Giovanni da Pian del Carpine
Giovanni da Pian del Carpine, O.F.M. Arcivescovo | |
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Gerardo Dottori, Giovanni da Pian del Carpine presenta al Gran Khan dei Mongoli le lettere diplomatiche di papa Innocenzo IV di cui era latore (1948), olio su tela; Magione (PG), Palazzo Comunale, sala consiliare | |
Età alla morte | circa 72 anni |
Nascita | Pian del Carpine 1180 ca. |
Morte | Antivari 1º agosto 1252 |
Consacrazione vescovile | 1248 |
Incarichi ricoperti | Arcivescovo di Antivari |
Giovanni da Pian del Carpine, o Giovanni dal Piano dei Carpini, o Giovanni dal Pian del Carpine (Pian del Carpine, 1180 ca.; † Antivari, 1º agosto 1252), è stato un arcivescovo e missionario italiano appartenente all'Ordine dei Frati Minori. Fu ambasciatore di papa Innocenzo IV presso i Mongoli e arcivescovo di Antivari.
Biografia
Giovanni nascque a Pian del Carpine[1]. Fu uno dei primi frati che seguirono Francesco d'Assisi. Fu inviato insieme ad altri confratelli in Germania per diffondervi l'Ordine. Fu in Sassonia, a Colonia, e nel 1228 fu nominato provinciale della Germania. Fondò conventi dell'Ordine in Lotaringia e inviò frati in Boemia, Ungheria, Danimarca e Norvegia. Nel 1230 tornò in Italia in occasione della traslazione del corpo di San Francesco e nello stesso anno fu nominato provinciale della Spagna. Nel 1233 ritornò in Germania. Dal 1243 cominciò il suo servizio presso la corte di Innocenzo IV.
Missione presso i Mongoli
Nel 1245 Giovanni fu incaricato da Innocenzo IV di una delle ambascerie che il pontefice inviò presso presso il Gran Khan dei mongoli Ögedei Khan con lo scopo di comprendere il sistema mongolo e di stringere alleanze per evitare da una parte il pericolo di una invasione mongola in Europa e dall'altra di assicurarsi un appoggio nella lotta contro l'Islam.
Giovanni fu latore della bolla papale Cum non solum, datata 13 marzo 1245, nella quale il pontefice esortava l'imperatore a rinunciare di attaccare la cristianità[2].
Giovanni partì da Lione il 16 aprile 1245 alla volta della Boemia e della Polonia. Da Cracovia in poi fu accompagnato da frate Benedetto di Polonia che gli fece da interprete. Raggiunta Kiev si diressero prima a sud est e quindi ad est. Il 4 aprile 1246 raggiunsero gli avamposti mongoli sul Volga del generale Batu, comandante in capo delle forze mongole in Europa. Questi lo autorizzò a procedere oltre verso Karakorum, sede dell'Imperatore, dove il frate arrivò il 22 luglio 1246 dopo circa altri 5.000 km. compiuti in 105 giorni di viaggio.
Nel frattempo Ögedei era morto e i mongoli erano governati da un interregno affidato a suo figlio Güyük il quale mandò al papa una lettera, scritta in lingua persiana, con un preambolo in turco e la data in arabo, nella quale rispondeva, punto per punto, a taluni inviti e rilievi avanzati circa la sua condotta da Innocenzo IV nella bolla Cum non solus. Fra le altre cose Güyük diceva di non comprendere il desiderio del papa che egli giungesse al battesimo cristiano, affermava di non essere disposto a ritirarsi dai territori dei Majar da lui conquistati e ribadiva più volte di nutrire poca fiducia nella volontà del pontefice di Roma quanto a pacifici rapporti fra le rispettive autorità, almeno fintanto che lo stesso Innocenzo IV e i principi cristiani non si fossero recati alla sua corte per rendergli il dovuto omaggio[3].
Giovanni si rimise in viaggio il 13 novembre 1246; il 9 maggio 1247 arrivò al campo mongolo di Batu e quindi il 10 giugno a Kiev. Riuscì a consegnare la lettera di Güyük al Papa ad Avignone alla fine del 1247.
Historia Mongalorum
Giovanni da Pian del Carpine riportò in Europa oltre che la risposta del Gran Khan, anche un prezioso resoconto di prima mano sulla geografia, la storia e la civiltà del popolo Mongolo.
Il testo chiamato Historia Mongalorum quos nos Tartaros appellamus (o, secondo altre edizioni successive, Liber Tartarorum o Liber Tatarorum), fu scritto durante lo stesso viaggio e poi risistemato una volta arrivato in Europa. Più che un libro di viaggio ha i caratteri più propriamente di un trattato con una struttura ben delineata.
La Historia Mongalorum è divisa in 9 capitoli: il primo descrive il territorio attraversato da Giovanni; il secondo spiega le caratteristiche della popolazione mongola (aspetto, abitudini, abiti, abitazioni, suppellettili); il terzo tratta della loro religione (culto, concetto di peccato, divinazione, espiazione delle colpe, riti funebri); il quarto riferisce la storia dei Mongoli così come era stata riferita a Giovanni soprattutto dai cristiani nestoriani; il quinto capitolo parla delle forme di governo dei Mongoli (origine, capi, potere dell'imperatore e posizione dei vassalli); il sesto è dedicato alla guerra (ordine di battaglia, armi, strategie e alleanze, metodi di espugnazione, stile nei confronti di coloro che si arrendevano); il settimo tratta dei paesi conquistati dai Mongoli (elenco, condizioni di pace, i metodi di oppressione) riferendo anche dei territori che erano riusciti a resistere all'oppressione; il capitolo ottavo spiega come affrontare e resistere ai Mongoli descrivendo le loro strategie, le armi a loro disposizione, le tattiche militari delle truppe in modo da impostare una difesa nelle città e nelle piazzeforti e in modo da sapere il modo in cui gestire gli eventuali prigionieri; il capitolo nono ripercorre l'intero viaggio dalla partenza al ritorno per rendere completa e affidabile la sua relazione.
Vescovo di Antivari
Giovanni da Pian del Carpine fu nominato nel 1248 vescovo di Antivari; qui dovette fronteggiare disordini e lotte, suscitate dall'ostilità dell'arcivescovo di Ragusa.
Morì ad Antivari il 1º agosto 1252.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |