1964 Fu nominato cardinale legato per l'elevazione a Basilica minore del Duomo di Montichiari. Enorme fu la partecipazione e la devozione popolare che Confalonieri seppe apprezzare e stimolare a traguardi sempre più gloriosi a lode di Dio. A 50 anni dell'evento una mostra allestita nel 2014 ricordò i festeggiamenti e la solenne e autorevole figura del cardinale a cui il popolo fu riconoscente per averne perorato il desiderio presso la Santa Sede. Dal 30 maggio al 7 giugno 1966, in veste di legato di Paolo VI, andò in Messico per consegnare, in nome del Papa, la Rosa d'Oro al santuario mariano a Città del Messico di Nostra Signora di Guadalupe, patrona del Messico e dell'intera America Latina. Fu un viaggio trionfale, inaugurato da un radiomessaggio del pontefice. Confalonieri, che pronunciò sempre in spagnolo i numerosi discorsi, visitò anche Puebla de los Angeles e Guadalajara, accolto dappertutto con grande calore. Il 19 dicembre 1966, partì per la Nigeria, dove aveva il compito di visitare una comunità italiana che lavorava alla costruzione di colossali dighe sul Niger. In qualità di Pro-prefetto della Congregazione Concistoriale, alla quale era affidata la cura spirituale degli emigranti di tutte le nazionalità, il cardinale benedisse la nuova chiesa del villaggio di Kainj intitolata a Santa Barbara, ne consacrò l'altare e amministrò la Cresima [25]. ll 15 agosto 1967, la Sacra Congregazione Concistoriale assunse la denominazione di Sacra Congregazione per i Vescovi e il cardinale Carlo Confalonieri la carica di Prefetto.

Partecipò al Sinodo dei vescovi fin dalla sua istituzione da parte Paolo VI con Lettera Apostolica Motu Proprio Apostolica Sollicitudo del 1965. Nel 1969 fu uno dei presidenti di turno dell'assemblea generale straodinaria del Sinodo sul tema: "Cooperazione tra la Santa Sede e le Conferenze Episcopali". L'11 settembre concelebrò la funzione di apertura col Papa e gli altri 2 presidenti nella Cappella Sistina: i cardinali Valerian Gracias, Arcivescovo di Bombay e Agnelo Rossi, Arcivescovo di San Paulo. Il 28 ottobre a conclusione dei lavori officiò il rito nella Basilica di Santa Maria Maggiore[26].

Poco prima di compiere 80 anni, il 26 febbraio 1973 fu resa ufficialmente nota la sua nobile e spontanea rinuncia agli incarichi ricoperti. Confalonieri rinunciò agli incarichi ufficiali, ma non si mise a riposo. Nel maggio del 1973 si recò a Pavia per la V settimana Agostiniana: nella Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro che conserva le reliquie di sant'Agostino, introdusse i lavori con un'omelia, che fu integralmente pubblicata sul settimanale pavese di attualità e cultura[27]. Il 27 ottobre dello stesso anno fu inviato speciale del Papa all'inaugurazione del Seminario di Milano di Porta Venezia, dopo i lavori di restauro. Nel 7° centenario della morte di San Tommaso d'Aquino Paolo VI rese omaggio al Santo con una visita nei luoghi dell'aquinate il 14 settembre 1974. Confalonieri il 1° settembre inaugurò il monumento di bronzo dedicato a San Tommaso d'Aquino opera di Angelo Biancini, alla presenza delle autorità e del Senatore Guido Gonella. Nell'omelia il cardinale definì l'opera del Santo:

« una grande enciclopedia che ha sintetizzato le ideologie e i sentimenti del tempo...Accanto alle grandi cattedrali gotiche San Tommaso ha costruito un monumento di sapienza che ha permesso all'uomo uno slancio verso l'infinito. »
(Carlo Confalonieri, Aquino, 1º settembre 1974 [28])

Il 7 gennaio 1974 divenne Sottodecano del Collegio cardinalizio e fu Legato pontificio per l'apertura della Porta Santa nella Patriarcale Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore il 24 dicembre 1974. Il 14 agosto 1975, alla vigilia della festa dell'Assunta, Confalonieri guidò la processione dell'immagine della Madonna "Salus Populi Romani" venerata nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in pellegrinaggio per le vie di Roma fino alla Basilica di San Pietro per la suggestiva funzione:

« ...In tal modo la Madonna si è fatta Lei stessa pellegrina fra i pellegrini. Dopo i solenni vespri officiati in pio raccoglimento nella sua Basilica Liberiana, Ella è uscita silenziosamente, come era nel suo stile; e, nell'ancor tiepida chiarità del tramonto con passo rapido ha percorso le più agevoli vie dell'Urbe, fra commosse attestazioni d'affetto della sua gente, sorpresa e incuriosita per l'eccezionale evento che rendeva ancor più raccostato e familiare il contatto della Madre coi figli amati; sensibili questi al profetico giocondissimo presagio: "Tutte le genti mi chiameranno beata". »
(Carlo Confalonieri, Città del Vaticano, 14 agosto 1975 [29])

Il 12 dicembre 1977 divenne Decano col titolo di Cardinale vescovo di Ostia che si aggiunse al precedente titolo di Cardinale vescovo di Palestrina. In tale veste, presiedette le esequie, in Piazza San Pietro, di due pontefici: Paolo VI e Giovanni Paolo I, deceduti a brevissima distanza l'uno dall'altro nel 1978. Molto numerose furono le manifestazioni di stima e gli apprezzamenti per la perfetta esecuzione dei sacri riti, trasmessi in mondovisione [30].

Il 30 agosto 1980 accompagnò Giovanni Paolo II nella visita pastorale in Abruzzo e a L'Aquila dove era stato alla guida dell'Arcidiocesi [31]. Il 13 maggio 1981 Confalonieri stava assistendo all'udienza generale di Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro dalla terrazza del suo appartamento, quando udì i colpi di rivoltella di Alì Agka:

« In quel momento non guardavo il pontefice. Mi stavo muovendo. Appena mi resi conto di ciò che era successo, rimasi come intontito. Un attentato al Papa! Perché? Come mai? Corsi subito in Vaticano per avere più informazioni. In quelle ore non si temeva tanto per la vita del pontefice. Solo dopo qualche giorno sapemmo che le ferite erano parecchie e che la cosa stava diventando preoccupante. Ma l'impressione dominante era lo shock per il gesto; violenza al Papa! Dopo tanti secoli. »

Confalonieri si recò ogni giorno al Policlinico Gemelli per avere notizie e fu uno dei primi a rivedere il Papa:

« Era tranquillissimo, con l'aspetto più uguale di sempre. Forse il suo volto appariva un po' rimpicciolito, ma i suoi modi erano disinvolti e sereni. Soprattutto Egli non manifestava nessuna preoccupazione per la sua salute. »

L'anno seguente, nell'anniversario dell'attentato, quando Giovanni Paolo II si recò al Santuario di Nostra Signora di Fatima per ringraziare la Madonna, volle con sé il caro cardinale decano, che con tanta sollecitudine e premura lo aveva visitato durante la degenza [34].

Morte

Il 28 agosto 1983 a 90 anni compiuti, ebbe l'onore di aprire la Porta Santa della Basilica di Santa Maria in Collemaggio in occasione della Perdonanza Celestiniana a L'Aquila e della Basilica di Santa Maria Maggiore, per l'indizione dell'Anno Giubilare straordinario, il 24 dicembre dello stesso anno.

Morì a Roma il 1º agosto 1986 all'età di 93 anni. Le esequie furono presiedute da Giovanni Paolo II nella Basilica di San Pietro lunedì 4 agosto [35]. Erano presenti anche le delegazioni di Seveso dell'Aquila e di Palestrina. Le autorità e la popolazione dell'Aquila "volevano avere il privilegio e l'onore di accogliere le spoglie mortali del loro indimenticato e indimenticabile arcivescovo", per deporle nella Basilica di Santa Maria in Collemaggio, accanto al sepolcro di Celestino V, ma si arresero alla volontà precisa del cardinale di essere sepolto nella tomba di famiglia. Il giorno seguente il cardinale Giovanni Colombo celebrò una messa [36] nell'affollatissima chiesa Prepositurale di Seveso [37]. La sua salma riposa, per suo espresso volere, nel cimitero di Seveso, accanto a quelle dei suoi genitori.

Iscrizione

Iscrizione sulla tomba del cardinale.
NELLA SUA TERRA COME EGLI VOLLE

ACCANTO AI GENITORI RIPOSA
CARLO CONFALONIERI
CARDINALE VESCOVO DECANO
25.VII.1893       1.VIII.1986
AETERNA FAC SANCTIS TUIS

IN GLORIA NUMERARI

Memoria di Francesco Rocca

II ricordo della sua parola rimarrà indelebile nella memoria e nel cuore dei sevesini che ebbero la fortuna di ascoltarlo durante i frequenti ritorni alla cittadina natale. Le ultime volte in ordine di tempo il 15 maggio 1983 in veste di Legato Pontificio al Congresso Eucaristico Nazionale tenutosi a Milano e il 4 novembre 1984 a fianco di Papa Giovanni Paolo II in visita alla diocesi di Milano in occasione del IV centenario della morte di San Carlo Borromeo.

« "Sono vecchio" iniziò l'omelia, assentendo con il capo e un dolce sorriso, "e tanti tanti sono i ricordi...". Una pausa, quasi la vita, le innumerevoli vicissitudini sostenute dal fuoco della fede, che traspariva nella lucentezza degli occhi, passasse davanti nei brevi istanti. "Ma bisogna amare la propria terra" continuò, "dalla quale nella sua bontà il Signore ha voluto e tratto la nostra origine". Come dire, dopo il vortice della vita, il turbine di attività, l'amato ritorno alle radici, linfa preziosa nascosta nel fondo del cuore, alla quale ovunque e sempre nei momenti di bonaccia o di tempesta è stata attinta energia per proseguire. Radici che hanno attraversato il cuore dei genitori, degli avi, delle persone della comunità cittadina e di quella più grande della Brian­za, alimentate e sanate dalla fede in Cristo. Da qui il suo richiamo alla costante ricerca di altre mete dello Spirito, alla gioia della perfezione nell'avvicinarsi a Dio. E ancora il ripetuto appello a guardare costantemente verso le alture, l'indicazione della casa definitiva dove finalmente giungere, la Patria che ci attende dopo questo prologo della vita nel mondo, l'immensa felicità di essere per sempre nel Signore. La figura eretta, il volto rivolto in alto e il luccichio degli occhi, quasi sprigionassero una inesauribile energia e lo sguardo si perdesse di là dalle arcate in una nuova terra, nei nuovi cieli, con le braccia allargate e il lento movimento delle mani come per aiutare la parola e la figura stessa ad ascendere verso quel cielo e quella terra, da tutta la sua persona, alta in piedi davanti all'altare, veniva il bisogno di comunicare il desiderio di elevarsi, di mirare alle altezze dello Spirito, di anelare al Padre affidandosi al Figlio.... Lo spontaneo lungo applauso al termine della celebrazione, dopo la benedizione, vol­le significare che il messaggio era stato accolto e nello stesso tempo bene esprimeva il ringraziamento e l'affetto dei sevesini per il loro Cardinale al quale, prima che si girasse all'altare, si videro luccicare gli oc­chi, commosso. »
(Francesco Rocca Sindaco di Seveso anni '70, La scomparsa del Cardinale Confalonieri, in I quaderni della Brianza, n° 48 - settembre/ottobre 1986)

Opere e pubblicazioni

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Onorificenze

Gran Croce dell'Ordine di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria Gran Croce dell'Ordine di Carlo III (Spagna)
— 23 dicembre 1974[38]

Successione degli incarichi

Predecessore: Segretario particolare del Sommo Pontefice Successore: C o a Pio XI.svg
Attilio Bianchi 6 febbraio 1922 - 10 febbraio 1939 Robert Leiber I
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Attilio Bianchi {{{data}}} Robert Leiber
Predecessore: Arcivescovo dell'Aquila Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Gaudenzio Manuelli 27 marzo 1941 - 22 febbraio 1950 Costantino Stella I
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Gaudenzio Manuelli {{{data}}} Costantino Stella
Predecessore: Arcivescovo titolare di Nicopoli al Nesto Successore: Archbishop CoA PioM.svg
John Aelen 22 febbraio 1950 - 15 dicembre 1958 Emilio Tagle Covarrubias I
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John Aelen {{{data}}} Emilio Tagle Covarrubias
Predecessore: Segretario della Congregazione dei Seminari e delle Università degli Studi Successore: Emblem Holy See.svg
Giuseppe Rossino 25 gennaio 1950 - 15 dicembre 1958 Dino Staffa I
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Giuseppe Rossino {{{data}}} Dino Staffa
Predecessore: Cardinale presbitero di Sant'Agnese fuori le Mura Successore: CardinalCoA PioM.svg
Samuel Alphonsius Stritch 15 dicembre 1958 - 15 marzo 1972 Louis-Jean-Frédéric Guyot I
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Samuel Alphonsius Stritch {{{data}}} Louis-Jean-Frédéric Guyot
Predecessore: Arciprete della Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore Successore: Santa maria maggiore 051218-01.jpg
Alessandro Verde 16 novembre 1959 - 1º agosto 1986 Luigi Dadaglio I
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Alessandro Verde {{{data}}} Luigi Dadaglio
Predecessore: Segretario della Congregazione concistoriale Successore: Emblem Holy See.svg
Marcello Mimmi 14 marzo 1961 - 1966
(Pro-prefetto dal 1966 al 15 agosto 1967)
Francesco Carpino I
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Marcello Mimmi {{{data}}} Francesco Carpino
Predecessore: Presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina Successore: Emblem Holy See.svg
Marcello Mimmi 14 marzo 1961 - 15 agosto 1967 Antonio Samorè I

Antonio Samorè 1969 - 25 febbraio 1973 Sebastiano Baggio II
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Marcello Mimmi {{{data}}} Antonio Samorè
Predecessore: Prefetto della Congregazione per i Vescovi Successore: Emblem Holy See.svg
Papa Paolo VI 15 agosto 1967 - 25 febbraio 1973 Sebastiano Baggio I
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Papa Paolo VI {{{data}}} Sebastiano Baggio
Predecessore: Presidente della Pontificia Commissione per la Pastorale dell'Emigrazione e del Turismo Successore: Emblem Holy See.svg
- 30 aprile 1970 - 25 febbraio 1973 Bernardin Gantin I
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- {{{data}}} Bernardin Gantin
Predecessore: Cardinale vescovo titolare di Palestrina Successore: CardinalCoA PioM.svg
Benedetto Aloisi Masella 15 marzo 1972 - 1º agosto 1986 Bernardin Gantin I
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Benedetto Aloisi Masella {{{data}}} Bernardin Gantin
Predecessore: Sottodecano del Collegio cardinalizio Successore: Pavillon pontifical.png
Luigi Traglia 7 gennaio 1974 - 12 dicembre 1977 Paolo Marella I
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Luigi Traglia {{{data}}} Paolo Marella
Predecessore: Cardinale vescovo di Ostia Successore: Kardinalcoa.png
Luigi Traglia 12 dicembre 1977 - 1º agosto 1986 Agnelo Rossi I
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Luigi Traglia {{{data}}} Agnelo Rossi
Predecessore: Decano del Collegio cardinalizio Successore: Berretta cardinalizia.png
Luigi Traglia 12 dicembre 1977 - 1º agosto 1986 Agnelo Rossi I
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Luigi Traglia {{{data}}} Agnelo Rossi
Note
  1. Familiari del 2003/04 Dal sito delle Suore Misericordine su suoremisericordine.it. URL consultato il 15-01-2019
  2. 2,0 2,1 2,2 2,3 Francesco Rocca op. cit.
  3. Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 1935, op. cit., p. 351
  4. Salvatore Garofalo presentazione di Mons. Francesco Marchisano, p.12
  5. Amedeo Esposito op. cit., pag. 49
  6. Carlo Confalonieri Decennio Aquilano, p.48
  7. Amedeo Esposito op. cit., pag. 81
  8. Amedeo Esposito op. cit., appendice 1 pag. 134
  9. Amedeo Esposito op. cit., pag. 15
  10. Lettera del capitano Steffan riprodotta da Virgilio Pastorelli, Un vescovo una città, pag. 49
  11. Peghiera di Papa Pio XII per la consacrazione della Chiesa e del genere umano al Cuore Immacolato di Maria
  12. Carlo Confalonieri Decennio Aquilano, p.79
  13. Carlo Confalonieri Decennio Aquilano, p.82
  14. Salvatore Garofalo op. cit., p.110
  15. Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 1958, op. cit., p. 987
  16. Amedeo Esposito op. cit., pag. 246
  17. Carlo Confalonieri Momenti romani, p.84
  18. Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 1961, op. cit., p. 329
  19. Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 1963, op. cit., p. 114
  20. Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale 1964, op. cit., p. 479
  21. Tratto dal testo dell'omelia del Cardinale Confalonieri a Santa Maria Maggiore del 21 novembre 1964 online
  22. Salvatore Garofalo op. cit., p.129
  23. Omelia di Paolo VI in occasione della consacrazione del monastero di Montecassino del 24 ottobre 1964 online sul sito della Santa Sede
  24. Tratto dal testo dell'omelia del Cardinale Confalonieri a Montecassino del 22 marzo 1965 online
  25. Salvatore Garofalo op. cit., p.118
  26. Salvatore Garofalo op. cit., p.125
  27. Salvatore Garofalo op. cit., p.131
  28. La Voce di Aquino - n. 58, ottobre 1974 pag. 17 on-line
  29. tratto dall'omelia del Cardinale Confalonieri on-line
  30. Carlo Confalonieri Momenti romani, p.158
  31. Discorso di Giovanni Paolo II del 30 agosto 1980 a Monte Roio (L'Aquila) online sul sito della Santa Sede
  32. L'Osservatore Romano, 23 dicembre 1984, pag. 4 - Salvatore Garofalo, Il Cardinale Carlo Confalonieri, Roma, Edizioni Studium, 1993, pag. 136
  33. Salvatore Garofalo op. cit., p.136
  34. Salvatore Garofalo op. cit., p.136
  35. Santa Messa per le esequie del Card. Carlo Confalonieri
  36. Omelia del Cardinale Colombo online
  37. Salvatore Garofalo op. cit., p.144
  38. Bollettino Ufficiale di Stato
Bibliografia
  • Carlo Confalonieri, Decennio Aquilano, (1941-1950), Esperienze pastorali, Edizioni Paoline, 1966
  • Carlo Confalonieri, Momenti romani, Editice pro sanctitate, Roma, 1979
  • Francesco Rocca, La scomparsa del Cardinale Confalonieri, in I quaderni della Brianza n° 48, 1986
  • Salvatore Garofalo, Il Cardinale Confalonieri, Edizioni Studium, Roma, 1993
  • Amedeo Esposito, Il Cardinale Confalonieri e l'Aquila, Edizioni One Group, L'Aquila, 2004
Collegamenti esterni