Domenico Silvio Passionei
Domenico Silvio Passionei (Fossombrone, 2 dicembre 1682; † Eremo di Frascati, 5 luglio 1761) è stato un cardinale, arcivescovo e nunzio apostolico italiano. Noto bibliofilo, fu in contatto con i grandi collezionisti di edizioni rare del suo tempo. Questa passione, che caratterizzò tutta la sua vita, gli valse l'incarico di bibliotecario vaticano. Le cinquantamila opere a stampa e i cinquecento manoscritti da lui raccolti furono riuniti alla Biblioteca Angelica dopo la sua morte per volontà di Clemente XIII.
Cenni biografici
Domenico Silvio nacque a Fossombrone il 2 dicembre 1682, secondo dei due figli del conte Gian Benedetto e di Virginia Sabbatelli in una nobile famiglia della cittadina, incorporata nel Ducato di Urbino fino al 1631 e che era ormai unita allo Stato della Chiesa.
Dopo il dottorato in lettere e utroque iure fu referendario della Segnatura. Nella primavera del 1706 ebbe il suo primo incarico di rilievo, quando fu incaricato di portare a Parigi la berretta cardinalizia al neo eletto cardinal Filippo Antonio Gualterio. A Parigi rimase per due anni entrando in contatto con gli ambienti gallicani e giansenisti della capitale francese, che ne influenzarono i suoi orientamenti filosofici per il resto della vita. Ma la sua presenza alla corte parigina entrò in conflitto con l'azione del nunzio mons. Agostino Cusani che ne chiese l'allontanamento.
Lasciata Parigi fu legato pontificio alle trattative di pace tenutesi alla fine della guerra di successione spagnola, all'Aia nel 1709, a Utrecht dal 1714 al 1716.[1] nel 1712 e a Baden[2] Rifiutò un incarico inquisitoriale a Malta e si ritirò a Fossombrone fino al 1719, quando fu eletto accademico della Crusca e poi prosegretario della Propaganda Fide.
Preconizzato come nunzio presso gli Svizzeri fu in rapida successione ordinato diacono, sacerdote e vescovo ottenendo la sede titolare di Efeso nel 1721. Come nunzio presso gli svizzeri tenne dotti sermoni, richiamò il clero a mostrarsi degno dello spirito de’ canoni, intervenne a disciplinare nomine e uffici. Nel 1725 fu coinvolto nell' affare di Udligenswil.[3] Appoggiò l'operato del curato locale Andermatt, espulso dalle autorità lucernesi dal cantone, e il vescovo di Costanza Johann Franz Schenk von Stauffenberg (Ch), difendendone la posizione presso la Santa Sede. In segno di protesta contro l'ingerenza del governo lucernese negli affari ecclesiastici, trasferì la nunziatura ad Altdorf nel canton Uri l'anno seguente. La nunziatura rimase al Altdorf sino al 1731, quando il Passionei lasciò la Svizzera per Vienna, dove nell'ottobre 1730 Clemente XII lo aveva promosso nunzio di prima classe presso la corte di Carlo VI.
Fu alla corte asburgica negli anni della riappacificazione tra Francia e l'Impero siglata anche dal matrimonio, celebrato da Passionei, di Francesco Stefano duca di Lorena con l'arciduchessa Maria Teresa. A Vienna fu presente ai funerali dell'amico Eugenio di Savoia a cui dedicò un'orazione funebre.
Nel 1738 ritornò a Roma dove il 23 giugno fu creato cardinale presbitero con il titolo di San Bernardo alle Terme Diocleziane, che nel 1755 mutò in quello di Santa Prassede e nel 1759 mutò il quello di San Lorenzo in Lucina, riservato ai cardinali protopresbiteri.
Fu ascritto a importanti congregazioni romane: Riti, Propaganda Fide, Indice, Indulgenze e sacre reliquie, Cerimonie, sopra la Correzione dei libri orientali), l'anno seguente divenne cardinale protettore dei cistercensi riformati e segretario dei Brevi. Nel 1740 prese parte al conclave che vide l'elezione di Benedetto XIV.
Nel 1741 questi lo nominò vice-bibliotecario della biblioteca Vaticana sotto il cardinale Angelo Maria Quirini al quale succedette nel 1755. Durante questo incarico si dedicò al recupero e al restauro di molti libri antichi. Si impegnò inoltre alla selezione di una preziosissima raccolta di testi per la sua personale biblioteca costituita da oltre 32.000 volumi accessibili al pubblico, e per la quale sempre nel 1755 venne offerto l'impiego di bibliotecario nientemeno che a Johann Joachim Winckelmann.
La fama assunta in Europa dal cardinale contribui a richiamare figure importanti dell'arte, della politica, della cultura nel suo fastoso romitorio presso l'eremo di san Romualdo in Frascati, allestito dal 1739 su progetto di Ferdinando Fuga come un'accademia-salotto ricca di collezioni antiquarie e artistiche. Alla morte del cardinale questi ambienti furono smantellati.
Tra il pontificato di Benedetto XIV e l'avvio di quello di Clemente XIII, in una Chiesa quasi ormai sulla difensiva per il peso crescente dell'illuminismo e di indirizzi giurisdizionalistici, riformistici, rigoristi, anticuriali e per l'intensificarsi di scontri dottrinali e polemiche pubbliche, il cardinal Passionei fu spesso protagonista di scelte sensibili, incaricato all'occorrenza di esprimersi su nodi dottrinali dai forti risvolti politici.
Da sempre vicino al pensiero giansenista fu sovente in contrasto con i gesuiti, appoggiando decisamente le operazioni per la soppressione dell'ordine, e si oppose fermamente alla beatificazione del gesuita cardinal Roberto Bellarmino, esplicita nel voto del 5 maggio 1753.[4]
Partecipò anche al conclave del 1758 che vide l'elezione del cardinale Carlo della Torre di Rezzonico che prese il nome di papa Clemente XIII. Questi lo costrinse a firmare il Breve di condanna del catechismo di matrice giansenista di François-Philippe Mésenguy.
Morte
Fu colpito da apoplessia e morì il 5 luglio 1761 nell'eremo camaldolese di Frascati. La salma fu portata nella basilica di San Lorenzo in Lucina, chiesa del suo titolo, dove si tennero i funerali. Fu sepolto nella chiesa camaldolese di san Bernardo alle Terme.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santori
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Cardinale Gaspare Carpegna
- Cardinale Fabrizio Paolucci
- Cardinale Domenico Silvio Passionei
Successione degli incarichi
Predecessore: | Pro-segretario della Congregazione di Propaganda Fide | Successore: | |
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- | 1º novembre 1720 - 1º gennaio 1721 | - |
Predecessore: | Arcivescovo titolare di Efeso | Successore: | |
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Giacomo Caracciolo | 16 luglio 1721 - 23 giugno 1738 | Antonio Maria Pescatori (Ch), O.F.M. Cap. |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Svizzera | Successore: | |
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Giuseppe Firrao il Vecchio | 30 luglio 1721 - 23 dicembre 1730 | Giovanni Battista Barni |
Predecessore: | Nunzio apostolico presso l'Imperatore | Successore: | |
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Giorgio Spinola | 23 dicembre 1730 - 15 maggio 1738 | Camillo Paolucci |
Predecessore: | Segretario ai brevi | Successore: | |
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Fabio degli Abati Olivieri | 15 maggio 1738 - 5 luglio 1761 | Nicolò Maria Antonelli |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Bernardo alle Terme Diocleziane | Successore: | |
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Henri-Pons de Thiard de Bissy | 23 luglio 1738 - 5 luglio 1761 Titolo presbiterale in commendam dal 17 febbraio 1755 |
Ignazio Michele Crivelli |
Predecessore: | Camerlengo del Collegio Cardinalizio | Successore: | |
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Raniero d'Elci | 29 gennaio 1748 - 20 gennaio 1749 | Silvio Valenti Gonzaga |
Predecessore: | Archivista di Santa Romana Chiesa | Successore: | |
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Angelo Maria Quirini, O.S.B.Cas. | 22 gennaio 1755 - 5 luglio 1761 | Alessandro Albani |
Predecessore: | Bibliotecario di Santa Romana Chiesa | Successore: | |
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Angelo Maria Quirini, O.S.B.Cas. | 22 gennaio 1755 - 5 luglio 1761 | Alessandro Albani |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Prassede | Successore: | |
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Angelo Maria Quirini, O.S.B.Cas. | 17 febbraio 1755 - 12 febbraio 1759 | Giacomo Oddi |
Predecessore: | Cardinale protopresbitero | Successore: | |
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Thomas Philip Wallrad d'Alsace-Boussut de Chimay | 5 gennaio 1759 - 5 luglio 1761 | Christoph Anton von Migazzi von Waal und Sonnenthurn |
Predecessore: | Cardinale presbitero di San Lorenzo in Lucina | Successore: | |
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Thomas Philip Wallrad d'Alsace-Boussut de Chimay | 12 febbraio 1759 - 5 luglio 1761 | Giovanni Teodoro di Baviera |
Note | |
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Bibliografia | |
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