Sacro Monte di Varallo

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Sacro Monte di Varallo
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Varallo SacroMonte complesso.jpg
Varallo, Sacro Monte, complesso monumentale
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Piemonte
Regione ecclesiastica
Regione ecclesiastica Piemonte
Provincia Vercelli
Comune Varallo Sesia
Diocesi Novara
Religione Cattolica
Indirizzo Santuario Sacro Monte, 3
13019 Varallo (VC)
Telefono +39 0163 51131
Fax +39 0163 54454
Posta elettronica rettore@sacromontedivarallo.it
Sito web Sito ufficiale
Proprietà Comune di Varallo
Oggetto tipo Sacro Monte
Dedicazione
Gesù Cristo
Fondatore Beato Bernardino Caimi
Data fondazione 1486
Architetti Gaudenzio Ferrari
Galeazzo Alessi
Giovanni d'Enrico
Enrico d'Enrico
Bartolomeo Ravelli
Giovanni Battista Morondi
Inizio della costruzione 1491
Completamento 1896
Altitudine 608 m.
Coordinate geografiche
45°49′07″N 8°15′17″E / 45.818611, 8.254722 Stemma Piemonte
Mappa di localizzazione New: Piemonte
Sacro Monte di Varallo
Sacro Monte di Varallo
Vercelli
Vercelli
Torino
Torino
Patrimonio UNESCO.pngPatrimonio dell'umanità
Denominazione principale UNESCO
Sacro Monte di Varallo
Sacro Monte di Varallo
Tipologia Architettonico, paesaggistico
Pericolo Nessuna indicazione
Anno 2003
Scheda UNESCO inglese
francese

Il Sacro Monte di Varallo (Vercelli) è un complesso monumentale, che sorge su uno sperone roccioso alle pendici del monte Tre croci e costituito da una basilica e quarantaquattro cappelle decorate con dipinti murali ad affresco e popolate da più di ottocento statue a grandezza naturale, che narrano le Storie della vita di Gesù Cristo.

Storia

Origini

L'idea dell'edificazione di un Sacro Monte posizionato su di una parete rocciosa che domina l'abitato di Varallo fu concepita nel 1481 dal beato Bernardino Caimi (1435 - 1500), religioso francescano, già custode del Santo Sepolcro a Gerusalemme nel 1478 che, avendo svolto un'intensa attività pastorale e diplomatica in Palestina, aveva potuto constatare la crescente difficoltà per i cristiani di raggiungere la Terra Santa, poiché nel 1517 era stata annessa all'Impero Ottomano. Per questo, verso la metà del XV secolo si era diffuso in Occidente un forte bisogno di riprodurre i luoghi e i paesaggi palestinesi. Esempi di questa necessità sono, in primo luogo, le chiese a pianta centrale, che richiamano la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme o il grande Santuario di Santa Maria delle Grazie, presso Forlì voluto nel 1450 da un corsaro di origine albanese, Pietro Bianco da Durazzo, che fu in stretti rapporti con Bernardino da Siena (1380 - 1444), presbitero francescano. Alla base del progetto di beato Bernardino Caimi vi era, dunque, il desiderio di realizzare una Nuova Gerusalemme riproducendo non più la sola Basilica del Santo Sepolcro, ma tutti i luoghi santi in cui meditare sui misteri della vita Gesù Cristo, tale replica avrebbe potuto costituire la meta di un pellegrinaggio in un certo senso sostitutivo di quello vero divenuto impossibile, perché troppo pericoloso e consentire così ai fedeli di viverne la spiritualità ripercorrendone gli itinerari.

Dietro a queste rappresentazioni vi era, inoltre, una forte intenzione didattica alla base della spiritualità francescana, attenta a promuovere l'immedesimazione dei fedeli con l'esempio dato dalla figura di Gesù: da qui il progetto di un percorso devozionale sulle tracce della memoria dei luoghi sacri che doveva essere corredato da immagini finalizzate ad aiutare il credente-spettatore ad immedesimarsi nella storia riportata nelle Sacre Scritture, in una sorta di esegesi dei Vangeli.

Nel 1486, ricevute le necessarie autorizzazioni e contando su importanti donazioni - anche in virtù dei buoni rapporti con Ludovico il Moro - il Caimi poté vedere l'inizio dell'edificazione della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, annessa al convento francescano e quella delle prime cappelle del Sacro Monte.

Nel 1491 risultavano terminate le cappelle del Santo Sepolcro, dell'Ascensione di Gesù Cristo e della Deposizione di Gesù Cristo dalla croce; da quest'ultima proviene probabilmente il gruppo scultoreo con il Compianto di Gesù Cristo morto (1486 - 1493), in legno dipinto policromo, di Giovanni Pietro e Giovanni Ambrogio De Donati, attualmente esposto alla ora alla Pinacoteca Civica di Varallo.

La morte del Caimi nel 1500 non arrestò il programma di edificazione, anche per la notorietà che il Sacro Monte iniziava ad avere come meta di pellegrinaggi e l'approvazione ricevuta dal Ducato di Milano.

Cinquecento

Sacro Monte, complesso monumentale (pianta)

Il progetto del beato Caimi trovò felice concretizzazione, a partire dai primi decenni del XVI secolo grazie all'opera del pittore, scultore e architetto Gaudenzio Ferrari (1475/1480 - 1546), che divenne il vero regista e protagonista dell'impresa del Sacro Monte; vi lavorò per circa quindici anni (1513-1529) come progettista di alcune cappelle, autore di numerose statue (dapprima lignee, poi in terracotta policroma) e di dipinti murali ad affresco che fanno da sfondo alle scene sacre. Suo è, anche, il lascito creativo e progettuale che segnerà le produzioni artistiche successive.

Quando Gaudenzio Ferrari lasciò il Sacro Monte, il luogo aveva ormai una relativa maestosità scenica. Con la crescita dell'afflusso dei [[fedeli],[1] il programma costruttivo riprese e continuò grazie all'interessamento di altri artisti, a cominciare dagli allievi di Gaudenzio Ferrari come Giulio Cesare Luini, Fermo Stella e Giacomo Paracca e i fratelli Giovanni Battista e Giovanni Mauro Della Rovere detti i Fiammenghini.

La seconda metà del XVI secolo è caratterizzata da una radicale riprogettazione del Sacro Monte ad opera dell'architetto Galeazzo Alessi (1512 - 1572), che tra il 1565 e il 1568 concepì una nuova disposizione delle cappelle, non più su base topologica (con l'evidenza dei luoghi santi, quali Nazaret, Betlemme e Gerusalemme), com'era nel disegno iniziale del beato Bernardino Caimi, ma cronologica, per consentire al visitatore-fedele di seguire, di cappella in cappella, le tappe del cammino terreno di Gesù.

In quest'epoca fu soprattutto san Carlo Borromeo (1538 - 1584) a occuparsi della sorte del Sacro Monte, tanto che vi fece visita per ben quattro volte tra il 1571 e il 1584 e grazie al suo carisma accrebbe ancor più il prestigio della Nuova Gerusalemme: una statua nella Cappella 21 ricorda il luogo in cui il Santo amava raccogliersi in preghiera.

Anche gli esponenti di Casa Savoia, a partire dalla visita di Carlo Emanuele I (1562 - 1630) nel 1584, dimostrarono uno speciale interessamento nei riguardi di questo luogo, tanto che questi finanziò la costruzione della Cappella 11 con la Strage degli innocenti.

Dal Seicento al Settecento

Dopo un rallentamento dei lavori alla fine del XVI secolo, il programma costruttivo del complesso fu ripreso con grande, tra il 1602 ed il 1627, per volontà del vescovo di Novara Carlo Bascapè (1550 - 1615), che seguì le indicazioni dottrinali di san Carlo Borromeo e le istruzioni dettate dal Concilio di Trento (1545 - 1563), sulla funzione educativa delle immagini sacre per i fedeli.

Il cantiere dei lavori che si sviluppa nel corso del XVII secolo vedrà nascere un Sacro Monte pressoché identico, negli spazi, a quello che oggi si può visitare. Si aggiunsero nuove cappelle, nelle quali operano celebri artisti come il pittore Domenico Alfano, lo scultore Giovanni Wespin detto il Tabacchetti e, infine, Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone. Soprattutto, si assiste all'esordio e all'ascesa della grande stagione narrativa e compositiva condotta da Giovanni D'Enrico (1559 - 1644), architetto e scultore e dai suoi fratelli: Enrico, capomastro, Melchiorre e Antonio (noto come Tanzio da Varallo), pittori.

Giovanni D'Enrico, nel rispetto delle linee guida dettate da Gaudenzio Ferrari, è capace di infondere una forte espressività, un senso di teatralità e verità ai suoi soggetti. Opera al Sacro Monte per circa trentacinque anni (1605 - 1640), realizzando più di 335 sculture. A lui si deve l'erezione dell'elegante Palazzo di Ponzio Pilato completato dalla Scala Santa, costruita sul modello di quella della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Proprio durante questa edificazione l'équipe dei D'Enrico si completa con l'arrivo di Tanzio da Varallo che eseguirà i dipinti murali delle tre cappelle della Passione di Gesù Cristo.

Piazza dei Tribunali con la Fontana della Resurrezione e il Santo Sepolcro

Si concretizzò in questo periodo il "piano urbanistico" già concepito da Galeazzo Alessi relativamente alla parte sommitale del Monte, con cappelle che si dovevano disporre nei palazzi e nei porticati in stile rinascimentale destinati, ad di là della Porta Aurea, ad affacciarsi sulla Piazza dei Tribunali e sulla Piazza del Tempio.

Inoltre, nel 1614 sempre per impulso del vescovo Carlo Bescapè, ebbe inizio anche la costruzione della nuova Basilica, dedicata all'Assunzione di Maria, progettata da Bartolomeo Ravelli e da Giovanni d'Enrico, che sarà terminata nel 1713.

Dall'Ottocento ad oggi

L'edificazione del Sacro Monte, iniziata nel 1491, termina ufficialmente nel 1896 con la costruzione della facciata della basilica su progetto dell'architetto Giovanni Ceruti (1842 - 1907).

Attualmente, il Sacro Monte è proprietà del Comune di Varallo e dal 4 luglio 2003 è stato riconosciuto come bene d'interesse mondiale tutelato dall'UNESCO.

Nel 1980 la Regione Piemonte ha istituito un'area protetta denominata Riserva Naturale Speciale per salvaguardare le caratteristiche ambientali e paesaggistiche del Sacro Monte mentre e nel 2012 ha affidato il complesso varallese all'Ente di Gestione dei Sacri Monti che amministra i sette Sacri Monti regionali (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo) operando per conservare e tutelare i complessi storico-artistici e ambientali di tutti i siti.

Descrizione

Il complesso monumentale del Sacro Monte si compone di 44 cappelle e una basilica, che appare come una vera e propria cittadella fortificata cinta da mura e caratterizzata da vie, piazze, palazzi e giardini. All'interno delle cappelle statue e dipinti danno forma e voce "qui e ora" al percorso che narra la vita, la passione e la morte di Gesù, dall'Annunciazione all'Assunzione di Maria. Più di ottocento statue, in legno o terracotta a dimensione naturale e più di tremila dipinti murali, ad affresco, formano quello che lo storico dell'arte Giovanni Testori (1923 - 1993), chiamerà "Gran Teatro Montano".

Nella "Nuova Gerusalemme" voluta dal beato Bernardino Caimi sono illustrate le Storie della vita di Gesù Cristo e, in parte, di Maria Vergine. La narrazione è preceduta dall'antefatto, il Peccato originale (cappella 1). Gli episodi sono ispirati ai Vangeli e, davanti ad ogni cappella, è presente un'iscrizione dove sono riportati i versetti di riferimento tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento che la spiegano la scena raffigurata all'interno.

Percorso di visita delle Cappelle

Porta Maggiore

Appena oltrepassata la monumentale Porta Maggiore, prima opera varallese di Galeazzo Alessi, si entra nell'area sacra dove si notano due imponenti statue eseguite nel 1866-1867 da Pietro Zucchi raffiguranti:

Cappella 1 - Adamo ed Eva

Si tratta della cappella - prologo che segna l'avvio dell percorso ascensionale del Sacro Monte, scandito dalle Storie della vita di Gesù Cristo e, in parte, di Maria Vergine - che illustra il momento del Peccato originale e mostra i progenitori nell'atto dello scambio della mela in mezzo al giardino dell'Eden. L'edificio venne costruito nel 1565-1566 durante il periodo di riprogettazione generale del complesso realizzato da Galeazzo Alessi. All'interno, si nota:

Completano le scene bibliche alcune statue eseguite nel 1594 da Michele Prestinari e altre posizionate all'interno solo nel corso del XIX secolo. Le pareti sono decorate con dipinti murali ad affresco eseguiti nel 1604-1605 da Giovanni Battista della Rovere detto il Fiamminghino poi in parte scialbati, nel 1885-1886 da Francesco Burlazzi durante alcuni restauri della cappella.

Nel pronao della stessa si possono osservare pregevoli decorazioni in stucco, realizzati nel 1583 dai fratelli De Mangone.

Cappella 2 - Annunciazione

Complesso di Nazaret: struttura con cappelle 2, 3 e 4

L'episodio dell'Annunciazione è posto all'interno del Complesso di Nazaret, uno dei più antichi del Sacro Monte. Esso è già ricordato nella prima guida per la visita dei luoghi scritta dai francescani nel 1514, ma la cappella attuale risale al 1572, quando Galeazzo Alessi riprogetta l'edificio. All'interno, si notano:

Cappella 3 - Visitazione

La cappella della Visitazione, anch'essa posta all'interno del Complesso di Nazaret, venne costruita entro il 1544 e fu modificata intorno al 1572 su progetto di Galeazzo Alessi. All'interno, si nota:

Le pareti sono decorate da dipinti murali, ad affresco, databili al 1544-1545 e attribuiti a Giulio Cesare Luini e a Fermo Stella.

Vallone dell'Inferno

Spostandosi dalla cappella 3 alla 4 è possibile vedere dal terrazzo la parte più bassa del Monte, il cosiddetto Vallone dell'Inferno perché lì Galeazzo Alessi progettò la realizzazione del Purgatorio e dell'Inferno che poi non vennero mai compiuti. La valle non è naturale, ma è frutto della cava da cui sono state estratte le pietre per la costruzione del Sacro Monte.

Cappella 4 - Primo sogno di San Giuseppe

La cappella, che conclude il Complesso di Nazaret, venne edificata nel 1603-1604, ricavandola nel portico gaudenziano del 1510-1515. All'interno:

La decorazione pittorica, come nel caso della cappella precedente, propone una finta tappezzeria all'interno di un'abitazione, uno dei rari rimandi visivi a motivi decorativi orientali.

Cappella 5 - Arrivo dei Magi a Betlemme

L'episodio dell'arrivo dei Magi introduce il visitatore al mistero della nascita di Gesù. La cappella si trova nel Complesso di Betlemme, voluto dal fondatore del Sacro Monte, il beato Bernardino Caimi, ed edificato ad immagine e somiglianza della Basilica della Natività a Betlemme.

La cappella fu realizzata da Gaudenzio Ferrari (1516 - 1518): le statue sono in terracotta policroma, ad altezza naturale, barbe e capelli sono veri; i dipinti murali ad affresco ripropongono paesaggi valsesiani.

Cappella 6 - Natività di Gesù

La cappella, che illustra il momento della nascita di Gesù, eretta alla fine del XV secolo per volontà del beato Bernardino Caimi, è situata al centro del Complesso di Betlemme, fra i più antichi del Sacro Monte. All'interno:

Cappella 7 - Adorazione dei pastori

La cappella, posta all'interno del Complesso di Betlemme, illustra il momento nel quale gli angeli annunciarono agli umili pastori la nascita di Gesù: questa eretta alla fine del XV secolo per volontà del beato Bernardino Caimi. Si tratta di uno degli edifici più antichi del Sacro Monte: fu costruito entro il 1514. L'apparato scultoreo fu eseguito da Gaudenzio Ferrari nel 1513-1515 ad eccezione di due pastori che verranno approntati da Giovanni D'Enrico nel 1617 su commissione del vescovo Ludovico Taverna (1535 - 1617).

Cappella 8 - Presentazione di Gesù al Tempio

La cappella, edificata da Gaudenzio Ferrari nel 1515-1516, racconta il momento della presentazione di Gesù al Tempio e la circoncisione che, secondo la tradizione ebraica, avveniva quaranta giorni dopo la nascita. Lo spazio si contraddistingue anche per la presenza dell'elegante scala e del portale strombato, realizzati in pietra chiara, del tutto simili ai medesimi accessi verso la Basilica della Natività a Betlemme. Le statue, in terracotta policroma, sono databili alla seconda metà del XVI secolo, mentre quella della Madonna con Gesù Bambino venne realizzata da Gaudenzio Ferrari nel 1515-1516.

Cappella 9 - Secondo sogno di San Giuseppe

La cappella, rimasta vuota e senza apparati decorativi fino alla seconda metà del XVI secolo, venne allestita sul finire del secolo tenendo fede al progetto di Galeazzo Alessi. All'interno è collocato il gruppo scultoreo raffigurante San Giuseppe esortato alla fuga da un angelo (1572), in terracotta policroma, costituito da tre statue:

I dipinti murali ad affresco sono attribuiti a Giulio Cesare Luini e risalgono al 1573.

Cappella 10 - Fuga in Egitto

La cappella, realizzata tra il 1576 e il 1580 su progetto di Galeazzo Alessi, rappresenta il lungo viaggio intrapreso dalla Sacra Famiglia nel deserto per salvare Gesù dalla Strage degli Innocenti. All'interno si nota:

  • Gruppo scultoreo della fuga in Egitto (1581), in stucco policromo, di ambito piemontese.

Le pareti sono decorate con dipinti murali ad affresco realizzati entro il 1886 da Francesco Burlazzi.

Cappella 11 - Strage degli Innocenti

La cappella venne costruita nel 1586-1588 da Giovanni e Enrico d'Enrico, grazie al finanziamento del duca Carlo Emanuele I di Savoia, la cui moglie Caterina Michela d'Asburgo (1567 - 1597) sarebbe raffigurata nella donna in abiti cinquecenteschi sulla parete destra.

L'allestimento e l'apparato scultoreo s'ispirano al progetto di Galeazzo Alessi. Le statue, in terracotta policroma, furono eseguite nel 1588-1589 da Giacomo Paracca detto il Bargnola e da Michele Prestinari, che si occupò della realizzazione del trono di Erode e di circa trenta sculture dei bambini tra il 1594 e il 1595. Le pareti sono decorate con dipinti murali ad affresco eseguiti da Giovanni Battista della Rovere detto il Fiamminghino e risultano completati entro il 1590.

Cappella 12 - Battesimo di Gesù Cristo

La cappella, a pianta ottagonale, che venne edificata tra il 1572 e il 1576 su progetto di Galeazzo Alessi, richiama la struttura dei battisteri paleocristiani. Le statue sono di ambito lombardo e la decorazione pittorica, invece, venne realizzata nel 1584 da Gabriele di Cristoforo Bossi che si occupò anche della dipintura delle sculture e della figura di Dio Padre, oltre agli animali che appaiono sulle rive del fiume Giordano.

Cappella 13 - Tentazioni di Gesù Cristo

La struttura della cappella è una delle più antiche del complesso del Sacro Monte: i documenti la attestano già agli inizi del XVI secolo. Le statue sono di autore anonimo, mentre i dipinti murali ad affresco sono attribuiti a Melchiorre d'Enrico, eseguiti verosimilmente agli inizi del XVII secolo.

Cappella 14 - Gesù Cristo e la Samaritana al pozzo

Nella cappella è illustrato l'incontro di Gesù Cristo con una donna della Samaria accanto ad un pozzo per l'acqua. L'edificio venne costruito nel 1573-1574 su progetto dell'architetto Galeazzo Alessi. Lo scultore è anonimo, mentre la decorazione pittorica è attribuita al pittore Gian Giacomo Testa.

Cappella 15 - Guarigione del paralitico

La cappella venne progettata ed edificata nel 1572 da Galeazzo Alessi. L'allestimento interno, invece, venne realizzato nel corso del secolo successivo da Giovanni d'Enrico che plasmò le statue (1620), in terracotta policroma e la decorazione pittorica ad affresco fu eseguita nel 1621-1622 da Cristoforo Martinolio detto il Rocca.

Cappella 16 - Gesù Cristo resuscita il figlio della vedova di Naim

La cappella fu costruita tra il 1572 e il 1583, grazie al finanziamento della marchesa Matilde di Savoia: l'edificio fa parte del grande progetto di ristrutturazione del Sacro Monte ideato da Galeazzo Alessi. Le statue furono eseguite nel 1587-1589 da Bartolomeo Badarello, mentre la pareti sono state decorate con dipinti murali ad affresco attribuiti a Gian Giacomo Testa.

Cappella 17 - Trasfigurazione di Gesù Cristo

Si tratta di una delle cappelle più grandiose e scenografiche di tutto il Sacro Monte: essa venne costruita secondo il progetto di Galeazzo Alessi e iniziata entro il 1572, ma fu ultimata solo nel 1665. Le statue sono attribuite a Pietro Francesco Petera e a Giovanni Soldo, mentre i dipinti murali ad affresco sono stati realizzati nel terzo quarto del XVII secolo dai fratelli Giovanni e Giuseppe Danedi.

Cappella 18 - Resurrezione di Lazzaro

La cappella, che illustra Resurrezione di Lazzaro, fu costruita tra il 1576 e il 1580 su progetto di Galeazzo Alessi e, pochi anni dopo, era completa degli allestimenti interni. Le statue sono attribuite a Bartolomeo Badarello, mentre i dipinti murali ad affresco riferibili a Gian Giacomo Testa.

Cappella 19 - Entrata di Gesù Cristo a Gerusalemme

La cappella segna l'area di congiunzione tra la parte inferiore del Sacro Monte, inserita nel bosco e la parte superiore, caratterizzata dal contesto architettonico di Gerusalemme. L'edificio venne costruito tra 1578 e 1583 su progetto di Galeazzo Alessi; le sedici statue, in stucco e terracotta, sono attribuite a Bartolomeo Badarello, mentre i dipinti murali ad affresco sono attribuiti a Gian Giacomo Testa, poi ampliati nel corso del XVIII e XIX secolo grazie a contributi di Pietro Borsetti e Giovanni Avondo.

Porta Aurea

Attraverso la Porta Aurea, costruita nel 1723 dall'architetto Giovanni Battista Morondi, che nello stesso anno veniva dipinta con Storie dell'Antico Testamento da Bartolomeo Borsetti, si entra nella città di Gerusalemme.

Cappella 20 - Ultima Cena

Cappella 11 - Ultima Cena

L'Ultima Cena è uno degli allestimenti più antichi che si siano conservati della fase primitiva di edificazione del Sacro Monte. Le statue, in legno rivestite di tela gessata e dipinta, risalgono alla fine del XV secolo e possono essere attribuite alla bottega lombarda dei De Donati. La scena subì alcuni spostamenti nel corso del tempo fino a trovare l'attuale sistemazione nel 1776 con l'edificazione del portico di Casa Parella. I dipinti murali ad affresco furono eseguiti nel terzo quarto del XVIII secolo da Antonio Orgiazzi il Vecchio, autore anche di alcune stoviglie e vivande, mentre altre vennero plasmate da Giovanni d'Enrico nei primi decenni del XVII secolo.

Cappella 21 - Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani

La piccola cappella, che illustra l'Orazione di Gesù Cristo nell'orto di Gethsemani, presenta tre statue plasmate dal Giovanni d'Enrico entro il 1604, mentre i dipinti murali ad affresco furono eseguiti nel terzo quarto del XVIII secolo da Antonio Orgiazzi il Vecchio.

Da notare sulla sinistra:

Cappella 22 - Gesù Cristo sveglia i discepoli

La cappella, edificata nel 1606, si presenta attualmente nella sistemazione realizzata nel 1863. Le statue, che illustrano il momento nel quale Gesù Cristo sveglia i discepoli, addormentati nell'Orto degli ulivi, furono plasmate nel 1605 - 1606 da Giovanni d'Enrico e dipinte dal fratello Melchiorre autore, inoltre, nel 1612 dei dipinti murali ad affresco alle pareti.

Cappella 23 - Cattura di Gesù Cristo

La cappella originaria venne edificata nel 1538. Le statue, in legno, furono realizzate nel 1540-1545 da una bottega lombarda. L'attuale sistemazione fu invece posta all'interno del Palazzo di Ponzio Pilato all'inizio del secolo successivo, su richiesta del vescovo Carlo Bascapè; nel riallestimento vennero impiegate le statue precedenti e ne furono aggiunte due attribuite a Giovanni Battista Corbetta e altre cinque plasmate da Giovanni d'Enrico. I dipinti murali ad affresco del 1619 sono opera dei fratelli Melchiorre d'Enrico e Tanzio da Varallo.

Cappella 24 - Gesù Cristo al tribunale di Anna

La scena di Gesù Cristo al tribunale di Anna inaugura lo spazio della Piazza dei Tribunali, disegnata ed eretta da Giovanni d'Enrico nel corso dei lavori della prima metà del XVII secolo. Le cappelle sono ormai divenute eleganti palazzi, circondate da giardini all'italiana.

La cappella, progettata da Giovanni Battista Morondi, è l'ultima edificata nel Sacro Monte (1704-1740). All'interno, si conservano statue realizzate, in terracotta policroma, nel 1742-1743 da Carlo Antonio Tantardini e quella di Anna (1776), opera di Giovanni Battista Bernero. I dipinti murali ad affresco del 1765 sono opera di Sigismondo Betti.

Cappella 25 - Gesù Cristo davanti a Caifa

La cappella, progettata già da Galeazzo Alessi, fu costruita tra il 1614 e il 1618 da Giovanni d'Enrico, il quale realizzò intorno al 1630 anche le statue. I dipinti murali ad affresco sono stati eseguiti nel 1642 da Cristoforo Martinolio detto il Rocca.

Cappella 26 - Pentimento di san Pietro

Cappella 27 - Gesù Cristo davanti a Ponzio Pilato

La cappella, la più piccola di tutto il Sacro Monte, edificata nel 1630-1635, presenta all'interno interessanti dipinti murali ad affresco sono eseguiti nel 1642 da Cristoforo Martinolio detto il Rocca e in particolare:

Cappella 27 - Gesù Cristo davanti a Ponzio Pilato

La cappella si trova sopra una scenografica scalinata che termina idealmente nell'edificio che rappresenta il Palazzo di Ponzio Pilato, eretto tra il 1602 ed il 1627 per volontà del vescovo Carlo Bascapè, disegnato e realizzato da Giovanni d'Enrico e Bartolomeo Ravelli. Le opere contenute nell'ambiente, edificato nel 1605-1608, sono il risultato del lavoro d'equipe della bottega dei D'Enrico (1618-1628): Giovanni si occupò di plasmare le sculture, il fratello Melchiorre di dipingerle, mentre i dipinti murali ad affresco furono affidati al fratello Tanzio da Varallo. Di particolare interesse storico-artistico:

Cappella 28 - Gesù Cristo davanti a Erode Antipa

Cappella 28 - Tribunale di Erode Antipa: prospetto esterno

La cappella venne costruita tra il 1619 e il 1630 su progetto di Giovanni d'Enrico e Bartolomeo Ravelli. I dipinti murali ad affresco furono eseguiti nel 1628-1630 da Tanzio da Varallo, mentre le 35 statue furono realizzate entro il 1628 da Giovanni e Melchiorre d'Enrico.

Cappella 29 - Gesù Cristo ricondotto davanti a Ponzio Pilato

La cappella, edificata nel 1610, presenta 23 statue realizzate entro il 1640 da Giovanni d'Enrico, in collaborazione con Giacomo Ferro, che rappresentano uno degli ultimi lavori del maestro, ormai molto anziano, al Sacro Monte. I dipinti murali ad affresco, invece, furono ultimati solo nel 1679 da Pierfrancesco Gianoli.

Cappella 30 - Flagellazione di Gesù Cristo

Nella cappella, edificata entro il 1610 per volontà del vescovo Carlo Bascapè, furono inserite le figure dei Flagellatori (metà del XVI secolo), in legno, di Giovanni da Battista Corbetta, provenienti dall'edificio originario. Le altre sculture sono in terracotta e furono plasmate da Giovanni d'Enrico (1617 ca.), mentre i dipinti murali ad affresco furono realizzati nel 1620 da Cristoforo Martinoglio detto il Rocca.

Cappella 31 - Incoronazione di spine

La cappella, inserita tra il 1614 ed il 1617 all'interno del Palazzo di Ponzio Pilato, presenta la scena dell'Incoronazione di spine. I dipinti murali ad affresco furono realizzati entro il 1614 da Ortensio Crespi, mentre le statue (1607), in terracotta, sono opera di Giovanni d'Enrico.

Cappella 32 - Gesù Cristo condotto al pretorio

La cappella presenta la scena Gesù Cristo condotto al pretorio, perché venga giudicato da Ponzio Pilato. È in questo momento che Gesù e così il visitatore-fedele, percorre la Scala Santa, copia di quella conservata nella Basilica di San Giovanni in Laterano, a Roma.

All'interno della cappella sono presenti tre statue lignee provenienti da quella originale come, ad esempio, la coppia formata da Gesù e dall'aguzzino con le braghe a righe, attribuita a Gaudenzio Ferrari (1510-1513). Le quattro sculture in terracotta, invece, sono opera di Giovanni d'Enrico (1640 ca.). I dipinti murali ad affresco furono realizzati nel 1657 da Pierfrancesco Gianoli.

Cappella 33 - Ecce Homo

Giovanni d'Enrico, Statua di popolano (1608-1609), in terracotta policroma; Cappella 33 - Ecce Homo

La splendida cappella, costruita nel 1605 su progetto di Giovanni d'Enrico, presenta le statue, in terracotta policroma, realizzate dal medesimo artista nel 1608-1609. I dipinti murali ad affresco furono eseguiti tra il 1609 e il 1616 da Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone. Di particolare interesse storico-artistico:

Cappella 34 - Ponzio Pilato si lava le mani

La cappella, ultimata nel 1617, presenta le statue, in terracotta policroma, plasmate nel 1609-1610 da Giovanni d'Enrico. I dipinti murali ad affresco furono eseguiti nel 1618-1619 da Tanzio da Varallo.

Cappella 35 - Gesù Cristo condannato a morte

L'allestimento della cappella venne completato entro il 1616: le 16 statue furono realizzate nel 1609-1610 da Giovanni d'Enrico, mentre la decorazione pittorica fu eseguita nel 1614 da Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone.

Cappella 36 - Salita di Gesù Cristo al monte Calvario

La cappella, terminata nel 1597, presenta all'interno uno splendido apparato scultoreo plasmato tra il 1599 e il 1602 da Juan de Wespin detto il Tabacchetti. Qualche anno dopo (1605 ca.) furono eseguiti anche i dipinti murali ad affresco per opera di Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone. Di particolare interesse storico-artistico:

Cappella 37 - Gesù Cristo inchiodato alla croce

La cappella, costruita tra il 1631 e il 1637 da Giovanni d'Enrico e Bartolomeo Ravelli, presenta opere che sono il risultato del lavoro d'equipe della bottega dei D'Enrico (1618-1628): Giovanni si occupò di plasmare le statue, il fratello Melchiorre di dipingerle, mentre i dipinti murali ad affresco furono affidati al fratello Antonio, noto come Tanzio da Varallo.

Cappella 38 - Crocifissione di Gesù Cristo

La cappella, eretta nel 1519-1520, probabilmente su progetto di Gaudenzio Ferrari, il quale realizzò anche i dipinti murali ad affresco e le 87 statue in terracotta policroma (1520-1528 ca.). In legno, dello stesso Gaudenzio, sono i Due ladroni, mentre Gesù Cristo crocifisso (fine del XV secolo), in legno, proviene da un'antica cappella soppressa. Di particolare interesse storico-artistico:

Cappella 39 - Deposizione di Gesù Cristo dalla croce

La cappella, costruita tra il 1631 e il 1637 da Giovanni d'Enrico e Bartolomeo Ravelli, presenta un'apparato scultoreo realizzato nel 1637-1638 dallo stesso Giovanni d'Enrico e la decorazione pittorica eseguita nel 1641-1642 da Melchiorre Gherardini, detto il Ceranino. ​

Cappella 40 - Compianto su Gesù Cristo morto

La cappella, costruita alla fine del XV secolo sotto la guida del beato Bernardino Caimi, in origine rappresentava la Salita di Gesù Cristo al monte Calvario, soggetto cui i dipinti murali ad affresco di Gaudenzio Ferrari. Solo in seguito fu destinata al Compianto. Le statue furono eseguite nel 1635 circa da Giovanni d'Enrico.

Cappella 41 - Deposizione di Gesù Cristo nella Sindone

La cappella, risalente alla fine del XV secolo, era originariamente unita alla scena raffigurante il Compianto su Gesù Cristo morto e ospitava il gruppo della Pietra dell'unzione, rimosso nel 1822 e dal 1882 conservato nella Pinacoteca Civica di Varallo. L'edificio fu risistemato nel corso del XIX secolo con statue eseguite nel 1826 da Luigi Marchesi e dipinti murali ad affresco di Pier Celestino Gilardi.

Cappella 42 - Altare di San Francesco

L'altare, dedicato a san Francesco d'Assisi, fondatore dell'Ordine francescano, in realtà non appartiene propriamente al percorso di visita. Esso ricorda l'altare usato dal Beato Bernardino Caimi per celebrare le Sante Messe prima che iniziassero i lavori di costruzione della chiesa. Vi si conserva:

Cappella 43 - Santo Sepolcro

Il Santo Sepolcro è considerato il cuore del Sacro Monte. Esso riproduce fedelmente il luogo della Terra Santa nel quale Gesù Cristo fu sepolto ed è il primo edifico costruito nel complesso monumentale: esso risulta già terminato il 7 ottobre 1491, mentre l'oratorio aperto sotto la cella è del XVIII secolo.

La cappella si articola in due ambienti: il primo, con Santa Maria Maddalena e l'angelo, il secondo contenente la statua Gesù Cristo morto]], in legno intagliato e dipinto, risalente alla fine del XV secolo.

Cappella 44 - Fontana della Resurrezione

La fontana, ubicata in una zona piuttosto decentrata della piazza del complesso, rappresenta la Resurrezione di Gesù Cristo. Essa fu voluta da beato Bernardino Caimi nel periodo della fondazione del Sacro Monte. L'acqua scorre da cinque aperture della vasca centrale e invita alla purificazione corporea, dopo quella spirituale avvenuta durante il percorso di ascesi, seguendo le Storie della vita di Gesù Cristo, prima dell'accesso alla basilica, termine del percorso.

Basilica di Santa Maria Assunta

Basilica di Santa Maria Assunta
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Basilica di Santa Maria Assunta (Varallo)

La Basilica di Santa Maria Assunta, iniziata nel 1614, su progetto di Giovanni d'Enrico e Bartolomeo Ravelli, venne ultimata, nella parte presbiteriale, nel 1642; nella seconda metà del XVII secolo fu costruita la navata, terminata all'inizio del XVIII secolo.

Esterno

La facciata, iniziata nel primo quarto del XIX secolo, secondo un progetto di Luigi Cagnola (1762 - 1833), venne ultimata solo tra il 1891 e il 1896 da Giovanni Ceruti, dopo che ne ebbe modificato le forme. Sulla facciata si notano:

Interno

L'interno della chiesa si presenta ad unica navata con cappelle laterali. Lo splendido altare maggiore, realizzato nel 1740 su progetto di Benedetto Alfieri, è sormontato da una cupola in cui è allestita una complessa raffigurazione del Paradiso, costituito da:

All'interno di notevole interesse storico-artistico, si conserva:

Note
Bibliografia
  • Marziano Bernardi, Il Sacro Monte di Varallo, Istituto Bancario San Paolo, Torino, 1960
  • Massimo Centini, I Sacri Monti nell'arco alpino italiano, Priuli & Verlucca, Ivrea, 1990, pp. 49-50
  • Giorgio Cricco, Francesco Paolo Di Teodoro, Itinerario nell'arte, vol. 2, Zanichelli, Bologna, 1999, pp. a58-a59, ISBN 9788808079503
  • Casimiro Debiaggi, Il Sacro Monte di Varallo - Breve storia della Basilica e di tutte le cappelle, Amministrazione Vescovile del Sacro Monte, Varallo, 1996
  • Giovanni Testori, La realtà della pittura. Scritti di storia e critica d'arte dal Quattrocento al Settecento, col. "I grandi libri illustrati", Longanesi, Milano, 1995, ISBN 9788830413122
  • Touring Club Italiano (a cura di), Piemonte, col. "Guide Rosse", Touring, Milano, 2005, pp. 643-646, ISBN 9770390107016
  • Luigi Zanzi, Paolo Zanzi, Atlante dei Sacri Monti prealpini, col. "Musei collezioni e luoghi artistici", Skira, Milano, 2014, pp. 52-54, 100, ISBN 9788857224077
Voci correlate
Collegamenti esterni