Papa Clemente IX
Clemente IX Papa | |
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al secolo Giulio Rospigliosi | |
Carlo Maratta, Ritratto di papa Clemente IX (1669), olio su tela; Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana | |
Età alla morte | 69 anni |
Nascita | Pistoia 28 gennaio 1600 |
Morte | Roma 9 dicembre 1669 |
Sepoltura | Roma, Basilica di Santa Maria Maggiore |
Ordinazione presbiterale | nessuna informazione |
Nominato arcivescovo | 14 marzo 1644 da Urbano VIII |
Consacrazione vescovile | cappella vaticana di Pio V, 29 marzo 1644 dal card. Antonio Marcello Barberini e dal card. vescovo Giovanni Battista Scanaroli |
Creato Cardinale |
9 aprile 1657 da Alessandro VII (vedi) |
Cardinale per | 12 anni e 8 mesi |
Incarichi ricoperti prima dell'elezione |
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Informazioni sul papato | |
238° vescovo di Roma | |
Elezione al pontificato |
20 giugno 1667 Conclave del 1667 |
Consacrazione | 27 giugno 1667 |
Fine del pontificato |
9 dicembre 1669 (per decesso) |
Durata del pontificato |
2 anni, 5 mesi e 19 giorni |
Predecessore | Alessandro VII |
Successore | Clemente X |
Extra | Papa Clemente IX Anni di pontificato |
Cardinali | 12 creazioni in 3 concistori |
Proclamazioni | Beati Santi |
Eventi | Nessun Giubileo indetto |
Collegamenti esterni | |
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Papa Clemente IX, al secolo Giulio Rospigliosi (Pistoia, 28 gennaio 1600; † Roma, 9 dicembre 1669) è stato il 238º vescovo di Roma e papa italiano dal 1667 alla sua morte.
Data la brevità del suo pontificato, Clemente IX non poté incidere molto nella politica pontificia, tuttavia la sua permanenza presso la Curia Romana fu molto feconda. Giulio Rospigliosi viene ricordato anche per la sua opera di librettista e per il suo contributo nella determinazione dei gusti e degli orientamenti del melodramma romano del seicento.
Biografia
Le origini e la carriera ecclesiastica
Giulio Rospigliosi, secondo la maggior parte dei documenti, nacque a Pistoia il 28 gennaio 1600 (secondo Kelly, The Oxford Dictionary of Popes, p.284, nacque il 27 gennaio) da Giacomo e Caterina Rospigliosi. Iniziò a studiare nella natia città dove, non ancora quattordicenne, ricevette la tonsura e gli ordini minori dal vescovo Alessandro del Caccia. Il 14 marzo 1614 si trasferì a Roma per studiare al Collegio Romano, dove ebbe come precettori personaggi del calibro di Tarquinio Galluzzi, Famiano Strada, Bernardino Castelli e Bernardino Stefonio. Terminata la fase degli studi presso questo prestigioso collegio, nel 1618 si trasferì all'Università di Pisa dove, nel 1623, ottenne i dottorati in teologia, filosofia e in utroque iure' (diritto civile e canonico) e venne accolto nell'Accademia degli Svegliati.
Nel 1624 tornò a Roma ed entrò al servizio del cardinale Antonio Barberini seniore (1569-1646), fratello di Papa Urbano VIII. Una volta al servizio del nobile cardinale, i suoi rapporti si estesero al Papa e ai cardinali Antonio Barberini iuniore e Francesco Barberini seniore. Da questi personaggi il futuro papa imparò a conoscere i problemi della politica europea.
In questo periodo Giulio Rospigliosi scrisse anche alcuni dei melodrammi per i quali è famoso:
- Sant'Alessio 1631;
- Erminia sul Giordano 1633;
- I Santi Didimo e Teodora 1635;
- Egisto 1637;
- San Bonifazio 1638;
- Genoinda 1641;
- Il palazzo incantato 1642;
- Sant'Eustachio 1643.
Il 14 marzo 1644 fu eletto arcivescovo titolare di Tarso; fu consacrato il 29 marzo, martedì santo, nella cappella vaticana di Pio V, da Antonio Barberini, assistito da Cezlo Zani, già vescovo di Città della Pieve e da Giovanni Battista Scannaroli, vescovo di Sidone. Nello stesso anno fu anche nominato nunzio in Spagna.
Il suo soggiorno in Spagna fu quasi una benedizione perché Innocenzo X, succeduto a Urbano VIII, cercò di punire i Barberini per le loro malversazioni. Giulio Rospigliosi, proprio per la sua vicinanza al vecchio papa, non fu mai visto di buon occhio dal nuovo. La famiglia Barberini, per sfuggirgli, si rifugiò in Francia presso il cardinale Giulio Mazzarino. Durante il suo soggiorno spagnolo, durato quasi 10 anni, Giulio venne in contatto con l'operistica locale e, al ritorno in Italia, iniziò una nuova fase della sua attività artistica.
Tornato a Roma nel 1653, iniziò a pensare di ritirarsi nella sua Pistoia, ma nel 1655 l'elezione di Alessandro VII determinò una svolta nella sua carriera. Divenne Segretario di Stato e, nel concistoro del 9 aprile 1657, venne creato cardinale presbitero.
Ricevette la berretta rossa e il titolo di San Sisto il 23 aprile 1657. Nel suo nuovo incarico si guadagnò la stima e la benevolenza sia della Curia che della Francia (la stima spagnola se l'era guadagnata nel periodo di nunziatura).
Con il ritorno a Roma dei Barberini, che nel frattempo erano stati perdonati, Rospigliosi tornò a occuparsi di librettistica e fece debuttare nuove opere:
Questa fu l'ultima opera, perché gli impegni curiali si fecero sempre più gravosi e la salute sempre più malferma.
Il conclave
Per approfondire, vedi la voce Conclave del 1667 |
Papa Alessandro VII morì il 22 maggio 1667. Il 2 giugno si riunì il conclave, in cui entrarono 61 cardinali raggiunti, in seguito, da ulteriori 3.
Il pontificato
Dal conclave uscì papa Giulio Rospigliosi, che fu incoronato il 26 giugno 1667 nella basilica patriarcale Vaticana dal cardinale Rinaldo d'Este, protodiacono di San Nicola alle Carceri. Il motto del nuovo pontefice fu "aliis non sibi clemens", "clemente con gli altri, ma non con sé stesso".
Il suo fu un pontificato di breve durata, nel quale proseguì la politica del suo predecessore.
Con la bolla Romanus Pontifex del 6 dicembre 1668 soppresse la Congregazione dei Canonici di San Giorgio in Alga, quella degli Eremiti di San Girolamo di Fiesole e quella maschile dei Gesuati di Pistoia, rilevandone l'inattività.
In politica estera la questione su cui dovette combattere fu la difesa dell'isola di Candia, l'ultimo baluardo veneziano nel Mediterraneo orientale assediato dagli ottomani del Gran Visir Coprili. Quest'ultimo aveva già conquistato la Moravia e la Slesia, deportando e rivendendo come schiavi almeno 80.000 cristiani. Il papa inviò ai veneziani aiuti in denaro, uomini e navi. Inoltre cercò di comporre i dissidi tra Spagna e Francia, in modo da creare un fronte cristiano compatto. La Francia mandò una piccola flotta e un esercito, mentre la Spagna tergiversò. Le due spedizioni militari del 1668 e del 1669, guidate dal nipote del papa, Vincenzo Rospigliosi, non approdarono a nulla e Candia cadde il 6 settembre 1669.
Nella controversia giansenita il papa riuscì a ricomporre la divisione con il clero francese, anche se quest'ultimo seguiva le tesi di Antoine Arnauld, che salvavano la forma, ma mantenevano il dissenso.La conciliazione formalizzata nel breve apostolico del 2 febbraio 1669, detta pace clementina, contribuì alla riconciliazione delle parti e alla pacificazione generale. Tuttavia il giansenismo continuò a espandersi e il comportamento del papa fu visto come un segno di debolezza.
In politica interna emanò provvedimenti economici e fiscali in favore dei consumi, del commercio e delle manifatture. Abolì la tassa sul macinato, incentivò l'industria della lana e la libera circolazione delle granaglie. Scrisse anche dei regolamenti sul comportamento del clero. Infine, nel 1669 istituì una Congregazione per la regolamentazione delle indulgenze.
Uomo di profonda devozione, visse la sua missione pontificale con il massimo zelo. Fece porre un confessionale in San Pietro e ogni giorno scendeva per amministrare il sacramento. Ogni giorno ospitava al suo desco 13 poveri, che spesso serviva personalmente. Faceva spesso visita agli ammalati dell'Ospedale di San Giovanni.
Come i suoi predecessori, fu un fautore della politica nepotista. Creò cardinale il nipote Giacomo Rospigliosi e nominò generale dell'esercito il fratello Camillo Rospigliosi, assegnando loro, tuttavia, delle rendite modeste.
La morte
Clemente fu colto da un colpo apoplettico nella notte tra il 25 e il 26 ottobre 1669. L'attacco si ripeté nella notte tra il 28 e il 29 novembre 1669. La morte sopravvenne il 9 dicembre. Erano passati appena due anni e mezzo dall'elezione.
Cardinali creati da Clemente IX
Concistoro del 12 dicembre 1667
- (1) Giacomo Rospigliosi, protonotario apostolico, nipote di Sua Santità († 2 febbraio 1684);
- (2) Leopoldo de' Medici († 10 novembre 1675);
- (3) Sigismondo Chigi († 30 aprile 1678).
Concistoro del 5 agosto 1669
Cardinale riservato "in pectore"[1]:
- (5) Luis Manuel Fernández de Portocarrero-Bocanegra y Moscoso-Osorio, decano del capitolo della cattedrale di Toledo (Spagna) († 14 settembre 1709.
Concistoro del 29 novembre 1669
- (6) Francesco Nerli il Vecchio, arcivescovo di Firenze († 6 novembre 1670);
- (7) Emilio Bonaventura Altieri, vescovo emerito di Camerino, prefetto della Casa Pontificia (papa Clemente X dal 29 aprile 1670);
- (8) Carlo Cerri, decano della Sacra Rota († 14 maggio 1690);
- (9) Lazzaro Pallavicino († 21 aprile 1680);
- (10) Giovanni Bona, Ordine Cistercense, abate († 28 ottobre 1674);
- (11) Nicolò Acciaioli, uditore generale presso la Camera Apostolica († 23 febbraio 1719);
- (12) Buonaccorso Buonaccorsi, tesoriere generale († 18 aprile 1678).
Incarichi ricoperti
- Professore di filosofia all'università di Pisa dal 1623 al 1625;
- Referendario del Tribunale della Segnatura Apostolica nel 1632;
- Segretario della Sacra Congregazione dei Riti;
- Giudice a latere della legazione di Avignone;
- Canonico della basilica patriarcale Liberiana dal 24 dicembre 1636, in seguito vicario;
- Cittadino onorario di Roma;
- Segretario dei Brevi ai Principi dal 1634 al 1644;
- Consultore della Sacra Penitenzieria dal 4 gennaio 1643;
- Vescovo titolare di Tarso dal 14 marzo 1644;
- Nunzio in Spagna dal 14 luglio 1644 al gennaio 1653;
- Governatore di Roma durante la sede vacante, dall'8 gennaio al 15 aprile 1655;
- Cardinale presbitero dal 9 aprile 1657 al 19 giugno 1667;
- Titolare di San Sisto dal 23 aprile 1657 al 19 giugno 1667;
- Segretario di Stato dall'aprile 1655 al 22 maggio 1667;
- Elettore al conclave del 1667;
- Papa dal 20 giugno 1667.
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine Supremo del Cristo | |
Genealogia episcopale
- Cardinale Guillaume d'Estouteville, O.S.B.Clun.
- Papa Sisto IV
- Papa Giulio II
- Cardinale Raffaele Sansone Riario
- Papa Leone X
- Papa Paolo III
- Cardinale Francesco Pisani
- Cardinale Alfonso Gesualdo di Conza
- Papa Clemente VIII
- Cardinale Pietro Aldobrandini
- Cardinale Laudivio Zacchia
- Cardinale Antonio Marcello Barberini, O.F.M.Cap.
- Papa Clemente IX
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo Titolare di Tarso | Successore: | |
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? | 1644-1667 | ? |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Spagna | Successore: | |
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Cesare Facchinetti sino al 1642 Sede Vacante (1642-1644) |
1644 - 1653 | Camillo Massimo |
Predecessore: | Cardinale Segretario di Stato | Successore: | |
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Fabio Chigi | 7 aprile 1655-22 maggio 1667 | Decio Azzolini juniore |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Sisto | Successore: | |
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Domenico Cecchini | 1657-1667 | Giacomo Rospigliosi |
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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Papa Alessandro VII | 20 giugno 1667 - 9 dicembre 1669 | Papa Clemente X |
Note | |
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Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|
- Vescovi di Tarso
- Nunzi apostolici per la Spagna
- Cardinali Segretari di Stato
- Cardinali presbiteri di San Sisto
- Presbiteri italiani del XVII secolo
- Italiani del XVII secolo
- Presbiteri del XVII secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi consacrati nel 1644
- Vescovi italiani del XVII secolo
- Vescovi del XVII secolo
- Vescovi per nome
- Vescovi consacrati da Antonio Marcello Barberini
- Vescovi consacrati da Giovanni Battista Scanaroli
- Italiani
- Arcivescovi per nome
- Concistoro 9 aprile 1657
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- Cardinali creati da Alessandro VII
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