Tiberio
Tiberio Personaggio del Nuovo Testamento | |
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Imperatore romano | |
Busto di Tiberio, Roma, Museo dell'Ara Pacis | |
Età alla morte | 78 anni |
Nascita | Roma 16 novembre 42 a.C. |
Morte | Miseno 16 marzo 37 |
Tiberio Giulio Cesare Augusto (lat. Tiberius Iulius Caesar Augustus; Roma, 16 novembre 42 a.C.; † Miseno, 16 marzo 37) è stato il secondo imperatore romano.
Biografia
Era figlio di Tiberio Claudio Nerone, di cui alla nascita prese il nome, e di Livia, che sposò in seconde nozze il futuro imperatore Augusto, da cui Tiberio fu adottato nel 4 assumendo il nome di Tiberio Giulio Cesare. Alla morte di Augusto, avvenuta nel 14, Tiberio, associato al potere già da quattro anni, salì al trono con il nome di Tiberio Giulio Cesare Augusto.
In politica interna, seguì le orme del predecessore nel riformare e migliorare ogni settore dell'amministrazione, promuovendo la prosperità dell'Impero. Come già Augusto, evitò di dare al suo governo le vesti di un potere monarchico, preferendo che il Senato gli rinnovasse di volta in volta i poteri. Questo non impedì il sorgere di una dura opposizione, dovuta in buona parte al suo carattere taciturno e sospettoso e all'influenza del prefetto del pretorio Elio Seiano.
Si apriva nel frattempo la questione della successione al trono: dal suo primo matrimonio Tiberio aveva avuto un figlio, Druso; dal suo matrimonio con Giulia, la libertina figlia di Augusto, non aveva invece avuto alcun figlio. Dopo la morte di suo nipote Germanico (19), che aveva adottato per imposizione di Augusto, Tiberio cercò di garantire la successione a Druso. Il suo piano, però, fallì, a causa di una congiura ordita da Seiano e Livilla, moglie di Druso e amante di Seiano: nel 23 Druso morì avvelenato.
A partire dal 26, ancor più chiuso e sospettoso, Tiberio lasciò Roma e preferì stabilirsi a Capri, da dove continuava a curare gli affari dell'Impero per mezzo di Seiano. A partire da questa data crebbero rapidamente le condanne a morte per lesa maestà. Nel 31 Seiano ordì una nuova congiura, allo scopo di garantire a sé stesso la successione al trono: solo all'ultimo momento Tiberio fu informato di cosa stesse accadendo, e Seiano fu condannato a morte.
Tiberio trascorse i suoi ultimi anni in una sempre crescente misantropia e crudeltà, in esilio volontario a Capri dove - è stato detto - si abbandonò alla dissolutezza. L'attendibilità di queste notizie è comunque inficiata dall'ostilità della storiografia antica, di sentimenti filo-senatori. È probabile che sia morto di morte naturale; suo successore fu il nipote Caligola.
Ruolo nella Storia del Cristianesimo
Il ministero e la morte di san Giovanni Battista e di Gesù avvennero durante il regno di Tiberio. Secondo Luca 3,1 san Giovanni fu chiamato da Dio a preparare la strada al Messia nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare. Poco dopo la morte di Gesù Tiberio richiamò il procuratore Ponzio Pilato dalla Giudea.
Tertulliano[1] riferisce che Tiberio ricevé un rapporto su Cristo e che convocò il Senato perché Gesù fosse annoverato tra gli dèi. Il Senato respinse la richiesta, ma Tiberio minacciò di punire gli eventuali persecutori dei cristiani.
Filmografia
I rapporti tra Tiberio e i primi cristiani hanno ispirato diversi film:
- La Tunica, regia di Henry Koster (1953)
- L'inchiesta, regia di Damiano Damiani (1986)
- L'inchiesta, miniserie Rai, regia di Giulio Base (2006)
Predecessore: | Imperatore romano | Successore: | |
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Augusto | 14 - 16 marzo 37 | Caligola |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |