Sant'Egidio Maria di San Giuseppe
Sant'Egidio Maria di San Giuseppe, O.F.M. Alc. Religioso | |
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al secolo Francesco Antonio Domenico Pasquale Pontillo | |
Santo | |
Età alla morte | 82 anni |
Nascita | Taranto 16 novembre 1729 |
Morte | Napoli 7 febbraio 1812 |
Professione religiosa | 28 febbraio 1755 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Venerabile il | 24 febbraio 1868, da Pio IX |
Beatificazione | 5 febbraio 1888, da Leone XIII |
Canonizzazione | 2 giugno 1996, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 7 febbraio |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 7 febbraio, n. 12:
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Sant'Egidio Maria di San Giuseppe, al secolo Francesco Antonio Domenico Pasquale Pontillo, conosciuto anche come Sant'Egidio Maria da Taranto (Taranto, 16 novembre 1729; † Napoli, 7 febbraio 1812), è stato un religioso italiano, appartenuto ai Frati Minori Scalzi.
Biografia
Di umili origini, nacque in una piccola casa del borgo antico di Taranto e dimostrò fin dalla tenera età una fede straordinaria che viveva in ogni istante della sua giornata.
Si iscrisse giovanissimo alla reale arciconfraternita di Maria Santissima del Rosario presso la chiesa di San Domenico Maggiore, perse il padre a 18 anni. Faceva l'umile mestiere del cordaio prima col padre poi dopo la scomparsa del genitore lavorò nella bottega del cognato della madre che si risposò in seguito con un barbiere di Grottaglie con il quale il giovane Francesco visse fino alla sua partenza da Taranto.
Il 27 febbraio 1754 all'età di 24 anni, fu accolto tra i Frati Minori Alcantarini della provincia di Lecce. Iniziò la vita francescana nel convento di Galatone, cambiando il suo nome in Frate Egidio della Madre di Dio. Alla fine dell'anno di prova, il 28 febbraio 1755, fece la sua professione solenne emettendo i tre voti cardini della povertà, obbedienza e castità, modificando il nome in Frate Egidio Maria di San Giuseppe.
Dopo un certo periodo a Galatone, fu trasferito nella Comunità di Squinzano; nel 1759 fra Egidio verrà destinato dai superiori al Convento di San Pasquale a Chiaia in Napoli, che renderà illustre e conosciuto, con la santità della sua vita.
All'inizio ebbe l'incarico di cuoco, poi quello del lanificio conventuale e infine l'ufficio di portinaio, che secondo le regole degli Alcantarini, veniva affidato al migliore dei fratelli laici, perché dal comportamento del portinaio, spesso ne derivava la stima e il buon nome dei frati.
L'accoglienza, la pazienza, la carità che aveva verso i poveri, che nella grande città erano numerosi e affluivano giornalmente alla porta del convento, fecero sì che il suo nome e le sue virtù, venissero esaltate dagli stessi poveri che le diffusero per tutta Napoli, in fine gli fu affidarono l'incarico di questuante che tenne per 50 anni.
Già sofferente di una grave forma di sciatica, frate Egidio venne colpito da un'asma soffocante e poi da una idropisia di petto, morì il 7 febbraio 1812 fra il cordoglio dell'intera città di Napoli.
Culto
Papa Pio IX il 24 febbraio 1868 lo dichiarò venerabile, mentre Papa Leone XIII lo dichiarò beato il 5 febbraio 1888.
Il 2 giugno 1996, Papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a Roma lo canonizzò, attribuendo come miracolo la guarigione da coriocarcinoma uterino della signora Angela Mignogna, nel 1937.
Bibliografia | |
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