San Giovanni Giuseppe della Croce

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San Giovanni Giuseppe della Croce, O.F.M. Alc.
Presbitero
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al secolo Carlo Gaetano Calosirto
battezzato
Santo
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San Giovanni Giuseppe della Croce
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 79 anni
Nascita Ischia
15 agosto 1654
Morte Napoli
5 marzo 1734
Sepoltura Chiesa di Sant’Antonio dei Frati Minori, a Ischia Ponte
Appartenenza Alcantariani
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Professione religiosa 1669
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 18 settembre 1677
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Fine del
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(per causa incerta o sconosciuta)
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pontificato
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Successore {{{successore}}}
Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il 4 ottobre 1779, da Pio VI
Beatificazione 24 maggio 1789, da Pio VI
Canonizzazione 26 maggio 1839, da Gregorio XVI
Ricorrenza 5 marzo
Altre ricorrenze Festa patronale la prima domenica di settembre a Ischia con durata di quattro giorni
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di Ischia, Alife e compatrono di Napoli
[[File:|100px|Stemma]]
Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
Nome completo {{{nome completo}}}
Trattamento {{{trattamento}}}
Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 5 marzo, n. 11:
« Sempre a Napoli, san Giovanni Giuseppe della Croce (Carlo Gaetano) Calosirto, sacerdote dell'Ordine dei Frati Minori, che, sulle orme di san Pietro di Alcántara, ripristinò la disciplina religiosa in molti conventi della provincia napoletana. »

San Giovanni Giuseppe della Croce, al secolo Carlo Gaetano Calosirto (Ischia, 15 agosto 1654; † Napoli, 5 marzo 1734) è stato un religioso italiano dell'Ordine dei Frati Minori. Il 26 maggio 1839 è stato proclamato santo da Papa Gregorio XVI.

Biografia

Carlo Gaetano Calosirto nacque a Ischia nel 1654 figlio del nobile Giuseppe e di donna Laura Gargiulo. A 15 anni entrò come Giovanni Giuseppe della Croce tra i Francescani scalzi della riforma di san Pietro d'Alcantara, detti anche alcantarini, nel convento napoletano di Santa Lucia al Monte, dove condusse vita asascetica. Nel gennaio 1671, insieme a 11 frati fu mandato nel santuario di Santa Maria Occorrevole di Piedimonte d'Alife, dove edificarono un convento. Poi fu contemporaneamente a Napoli come maestro dei novizi e a Piedimonte come padre guardiano. Quando agli inizi del Settecento il ramo spagnolo e quello italiano dell'ordine si divisero, separazione che durò fino al 1722, lui guidò il secondo come ministro generale.

Scaduto il suo mandato, ebbe dall'arcivescovo di Napoli, cardinale Francesco Pignatelli, l'incarico di dirigere settanta fra monasteri e ritiri napoletani, uguale incarico ebbe anche dal cardinale Innico Caracciolo per la diocesi di Aversa.

Come padre spirituale a lui si rivolsero celebri ecclesiastici, nobili illustri e grandi religiosi del tempo come sant'Alfonso Maria de'Liguori e san Francesco De Geronimo. Era dotato di vari carismi, come la bilocazione, la profezia, la lettura dei cuori, la levitazione. Ebbe delle apparizioni della Madonna e di Gesù Bambino. Famoso resta il miracolo della risurrezione del marchesino Gennaro Spada, fu visto inoltre passare per le strade di Napoli sollevato di un palmo da terra, in completa estasi.

Il 22 giugno 1722, con decreto pontificio, i due rami alcantarini, furono riuniti di nuovo e Giovanni Giuseppe della Croce tornò a vivere nel convento di Santa Lucia al Monte, qui trascorse gli ultimi anni della sua vita e vi morì il 5 marzo 1734. La sua tomba, posta nel convento, è stata ed è tuttora centro di grande devozione dei napoletani, che lo elessero loro compatrono nel 1790.

Culto

Fu poi elevato agli onori degli altari come santo da papa Gregorio XVI il 26 maggio 1839, insieme ad altri quattro santi: San Francesco De Geronimo, Sant'Alfonso Maria de' Liguori, San Pacifico da San Severino e Santa Veronica Giuliani.

Il vescovo di Ischia, Monsignor Filippo Strofaldi, ha ottenuto che le spoglie del santo venissero trasferite da Santa Lucia al Monte in Napoli al convento francescano dell'isola, fra la sua originaria gente, che da sempre l'ha venerato e amato come suo carissimo e grande figlio.