Sacratissimo Cuore di Gesù (Solennità)

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Sacratissimo Cuore di Gesù (Solennità)
Sacre Coeur - Choeur, Abside et Mosaique.jpg
Parigi, Basilica del Sacro Cuore (1875 - 1914), presbiterio ed abside
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Data nel 2023: 16 giugno
Data nel 2024: 07 giugno

Data nel 2025: 27 giugno
Rito romano
Tipologia Solennità
Periodo Tempo Ordinario

Data nel 2023: 16 giugno
Data nel 2024: 07 giugno

Data nel 2025: 27 giugno
Rito ambrosiano
Tipologia Solennità del Signore
Periodo Tempo Dopo Pentecoste

Data nel 2023: Errore nell'espressione: operatore < inatteso.
Data nel 2024: Errore nell'espressione: operatore < inatteso.

Data nel 2025: Errore nell'espressione: operatore < inatteso.
Data d'istituzione 1856
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, Elogi per le celebrazioni mobili, n. 1:
« Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il quale, mite e umile di cuore, esaltato sulla croce, è divenuto fonte di vita e di amore, a cui tutti i popoli attingeranno. »

La Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù intende celebrare l'amore misericordioso del Salvatore, simboleggiato nel suo Cuore.

Le origini

La devozione al Sacro Cuore era già praticata nel Medioevo, ma senza avere una festa corrispondente.

Nella seconda metà del XVII secolo l'oratoriano San Giovanni Eudes (1601-1680) fu il primo a celebrare, all'interno della sua comunità e con il permesso del Vescovo di Rennes, una festività in onore del Cuore di Gesù, il 20 ottobre 1672.

Un ulteriore impulso al culto del Cuore di Cristo venne poi da Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690). Quest'ultima fu oggetto di rivelazioni private da parte del Sacro Cuore, che le chiese di propagare la devozione e di far istituire la relativa festa.

La Solennità del Sacro Cuore fu celebrata per la prima volta in Francia, probabilmente nel 1685. Le prime due celebrazioni in onore del Sacro Cuore, presente Margherita, si ebbero nel Noviziato del monastero dove ella si trovava, a Paray le Monial, il 20 luglio 1685 e il 21 giugno 1686.

Date della Solennità 2019-2029
Anno Cattolicesimo
2019 28 giugno
2020 19 giugno
2021 11 giugno
2022 24 giugno
2023 16 giugno
2024 7 giugno
2025 27 giugno
2026 12 giugno
2027 4 giugno
2028 23 giugno
2029 8 giugno

La Solennità per la Chiesa polacca

Il 6 febbraio 1765 Papa Clemente XIII (1758-1769) accordò alla Polonia e all'Arciconfraternita Romana del Sacro Cuore la Solennità del Sacro Cuore di Gesù; nel pensiero del Pontefice doveva diffondere nella Chiesa quanto rivelato da Gesù a santa Margherita, ma dandogli un nuovo orientamento: la Solennità non sarebbe più stata soltanto un'amorosa contemplazione e un'adorazione di quel Cuore che ha tanto amato, ma anche una riparazione per le offese e ingratitudini ricevute. Nell'anniversario dei duecento anni dell'istituzione della Solennità Papa Paolo VI pubblicò la Lettera apostolica Investigabiles divitias Christi[1].

L'istituzione della Festa per la Chiesa universale

Nel 1856 Papa Pio IX rese universale per tutta la Chiesa la Solennità del Sacro Cuore, introducendola nel Calendario liturgico della Chiesa Latina, fissandone la data al terzo venerdì dopo Pentecoste.

Sull'onda della devozione sorsero molte cappelle, oratori, chiese, basiliche e santuari dedicati al Sacro Cuore di Gesù. A Parigi si diede inizio alla costruzione della basilica del Sacro Cuore, sulla collina del quartiere di Montmartre: essa fu iniziata nel 1876 e conclusa nel 1899; tutte le categorie sociali e militari della Francia, contribuirono al finanziamento dell'opera.

Proliferarono quadri e stampe raffiguranti il Sacro Cuore fiammeggiante, quasi sempre posto sul petto di Gesù che lo indica agli uomini; si organizzò la pia pratica del 1° venerdì del mese; si composero le Litanie del Sacro Cuore, e il mese di giugno fu dedicato al suo culto.

I formulari liturgici

Le letture

La parte centrale del Prefazio della Solennità

Innalzato sulla croce,
nel suo amore senza limiti donò la vita per noi,
e dalla ferita del suo fianco effuse sangue e acqua,
simbolo dei sacramenti della Chiesa,
perché tutti gli uomini,
attirati al cuore del Salvatore,
attingessero con gioia alla fonte perenne della salvezza.

Vari formulari si sono succeduti nel corso del tempo, il che dimostra che non è facile fissare con esattezza l'oggetto della celebrazione[2]. Il Messale Romano del 1970 riprende in gran parte i testi del formulario Cogitationes promulgato da Pio XI nel 1929, e lo arricchisce con nove letture bibliche distribuite nei tre Anni A, B e Anno C.

Il tema predominante nella letture della Messa è l'amore di Dio rivelato in Cristo.

L'eucologia

Le orazioni riprendono in parte i testi del Messale anteriore; è presentata una colletta alternativa nuova, e il testo dell'Orazione dopo la Comunione ha subito importanti ritocchi.

Sono ancora presenti i termini "riparazione" ed "espiazione", legati agli ambienti devozionali in cui è sorta la solennità.

Il testo eucologico più significativo è il nuovo Prefazio, connotato da una precipua ispirazione scritturale e patristica: esso presenta il mistero della salvezza in chiave cristologica, ecclesiologica e sacramentale.

Nel Rito Ambrosiano

La parte centrale all'inizio dell'Assemblea liturgica

O Padre, che nel cuore del tuo dilettissimo Figlio
ci dai la gioia di celebrare
le grandi opere del tuo amore per noi,
fà che da questa fonte inesauribile
attingiamo l'abbondanza dei tuoi doni.

Nel Rito Ambrosiano le letture della solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù seguono il ciclo triennale e non si discostano da quelle del Rito Romano se non per l'Epistola dell'Anno A. Precisamente sono formulate le seguenti letture:

Anno A - Il Signore è buono e grande nell'amore

Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

Anno B - Il Signore su di me si è chinato.

Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

  • Epistola: Ef 3,8-12.14-19 Conoscere l'amore di Cristo che supera ogni conoscenza.
  • Canto al Vangelo - cfr. Gv 6,51 : Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
  • Vangelo: Gv 19,31-37 Uno dei soldati gli colpì il fianco con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua.
  • Antifona dopo il Vangelo - Cfr. Ef 2,7 : Rivelaci, o Dio nostro, le ricchezze sconfinate della tua grazia e il tuo amore per noi che si compie nel Cristo Gesù.
Anno C - Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
  • Lettura: Ez 34,11-16 Io stesso condurrò al pascolo le mie pecore e le farò riposare.
  • Salmo - {{Pb|Sal|23,1r.2-5]] - Rit.: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
  • Epistola: Rm 5,5-11 Dio dimostra il suo amore verso di noi.
  • Canto al Vangelo - cfr. Gv 10,14 : Io sono il buon pastore, dice il Signore; conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
  • Vangelo: Lc 15,3-7 Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che si era perduta.
  • Antifona dopo il Vangelo - Cfr. Ef 2,7 : Rivelaci, o Dio nostro, le ricchezze sconfinate della tua grazia e il tuo amore per noi che si compie nel Cristo Gesù.

Periodo postconciliare dal 1976 al 2008

Dal 1976 fino al 2008 le comunità di Rito Ambrosiano hanno celebrato l'Eucaristia lungo l'anno (festiva e feriale) con un Messale Ambrosiano rinnovato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II completo e autonomo (ad eccezione del Lezionario, ancora incompleto e supplementare rispetto al Lezionario Romano). Le letture della solennità erano identiche a quelle di Rito romano già riportate con l'Antifona dopo il Vagelo unica per i tre anni: Ef 2,7 identica al Rito moderno. Il nome delle letture avevano la stessa dicitura del Rito romano, ossia Prima lettura, Salmo responsoriale, Seconda lettura[3].

Nel Rito ambrosiano antico

Il messale ambrosiano antico riporta la Solennità con la denominazione In Festo Sacratissimi Cordis Jesu, con grado di Festa. Il Rito moderno non riporta gli stessi brani di quello antico anche in virtù della struttura triennale del primo.

  • Lectio: Ez 36,23-27
  • Psalmellus: Factum est cor meum tamquam cera liquescens in medio ventris mei. Exaurit tamquam testa virtus mea. (Il mio cuore è come cera, si scioglie in mezzo alle mie viscere. Arido come un coccio è il mio vigore.Cfr. Sal 22 )
  • Epistola: Ef 3,8-9;14-19
  • Halleluja: In Domino gaudebo, et exultabo in Deo Jesu meo. (Mi rallegrerò nel Signore, ed esulterò in Gesù mio Dio.)
  • Evangelium: Gv 15,9-16
  • Antiphona post Evangelium - cfr. Ef 2,7 : Ostende nobis, Domine, abundantes divitias gratiæ tuæ, in bonitate super nos in Christo Jesu. (Mostraci, o Signore, la straordinaria ricchezza della tua grazia nella bontà per noi in Cristo Gesù.)

Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, il celebrante stende solennemente la Sindone[4] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):

(LA) (IT)
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« Illo nos igne, quæsumus Domine, Spiritus sanctus inflammet: quem Dominus noster Jesus Christus e penetralibus Cordis sui misit in terram, et voluit vehementer accendi. » « Lo Spirito santo ci infiammi, te ne preghiamo, o Signore, con quel fuoco che Gesù Cristo nostro Signore mandò in terra dalle profondità del suo Cuore, e che ardentemente volle divampasse. »
({{{4}}})

Nella Chiesa ortodossa

L'Ortodossia vede, in questo culto devozionale, qualcosa di innaturale a causa della separazione del Cuore dalla natura corporea del Signore. Essa mantiene un senso più globale nell'adorazione di Cristo, e anche da un punto di vista terreno, ritengono che l'amore più spontaneo e immediato, come quello materno, non è riferito mai al cuore della persona amata, ma sempre alla persona stessa, in modo globale.

Gli stessi commenti possono valere riguardo a forme simili di devozione (per esempio, quella al Cuore Immacolato di Maria).

L'ortodossia, teologicamente, non accetta la devozione al Cuore di Gesù, inteso come ardente amore del Salvatore per l'umanità, in quanto non presente, tale pratica di adorazione, nell'Antico e nel Nuovo Testamento e nella tradizione dei Padri, tanto meno l'usanza di adorare separatamente l'amore di Dio (o la sua sapienza, provvidenza, santità, o altri aspetti separati) o usandone come simbolo una parte del corpo. Tale differenza può essere ricercata anche nel fatto che queste devozioni sono nate in seno alla Chiesa cattolica dopo il Grande scisma.

In virtù di queste considerazioni, la Chiesa ortodossa non celebra alcuna commemorazione per questa solennità.



Note
  1. Paolo VI Lettera apostolica Investigabiles divitias Christi
  2. Matias Augé (1988) p. 226.
  3. Centro ambrosiano di documentazione e studi religiosi op. cit.
  4. Velo che copre le Oblate, il pane e il vino posti sull'altare per il sacrificio.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni