Antonio Maria Ciocchi del Monte
Antonio Maria Ciocchi del Monte (Monte San Savino, 1461; † Roma, 20 settembre 1533) è stato un cardinale e arcivescovo italiano.
Biografia
Famiglia e formazione
Nacque nel 1461 a Monte San Savino, diocesi di Arezzo, ultimo[1] dei tre figli di Fabiano Ciocchi e Jacopa, figlia di Gaspare, di cognome sconosciuto. Il padre abbandonò il cognome di Ciocchi per prendere quello di Monte San Savino, che poco dopo venne abbreviato in Monte.
Addottoratosi in utroque iure si recò a Roma per raggiungere il padre e il fratello maggiore. Intraprese la carriera ecclesiastica, fu avvocato concistoriale apprezzato dai papi Innocenzo VIII e Alessandro VI. Papa Innocenzo lo nominò arciprete della chiesa di Sant'Angelo in Vado ad Urbino senza che ancora egli avesse ricevuto gli ordini sacri. Nel 1492 lo stesso papa lo nominò arciprete della cattedrale di Arezzo. Il 27 marzo 1493 venne nominato Uditore della Sacra Rota.
Dall'ordinazione all'episcopato
Dopo aver preso gli ordini sacri, nel 1495 ricevette la rettoria della chiesa di Sant'Agnese ad Arezzo, e l'anno successivo divenne prevosto di San Luciano, presso Monte San Savino.
Nel 1498 fu richiamato a Roma dal papa e posto nuovamente nella Sacra Rota, e dal luglio del 1502 venne nominato ufficiale di presidio della Sacra Rota in tutti i territori controllati da Cesare Borgia, figlio illegittimo di papa Alessandro VI. Antonio stabilì pertanto la propria sede giudiziaria a Cesena e ottenne il rango di protonotario apostolico. Dato il potere accumulato, e su insistenza dello stesso Borgia, ottenne l'incarico di governatore generale di Romagna.
Il 4 agosto 1503 Alessandro VI lo nominò vescovo di Città di Castello. In Romagna il del Monte rimase per tutto il 1503, sempre fedele a Cesare Borgia. Quando questi cadde, nel novembre, si trovava a Cesena, e seppe acquistarsi la piena fiducia anche di Giulio II. Il pontefice gli confermò la nomina a vescovo di Città di Castello, ma l'insediamento fu quanto mai problematico perché il precedente titolare, Giulio Vitelli (Ch), scacciato da Alessandro VI, non aveva alcuna intenzione di cedere la diocesi, forte dell'appoggio della città. Giulio II nel giugno 1505 giunse allora a minacciare l'interdetto se non fosse stato subito accolto il nuovo vescovo, e poco dopo inviò nella città il cardinal Antonio Ferrerio, legato dell'Umbria. Solo così, nel luglio 1505, Ciocchi del Monte poté prendere possesso della diocesi per mezzo di un suo legato.
Il 4 gennaio 1506 Ciocchi del Monte venne consacrato vescovo nella chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma dal mons. Tito Veltri (Ch), vescovo di Castro ed Acquapendente, assistito da Nicolò Antonio de Piscibus (Ch), vescovo di Muro Lucano, e da Francesco Fillipperi (Ch), vescovo di Ferentino.
Dal cardinalato alla morte
Fu creato cardinale presbitero nel concistoro del 10 marzo 1511 e ricevette la berretta cardinalizia il 13 marzo successivo, e il 17 marzo ottenne il titolo cardinalizio di San Vitale. Il 30 maggio fu nominato amministratore apostolico della diocesi di Pavia che nel 1521 cedette al nipote Giovanni Maria Ciocchi del Monte. Ancora nel luglio di quell'anno fu incluso nella congregazione dei cardinali che avrebbe dovuto occuparsi del processo super privationem dei cardinali ribelli che si erano fatti promotori del concilio di Pisa, processo che culminò con la scomunica decretata dal concistoro del 24 ottobre 1521. Il 17 marzo 1513 fu nominato legato pontificio a Perugia ma non lasciò Roma, troppo preso dai lavori per il concilio di Pisa e l'organizzazione del Concilio Lateranense V.
Il 12 novembre 1514 consacrò vescovo il nipote Giovanni Maria Ciocchi del Monte, futuro papa Giulio III, che gli succedette come arcivescovo di Manfredonia.
Nel 1516 fu nominato amministratore apostolico della diocesi di Novara, carica che tenne sino al 1525. Sempre nel 1516 fu nominato camerario del Sacro Collegio dei Cardinali. Alla morte di Leone X fu tra i cardinali che tennero il governo della Chiesa durante la sede vacante. Riunitosi il conclave, si schierò con il partito filo-francese. Fu fatto anche il suo nome per l'elezione e, tra la fine del dicembre 1521 e l'inizio del gennaio 1522, raccolse anche diversi voti, ma infine aderì per l'elezione di Adriano VI.
Nel febbraio del 1523 il nuovo papa lo nominò capo di una speciale congregazione pontificia incaricata di ridurre drasticamente le spese dello Stato pontificio e di abolire un gran numero di cariche curiali, create a suo tempo da papa Leone X per raggranellare denaro per le casse papali e per la costruzione della Basilica di San Pietro.
Nel concistoro del 23 luglio 1523 il cardinale Ciocchi del Monte si oppose apertamente alla creazione di una lega difensiva a fianco dell'imperatore Carlo V d'Asburgo, ritenendo tale iniziativa assai pericolosa per le alleanze politiche e militari col re Francesco I di Francia. Prese quindi parte al conclave del 1523 dal quale uscì eletto papa Clemente VII.
Il 9 dicembre 1523 optò per il titolo di cardinale vescovo assumendo la sede suburbicaria di Frascati. Il 18 dicembre di quello stesso anno optò per quella di Palestrina. L'anno seguente assunse la sede suburbicaria di Sabina che cambiò quello stesso anno con quella di Porto e Santa Rufina. Vice decano del Sacro Collegio dei Cardinali, dopo la conclusione della Lega di Cognac il 22 maggio 1526, si congratulò col pontefice Clemente VII che tramite tale atto aveva formalmente dato inizio ad una politica anti-imperiale a fianco di Francia, Venezia e Sforza del Ducato di Milano.
Il cardinal Ciocchi del Monte divenne quindi uno dei membri principali della nuova congregazione incaricata di preparare lo Stato pontificio all'imminente guerra, responsabilità che lo impegnò sino ai primi mesi del 1527. Quando il Sacco di Roma ebbe inizio il 6 maggio il cardinale Antonio Ciocchi del Monte fu a fianco del pontefice e con lui cercò rifugio a Castel Sant'Angelo. Quando la situazione divenne disperata, fu tra i primi ad offrirsi per cercare un accomodamento tra papa ed imperatore e fu quindi tra i firmatari dell'armistizio del 5 giugno che portò all'abbandono di Roma da parte delle truppe di Carlo V. Si giunse così all'accordo del 31 ottobre 1527, preliminare per il futuro accordo di Barcellona. Il papa avrebbe versato una grossa somma e avrebbe dato in pegno Ostia, Civitavecchia e altri castelli, e tre ostaggi, i cardinali filo francesi Francesco Pisani, Agostino Trivulzio e Niccolò Gaddi.
Trasferitosi il papa ad Orvieto, il Ciocchi del Monte lo raggiunse partendo da Roma il 6 dicembre. Nel corso del viaggio fu catturato da Mario Orsini e trattenuto assieme al cardinal Lorenzo Pucci per ventiquattro ore. Nel 1528 restò col papa ad Orvieto, e in settembre fu da lui inviato a Roma per precederlo come legato al momento del suo ritorno.
Ciocchi del Monte ebbe un ruolo importante anche nelle trattative per il divorzio di Enrico VIII. Del problema si occupò costantemente dal 1528 al 1533. Come esperto giurista, infatti, fu uno di coloro ai quali il papa ricorse più frequentemente in quelle circostanze.
Morì a Roma il 20 settembre 1533 e venne sepolto, secondo il suo testamento, nella Chiesa di San Pietro in Montorio.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Città di Castello | Successore: | |
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Giulio Vitelli Ch | 4 agosto 1503 - 6 febbraio 1506 de facto dal 1505 al 1506 dopo la rinuncia alle pretese di Giulio Vitelli |
Achille Grassi |
Predecessore: | Arcivescovo di Manfredonia | Successore: | |
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Basilios Bessarion O.S.B.M. | 6 febbraio 1506-30 maggio 1511 | Giovanni Maria Ciocchi del Monte |
Predecessore: | Cardinale presbitero dei Santi Vitale, Valeria, Gervasio e Protasio | Successore: | |
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René de Prie | 13 marzo 1511 - 14 luglio 1514 | Vacante sino al 1517 poi Francesco Conti |
Predecessore: | Vescovo di Pavia Amministratore apostolico |
Successore: | |
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Francesco Alidosi | 30 maggio 1511 - 13 marzo 1521 | Giovanni Maria Ciocchi del Monte |
Predecessore: | Legato apostolico di Perugia e dell'Umbria | Successore: | |
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Gabriele de' Gabrielli | 17 marzo 1513 - 1516 | Bernardo Dovizi |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Prassede | Successore: | |
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Christopher Bainbridge | 14 luglio 1514 - 24 luglio 1521 | Ippolito de' Medici |
Predecessore: | Abate commendatario di Leno | Successore: | |
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Francesco della Rovere [1] |
1516-1529 | Girolamo Martinengo |
Predecessore: | Camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali | Successore: | |
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Robert Guibé sino al 1513 |
1516-1517 | Achille Grassi |
Predecessore: | Vescovo di Novara Amministratore apostolico |
Successore: | |
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Matteo Schiner | 19 aprile 1516 - 20 dicembre 1525 | Ermete Stampa Vh |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Albano | Successore: | |
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Niccolò Fieschi | 24 luglio 1521 - 9 dicembre 1523 | Pietro Accolti |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Frascati | Successore: | |
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Alessandro Farnese | 9 dicembre-18 dicembre 1523 | François Guillaume de Castelnau-Clermont-Ludève |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Palestrina | Successore: | |
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Alessandro Farnese | 18 dicembre 1523- 20 maggio 1524 | Pietro Accolti |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Sabina | Successore: | |
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Alessandro Farnese | 20 maggio - 15 giugno 1524 | Pietro Accolti |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Porto e Santa Rufina | Successore: | |
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Alessandro Farnese | 15 giugno 1524 - 20 settembre 1533 | Giovanni Piccolomini |
Predecessore: | Vescovo di Rimini Amministratore apostolico |
Successore: | |
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Franciotto Orsini | 7 aprile - 24 maggio 1529 | Ascanio Parisani Vescovo |
Predecessore: | Vescovo di Caiazzo Amministratore apostolico |
Successore: | |
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Ascanio Parisani | 24 maggio-18 giugno 1529 | Alexander Mirto Frangipani Ch |
Predecessore: | Vescovo di Alatri Amministratore apostolico |
Successore: | |
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Filippo Ercolani Ch | 4 febbraio-1º luglio 1530 | Filippo Ercolani |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
- Vescovi di Città di Castello
- Vescovi di Manfredonia
- Cardinali presbiteri dei Santi Vitale, Valeria, Gervasio e Protasio
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