Sant'Angela da Foligno
Sant'Angela da Foligno, O.F.S. Laica | |
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Santa | |
Sergio Marini, Estasi di sant'Angela da Foligno (1985) | |
Età alla morte | 61 anni |
Nascita | Foligno 1248 |
Morte | Foligno 4 gennaio 1309 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 3 aprile 1701, da Clemente XI |
Canonizzazione | 9 ottobre 2013, da Francesco |
Ricorrenza | 4 gennaio |
Santuario principale | Chiesa di San Francesco a Foligno |
Collegamenti esterni | |
Sito ufficiale o di riferimento Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 4 gennaio, n. 7:
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Sant'Angela da Foligno (Foligno, 1248; † Foligno, 4 gennaio 1309) è stata una laica e mistica italiana e terziaria francescana, l'11 giugno 1701 ne viene approvato il culto e la celebrazione liturgica da papa Clemente XI.
Biografia
Il periodo mondano
Angela nacque a Foligno, PG, nel 1248 da una famiglia molto ricca, forse nobile. Visse tutta la sua vita nella casa paterna, situata nelle vicinanze della chiesa di san Francesco d'Assisi. Molto probabilmente rimase orfana di padre molto presto, quand'era ancora bambina, perché non viene mai nominato. Da bambina veniva chiamata Lella. Secondo le usanze si sposò giovanissima, con un ricco signorotto, dal quale ebbe vari figli. Il marito non doveva essere un modello di affettuosità e di tenerezza, se la vita coniugale fu improntata a reciproca tolleranza.
Lella era piccola, ma di bell'aspetto; non priva di vanità e di orgoglio; intelligente e volitiva; sensibile ed emotiva; ambiva essere notata e ammirata. Non pare avesse avuto una vita scandalosa, ma molto spensierata e dispersa in cose futili e inutili. Di fatto non abbandonò mai la pratica della fede, la frequenza della chiesa e dei sacramenti, anche se erano atti compiuti più per abitudine, con superficialità.
Una volta convertita, nella confessione dei suoi peccati, parlò di colpe gravi, non sempre bene espresse in confessione. La tradizione locale dice che fu anche infedele al marito. Riconobbe la sua vanità e frivolezza, la sua ambizione di essere ritenuta per santa, mentre in realtà era ben diversa. Questa vita mondana e superficiale, il modo altrettanto superficiale di frequentare i sacramenti, le creavano un intimo tormento, compreso il terrore della dannazione finale. Per questo decise di cambiare vita con una confessione generale.
La conversione
Giunta all'età di 37 anni, nel 1285, decise veramente di cambiare vita. Foligno era una città con forte presenza di persone consacrate: vi erano i religiosi agostiniani, i servi di Maria, francescani e domenicani, inoltre vi erano vari monasteri femminili e molteplici movimenti laicali e terzi ordini. Un ricco e nobile signore del luogo, Pietro Crisci, viveva recluso nella torre campanaria del duomo e conduceva vita di grande austerità. Lella era molto devota di san Francesco e fin da piccola frequentava la chiesa dedicata al santo di Assisi. Il santo le apparve in sogno e la sollecitò al cambiamento di vita.
La mattina dopo andò nella chiesa di san Francesco per cercare un confessore; non avendolo trovato, si recò in duomo, dove stava predicando Fra Arnaldo, frate minore conventuale, suo cugino, al quale fece una confessione sincera e completa e si sentì finalmente tutta perdonata.
Il cambiamento di vita interiore si espresse anche nello stile di vita esteriore ora improntato all'umiltà, al nascondimento, alla preghiera assidua, senza rinunciare a grandi mortificazioni nel cibo, nelle acconciature e nei vestiti. I suoi familiari non condividevano affatto questo repentino cambiamento di vita e la ostacolarono in tutti i modi. Venne presa per pazza e sbeffeggiata. Il marito non la capiva affatto, la madre era una donna leggera e vanitosa, i figli non la riconoscevano più e si sentivano trascurati. Angela allora pregò perché venisse liberata da questi condizionamenti. Ben presto rimase vedova e sola. Vendette anche tutti i suoi averi, compresa una villa e un grande podere, chiamato "Il casaletto", presso la città di Foligno e donò il ricavato ai poveri.
Terziaria francescana
Giunta all'età di 43 anni, nel 1291, Angela compì un pellegrinaggio a Roma, all'insegna della penitenza e della preghiera. Nell'estate vestì l'abito di laica francescana ed ebbe per compagna un'amica, tale Masazuola (o Piccola Masa), con cui condivise una sorta di vita comunitaria, comprese le visite agli ammalati e lebbrosi nell'ospedale di san Feliciano.
Avvicinandosi la festa di san Francesco (4 ottobre), Angela chiese al santo di poter vivere in modo perfetto la Regola professata e decise di compiere un pellegrinaggio ad Assisi insieme ad altri. Durante il tragitto si sentì, anche fisicamente, inondata dalla presenza della Santissima Trinità. Lei, con il gruppo degli altri pellegrini, avevano appena oltrepassato Spello e si erano fermati davanti a una cappellina dedicata alla Santissima Trinità. Giunti ad Assisi, dopo aver visitato la basilica inferiore, il gruppo salì a quella superiore. Lo sguardo di Angela fu attratto dalla vetrata di sinistra, appena entrati: essa raffigura san Francesco che si abbevera al sacro costato di Cristo. Subito dopo avvertì che era restata sola: la percezione dell'inabitazione della Santissima Trinità era scomparsa e sentì come un grande vuoto, una profonda desolazione. Angela cominciò a gridare; urlava come impazzita. « Amore non conosciuto, perché, perché, perché? Perché te ne vai? Perché mi lasci sola? Perché mi abbandoni? Perché?». E continuò, stramazzata sulla soglia della basilica, gridando parole incomprensibili. Accorsero i frati, venne anche suo cugino, Fra Arnaldo, allora della fraternità del sacro convento.
Lo scandalo suscitato nella gente fu tanto che Fra Arnaldo le proibì di tornare ad Assisi.
Nel capitolo provinciale dei frati minori, nel maggio 1292, Fra Arnaldo fu trasferito da Assisi a Foligno. Una volta trasferito, volle farsi raccontare dalla cugina tutto quello che le era successo nel pellegrinaggio di Assisi. Si convinse, allora, che Angela aveva avuto una forte esperienza mistica, non era dunque una esaltata, tanto meno una isterica. Divenne, così, suo confessore, direttore spirituale e "frate scrittore" di tutte le esperienze mistiche che si susseguivano nella vita di Angela. Egli redasse in forma unitaria i suoi appunti che vennero chiamati "Memoriale", in cui dalla vita di peccato si narra l'ascensione interiore della donna. Le sue esperienze mistiche erano così profonde da essere chiamata "Maestra dei teologi". Oltre al "Memoriale" vennero raccolte anche le sue "Istruzioni" nelle quali si rivela madre di tanti figli e figlie spirituali che si radunarono in una sorta di cenacolo folignate.
La morte felice di Angela
Gli ultimi giorni della sua esistenza vengono riportati nella "Istruzione" trentaseiesima. Essi iniziano il 29 settembre, festa di san Michele arcangelo del 1308. Già malata, Angela ebbe la visione di una schiera innumerevole di angeli che la invitano a prepararsi all'incontro con lo Sposo celeste. L'aggravamento della malattia durò per tre mesi, durante i quali non viene tramandato nessun episodio particolare. Ella, è scritto, "viveva più del solito assorta nell'abisso di Dio: non parlò più che raramente". Già prossima a morire, esattamente il giorno prima, ripeteva di frequente: « Padre nelle tue mani raccomando l'anima e lo spirito mio». E sentì rispondersi: « Quel che è rimasto impresso nel tuo cuore durante tutta la tua vita, è impossibile che non vi resti nel momento della morte.»
Nelle ultime ore di agonia cessarono tutti i dolori e visse in una grande pace fisica e spirituale, pregustamento della promessa beatitudine. Si addormentò nel Signore il 4 gennaio 1309, quando era pontefice Clemente V.
L'itinerario spirituale
Dal peccato all'estasi
I primi 20 passi (1285-1291)
Il Signore la getta del terrore della perdizione.
Dal primo passo di questa presa di coscienza per cui si rende conto del suo stato presente - di peccato - e di quello futuro - di dannata all'inferno, passa gradualmente dalla vergogna dei peccati, il furore della riparazione, la consapevolezza della misericordia divina, la consapevolezza di sé, la conoscenza profonda di tutti i peccati, la contemplazione della croce sulla quale Cristo è morto per lei, il desiderio di spogliamento totale, andando nuda alla croce, con l'ardente desiderio di poter far tutto il possibile per imitare il Crocifisso, in una vita di totale austerità.
Dal passo dodicesimo (quello della povertà) gli ulteriori passi sono: la compassione per la Passione di Gesù, in unione a Maria Addolorata e a san Giovanni, l'immersione nel sacro costato trafitto, la sosta prolungata presso la croce e la volontà di espropriazione.
Nel sedicesimo passo avverte la dolcezza della paternità di Dio, rinchiusa nella Passione di Cristo, fino a parteciparne fisicamente lo stesso ardore d'amore. Viene poi deliziata dalla contemplazione della divinità e dell'umanità di Gesù Cristo fino all'esperienza sconvolgente nella basilica di san Francesco di Assisi (Il ventesimo passo).
Esperienze mistiche
I 7 passi supplementari (1291-1296)
Il primo passo supplementare (o ventunesimo) è contraddistinto dall'approfondimento dell'esperienza di Assisi.
Il successivo è costellato di locuzioni divine e indicazioni profetiche sul cammino che le resta da compiere (siamo nel 1292).
L'ulteriore passo è una lunga considerazione sui figli legittimi di Dio, secondo la parabola degli invitati alle nozze (Mt 22,1-14). Il quarto passo supplementare, o ventiquattresimo si contraddistingue per visioni celesti e tentazioni di tenebra, ma anche di stupore per la presenza di Dio nel mondo, di cui esso è pieno.
Il passo successivo è segnato dalla visione della Passione di Cristo di cui lei è divenuta com-paziente. Il seguito del suo itinerario mistico è contraddistinto da tormenti terribili, patiti nel corpo e nello spirito, con vessazioni diaboliche.
Nel passo settimo supplementare (o ventisettesimo) vede Dio nella tenebra (Tutte le parole e le realtà finora scritte intendo che sono niente al confronto dell'Ogni bene, che vedo in questa tenebra tanto grande). Angela è giunta all'unione trasformante.
Le Istruzioni
Sono preziose perché rivelano, oltre alle proprie esperienze mistiche, la cura che ella pone nel seguire i suoi figli e figlie spirituali. Tra questi eccelle Ubertino da Casale.
Angela, nelle controversie tra francescani che contraddistinguono il Due e il Trecento non prende posizione anche se è gemellata con gli spirituali, ne condivide la fedeltà alla regola francescana, ma evita critiche e polemiche e chiede ai suoi figli rispetto per chi ha opinioni diverse. Mai avvengano divisioni; sempre siano un cuore solo e un'anima sola.
Nella prima Istruzione Angela si confessa peccatrice, senza falsi pudori e senza morbosità; nella seconda mette in guardia sui pericoli che si possono correre nella ricerca dell'amore spirituale.
Nella Istruzione successiva spiega cosa sia Il libro della vita, cioè il dolore di Gesù, la preghiera e la povertà. L'Istruzione quarta concerne le gioie sperimentate da lei nel pellegrinaggio compiuto ad Assisi il 2 agosto 1300.
Nelle successive Istruzioni ella spiega l'umiltà del cuore, il segno dell'amore vero, le tentazioni. L'ottava Istruzione è una lettera a Fra Arnaldo infermo in cui lo esorta a non scoraggiarsi e a essere amatore e seguitatore del dolore.
Nelle Istruzioni nona, decima e le tre successive insegna come essere piccoli secondo il vangelo e a fuggire l'ambizione, a fare penitenza,a non scoraggiarsi nelle tribolazioni che preparano il gaudio celeste.
Nella quattordicesima Istruzione ricorda ai suoi figli spirituali che la cosa più importante nella vita è la conoscenza di Dio e di sé stessi. La successiva, del 1309, è ancora una lettera in cui si dilunga sul Libro della Vita che è Cristo crocifisso. I sei segni con i quali Dio manifesta il suo amore è l'Istruzione sedicesima; nella seguente, successiva al 1310, parla della natività del bambino Gesù.
Poi ritorna ancora sull'unione con Dio nell'orazione (Istruzione diciottesima) e nell'offerta che fa di Gesù e di sé stessa al Padre Celeste, in occasione della festa della Presentazione di Gesù al Tempio.
E ancora si spiega la visione del Crocifisso (Istruzione ventesima). L'Istruzione ventunesima tratta del Cristo e di san Francesco che assistono Angela inferma.
Nella susseguenti Istruzioni ritorna il tema dei figli legittimi di Dio, dell'intimo colloquio di Gesù con Angela e della sua imitazione; la vera libertà è fare la volontà di Dio; la via della trasformazione in Cristo, soprattutto attraverso l'orazione; la conoscenza di Dio e di sé stessi; il dono dell'Eucaristia; l'utilità delle consolazioni; le vie dell'amore che conducono a Dio.
L'Istruzione trentacinquesima,l'ultima, è un ardente ringraziamento per i misteri del Salvatore e i doni del Creatore.
Il Cenacolo della Santa
Il Cenacolo fu un centro di vita e di spiritualità sorto attorno ad Angela dopo la sua conversione (1285). Era costituito da uomini e donne, religiosi e laici, che si misero sotto la guida spirituale di questa donna illetterata, che parlava nel dialetto umbro dell'epoca, ma che venne riconosciuta come "Maestra dei teologi", per seguire un autentico e progressivo cammino di fede e di impegno caritativo e sociale.
Il 4 gennaio 1989, con una cerimonia presso l'altare dove si conservano le venerate spoglie della beata, nella chiesa di san Francesco d'Assisi a Foligno, è stato ufficialmente ripristinato il Cenacolo della Beata Angela e sono stati accolti i primi iscritti.
Tale Cenacolo è aperto a tutti i devoti della beata che desiderano conoscere meglio la sua spiritualità e seguire le sue orme nella ricerca incessante e amorosa di Dio e nel servizio dei fratelli.
Manifestazioni Angelane
- 3-4 gennaio: Transito e festività liturgica della Beata
- settembre, ultima domenica: Pellegrinaggio a piedi Foligno-Assisi
Culto
Angela venne da sempre venerata con il titolo di Beata e Magistra Theologorum, ossia Maestra dei teologi, perché in vita attorno a lei si era raccolto un Cenacolo di figli spirituali, tra i quali si annovera Ubertino da Casale. Sotto Innocenzo XII il 4 febbraio 1693 fu riconosciuta la sua beatitudine[1] e confermata con equipollenza da Clemente XI il 3 aprile 1701[2]. Papa Francesco il 9 ottobre 2013 ha decretato la canonizzazione equipollente di Angela, estendendone il culto liturgico alla Chiesa universale e iscrivendola nell'albo dei Santi.
Note | |
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Fonti | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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