Papa Innocenzo XIII
Innocenzo XIII Papa | |
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al secolo Michelangelo Conti | |
Anonimo pittore, Ritratto di papa Innocenzo XIII (primo quarto del XVIII secolo), olio su tela | |
Età alla morte | 68 anni |
Nascita | Poli 13 maggio 1655 |
Morte | Roma 7 marzo 1724 |
Sepoltura | Città del Vaticano, Sacre Grotte Vaticane |
Ordinazione presbiterale | al termine degli studi |
Nominato arcivescovo | 13 giugno 1695 da Innocenzo XII |
Consacrazione vescovile | Chiesa del Santissimo Nome di Gesù all'Argentina (Roma), 16 giugno 1695 dal card. arc. Galeazzo Marescotti |
Creato Cardinale |
7 giugno 1706 da Clemente XI (vedi) |
Cardinale per | 17 anni e 9 mesi |
Incarichi ricoperti prima dell'elezione |
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Informazioni sul papato | |
244° vescovo di Roma | |
Elezione al pontificato |
8 maggio 1721 Conclave del 1721 |
Consacrazione | 18 maggio 1721 |
Fine del pontificato |
7 marzo 1724 (per decesso) |
Durata del pontificato |
2 anni, 9 mesi e 30 giorni |
Predecessore | papa Clemente XI |
Successore | papa Benedetto XIII |
Extra | Papa Innocenzo XIII Anni di pontificato |
Cardinali | 3 creazioni in 2 concistori |
Proclamazioni | Beati |
Eventi | Nessun Giubileo indetto |
Collegamenti esterni | |
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Innocenzo XIII, al secolo Michelangelo Conti, in latino Innocentius XIII (Poli, 13 maggio 1655; † Roma, 7 marzo 1724), è stato il 244° vescovo di Roma e papa italiano dal 1721 alla sua morte.
Biografia
Inizi della carriera ecclesiastica
Nacque a Poli, presso Roma, discendente dalla nobile famiglia dei Conti di Segni, dalla quale erano venuti già altri pontefici, il più famoso tra i quali era stato Innocenzo III. Suo padre era Carlo IV, duca di Poli e Guadagnolo, e sua madre era donna Isabella Muti. Studiò al Collegio Romano.
Fu introdotto nella curia romana da papa Alessandro VIII, che nel 1690 gli commissionò la consegna al doge di Venezia, Francesco Morosini, del berettone e dello stocco.
Nel 1695 fu fatto vescovo di Tarso, in Asia Minore, e nunzio a Lucerna. Nel 1698 fu inviato da papa Innocenzo XII come nunzio apostolico a Lisbona, dove rimase fino al 1710: sembra che qui si sia formato il suo giudizio critico nei confronti dell'ordine dei Gesuiti, che ebbe tanta importanza successivamente.
Nel concistoro del 7 giugno 1706 fu creato cardinale-prete del titolo dei Santi Quirico e Giulitta da papa Clemente XI. Nel 1709 gli fu assegnata la diocesi di Osimo e nel 1712 quella di Viterbo; ma nel 1719 dovette dare le dimissioni a causa di problemi di salute.
Il conclave
Per approfondire, vedi la voce Conclave del 1721 |
Alla morte di Clemente XI, avvenuta il 19 marzo 1721, si aprì un conclave alquanto tormentato, che si protrasse per cinque settimane, poiché le tre maggiori potenze, l'Austria da una parte e dall'altra Francia e Spagna, tentavano di influenzare il Sacro Collegio. Il candidato più forte appariva il cardinale Fabrizio Paolucci, Segretario di Stato di Clemente XI, considerato però vicino agli interessi della Francia e sul quale cadde il veto dell'Imperatore Carlo VI d'Asburgo.
L'8 maggio 1721 la maggioranza dei voti confluì sul cardinal Conti, per le sue doti umane e spirituali e perché non era apertamente schierato con nessuno dei due gruppi filofrancese o filoimperiale; ottenne infatti alla fine il voto unanime di tutto il Sacro Collegio. In onore di papa Innocenzo III, cui lo accomunava il lignaggio, scelse il nome di Innocenzo XIII.
Il papato
Appena eletto, confermò l'incarico del cardinal Paolucci alla Segreteria di Stato.
Tra i suoi primi atti vi fu il reinserimento graduale nella curia del cardinale Giulio Alberoni, che era stato esautorato da Clemente XI a causa di problemi diplomatici insorti nelle corti europee; gli atti del processo su Alberoni furono portati a Castel Sant'Angelo, mentre lui stesso fu tenuto per breve tempo in prigione come chiesto esplicitamente dalla Spagna, ma poi rilasciato.
Poco dopo, nel 1722, diede l'investitura di re di Sicilia all'Imperatore Carlo VI d'Asburgo, ratificando quanto stipulato nel trattato di Utrecht del 1713 e poi in quello dell'Aia del 1720, mentre l'imperatore gli inviava il suo giuramento di fedeltà ed alleanza. Comunque i territori di Comacchio, che erano stati in precedenza presi dall'impero al Papa, non furono affatto restituiti; e inoltre l'imperatore impose che il ducato di Parma e Piacenza, da diversi secoli nella sfera dello stato pontificio e governato dalla famiglia Farnese, fosse considerato feudo imperiale, con l'obbligo di tenervi una guarnigione austriaca, tra l'altro a spese dei Farnese. Il Papa invitò Francesco Farnese a rifiutarsi di pagare tale tributo, ma fu inutile.
Come il suo predecessore, stabilì una rendita annuale di ottomila scudi per il pretendente inglese Giacomo Edoardo Stuart, figlio dell'ultimo re cattolico Giacomo II d'Inghilterra, permettendogli così di mantenere una pur piccola corte a Roma, nel palazzo Muti Papazzurri (il cugino del Papa, Francesco Maria Conti, di Siena, fu creato gentiluomo di camera dal pretendente giacobita). Innocenzo si spinse ad assicurare allo Stuart un aiuto di circa centomila ducati, per armarsi e riconquistare il regno. Aiutò inoltre i veneziani e soprattutto l'isola di Malta nelle loro lotte contro i turchi.
Durante il suo pontificato emerse il contrasto tra Gesuiti, Domenicani e altri ordini, circa i riti liturgici che potevano essere praticati nelle conversioni che si avevano in Cina. In passato si era concesso ai Gesuiti di celebrare i riti liturgici in lingua locale solo in Cina. Tale concessione era stata successivamente rivista in particolare da papa Clemente XI, in quanto aveva portato a una disparità liturgica importante. Innocenzo XIII, continuando la linea del suo predecessore, prese le distanze dai gesuiti, tra l'altro accusati dai Domenicani e da altri ordini di favorire l'incarcerazione di missionari non gesuiti.
Innocenzo XIII affidò la questione al segretario della Congregazione Propaganda Fide, Pier Luigi Carafa iuniore, che nel 1723 mandò al generale dei Gesuiti un decreto con accuse ben circostanziate. In risposta i Gesuiti inviarono un memoriale di difesa. Il Papa comunque vietò ai gesuiti di fare nuovi adepti in Cina e meditò seriamente la possibilità di sopprimere l'ordine. Tali eventi furono i prodromi che porteranno nel 1773 alla vera soppressione dell'ordine gesuita.
Questa scelta forse incoraggiò sette vescovi francesi a contattarlo con una petizione, affinché fosse ritirata la bolla Unigenitus di Clemente XI, che era una Costituzione apostolica con la quale venivano confutati e condannati i punti fondamentali del Giansenismo; la richiesta venne comunque prontamente negata. Anzi il Papa non si limitò a condannare tale petizione, ma richiese in modo incondizionato la sottomissione a questa Costituzione pontificia.
L'autorità del Papa in quel momento era però alquanto ridotta, tanto che ad esempio non poté impedire che il reggente al trono di Francia, Filippo d'Orléans, gli imponesse di conferire il cardinalato al primo ministro francese Guillaume Dubois, uomo dai costumi libertini. Il Papa, costretto a procedere alla nomina, impose tuttavia che nella cerimonia di consegna della berretta si procedesse alla pubblica lettura di una bolla, in cui elencava le dissolutezze del Dubois, esortando il ministro a cambiare stile di vita.
In una bolla del marzo 1723 regolò alcuni abusi che si perpetuavano in Spagna, e il re Filippo V si prestò per aiutare a metterla in pratica. All'inizio del pontificato si temette il fenomeno del nepotismo, ma in realtà questo non si verificò. Egli elevò effettivamente suo fratello Bernardo Maria al cardinalato, ma impedì in tutti i modi che potesse percepire oltre 12.000 scudi, come era stato già stabilito da Innocenzo XII.
La morte
Il 7 marzo 1724 morì e fu sepolto nelle Grotte Vaticane, sotto la Basilica di San Pietro. Volle che il suo cuore fosse conservato nel Santuario della Mentorella presso Guadagnolo, nelle terre della sua famiglia; di questo santuario fu Abate commendatario fino alla morte.
In occasione del trecentocinquantesimo anniversario della nascita (1655-2005), si è a lungo parlato dell'eventualità di presentare alla Santa Sede una richiesta formale per l'introduzione della causa di beatificazione di Innocenzo XIII.
Gli successe papa Benedetto XIII.
Concistori tenuti da Innocenzo XIII per la creazione di nuovi cardinali
Concistoro del 16 giugno 1721
- (1) Bernardo Maria Conti, O.S.B. Cas., vescovo emerito di Terracina († 23 aprile 1730).
Concistoro del 16 luglio 1721
- (2) Guillaume Dubois, arcivescovo di Cambrai (Francia) († 10 agosto 1723);
- (3) Alessandro Albani, O.S.Io.Hieros., chierico della Camera Apostolica († 11 dicembre 1779).
Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine supremo del Cristo | |
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Vescovo Placido della Marra
- Cardinale Melchior Khlesl
- Cardinale Giovanni Battista Maria Pallotta
- Cardinale Pietro Vidoni
- Cardinale Galeazzo Marescotti
- Papa Innocenzo XIII
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo titolare di Tarso | Successore: | |
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Ferdinando Strozza (Ch) | 13 giugno 1695 - 23 febbraio 1711 | Giambattista Bussi |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Svizzera | Successore: | |
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Marcello d'Aste | 26 giugno 1695 - novembre 1697 | Giulio Piazza |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Portogallo | Successore: | |
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Giorgio Cornaro | 16 aprile 1698 - 1709 | Vincenzo Bichi |
Predecessore: | Cardinale presbitero dei Santi Quirico e Giulitta | Successore: | |
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Fulvio Astalli | 1711-1721 | Henri-Pons de Thiard de Bissy |
Predecessore: | Arcivescovo di Osimo Titolo personale |
Successore: | |
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Fulvio Astalli | 3 febbraio 1711 - 8 maggio 1721 | Henri-Pons de Thiard de Bissy |
Predecessore: | Arcivescovo di Viterbo e Tuscania Titolo personale |
Successore: | |
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Andrea Santacroce | 1 agosto 1712 - 14 marzo 1719 | Adriano Sermattei (Ch) |
Predecessore: | Camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali | Successore: | |
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Carlo Agostino Fabroni | (1716-1717) | Antonio Felice Zondadari senior |
Predecessore: | Papa | Successore: | |
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Papa Clemente XI | 8 maggio 1721 - 7 marzo 1724 | Papa Benedetto XIII |
Bibliografia | |
Note | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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- Vescovi di Tarso
- Nunzi apostolici per la Svizzera
- Nunzi apostolici per il Portogallo
- Vescovi di Osimo
- Cardinali presbiteri dei Santi Quirico e Giulitta
- Vescovi di Viterbo e Tuscania
- Cardinali Camerlenghi
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- Vescovi italiani del XVII secolo
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