Melchisedek
Melchisedek[1] Personaggio dell'Antico Testamento | |
---|---|
Juan Vicente Macip, Melchisedech (1545 - 1550 ca.), olio su tavola; Madrid (Spagna), Museo del Prado | |
Nascita | 2000 a.C./1812 a.C. ca. |
Morte | 1825 a.C./1673 a. C. ca. |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 26 agosto |
Attributi | Pane e vino |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 26 agosto:
|
Melchisedek[1] (2000 a.C./1812 a.C. ca.; † 1825 a.C./1673 a. C. ca.) è una figura dell'Antico Testamento, la cui importanza proviene dalla lettura cristologica fattane dalla Lettera agli Ebrei: Cristo è sacerdote per sempre "alla maniera di Melchisedek" (Eb 5,10 ).
Rimane il testimone dell'universalismo dei disegni di Dio, che, per condurci a Cristo, si è servito non solo di Israele, ma anche delle nazioni.
Il suo nome, secondo la teoria più accreditata, significa "Il mio Re è giusto"[2].
Nell'Antico Testamento
Melchisedek appare nell'Antico Testamento come protettore di Abramo e predecessore del Re Davide.
Melchisedek e Abramo
Melchisedek, re e quindi sacerdote di Salem[3] offre ad Abramo un pasto di pane e vino (Gen 14,18-20 ), rito d'alleanza[4]; pronuncia su Abramo una benedizione; riceve da Abramo un tributo, in cambio della sua protezione.
Questi gesti vengono compiuti al cospetto di ´El ´Eljôn, il Dio altissimo, divinità ancestrale dei clan semiti; per Melchisedek ´El ´Eljôn è almeno il Dio supremo, per Abramo l'unico Dio.
La parte principale viene qui svolta da Melchisedek, sacerdote non ebreo; di fronte a lui, Abramo, antenato dei sacerdoti levitici, occupa un rango inferiore. L'esegesi rabbinica cercherà di farlo dimenticare; l'esegesi cristiana se ne ricorderà.
Melchisedek e Davide
Quando Davide si stabilisce a Gerusalemme, vi instaura una politica di assimilazione. Il Salmo 110 presenta il re israelita come il continuatore del prestigioso Melchisedek. YHWH ha giurato al suo unto: in quanto re di Gerusalemme "tu sei sacerdote per sempre, al modo di Melchisedek" (Sal 110,4 ). L'espressione, iperbolica per i messia effimeri, sarà vera per l'ultimo Messia, verso il quale, dopo l'esilio babilonese, il Sal 110 orienterà l'attesa di Israele.
Le letture successive del popolo d'Israele vedono nel Salmo 110 l'annuncio di un salvatore che associ nella propria persona sacerdozio e regalità. Effettivamente alcuni profeti avevano annunciato che nei tempi futuri potere regio e potere sacerdotale sarebbero stati associati: Ger 33,14-22 ; Zc 3-6 . Vi fu chi rivendicò la regalità per il sommo sacerdote, cosa che divenne realtà sotto i Maccabei (1Mac 10,20.65;14,41.47 ), mentre rimase una speranza per i redattori giudaici dei Testamenti dei Dodici Patriarchi[5]. Altri invece, fedeli all'orientamento tracciato da Melchisedek e Davide, preferirono attribuire al futuro re il sommo sacerdozio.
Nel Nuovo Testamento
Per approfondire, vedi la voce Sacerdozio di Cristo |
L'intima fusione tra una regalità purificata e un sacerdozio autentico si realizza in Gesù.
Gesù, uomo, discende non soltanto da Abramo, ma prima di tutto da Adamo (Lc 3,23-38 ). Secondo la lettera agli Ebrei (7; cfr. 5,6-10;6,20), Gesù, sacerdote, esercita il sacerdozio perfetto, che non si ricollega a quello di Levi[6], ma realizza il sacerdozio regale del Messia davidico, successore di Melchisedek secondo l'annuncio del Sal 110. Questo sacerdote-re appare superiore ai sacerdoti levitici, dato che ha visto i figli di Levi, nella persona del loro antenato Abramo, inchinarsi rispettosamente davanti a lui, riceverne la benedizione e pagargli tributo.
Il personaggio, il nome, i titoli di Melchisedek abbozzano i caratteri di Gesù:
- Apparso "senza principio né fine", Melchisedek prefigura il Cristo, sacerdote eterno.
- Il suo nome Melchi-sedech significa "il mio re è giustizia", e "re di Salem" è quasi equivalente a re di shalóm, cioè re di pace. Ora, Gesù apporta al mondo la giustizia (cfr. Mt 12,18.20 ; At 17,31 ; Rm 3,22 ; 1Cor 1,30 ) e la pace (cfr. Lc 2,14;24,36 ; Gv 14,27;20,19.21 ; At 10,36 ; Ef 2,14 ; Col 3,15 ).
- Il giuramento solenne del Salmo 110 non riguarda i sacerdoti levitici, peccatori, mortali e quindi molteplici, succedentisi da una generazione all'altra, e ministri di un'alleanza superata; si rivolge al re-sacerdote, al vero figlio di Davide, a Gesù, innocente, immortale e quindi unico, ministro di una nuova alleanza definitiva, espressa per mezzo del pane e del vino, come un tempo lo era stato il patto di Melchisedek.
Melchisedek quindi, straniero rispetto a Israele, membro delle nazioni, ma personaggio religioso, "autodidatta della conoscenza di Dio" (Filone), potente amico di Abramo, annesso da Davide, prefigurazione di Gesù, ha registrato una straordinaria promozione.
Nei manoscritti del Mar Morto
Uno dei manoscritti non biblici di Qumran, in specifico il manoscritto 11Q13/11QMelch, rinvenuto nella grotta 11 di Qumran presso il Mar Morto, è stato datato paleograficamente tra la fine del II sec. a.C. e l'inizio del I secolo a.C.. Esso è composto di tredici frammenti dai quali si sono ricavate due colonne. La colonna 2 è preservata molto bene, la colonna 3 è ricostruita solo con alcune parole. 11Q13 può essere riguardato come una sorta di targum ("interpretazione", parafrasi dei passi biblici). È stato tradotto in italiano da parte di Florentino García Martínez, e studiato di recente in una monografia di Franco Manzi[7].
Il papiro è intitolato "Melchisedek e il giudizio finale". In tale testo si definisce Melchisedek come una Entità Celeste e come Messia.
Nella liturgia cattolica
Melchisedek nel Canone Romano |
Volgi sulla nostra offerta |
Il nome di Melchisedek risuona nel Rituale Romano, nel rito della consacrazione dell'altare.
Melchisedek è poi menzionato nel Messale Romano, nella I preghiera eucaristica.
Note | |
| |
Bibliografia | |
| |
Voci correlate | |