Commemorazione di tutti i fedeli defunti

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Commemorazione di tutti i fedeli defunti
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Luca Giordano, Maria Vergine intercede presso Gesù Cristo per le anime del Purgatorio (1660-1665), olio su tela; Abbazia di Montserrat
Commemorazione
Data 2 novembre
Rito romano
Periodo Tempo Ordinario
Colore liturgico Nero o viola
Rito ambrosiano
Periodo Tempo Dopo la Dedicazione
Colore liturgico Nero o morello
Tradizioni religiose Visita ai cimiteri.
Data d'istituzione fine del I millennio
Virgolette aperte.png
Ieri abbiamo celebrato l'annuale Commemorazione liturgica di tutti i fedeli defunti. Dalla Chiesa, sparsa nel mondo, si è levata una corale invocazione al Dio della vita e della pace, perché accolga nel suo Regno di luce infinita tutte le anime, specialmente le più abbandonate e bisognose della sua misericordia.

La preghiera cristiana per i defunti - che caratterizza l'intero mese di novembre - non può avvenire se non nella luce della Risurrezione di Cristo. Dice infatti l'apostolo Paolo: "Se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede... Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti" (1Cor 15,17.19-20 ).

Virgolette chiuse.png
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 2 novembre, n. 1:
« Commemorazione di tutti i fedeli defunti, nella quale la santa Madre Chiesa, già sollecita nel celebrare con le dovute lodi tutti i suoi figli che si allietano in cielo, si dà cura di intercedere presso Dio per le anime di tutti coloro che ci hanno preceduti nel segno della fede e si sono addormentati nella speranza della risurrezione e per tutti coloro di cui, dall'inizio del mondo, solo Dio ha conosciuto la fede, perché purificati da ogni macchia di peccato, entrati nella comunione della vita celeste, godano della visione della beatitudine eterna. »

La Commemorazione dei fedeli defunti è celebrata dalla Chiesa cattolica il 2 novembre.

La base teologica su cui la celebrazione si fonda è la dottrina secondo cui le anime dei fedeli che nel momento della morte non erano perfettamente purificate dai peccati veniali, o non hanno espiato pienamente i peccati del passato, non possono accedere alla visione beatifica e i fedeli in terra possono aiutarli con la preghiera, l'elemosina e, soprattutto, con il sacrificio della Messa.[1]

Storia

I primi cinque secoli

Nei primi tempi del cristianesimo i nomi dei fratelli defunti venivano inseriti nei dittici.

Di una commemorazione collettiva dei fedeli defunti si ha testimonianza in Sant'Agostino (†430), che parla di preghiere che la Chiesa fa in una commemorazione generale di tutti i fedeli defunti:

(LA) (IT)
« [..] non sunt praetermittendae supplicationes pro spiritibus mortuorum: quas faciendas pro omnibus in christiana et catholica societate defunctis etiam tacitis nominibus eorum sub generali commemoratione suscepit ecclesia. » « [..] mai si debbono trascurare le suppliche per le anime dei defunti: cosa che la Chiesa, in una comune commemorazione, ha fatto da sempre per tutti coloro che sono morti nella comunione cristiana e cattolica, anche senza dirne i nomi»
(De cura gerenda pro mortuis, c. IV[2] )

Abbiamo preghiere per i morti in vari testi liturgici.[3]

Più tardi, nel VI secolo, era consuetudine nei monasteri benedettini di tenere una commemorazione dei monaci deceduti a Pentecoste.

In Spagna al tempo di Sant'Isidoro di Siviglia (†636) tale celebrazione si teneva il Sabato prima della Sessagesima o prima della Pentecoste. In Germania esisteva una antica cerimonia in cui si pregava per i defunti il 1º ottobre.[4]

La nascita della commemorazione liturgica

Con il tempo la Chiesa accettò e prescrisse tali usi. Sant'Odilone di Cluny (†1048), nel 998, dispose che nei monasteri della sua congregazione si tenesse ogni anni la commemorazione di tutti i fedeli defunti:

« Si decreta dal nostro padre Odilone, su richiesta e con il consenso di tutti i confratelli cluniacensi, che come in tutte le chiese di Dio di tutto il mondo si celebra la festa di Ognissanti nel primo giorno di Novembre, così presso di noi sia celebrata solennemente la commemorazione di tutti i defunti in questo modo: nel giorno di Ognissanti, dopo il capitolo, il decano e il cellerario faranno una elemosina di pane e vino a tutti i poveri che si presenteranno, come nella cena del Signore; [...] nello stesso giorno dopo i vespri si suoneranno tutte le campane e si celebrerà l'officio dei morti; la messa mattutina (quella del 2 novembre) sarà officiata solennemente e con il suono delle campane; saranno celebrate messe in privato e pubblicamente per il riposo delle anime di tutti i fedeli e sarà offerto del cibo a dodici poveri. »
(Statutum sancti Odilonis de defunctis, PL 142, 1037-1038)

Dai monasteri cluniacensi la celebrazione si diffuse tra le altre congregazioni benedettine e tra i certosini. Tra le diocesi, Liegi fu la prima a adottare, sotto il vescovo Notger (†1008), la nuova celebrazione. Essa è poi attestata nel martirologio di San Protadio di Besançon (1053-1066). Nella Diocesi di Roma fu introdotta nel XIV secolo.

L'estensione all'intera Chiesa di questa commemorazione sembra potersi rintracciare per la prima volta nell'Ordo Romanus del XIV secolo, dove il giorno del 2 novembre è indicato come anniversarium omnium animarum[5].

Nell'Arcidiocesi di Milano

Nell'Arcidiocesi di Milano fu introdotta fra il 1121 e il 1125 ad opera dell'arcivescovo Olrico da Corte, da celebrarsi, a differenza degli altri luoghi, al lunedì dopo la terza Domenica di Ottobre, nella quale si celebra la dedicazione del tempio maggiore. A Milano la commemorazione è rimasta legata alla solennità della Dedicazione del Duomo fino al 1582, quando Carlo Borromeo adottò la data di Rito romano del 2 novembre.

Liturgia

Rito Romano

Se il 2 novembre cade in domenica, la Messa viene celebrata della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, mentre per la Liturgia delle Ore si usano gli schemi della domenica.

Il Rito Romano presenta tre schemi di letture bibliche per la Messa, precisando che le letture dei tre schemi possono essere scambiate tra di loro:

Schema 1
  • Prima lettura: Gb 19,1.23-27a - Io lo so che il mio redentore è vivo.
  • Salmo: Sal 26 - Rit.: Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.
  • Seconda lettura: Rm 5,5-11 - Giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui.
  • Versetto dell'Alleluia: Gv 6,40 - Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno, dice il Signore.
  • Vangelo: Gv 6,37-40 - Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Schema 2
Schema 3

Il colore liturgico che si usa è il viola.

Rito Ambrosiano

Quando il 2 novembre ricorre di domenica, anche se si celebra la Messa della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, l'Ufficio è della domenica e l'Ufficio dei defunti si omette. Tuttavia in tale giorno si può fare, con la partecipazione del popolo, la celebrazione delle Lodi mattutine e dei Vespri dei defunti.

Il colore liturgico usato è il morello oppure, con uso facoltativo, il colore Nero, reintrodotto dopo la riforma del Nuovo Lezionario Ambrosiano del 2008. Anche nel Rito Ambrosiano sono previsti tre schemi di letture a scelta:

Schema 1
  • Lettura: 2Mac 12,43-46 - Giuda fa offrire il sacrificio espiatorio per i morti, in vista della risurrezione.
  • Salmo: Sal 130,1-4.6-7 - Rit.: Lavami, Signore, da tutte le mie colpe.
  • Epistola: 1Cor 15,51-57 - È necessario che questo corpo corruttibile si vesta d’incorruttibilità.
  • Canto al Vangelo: Cfr. Gv 6,40 - Questa è la volontà del Padre mio, che chiunque crede nel Figlio abbia la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
  • Vangelo: Gv 5,21-29 - I morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata vivranno.
Schema 2
Schema 3
  • Lettura: Ap 21,1-5a.6b-7 - Non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno.
  • Salmo: Sal 87,3-6 - Rit: In te, santa città, è la sorgente della vita.
  • Epistola: Rm 5,5-11 - Riconciliàti con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, saremo ora salvati mediante la sua vita.
  • Canto al Vangelo: Cfr. Gv 6,40 - Questa è la volontà del Padre mio, che chiunque crede nel Figlio abbia la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
  • Vangelo: Gv 6,37-40 - Chiunque vede il Figlio e crede in lui ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

Nel periodo postconciliare 1976-2008

Dal 1976 fino al 2008 le comunità di Rito Ambrosiano hanno celebrato l'Eucaristia lungo l'anno (festiva e feriale) con un Messale Ambrosiano rinnovato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II completo e autonomo (ad eccezione del Lezionario, ancora incompleto e supplementare rispetto al Lezionario Romano). Le letture della commemorazione erano identiche a quelle di Rito romano già riportate. Il nome delle letture avevano la stessa dicitura del Rito romano, ossia Prima lettura, Salmo responsoriale, Seconda lettura.[6].

Nel Rito ambrosiano antico

Nel rito ambrosiano antico la commemorazione è denominata Commemoratio Omnium Fidelium Defuncturum. Si hanno tre schemi di celebrazione con l'utilizzo del colore liturgico nero.

Schema 1
  • Lectio: 2Mac 12,43-46
  • Psalmellus: Qui suscitasti Lazarum quadriduanum fœtidum, tu dona eis requiem, et locum indulgentiæ. Requiem æternam dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis. Tu dona eis requiem et locum indulgentiæ (Tu, che risuscitasti Lazzaro, morto da quattro giorni e già in preda alla corruzione, dona ad essi il riposo e misericordioso accoglimento. Requie eterna concedi loro, o Signore, e perpetua luce splenda su di essi. Tu dona loro riposo e misericordioso accoglimento.)
  • Epistola: 1Cor 15,51-57
  • Halleluja: Domine, exaudi orationem nostram. (Esaudisci, o Signore, la nostra preghiera.)
  • Evangelium: Gv 5,25-29

Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, il celebrante stende solennemente la Sindone[7] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):

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{{{commento1}}}
« Signore supplichevoli scongiuriamo la tua Maestà, affinché le anime dei tuoi servi e delle tue serve, purificate da tutte le colpe commesse nella fragilità della carne, abbiano parte alla felicità che tu hai riservata ai suoi giusti. Te lo chiediamo per il Signore nostro Gesù Cristo tuo Figliuolo. »


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Schema 2
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{{{commento1}}}
« Porgi ascolto, o Signore, alle nostre suppliche, con le quali vogliamo istantemente scongiurarti a favore delle anime dei tuoi servi e delle tue serve, onde sciolte, come sono, dai lacci della vita mortale, abbiamo, per tuo ordine, parte al ceto delle anime dei Santi e degli eletti nella vita dell'eternità. Te lo chiediamo per Gesù Cristo Signor nostro. »


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Schema 3
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{{{commento1}}}
« O Dio che solo puoi porgere aiuto dopo la morte, concedi che le anime dei tuoi servi e delle tue serve, purificate da ogni macchia di peccato, siano aggregate alla schiera dei tuoi eletti. Te lo chiediamo per il Signore nostro Gesù Cristo tuo Figliuolo. »


({{{4}}})

Nelle altre confessioni cristiane

Nel rito greco questa commemorazione si svolge nella vigilia della Domenica di Sessagesima, o nella vigilia di Pentecoste.

Gli armeni celebrano la Pasqua dei morti il giorno dopo Pasqua.



Note
  1. Francis Mershman (1907).
  2. Testo latino e traduzione italiana online sul sito augustinus.it.
  3. Per informazioni più specifiche vedi Pietro Siffrin (1950) 1324.
  4. Secondo la testimonianza di Widukind, abate di Corvey, ca. 980.
  5. Ildefonso Schuster, Liber Sacramentorum, IV, Torino 1932, p. 85.
  6. Centro ambrosiano di documentazione e studi religiosi op. cit..
  7. Velo che copre le Oblate, il pane e il vino posti sull'altare per il sacrificio.
Bibliografia
  • Piccolo messale ambrosiano festivo, Tipografia G. De Silvestri, Milano, 1957
  • Centro ambrosiano di documentazione e studi religiosi, Messale Ambrosiano Festivo, Edizioni Piemme, 1986
Voci correlate
Collegamenti esterni