San Marco evangelista

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San Marco Evangelista
Personaggio del Nuovo Testamento
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Firenze ChS.Felicita Pontormo+Bronziono S.Marco 1525-28.jpg

Pontormo e Bronzino, San Marco evangelista (1525 - 1528), olio su tavola; Firenze, Chiesa di Santa Felicita.
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte {{{età}}} anni
Nascita Palestina
Morte Alessandria
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Incarichi ricoperti Patriarca di Alessandria d'Egitto
Emblem of the Papacy SE.svg Informazioni sul papato
° vescovo di Roma
Elezione
al pontificato
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Consacrazione {{{consacrazione}}}
Fine del
pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
Durata del
pontificato
8 mesi e 20 giorni
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Predecessore {{{predecessore}}}
Successore {{{successore}}}
Extra San Marco evangelista
Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
Venerato da Chiesa cattolica e da tutte le altre chiese che ammettono il culto dei santi
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 25 aprile
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi Leone, libro
Devozioni particolari Invocato per un buon raccolto
Patrono di Segretari, notai, ottici, vetrai, allevatori, interpreti
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 25 aprile, n. 1:
« Festa di san Marco, Evangelista, che a Gerusalemme dapprima accompagnò san Paolo nel suo apostolato, poi seguì i passi di san Pietro, che lo chiamò figlio; si tramanda che a Roma abbia raccolto nel Vangelo da lui scritto le catechesi dell'Apostolo e che abbia fondato la Chiesa di Alessandria. »

San Marco Evangelista, in ebraico מרקוס, in greco Μάρκος, Márkos (Palestina; † Alessandria, ...[1]), è un personaggio del Nuovo Testamento, evangelista ebreo. È tradizionalmente ritenuto l'autore del vangelo secondo Marco; fu discepolo dell'apostolo Paolo, e in seguito di Pietro. È venerato come santo da varie Chiese cristiane, tra cui quella cattolica, quella ortodossa e quella copta, che lo considera proprio patriarca.

Nacque in Palestina sotto l'imperatore Augusto. Poco o nulla si sa della sua giovinezza e della sua famiglia. Dal Nuovo Testamento, unica fonte di informazioni su di lui, sappiamo che era cugino di Barnaba (lettera ai Colossesi 4,10) e che quindi era ebreo di stirpe levitica.

Biografia

Negli Atti degli Apostoli abbiamo un primo riferimento preciso su di lui nell'episodio in cui si descrive la liberazione "miracolosa" di Pietro dalla prigione:

« Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni detto anche Marco, dove si trovava un buon numero di persone raccolte in preghiera » (12,12 )

Secondo il brano sua madre si chiamava Maria e a quel tempo abitava a Gerusalemme. Si noti anche che Marco aveva due nomi, uno gentile e uno ebreo; quello ebreo era Giovanni. A quel tempo era un'usanza abbastanza comune tra gli israeliti: basti ricordare Paolo, che viene indicato anche con il nome di Saulo. In altri passi degli Atti viene chiamato o con il nome di Giovanni o con quello di Marco o con entrambi.

Non si sa se conobbe direttamente Gesù poiché questa informazione non ci è pervenuta da nessuna fonte. Ma se abitava a quel tempo a Gerusalemme deve aver perlomeno sentito parlare di Lui. Di sicuro sappiamo che, pochi anni dopo la morte del Maestro, gli apostoli e i discepoli si riunivano a casa di sua madre.

Il fatto che sia l'unico evangelista a menzionare la fuga di un giovinetto che seguiva da lontano gli avvenimenti della cattura di Cristo nell'orto degli ulivi:

« Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo » (14,1.51.52 )

fa supporre fondatamente che sia egli stesso questo giovinetto.

Dalla prima lettera di Pietro:

« Vi saluta la comunità che è stata eletta come voi e dimora in Babilonia; e anche Marco, mio figlio »

apprendiamo che si trovava con lui a Babilonia (che, nel linguaggio dei primi cristiani, indicava la Roma pagana ed idolatra). A tutt'oggi la basilica romana di San Marco testimonia la presenza di Marco a Roma, visto che, secondo una tradizione, fu eretta sul luogo in cui sorgeva la casa in cui risiedette l'evangelista nel suo soggiorno nella Capitale dell'Impero. Essa si trova proprio di fronte al Campidoglio, nel centro dell'antica Roma, e non come l'abitazione di Paolo, nel ghetto ebraico sulla sponda del Tevere. Secondo Eusebio, Pietro e Marco giunsero a Roma per la prima volta "al principio del Regno di Claudio" (Hist. eccl., II, 14.6) e, quindi, nel 41 d.C. Il fatto che Pietro, nella sua lettera, chiami il nostro Evangelista come mio figlio fa pensare che debba aver ricevuto il battesimo dallo stesso Principe degli Apostoli.

Giovanni di Niccolò Mansueti, San Marco evangelista trascinato nella sinagoga (1499); Vaduz, Fürstlich Liechtensteinische Gemäldegalerie

Dagli Atti apprendiamo che partì insieme a Paolo e a suo cugino per Antiochia. Viene indicato come aiutante di Paolo quando egli predicava a Salamina (Cipro) (Atti 13,5). In seguito, lo stesso libro ci riferisce che abbandona Paolo, forse spaventato dalle tremende fatiche degli spostamenti dell'apostolo o dalla crescente ostilità che lo stesso incontrava.

« Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di Panfilia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme » (13,13 )

In seguito alla sua defezione Paolo, partendo per consolidare le chiese della Siria e della Cilicia, si scelse come compagno Sila mentre Marco partì con suo cugino per Cipro (Atti 15,37.41) Questo accadde nel 52. Negli Atti queste sono le ultime indicazioni che troviamo dell'evangelista. In seguito Paolo dovette dimenticare questi dissidi in quanto ritroviamo Marco a fianco dell'apostolo a Roma nel 62-64, ne abbiamo notizia da una lettera di Paolo:

« Vi saluta Aristarco, il mio compagno di prigione, e Marco, il cugino di Barnaba (intorno al quale avete ricevuto ordini; qualora venisse da voi, ricevetelo), e Gesù detto il Giusto, i quali sono della circoncisione; fra questi sono i soli miei collaboratori per il regno di Dio, in quanto mi sono stati di consolazione » (4,10ss )

Qualche anno più tardi lo ritroviamo in compagnia di Pietro, che lo cita nella sua prima lettera come indicato in precedenza. Questo dimostra la sua grande attività svolta negli anni cinquanta non solo a Cipro. Forse rientrato in oriente prima della persecuzione scatenata da Nerone nel 64, ma Paolo nel 66 lo rivuole con sé. Come indicato nella sua lettera a Timoteo:

« Affrettati a venire da me al più presto... Solo Luca è con me. Prendi Marco e conducilo con te, perché mi è utile per il ministero » (4,9-11 )

Dopo la morte a Roma del principe degli Apostoli, non vi sono più notizie certe su Marco. La tradizione lo vuole evangelizzatore in Egitto e fondatore della chiesa di Alessandria che lo vuole come suo primo vescovo. Altra tradizione vuole che Marco - prima di rientrare in Egitto - fosse stato inviato da Pietro nella metropoli alto-adriatica di Aquileia - capoluogo della X Regio Venetia et Histria - per curare l'evangelizzazione dell'area nord-est. A Marco si deve la scelta del primo Vescovo della Chiesa-madre di Aquileia (Ermagora, associato sempre al suo diacono Fortunato) dalla quale deriverà, in tempi e per complesse vicende successive, il titolo del Patriarcato di Grado poi assorbito da Venezia. Nella Basilica di Aquileia (la cui cripta è affrescata con il ciclo della Predicazione di San Marco) e poi nella sede patriarcale di Cividale del Friuli si conservava il "Vangelo di san Marco", attribuito dalla tradizione alla stessa mano dell'Evangelista. Il testo (in realtà tardivo) è denominato "Evangelarium Forojuliense" ed è oggi ripartito in tre parti: una conservata nel Museo archeologico nazionale di Cividale; la seconda nell'Archivio Capitolare del Duomo di Praga (dono del Patriarca di Aquileia Nicola di Lussemburgo al fratellastro Carlo IV, Sacro Romano Imperatore nel XIV secolo); la terza nella Biblioteca Marciana di Venezia (ambita preda di guerra dopo la conquista del Friuli da parte della Serenissima nel 1420).

Non vi sono notizie certe su dove, come e quando Marco morì. Eusebio sostiene che la sua morte sia avvenuta ad Alessandria, dove venne ucciso facendo trascinare il suo corpo per la città, questa versione dei fatti viene riportata anche nella Legenda Aurea.

Le sue spoglie vengono trafugate con uno stratagemma da due mercanti veneziani nell'anno 828 e trasportate, dopo averle nascoste in una cesta di ortaggi e di carne di maiale[2], a Venezia, dove pochi anni dopo verrà dato inizio alla costruzione della Basilica che ancora oggi ospita le sue reliquie. Un frammento di esse è pure conservato nella chiesa di San Marco in Città a Cortona, in Toscana, che condivide con Venezia lo stemma comunale del leone alato ed il patronato.

Iconografia

La raffigurazione di san Marco compare sin dalla prima arte cristiana, assieme a quella degli altri Evangelisti. San Girolamo (IV secolo) argomentò come si possano associare i quattro Evangelisti con i simboli del "tetramorfo" che compaiono nelle profezie di Ezechiele, riprese poi nelle visioni dell'Apocalisse :

« Il primo vivente era simile a un leone, il secondo essere vivente aveva l'aspetto di un vitello, il terzo vivente aveva l'aspetto d'uomo, il quarto vivente era simile a un'aquila mentre vola; i quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi »

Nell'iconografia dell'inizio del V secolo - come si osserva ad esempio nei mosaici della Basilica di Santa Pudenziana a Roma - furono tali simboli che ad essere rappresentati al posto dei quattro santi: san Marco vi appare come leone alato.
Già nell'arte bizantina, tuttavia, alcuni mosaici - ad esempio in quelli di san Vitale a Ravenna - raffiguravano i quattro Evangelisti in forma umana, con in mano il Vangelo e con a fianco i loro simboli. Tale iconografia divenne diffusissima nell'arte romanica, poi in quella gotica. Nelle chiese di tale periodo i quattro santi vennero molto spesso effigiati nelle vele delle volte a crociera, seduti allo scrittoio, intenti alla stesura dei vangeli; talvolta si affiancano ad essi i quattro Dottori della Chiesa. Troviamo anche talvolta (ad es. nei bassorilievi che ornano il Battistero di Parma) la raffigurazione dei quattro santi in forme mostruose, ove su un corpo umano alato si erge la testa del loro simbolo.

Le figure degli Evangelisti - e tra esse quella di Marco - compaiono poi nelle rappresentazione degli Apostoli che troviamo in ogni espressione dell'arte sacra. Alcune pale d'altare esprimono una speciale devozione per san Marco, come la celebre tela di Tiziano raffigurante San Marco in Trono nella chiesa di Santa Maria della Salute a Venezia.

La narrazione della vita dei santi costituì come noto un impegno costante dell'arte sacra. Per quanto attiene a San Marco, patrono di Venezia, troviamo già raffigurate scene della sua vita nei mosaici della Basilica di San Marco (sec. XIII).
Nel periodo rinascimentale, gli episodi narrati nella "Leggenda Aurea" divennero soggetto per numerosi capolavori eseguiti da artisti della scuola veneta. Non si può non ricordare almeno la grande tela di Gentile e Giovanni Bellini raffigurante La predica di san Marco ad Alessandria, ed anche le quattro tele di Tintoretto eseguite per la Scuola di San Marco a Venezia ed aventi per soggetto Il Miracolo di San Marco che libera uno schiavo, San Marco salva un saraceno da un naufragio, Il trafugamento del corpo di San Marco, Il ritrovamento del corpo di San Marco.

Il simbolo del leone

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Leone di San Marco
Il "Leone di San Marco" a Venezia

Tutti e quattro gli Evangelisti hanno un simbolo che generalmente viene raffigurato vicino al Santo nelle pitture e nelle sculture. Questi simboli sono associati al Vangelo del Santo. Il simbolo di san Marco è il leone alato, perché inizia il suo Vangelo con la voce di san Giovanni Battista che, nel deserto, si eleva simile a un ruggito, preannunciando agli uomini la venuta del Cristo.

Il leone di san Marco viene rappresentato in più modi: "andante", cioè in piedi sulle quattro zampe, come se camminasse, e con un libro aperto sotto una zampa con su scritto Pax Tibi Marce Evangelista Meus; oppure in "moleca", cioè rannicchiato.

Dato che san Marco Evangelista è il patrono di Venezia, la Serenissima ha assunto il leone di San Marco come proprio simbolo. Per Venezia, anche il libro diventava un simbolo: di pace, quando era rappresentato aperto, di guerra, quando era rappresentato chiuso. Sempre in tempo di guerra il leone poteva essere rappresentato senza il libro, bensì con una spada. Esiste un unico caso in cui sono presenti spada e libro contemporaneamente.

Culto

Il culto di San Marco, per l'importanza religiosa rivestita dalla condizione di Evangelista, è estremamente diffuso e capillare tra le Chiese cristiane. Centrale per le chiese orientali d'Egitto, derivate dall'antico patriarcato di Alessandria, per i patriarcati italiani, oggi soppressi, di Aquileia e di Grado e per il patriarcato di Venezia, nella cui chiesa cattedrale, la basilica di San Marco, è tuttora conservato il corpo del Santo.

La memoria religiosa è il 25 aprile, in occasione della ricorrenza del martirio. Nell'antica Repubblica di Venezia, tuttavia erano dedicati a San Marco anche il 31 gennaio, ricordo della traslazione a Venezia delle reliquie, e il 25 giugno, data del rinvenimento, nel 1094, del luogo in cui esse erano state occultate.

Predecessore: Vescovo di Alessandria Successore: Quadrato trasparente.png
- 42-62 Aniano I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
- {{{data}}} Aniano
Note
  1. Pur in assenza di dati certi, sulla base della datazione del suo vangelo, la sua vita va comunque compresa entro l'arco del I secolo d.C.
  2. Giovambattista Contarini Spiegazione della Basilica metropolitana di S.Marco Evangelista, tipografia Perini editore, 1854, pag.7
Bibliografia
  • Antonio Niero, San Marco e la sua basilica, San Paolo Edizioni, 1999
  • Rosa Giorgi, Santi, col. "Dizionari dell'Arte", Mondadori Electa Editore, Milano 2002, pp. 236 - 240 ISBN 9788843596744
Voci correlate
Collegamenti esterni