Santuario di San Damiano (Assisi)
Santuario di San Damiano | |
Bene protetto dall'UNESCO | |
Santuario di San Damiano (XII secolo), chiesa e sagrato | |
Stato | Italia |
---|---|
Regione | Umbria |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Umbria |
Provincia | Perugia |
Comune | Assisi |
Diocesi | Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via Padre Antonio Giorgi |
Telefono | +39 075 812273 |
Fax | +39 075 8198007 |
Posta elettronica | guardianosandamiano@libero.it |
Proprietà | Ordine dei Frati Minori |
Oggetto tipo | Chiesa e convento |
Oggetto qualificazione | Santuario |
Dedicazione | San Damiano |
Sigla Ordine qualificante | O.F.M. |
Sigla Ordine reggente | O.F.M. |
Stile architettonico | Romanico |
Inizio della costruzione | XII secolo |
Coordinate geografiche | |
Umbria | |
Patrimonio dell'umanità | |
Denominazione principale UNESCO | |
Assisi, la Basilica di San Francesco e altri siti francescani Assisi, the Basilica of San Francesco and Other Franciscan Sites | |
Tipologia | Culturali |
Criterio | (i) (ii) (iii) (iv) (vi) |
Pericolo | Bene non in pericolo |
Anno | 2000 |
Scheda UNESCO |
inglese francese |
Il Santuario di San Damiano è un complesso conventuale che ospita una comunità di Frati Minori, situato ad Assisi (Perugia).
Storia
La Chiesa di San Damiano, dedicata al Santo, martire e medico siriano, il cui culto (assieme a quello del fratello san Cosma) si diffuse in Occidente dal V secolo, in origine era un priorato benedettino documentato dal 1030, passò all'inizio del XII secolo tra i possedimenti del capitolo della Cattedrale di San Rufino. Questo edificio, eretto accanto ad uno ospizio per i pellegrini diretti a Roma, è il luogo della vocazione di san Francesco (1205).
Il primo restauro di questa chiesa fu eseguito da san Francesco, che nel 1212 vi accolse Chiara, la sorella Agnese con le prime compagne. Ebbe così inizio il Secondo Ordine Francescano, chiamato prima delle Povere Dame, poi semplicemente Clarisse. L'edificio ecclesiale subì una radicale trasformazione con l'arrivo delle religiose che chiusero la cripta e costruirono un dormitorio comune sopra la navata. Dopo la morte di santa Chiara d'Assisi (1253) e la sua sepoltura nella chiesa di san Giorgio, le Clarisse cedettero il convento al Capitolo della Cattedrale (1260), ottenendo in cambio San Giorgio, demolita in gran parte per far posto alla Basilica di Santa Chiara.
Il Convento di San Damiano continuò ad ospitare una comunità di frati che lo tennero fino alla soppressione post-unitaria del 1860. Nel 1879, il complesso conventuale fu riscattato da Lord Ripon, che lo affidò all'Ordine dei Frati Minori, ai quali è stato definitivamente donato nel 1983. Attualmente è sede di Noviziato.
Descrizione
Si accede al complesso conventuale da un piccolo sagrato antistante, dove a destra è eretta:
- Edicola (A) con Madonna con Gesù Bambino in trono tra santa Chiara e san Francesco che presenta un devoto (secondo quarto del XIV secolo), affresco del Maestro di San Crispino.
Chiesa
Esterno
La chiesa presenta una semplice facciata a capanna sulla quale si inserisce un oculo decentrato, sopra cui si apre una porta, corrispondente al dormitorio, dalla quale nel settembre del 1240, santa Chiara si mostrò con in mano l'ostensorio mettendo in fuga le truppe saracene, inviate da Federico II di Svevia, pronte ad assaltare la città:
« | Erano stanziate lì, per ordine imperiale, schiere di soldati e nugoli di arcieri saraceni, fitti come api, per devastare gli accampamenti, per espugnare le città. E una volta, durante un assalto nemico contro Assisi, città particolare del Signore, e mentre ormai l'esercito si avvicina alle sue porte, i Saraceni, gente della peggiore specie, assetata di sangue cristiano e capace di ogni più inumana scelleratezza, irruppero nelle adiacenze di San Damiano, entro i confini del monastero, anzi fin dentro al chiostro stesso delle vergini. Si smarriscono per il terrore i cuori delle Donne, le voci si fanno tremanti per la paura e recano alla Madre i loro pianti. Ella, con impavido cuore, comanda che la conducano, malata com'è, alla porta e che la pongano di fronte ai nemici, preceduta dalla cassetta d'argento racchiusa nell'avorio, nella quale era custodito con somma devozione il Corpo del Santo dei santi. E tutta prostrata in preghiera al Signore, nelle lacrime parlò al suo Cristo: "Ecco, o mio Signore, vuoi tu forse consegnare nelle mani di pagani le inermi tue serve, che ho allevato per il tuo amore? Proteggi, Signore, ti prego, queste tue serve, che io ora, da me sola, non posso salvare". Subito una voce, come di bimbo, risuonò alle sue orecchie dalla nuova arca di grazia: "Io vi custodirò sempre!". "Mio Signore - aggiunse - proteggi anche, se ti piace, questa città, che per tuo amore ci sostenta". E Cristo a lei: "Avrà da sostenere travagli, ma sarà difesa dalla mia protezione". Allora la vergine, sollevando il volto bagnato di lacrime, conforta le sorelle in pianto: "Vi dò garanzia, figlie, che nulla soffrirete di male; soltanto abbiate fede in Cristo!". Né vi fu ritardo: subito l'audacia di quei cani, rintuzzata, è presa da spavento; e, abbandonando in tutta fretta quei muri che avevano scalato, furono sgominati dalla forza di colei che pregava. » | |
(Leggenda di Santa Chiara, 21 - 22 - Fonti francescane, nn. 3201 - 3202)
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L'ingresso alla chiesa è preceduto da un portico (B) con archi a sesto ribassato, e da due cappelle.
Cappella di San Girolamo
La Cappella di San Girolamo (C) è decorata da dipinti murali, ad affresco, di Tiberio d'Assisi:
- sulla parete di fondo, Madonna con Gesù Bambino in trono tra san Bernardino da Siena, san Girolamo, san Francesco d'Assisi, santa Chiara, angeli ed una monaca in adorazione (1517);[1]
- alla parete sinistra, San Sebastiano e san Rocco (1522). [2]
Cappella del Crocifisso
La Cappella del Crocifisso (D), costruita nel 1555, custodisce all'altare:
- Gesù Cristo crocifisso (1637), in legno intagliato e policromo, di frate Innocenzo da Palermo.
Da questa cappella, si entra nella chiesa (E).
Interno
L'interno della chiesa è navata unica con volta leggermente ogivale e profondo coro.
All'inizio della parete a destra si osserva:
- Nicchia, detta "finestra del denaro" (1), dalla quale il giovane Francesco gettò le monete ricavate dalla vendita delle stoffe per il restauro dell'edificio e rifiutate dal sacerdote di san Damiano. Ai lati, sono collocati dipinti murali ad affresco (inizi XIV secolo) di ambito umbro, che raffigurano i tre momenti iniziali della presenza di Francesco a San Damiano (la chiamata, la risposta e la rottura del Santo con la famiglia):
- San Francesco prega davanti al Crocifisso di San Damiano;
- San Francesco getta il denaro davanti al prete;
- San Francesco inseguito e minacciato dal padre.[3]
A queste scene segue dello stesso pittore il dipinto murale raffigurante:
- Sant'Agnese di Roma (inizi XIV secolo), affresco.
Sopra l'altare, copia del Crocifisso di San Damiano (2) che parlò a san Francesco. L'originale si trova nella Basilica di Santa Chiara.
Nell'abside:
- Madonna con Gesù Bambino tra san Rufino e san Damiano (inizio XIV secolo), affresco attribuito al Maestro del Farneto.
- Coro ligneo (3), realizzato nel 1504, che reca un'iscrizione ad intarsio:
(LA) | (IT) | ||||
« | NON VOX SED VOTUM; NON CLAMOR SED AMOR / NON CORDULA SED COR PSALLIT IN AURE DEI. / VOX CONCORDET MENTI, MENS AUTEM CONCORDET CUM DEO » | « | Non il canto, ma la preghiera; non il fragore, ma l'amore; non il suono della cetra, ma il cuore canta nell'orecchio di Dio. La voce si accordi con il cuore e il cuore con Dio » |
Sopra gli stalli del coro (4), sulla destra, si apre una finestrella, detta comunichino, attraverso il quale le Damianite assistevano alla Messa e ricevevano l'Eucaristia; da questa apertura santa Chiara e le compagne poterono contemplare la salma di san Francesco, all'indomani della sua morte (3 ottobre 1226), quando dalla Porziuncola veniva riportato in Assisi.
Sulla parete sinistra e sulla volta della navata, dipinti murali molto danneggiati, databili al 1598, raffiguranti:
- Funerali di santa Chiara;
- Dio Padre benedicente.
Convento
Attraverso una piccola porta, sulla destra della chiesa, si passa in un atrio sotto il quale furono sepolte le prime compagne di santa Chiara, fra le quali Agnese (sorella della santa) e Ortolana (loro madre), che poi nel 1257 furono traslate nella Basilica di Santa Chiara.
Dall'atrio si accede:
- a destra, sagrestia;
- a sinistra, coretto delle clarisse (F), dotato di un semplice arredo ligneo originale del XIII secolo: questo era il luogo dove le prime monache si riunivano per la preghiera in comune. All'interno si nota:
- Crocifissione di Gesù Cristo (1482), affresco attribuito a Pier Antonio Mezzastris;
- nicchia (detta la caverna segreta) nella quale san Francesco si rifugiò per sfuggire alle ire paterne.
Da questa zona claustrale, salendo una ripida scala si giunge al primo piano, dove si trovano alcuni interessanti ambienti.
Giardino di Santa Chiara
Il giardino di santa Chiara (G) è un piccola terrazza con splendida vista sulla pianura e sull'orto del convento. Secondo le più antiche fonti letterarie, proprio nell'orto, le monache, nell'inverno del 1225, avevano eretto una capanna di stuoie per accogliere san Francesco, gravemente malato, il quale, dopo una notte di dolore e sofferenze, compose il Cantico di Frate Sole (o Cantico delle Creature): inno di gratitudine, di fraternità e di pace, nonché una delle prime e più importanti manifestazioni liriche in italiano volgare.
Oratorio di Santa Chiara
L'oratorio (H) è un piccolo ambiente absidato coperto da una volta a botte, decorato nel catino absidale con dipinti murali raffiguranti:
- Madonna con Gesù Bambino, san Francesco e santa Chiara (XIV secolo), affresco.
Dormitorio delle monache
Il dormitorio delle monache (I) è una semplice stanza con un tetto a capriate lignee e pavimento mattonato, dove le prime monache riposavano, distese su giacigli di paglia. In questo luogo, santa Chiara, nella notte di Natale del 1252, per singolare miracolo, poté vedere le sacre funzioni celebrate nella Basilica di San Francesco in Assisi.
Qui santa Chiara morì la sera dell'11 agosto 1253, una croce sulla parete sinistra indica il luogo (5):
« | Volgendosi poi a se stessa, la vergine (santa Chiara) santissima parla silenziosamente alla sua anima: "Va' sicura - le dice - perché hai buona scorta, nel viaggio. Va', perché Colui che t'ha creata, ti ha santificata e sempre guardandoti come una madre suo figlio, ti ha amata con tenero amore". "E tu, Signore - soggiunge - sii benedetto, che mi hai creata". Interrogandola una delle sorelle a chi stesse parlando, rispose: "Io parlo all'anima mia benedetta". [...] Indi, il giorno successivo alla festa del beato Lorenzo, quella santissima anima esce dalla vita mortale, per essere premiata con l'alloro eterno; e, disfatto il tempio della carne, il suo spirito passa beatamente al cielo". » | |
(dalla Leggenda di Santa Chiara, 46 - Fonti francescane nn. 3252, 3254)
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All'interno si conservano:
- Rilievo con Approvazione della Regola (1920), in bronzo, di Giovanni Giovanetti: l'opera ricorda che santa Chiara poco prima di morire ottenne la conferma della sua Regola
- Gesù Cristo crocifisso (XIV secolo), in legno.
Chiostro
Scendendo dall'oratorio si giunge al chiostro (L), edificato nel XVI secolo, dove alle due pareti d'angolo, sono presenti due dipinti murali (1507), affreschi di Eusebio da San Giorgio, raffiguranti:
- San Francesco d'Assisi riceve le stimmate.[4]
- Annunciazione.[5]
Refettorio
Dal chiostro si accede al refettorio, ambiente rettangolare coperto da basse volte a crociera, con gli arredi lignei originali: una croce e un vaso di fiori indicano il posto occupato da santa Chiara. Nella parete di fondo, a sinistra, un dipinto murale raffigurante:
- Santa Chiara benedice i pani alla presenza del papa Gregorio IX, imprimendovi il segno della croce, affresco attribuito alla bottega di Cesare Sermei: l'opera ricorda il miracolo dei pani crocesegnati avvenuto in questo luogo nel 1228.
« | Santa Chiara, divotissima discepola della croce di Cristo e nobile pianta di messer santo Francesco, era di tanta santità, che non solamente i Vescovi e' Cardinali, ma eziandio il Papa disiderava con grande affetto di vederla e di udirla e ispesse volte la visitava personalmente. Infra l'altre volte andò il Padre santo una volta al munistero a lei per udirla parlare delle cose celestiali e divine; ed essendo così insieme in diversi ragionamenti, santa Chiara fece intanto apparecchiare le mense e porvi suso il pane, acciò che il Padre santo il benedicesse. Onde, compiuto il ragionamento ispirituale, santa Chiara inginocchiandosi con grande reverenza sì lo priega che gli piaccia benedire il pane posto a mensa. Risponde il santo Padre: «Suora Chiara fedelissima, io voglio che tu benedica cotesto pane tu e faccia sopra ad essi il segno della santissima croce di Cristo, al quale tu ti se' tutta data». E santa Chiara dice: «Santissimo Padre, perdonatemi, ch'io sarei degna di troppo grande riprensione, se innanzi al Vicario di Cristo io, che sono una vile femminella, presumessi di fare cotale benedizione». E 'l Papa rispuose: «Acciò che questo non sia imputato a presunzione, ma a merito d' ubbidienza, io ti comando per santa obbidienza che sopra questo pane tu faccia il segno della santissima croce e benedicali nel nome di Dio». Allora santa Chiara siccome vera figliuola della obbidienza, que' pani divotissimamente benedisse col segno della santissima croce di Cristo. Mirabile cosa! subitamente in tutti quelli pani apparve il segno della croce intagliato bellissimo. E allora di que' pani parte ne fu mangiato e parte per lo miracolo riserbati. E il Padre santo, veduto ch' ebbe il miracolo, prendendo del detto pane e ringraziando Iddio si partì, lasciando santa Chiara colla sua benedizione. » | |
(da I fioretti di san Francesco, XXXIII - Fonti francescane, n. 1867)
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Altri ambienti
Negli ambienti di clausura, sono conservati:
- Madonna con Gesù Bambino ed il beato Corrado da Offida (XIV secolo), tempera su tavola, del Maestro del Farneto.
- Alcune importanti reliquie di santa Chiara, fra cui:
- Ostensorio (XII secolo), utilizzato dalla Santa per mettere in fuga i saraceni;
- Campanella di bronzo, con la quale la santa chiamava le suore.
Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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