Santa Marta di Betania

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Santa Marta di Betania
Personaggio del Nuovo Testamento
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battezzata
Santa
Discepola di Gesù e sorella di Lazzaro e di Maria
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Cavalier d'Arpino, Santa Marta di Betania (1610 ca.), olio su tela; Roma, Chiesa di Santa Maria in Vallicella
Titolo
Incarichi attuali
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Nascita Betania
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° vescovo di Roma
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Extra Santa Marta di Betania
Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerata da Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa e Chiesa copta
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 29 luglio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi Servizio per aspersione (aspersorio e secchiello), scopa, drago, mestolo, mazzo di chiavi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di Casalinghe, domestiche, servitori, albergatori, osti, cuochi, dietologi
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
Motto reale {{{motto reale}}}
Firma [[File:{{{firma}}}|150x150px]]
Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 29 luglio, n. 1:
« Memoria di santa Marta, che a Betania vicino a Gerusalemme accolse nella sua casa il Signore Gesù e, alla morte del fratello, professò: «Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». »

Santa Marta di Betania (Betania, I secolo) è un personaggio del Nuovo Testamento, discepola ebrea di Gesù, sorella di Maria e Lazzaro; ; la famiglia viveva nel villaggio di Betania, vicino a Gerusalemme.

Nei Vangeli

Nel Nuovo Testamento è citata in tre occasioni:

  • In Lc 10,38-42 , le due sorelle accolgono Gesù in casa, ma mentre Marta si occupa delle faccende domestiche, Maria si siede ad ascoltare la parola di Gesù. Marta se ne lamenta con Gesù, ma questi le risponde: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».
  • In Gv 11,1-46 , le due sorelle mandano a chiamare Gesù perché venga a guarire Lazzaro che si è ammalato, ma Gesù si attarda e quando giunge Lazzaro è già morto. Gesù dialoga con Marta e ottiene da lei una professione di fede: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo». Quindi si reca al sepolcro e risuscita Lazzaro.
  • In Gv 12,1-9 , Lazzaro e le sue sorelle ospitano Gesù a cena; Marta serve a tavola. Durante la cena Maria cosparge i piedi di Gesù con un unguento molto prezioso e li asciuga con i propri capelli. Il fatto è riportato anche nel Vangelo secondo Matteo (26,6-13) e nel Vangelo secondo Marco (14,3-9), che però non nominano le due sorelle e situano la cena in casa di Simone il lebbroso. Ciò, in passato ha condotto erroneamente a considerare Maria di Betania e Maria Maddalena come la stessa persona, però la critica attuale tende a considerare i due episodi come differenti, seppur simili, e quindi Maria sorella di Marta non può essere confusa con Maria Maddalena[1].

Il nome "Marta", "Martha" o "Mara" significa "maestra" in aramaico antico. La sua figura è presa a simbolo della vita attiva: per questa ragione le sono intitolate numerose congregazioni femminili come le Suore di Santa Marta o le Suore Ospedaliere di Santa Marta.

In passato fu fatta molta confusione attorno alla sua identificazione. Infatti secondo la "Leggenda Aurea" del Vescovo Jacopo da Varazze o Varagine, la donna emorroissa guarita da Gesù sarebbe stata Marta di Betania. Invece il "Vangelo di Nicodemo" identifica l'emorroissa con Veronica (moglie di Zaccheo, pubblicano di Gerico). La tradizione orientale chiama la miracolata col nome di Berenice (il nome della figlia di Erode Agrippa II; vedi "Codice Gesù" di Robert H. Eisenman).

Questa identificazione di Marta di Betania con Veronica potrebbe essere provata anche dal fatto che entrambe evangelizzarono l'attuale Provenza (vedi "Leggenda Aurea"). Tuttavia, secondo la tradizione popolare, Veronica sarebbe stata la moglie di Zaccheo, mentre a detta dell'autore della "Leggenda Aurea", Marta sarebbe morta vergine. In ogni caso, è importante ricordare che la "verginità" era una caratteristica molto apprezzata in ambiente cristiano e forse è da intendere come segno di purezza spirituale, anziché come una prova della reale castità di Veronica/Berenice la Maestra ("maestra" = "Marta").

Infine, la tradizione popolare identifica Veronica con la figlia della donna siro-fenicia-cananea. Se Marta è identificabile con Veronica, allora la donna siro-fenicia (madre di Veronica) sarebbe Eucaria (madre di Marta; vedi "Leggenda Aurea"). Un'ulteriore conferma di ciò è rappresentata dalla precisazione di Jacopo da Varazze riguardante l'origine del marito di Eucaria (il padre di Marta), che, secondo la "Leggenda Aurea" sarebbe oriundo della Siria, proprio come sua moglie Eucaria, la donna siro-fenicia-cananea (discendente degli Asmonei che abitavano a Gamala e spesso si recavano in Siria, come nel caso di Giuda il Galileo e di suo padre Ezechia di Gamala; vedi "La Favola di Cristo" di Luigi Cascioli).

Secondo la tradizione, dopo la Resurrezione di Gesù e le prime persecuzioni in patria, Marta emigrò con la sorella Maria di Betania (confusa spesso con Maria Maddalena), il fratello Lazzaro, Maria Salomé, Maria Jacobé (o Maria di Cleofa) e altri discepoli.

Tradizione orientale

La chiesa di Larnaca che, secondo la tradizione ortodossa, ospita le reliquie di Lazzaro

Nella tradizione della Chiesa ortodossa, anche se non espressamente menzionate come tali nei Vangeli, Maria e Marta erano tra le "Donne Mirrofore" (che portavano la mirra). Queste donne, fedeli seguaci di Gesù, lo accompagnarono sul Golgota e assistettero alla sua Crocifissione. Dopo la notte che seguì il sabato, seguendo la tradizione ebraica, andarono al Sepolcro di Cristo portando con sé la mirra (pregiatissimo unguento aromatico), per ungere il corpo del Signore. Le Mirrofore divennero le prime testimoni della Risurrezione di Gesù, trovando la tomba vuota e ricevendo da un angelo la gioiosa notizia. La tradizione ortodossa riferisce anche che il fratello di Marta, Lazzaro, dovette allontanarsi da Gerusalemme, durante la persecuzione della Chiesa di Gerusalemme dopo il martirio di Santo Stefano. Le sue sorelle Marta e Maria fuggirono con lui, e lo aiutarono nella proclamazione del Vangelo nei diversi luoghi dove sostarono. I tre poi giunsero a Cipro, dove Lazzaro divenne il primo Vescovo di Kition. Tutti e tre sono morti a Cipro. Lazzaro durò nell'episcopato per circa un trentennio. Già dal IV secolo si diffuse questa versione, forse per suffragare le pretese di autocefalia della Chiesa di Kition]], l'odierna Larnaca. Tuttavia, a supporto di questa versione, nell'anno 890 fu ritrovata una lapide con l'iscrizione "Lazzaro, l'amico di Cristo". Successivamente le reliquie furono traslate a Costantinopoli e quindi in Francia dai Crociati. Nel 1972 sotto l'altare della chiesa di Larnaca fu rinvenuta un'arca di marmo contenente resti umani, che si ritengono quelli di Lazzaro. Secondo quest'ipotesi, il trasferimento delle reliquie a Costantinopoli fu soltanto parziale.

Tradizione occidentale

Invece secondo la tradizione occidentale, Lazzaro, la tre Marie e Marta, dopo essere passati da Cipro, approdarono nel 48 d.C. in Provenza, alla foce del Rodano, nel luogo dove poi sorse la cittadina chiamata Saintes-Maries-de-la-Mer, e qui portarono il credo cristiano. Lazzaro sarebbe diventato il primo Vescovo di Marsiglia, subendo poi il martirio durante la persecuzione di Diocleziano, sul luogo del suo martirio fu costruita la prigione di San Lazzaro.

La leggenda della tarasque

La Tarasque bassorilievo di Jean Barnabé Amy.
La Tarasque, Scultura di Pascal Demaumont del 2005

Una leggenda popolare narra come la Camargue, il territorio paludoso alle foci del Rodano, dove erano sbarcati, fosse abitata da un terribile mostro, la "tarasque", che passava il tempo a terrorizzare la popolazione. Venne ammansito da Santa Marta con le preghiere: ad ogni preghiera il mostro diventava sempre più piccolo. Quando arrivò a dimensioni tali da risultare innocuo, Marta lo condusse nella città di Tarascona. Qui però i cittadini terrorizzati uccisero la creatura. Ancora oggi l'uccisione della tarasque è celebrata a Tarascona l'ultima domenica di giugno.

Culto

Marta è venerata come Santa dalla Chiesa cattolica, il suo culto fu iniziato ufficialmente dai francescani nel 1262 e la sua memoria fu fissata al 29 luglio. Marta è venerata come Santa anche dalla Chiesa Ortodossa, dalla Chiesa luterana e dalla Chiesa anglicana. Nella Chiesa Ortodossa e nella Chiesa cattolica di rito greco, Santa Marta e sua sorella Santa Maria di Betania si commemorano il 4 giugno Inoltre si commemorano insieme alle donne Mirrofore, nella seconda Domenica dopo Pasqua Appaiono anche nelle celebrazioni del cosiddetto Sabato di Lazzaro il giorno precedente la Domenica delle Palme. Marta è commemorata il 29 luglio anche nel calendario dei Santi della Chiesa luterana (insieme con i fratelli Maria e Lazzaro) e nel calendario dei Santi della Chiesa episcopale e della Chiesa anglicana (insieme alla sorella Maria). Le presunte reliquie di Santa Marta sono conservate a Tarascona in un prezioso reliquiario posto nella cripta della chiesa Collegiata reale di Santa Marta, costruita nell'XI secolo, rimaneggiata nel XVII secolo e restaurata dopo i bombardamenti anglo-americani della seconda guerra mondiale. Queste reliquie furono ritrovate nel 1187 durante la ricostruzione della chiesa.

Galleria fotografica

Note
  1. Alban Butler, I Santi secondo il calendario Luglio-Agosto Vol. XVIII, Milano, RCS Quotidiani S.p.A., 2006, p. 300.
Bibliografia
  • Rosa Giorgi, Santi, col. "Dizionari dell'Arte", Mondadori Electa Editore, Milano 2002, pp. 257 - 261 ISBN 9788843596744
Voci correlate
Collegamenti esterni