Sant'Agnese di Boemia
Sant'Agnese di Boemia, O.S.C. Religiosa | |
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Santa | |
Età alla morte | 71 anni |
Nascita | Praga 1211 |
Morte | Praga 2 marzo 1282 |
Appartenenza | Clarisse |
Vestizione | 11 giugno 1234 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 28 novembre 1874, da Pio IX |
Canonizzazione | 12 novembre 1989, da Giovanni Paolo II |
Ricorrenza | 2 marzo |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 2 marzo, n. 4:
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Sant'Agnese di Boemia (Praga, 1211; † Praga, 2 marzo 1282) è stata una religiosa, badessa e fondatrice ceca dell'Ordine di Santa Chiara, fondatrice del monastero e dell'ospedale di San Francesco e istitutrice dell'ordine dei Crocigeri della Stella Rossa. Fu proclamata santa da papa Giovanni Paolo II nel 1989.
Biografia
Figlia del re di Boemia Ottocaro I e di sua moglie Costanza, sorella del re di Ungheria Andrea II, era strettamente imparentata ai santi Ludmilla, Venceslao, Edvige, Elisabetta e Margherita.
Venne allevata dalla prozia Edvige nel monastero cisterciense di Trzebnica e poi in quello premostratense di Doksany: all'età di otto anni venne promessa in moglie a Enrico VII di Germania, figlio ed erede dell'imperatore Federico II di Svevia e venne inviata alla corte di Vienna per ricevere una formazione adeguata a una futura sovrana.
Colpita dal messaggio di Francesco d'Assisi, maturò la sua vocazione religiosa e, con il sostegno di papa Gregorio IX, ruppe il fidanzamento con Enrico e si ritirò a Praga. Nella città boema fondò il primo convento di Frati Minori della regione (1232), e annesso al convento un ospedale per i poveri: per la sua gestione, creò una confraternita laicale (detta dei Crocigeri) che nel 1237 venne elevata dal pontefice al rango di ordine religioso.
Nel 1234 fondò un monastero di clarisse sulle rive della Moldava e santa Chiara vi inviò cinque delle sue religiose: Agnese stessa vi si ritirò l'11 giugno (festa della Pentecoste) dello stesso anno. In seguito ne divenne badessa e conservò tale carica fino alla morte. Resse la sua comunità religiosa con premurosa fraterna carità e con l'esempio di una vita interamente dedita alla contemplazione e alla preghiera.
L'ammirazione verso la principessa monaca crebbe nel tempo presso chiunque era testimone delle sue virtù, come attestano concordemente le memorie biografiche. Papa Gregorio IX e il suo successore Innocenzo IV lodarono la testimonianza della sua vita evangelica indicandola come esempio da imitare per i credenti. Santa Chiara d'Assisi scrisse quattro lettere alla badessa dove la chiamava illustre e venerabile vergine Agnese. Nella seconda di queste lettere così si esprimeva:
« | Se soffrirai con Lui, con Lui regnerai, condolendoti, godrai con Lui, morendo con Lui nella croce della tribolazione, con Lui possiederai negli splendori dei santi le dimore celesti e il tuo nome sarà notato nel libro della vita per divenire glorioso tra gli uomini.
Perciò in eterno e nei secoli dei secoli, avrai parte alla gloria del regno celeste in cambio delle cose terrene e transitorie, ai beni eterni in cambio dei beni perituri e vivrai nei secoli dei secoli. Sta bene, carissima sorella e signora, per il Signore tuo sposo; e pensa, nelle tue devote preghiere, di raccomandare me con le mie sorelle, noi che godiamo dei beni del Signore, che in te opera per sua grazia. Raccomandaci anche molto alle tue sorelle.[1] » |
Amò la Chiesa, implorando per i suoi figli, dalla bontà divina, i doni della perseveranza nella fede e della solidarietà cristiana. Si rese collaboratrice dei Pontefici che, per il bene della Chiesa, sollecitarono le sue preghiere e le sue mediazioni presso i re di Boemia, suoi familiari. Amò la patria di cui si rese benemerita con opere caritative sia individuali che sociali e con la saggezza dei suoi consigli rivolti sempre a evitare conflitti e a promuovere la fedeltà alla religione cattolica dei padri.
Negli ultimi anni di vita Agnese sopportò con pazienza i dolori causati sia dalla sua salute che dai tristi avvenimenti della sua famiglia e del suo paese. Paese che dopo essere precipitato nell'anarchia a causa di un conflitto, subi anche gravi calamità naturali, le due concause fecero vivere alla regione una grave carestia.
Durante la Quaresima del 1282 si ammalò gravemente e, sentendo prossima la morte, esortò le consorelle a perseverare nella fedeltà allo spirito del Vangelo e alla Chiesa. Morì santamente nel suo monastero il 2 marzo 1282. La sua tomba si trova nella Chiesa di San Francesco a Praga.
Note | |
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