Congressi Eucaristici

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Celebrazione d'apertura del Congresso Eucaristico Diocesano di Bologna nel 2007
Discorso di Benedetto XVI in diretta video dal Vaticano alla chiusura del Congresso Eucaristico Internazionale a Quebec, in Canada, nel 2008
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I congressi eucaristici, introdotti in tempi recenti nella vita della Chiesa come manifestazione tutta particolare del culto eucaristico, si devono considerare come una "statio" cioè una sosta d'impegno e di preghiera, a cui una comunità invita la Chiesa universale, o una Chiesa locale le altre Chiese della medesima regione o della stessa nazione o del mondo intero, per approfondire insieme un qualche aspetto del mistero eucaristico e prestare ad esso un omaggio di pubblica venerazione, nel vincolo della carità e dell'unità.
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I Congressi Eucaristici, nati nel XIX secolo in Francia come una delle espressioni del movimento eucaristico, sono assemblee ecclesiali organizzate per approfondire il mistero eucaristico e per manifestare pubblicamente la fede in esso. I Congressi possono essere internazionali, nazionali, diocesani, interdiocesani, regionali, parrocchiali. I Congressi Eucaristici Internazionali sono promossi dal Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali; lo stesso Pontificio Comitato collabora per la preparazione e la celebrazione dei Congressi Eucaristici Nazionali e incoraggia la celebrazione di quelli diocesani, interdiocesani, regionali e parrocchiali.

Storia

I Congressi Eucaristici
Concelebrazione Eucaristica presieduta da Benedetto XVI in occasione del XXIV Congresso Eucaristico Nazionale Italiano celebratosi a Bari dal 21 al 29 maggio 2005
  • I Congressi Eucaristici sono "una sosta di impegno e di preghiera" in cui si intrecciano le dimensioni della "pietà eucaristica", dell'impegno sociale e dell'azione pastorale.
  • La "pietà eucaristica" fa della celebrazione eucaristica il centro e il culmine di tutte le varie manifestazioni e forme di pietà.
  • L'impegno sociale sviluppa in forme storiche "il dono di Dio per la vita del mondo".
  • L'azione pastorale approfondisce il legame tra Eucaristia e Chiesa.
  • Al centro di ogni Congresso Eucaristico è posta la celebrazione dell'Eucaristia.
  • Essa, radunando in unità e concordia il popolo di Dio, modella la vita cristiana ed annuncia che la Chiesa è inviata al mondo come segno e strumento di salvezza per tutti i popoli.
  • La celebrazione eucaristica rappresenta non solo il fine, ma anche la via e il mezzo per giungere alla comunione visibile tra le Chiese cristiane.
  • Il fine di ogni Congresso Eucaristico (diocesano, nazionale o internazionale) è quello di aiutare il popolo cristiano a credere, celebrare e vivere sempre meglio il mistero eucaristico. A questo scopo vengono scelti il tema e il modello celebrativo, ed un apposito comitato lavora per la preparazione e lo svolgimento.

Affermazioni sintetiche tratte da Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali, Suggerimenti e proposte per la preparazione e la celebrazione dei Congressi Eucaristici, Città del Vaticano 2010, online

Il francese Pierre-Julien Eymard (1811-1868), fondatore della Congregazione del Santissimo Sacramento e delle Ancelle del Santissimo Sacramento, canonizzato nel 1962. I Congressi Eucaristici furono frutto del suo instancabile apostolato che coinvolse molti sacerdoti, religiosi e laici ad una intensa devozione all'Eucarestia e diede nuovo impulso al cosiddetto movimento eucaristico
Processione al Congresso Eucaristico Internazionale di Montréal nel 1910
Logo del Congresso Eucaristico Internazionale di Monaco nel 1960
La celebrazione di chiusura del Congresso Eucaristico Internazionale di Monaco nel 1960. Il Congresso di Monaco fu particolarmente importante per l'evoluzione della comprensione di queste manifestazioni: a quanti trovavano ormai superate le antiche ragioni teologiche venne fornita una nuova visione dei congressi eucaristici attraverso l'opera del liturgista gesuita Andreas Jungmann che suggerì d'interpretare queste manifestazioni mondiali come una ripresa a scala universale dell'antico uso della statio urbis romana. Questa intuizione è stata recepita nell'attuale definizione dei Congressi Eucaristici come Statio orbis

L'idea dei Congressi Eucaristici si sviluppò in Europa, soprattutto in Francia, alla metà del XIX secolo, nell'ambito di numerose iniziative che erano finalizzate a promuovere il culto dell'eucaristia in reazione alla severità giansenistica e agli attacchi dell'ateismo militante. Queste iniziative per il rinnovamento della pietà eucaristica si concentrarono soprattutto sul culto di adorazione e sulla verità della presenza reale di Gesù Cristo.

Precorritrice dei Congressi Eucaristici viene considerata Marie-Marthe-Baptistine Tamisier (1834-1910)[1] che promosse pellegrinaggi di riparazione presso i santuari che raccoglievano le testimonianze di miracoli eucaristici. Il primo pellegrinaggio si svolse ad Avignone nel 1874. L'appoggiò ricevuto da Leone XIII soprattutto in occasione del pellegrinaggio a Favernay del 1878 condusse alla nascita dell'Opera dei Congressi Eucaristici che raccoglieva, oltre alle intuizioni della Tamisier, anche il contributo di idee e i frutti dell'apostolato eucaristico di molti sacerdoti, vescovi e anche laici tra i quali si ricordano in particolare Pierre-Julien Eymard (1811-1868), Antoine Chevrier (1826-1879), Leo Dupont (1797-1876) e Louis Gaston Adrien de Ségur (1820-1881).

Il primo congresso eucaristico fu celebrato a Lille nel 1881. Al Congresso di Lille seguirono, durante il pontificato di Leone XIII, quelli di Avignone nel 1882, Liège nel 1883, Fribourg e Toulouse nel 1885, Paris nel 1888, Anvers nel 1890, Jerusalem nel 1893, Reims nel 1894, Paray-le-Monial nel 1897, Bruxelles nel 1898, Lourdes nel 1899, Angers nel 1901 e Namur nel 1902.

« Benedetti da Leone XIII e posti al servizio della Santa Sede fin dal loro inizio, i congressi eucaristici si caratterizzarono come manifestazioni pubbliche destinate a stimolare la fede dei cattolici nella "presenza reale", ad accrescere il loro zelo per la devozione all'Eucaristia fuori della Messa e a proclamare la regalità sociale di Cristo contro le ricorrenti espressioni di una modernità che vedeva nella religione uno dei grandi antagonisti da combattere senza quartiere. [..] Lo scopo dei congressi, rimasto sostanzialmente immutato dall'inizio fino allo statuto del 1986, era così definito nel regolamento generale che accompagnò lo sviluppo dell'opera: "Far sempre più conoscere, amare e servire nostro Signore Gesù Cristo nel santissimo sacramento dell'altare [..] e lavorare in tal modo ad estendere il suo regno sociale nel mondo" (art. 1). La radice storica dei congressi è qui identificata chiaramente in due poli: quello della "pietà eucaristica" e quello della "dimensione sociale dell'eucaristia. »
(Piero Marini, 2011, 77-78[2])

Durante il pontificato di Pio X, i congressi, pur conservando il carattere di manifestazioni pubbliche destinate a stimolare la fede dei cattolici nell'Eucaristia, furono soprattutto utilizzati per favorire la conoscenza e l'applicazione dei decreti riguardanti la comunione frequente (Sacra Tridentina Synodus del 1905) e la prima comunione ai fanciulli (Quam singulari del 1910). Si celebrarono a Angoulême (1904), Roma (1905), Tournai (1906), Metz (1907), London (1908), Köln (1909), Montréal (1910), Madrid (1911), Wien (1912), Malta (1913) e Lourdes (1914).

Dopo la prima guerra mondiale i congressi eucaristici ripresero a Roma nel 1922 con Pio XI; durante questo pontificato i congressi assunsero un carattere veramente internazionale venendo celebrati in tutti i continenti: Chicago nel 1926, Sydney nel 1928, Cartagine nel 1930, Dublino nel 1932, Buenos Aires nel 1934, Manila nel 1936 e Budapest nel 1938.

Dopo la seconda guerra mondiale i congressi ripresero ad essere celebrati solo nel 1952 con il congresso di Barcellona. Grazie alla crescente interazione tra il movimento eucaristico e il movimento liturgico, nel dopoguerra i congressi eucaristici riuscirono a esprimere anche nella organizzazione lo spirito della liturgia: se fino ad allora la processione finale del congresso costituiva il punto culminante di un evento vissuto come un Corpus Domini di dimensione mondiale[3], nel dopoguerra la pietà eucaristica si orientò sempre più verso la celebrazione. Il congresso di Rio de Janeiro del 1956, ma poi soprattutto quello di Monaco di Baviera del 1960, riuscirono ad integrare in modo sapiente le manifestazioni di devozione popolare tipiche del XIX secolo con il rinnovamento liturgico contemporaneo[4]:

« A quanti trovavano ormai superate le antiche ragioni teologiche venne fornita una nuova visione dei congressi eucaristici attraverso l'opera del liturgista gesuita padre Andreas Jungmann che suggerì d'interpretare queste manifestazioni mondiali come una ripresa a scala universale dell'antico uso della statio urbis romana: "Come il Papa o il suo rappresentante specialmente autorizzato presiedeva la celebrazione stazionale della città di Roma, il legato del Papa è alla testa della celebrazione; circondato dai vescovi di numerosi Paesi, dal clero e dal popolo di tutte le nazioni, egli offre il sacrificio alla maestà divina"[5]. L'idea originale sottolinea che i congressi eucaristici sono una statio orbis in cui i fedeli provenienti dal mondo intero si riuniscono per celebrare insieme l'eucaristia e costruire così la Chiesa, corpo del Signore. "Non è l'eucaristia", sottolineava lo stesso liturgista, "lo scopo di queste manifestazioni di fede, ma il popolo di Dio"[6]»

Già nel 1967 l'Istruzione[7] della Sacra Congregazione dei Riti Eucharisticum mysterium raccomandava che tutte le forme di manifestazione del culto eucaristico promosse durante i congressi eucaristici culminassero nella celebrazione solenne della Messa[8]. Fu il rituale De sacra communione et cultu mysterii eucharistici extra missam del 1973, però, che recepì e applicò le nuove prospettive teologiche elaborate soprattutto durante il congresso di Monaco e le armonizzò con la visione del culto eucaristico che emergeva dal rinnovamento liturgico promosso dal Concilio Vaticano II[9].

I Congressi Eucaristici furono considerati anche in vari documenti successivi al rituale del 1973 come manifestazioni particolari del culto eucaristico e strumenti di grande utilità pastorale[10].

L'approvazione dello Statuto del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali nel 1986 dal parte di Giovanni Paolo II e il suo rinnovamento approvato il 24 dicembre 2009 da Benedetto XVI segnò, infine, il riconoscimento della grande importanza che i Congressi Eucaristici avevano ormai acquisito nella vita della Chiesa[11].

I Congressi eucaristici internazionali

Nella seguente tabella sono elencati tutti i Congressi eucaristici internazionali con riferimenti al luogo e data di celebrazione, al papa, al legato pontificio e al tema del Congresso[12].

I Congressi eucaristici nazionali

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Congressi Eucaristici Nazionali in Italia

I Congressi Eucaristici Nazionali, ma anche quelli diocesani, nacquero al seguito dei Congressi Eucaristici Internazionali e si prefiggevano anzitutto di approfondire il messaggio dei congressi internazionali e continuare una pastorale ispirata dall'Eucaristia. Il Comitato per i congressi eucaristici internazionali si impegnò, fin dal suo sorgere, alla promozione e organizzazione dei comitati nazionali che promuovessero le opere eucaristiche in ogni Paese e soprattutto diffondessero i frutti dei congressi internazionali[15]. Il primo Congresso Eucaristico Nazionale si tenne in Italia, a Napoli, nel 1891[16].

Dopo il Concilio Vaticano II si scoprì nei Congressi Eucaristici Nazionali una occasione privilegiata per rinnovare la vita cristiana formando comunità plasmate dall'Eucaristia.

In Italia attualmente (2011) sono stati celebrati 25 Congressi Eucaristici Nazionali.

Dimensioni dei Congressi Eucaristici nella Chiesa di oggi

Logo del 50° Congresso Eucaristico Internazionale che si è celebrato a Dublino, in Irlanda, dal 10 al 17 giugno 2012

I Congressi Eucaristici, considerati come "Statio", cioè come una sosta di impegno e di preghiera, intrecciano in sè soprattutto tre dimensioni della vita di fede[17]:

  • quella cultuale: essa implica che al centro del cammino di preparazione e della celebrazione di un Congresso Eucaristico sia posta la celebrazione Eucaristica; tutti gli altri gesti di culto che tradizionalmente caratterizzano un Congresso (adorazione fuori della messa, processione, ecc.) devono fare riferimento ad essa;
  • quella sociale: essa nasce dalla persuasione che la Chiesa ha ricevuto nell'Eucaristia il codice genetico della sua identità, il dono pieno che la pone di fronte al mondo come "Corpo di Cristo", "sacramento di salvezza"; da qui nasce la chiamata a trasformazioni non solo morali ed interiori, ma anche sociali e culturali; per questo è giusto parlare di un vero e proprio ethos eucaristico; le sofferenze dei poveri non possono restare estranee alla celebrazione del mistero eucaristico che impegna i battezzati a operare per la giustizia e la trasformazione del mondo in maniera attiva e consapevole;
  • quella pastorale: essa nasce dal fatto che ogni Congresso è chiamato a rilanciare il legame profondo tra Eucaristia e Chiesa e a ribadire il ruolo fondamentale dell'Eucaristia nell'azione ecclesiale; l'Eucaristia deve ritenersi il principio e la forma ispiratrice dell'azione pastorale ecclesiale.
Note
  1. Cfr. (EN) Voce, in Charles George Herbermann (a cura di), Catholic Encyclopedia, 15 voll., Robert Appleton Company, New York 1907-1914 .
  2. L'articolo si trova anche in rete, sul sito della Società San Paolo. Nello stesso articolo così scrive Marini:
    « Fin dai primi congressi eucaristici l'aspetto cultuale si è sempre intrecciato con la ricerca del "regno sociale di Cristo", formula con la quale non si voleva solo reagire all'atteggiamento dei pubblici poteri impegnati nella laicizzazione della società e dello Stato, quanto piuttosto sottolineare la realtà totale del Cristo salvatore dell'intera umanità e redentore del cosmo. [..] Sulla dimensione sociale della "regalità di Cristo" fece particolarmente leva l'azione di Leone XIII, che sostenne l'Opera dei congressi eucaristici internazionali e si adoperò per la celebrazione di quelli nazionali: con lo scopo di dare un impulso efficace al risveglio religioso di fine secolo, ricuperare le tematiche cristiane essenziali e gettare le fondamenta di una nuova presenza di ispirazione cristiana nella società, riaprendo la strada a una presenza significativa dei cattolici spesso emarginati dai grandi movimenti culturali del XIX secolo»
    (pp.79-80)
  3. Cfr., ad esempio, il discorso del Vescovo di Metz Willibrord Benzler, in occasione del congresso del 1908 a Londra:
    « In questo Corpus Domini che è il congresso eucaristico internazionale [..] dal mattino alla sera, anche durante la notte, la lode eucaristica non tace mai. »
    (Report of the Nineteenth Eucharistic Congress, held at Westminster from 9th to 13th September 1908, London 1909, 115)
  4. I congressi eucaristici divennero la ribalta per la più ampia diffusione di temi e istanze liturgiche nei primi decenni del Novecento. L'intreccio tra movimento eucaristico e movimento liturgico affermò il rapporto essenziale tra Chiesa ed Eucaristia, e furono proprio i congressi eucaristici che appoggiavano e diffondevano i documenti pontifici che sollecitavano le riforme in campo liturgico: cfr. il vasto programma riformatore di Pio XII con la Mediator Dei (1947), la riforma della veglia pasquale (1951) e quella della settimana santa (1955). A partire dal Vaticano II, con la pubblicazione dei nuovi libri liturgici e di numerosi documenti magisteriali sull'eucaristia, sarà ricuperato il rapporto tra eucaristia e Chiesa, e l'eucaristia ricollocata all'interno della celebrazione liturgica, suo alveo originario e naturale.
  5. Josef Andreas Jungmann, Corpus mysticum, in Dans Stimmen der Zeit, sept. 1959, 164.
  6. Josef Andreas Jungmann, Statio orbis catholici - Heute und Morgen, in Statio orbis. Eucharisticher WeltKongreß 1960 in München, vol. I, München 1961, 81-89.
  7. In latino il documento è detto Instructio de cultu mysterii Eucharistici.
  8. Così il documento:
    (LA) (IT)
    «

    In congressibus eucharisticis, christifideles hoc sacrosanctum mysterium variis eius rationibus prae oculis habitis [..], animo penitius cognoscere studeant. Illud autem celebrent secundum normas Concilii Vaticani II, ac venerentur oratione privatim protracta et piis exercitiis, praesertim in sollemniori procèssione, ita tamen ut omnes pietatis formae in sollemni celebratione Missae fastigium consequantur. Perdurante conventu eucharistico totius saltem regionis, convenit ut aliquae ecclesiae adorationi continuae reserventur. »

    « Nei congressi eucaristici i fedeli si applichino a conoscere più profondamente questo sacrosanto mistero nei suoi vari aspetti che hanno davanti agli occhi [..]. Lo celebrino secondo le norme del Concilio Vaticano II, e lo venerino personalmente con la preghiera e con i pii esercizi, soprattutto nella precessione più solenne, ma in maniera tale che tute le forme di pietà raggiungano il loro culmine nella solenne celebrazione della Messa. Per la durata del convegno eucaristico di tutta una regione, è bene che alcune chiese siano riservate all'adorazione continua. »
    (Testo online, n. 67; il documento era apparso in Acta Apostolicae Sedis, 59 ,1967, 539-573. )
  9. La versione in lingua italiana è del 1979 e porta il titolo di Rito del­la comunione fuori della messa e culto eucari­stico; i numeri che riguardano i Congressi Eucaristici vanno dal 105 al 108 e così recitano:
    « 105. I congressi eucaristici, introdotti in tempi recenti nella vita della Chiesa come manifestazione tutta particolare del culto eucaristico, si devono considerare come una "statio" cioè una sosta d'impegno e di preghiera, a cui una comunità invita la Chiesa universale, o una Chiesa locale le altre Chiese della medesima regione o della stessa nazione o del mondo intero, per approfondire insieme un qualche aspetto del mistero eucaristico e prestare ad esso un omaggio di pubblica venerazione, nel vincolo della carità e dell'unità. Tali congressi devono essere quindi un segno autentico di fede e di carità, per la piena partecipazione della Chiesa locale e la presenza rappresentativa delle altre Chiese. »

    « 106. Quanto al luogo, al tema e al programma del congresso, si facciano, sia nella Chiesa locale che nelle altre Chiese, opportuni sondaggi che tengano presenti necessità concrete e favoriscano l'approfondimento teologico e il bene della Chiesa locale. In questo lavoro d'inchiesta si ricorra alla collaborazione di esperti in materia teologica, biblica, liturgica, pastorale e anche ad esperti nelle cosiddette scienze "umane". »

    « 107. Nella preparazione del congresso, si dia soprattutto importanza a questi elementi:
    a) una più intensa catechesi sull'Eucaristia, specialmente in quanto mistero di Cristo vivente e operante nella Chiesa; tale catechesi sia adatta alla capacità recettiva dei vari ambienti.
    b) una più attiva partecipazione alla sacra liturgia, che promuova il religioso ascolto della parola di Dio e il senso fraterno della comunità;
    c) un'attenta ricerca di iniziative e una solerte realizzazione di opere sociali che favoriscano la promozione umana e la dovuta comunanza di beni anche temporali, sull'esempio della primitiva comunità cristiana, in modo che la mensa eucaristica rappresenti il centro diffusore del fermento del vangelo, come forza propulsiva per la costruzione della società umana in questo mondo e insieme pegno di quella futura. »

    « 108. La celebrazione del congresso, s'imposti sulla base dei criteri seguenti:
    a) la celebrazione eucaristica sia davvero il centro e il culmine di tutte le varie manifestazioni e forme di pietà;
    b) le celebrazioni della parola di Dio, le sessioni di cate­chesi e le riunioni plenarie sian tutte ordinate a un approfondimento del tema proposto e a una più chiara esplicitazione degli aspetti pratici del tema stesso, per una loro realizzazione concreta;
    c) si predisponga un opportuno programma di riunioni di preghiera e di adorazione prolungata dinanzi al Santissimo esposto, in chiese determinate, particolarmente adatte a questo esercizio di pietà;
    d) quanto alla processione con il santissimo Sacramento per le vie della città, con accompagnamento di inni e di preghiere, si osservino le norme sulle processioni eucaristiche (nn. 101-104), tenuta presente la situazione sociale e religiosa del luogo. »
  10. Cfr., ad esempio, Giovanni Paolo II, ''Dominicae cenae. Lettera a tutti i Vescovi sul mistero e culto dell'Eucarestia, 24 febbraio 1980, online; Benedetto XVI, Esortazione apostolica postsinodale Sacramentum Caritati sull'Eucarestia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa, 22 febbraio 2007, online. Cfr. anche Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Anno dell'Eucarestia. Suggerimenti e proposte, 15 ottobre 2004, online, che al n. 19 riprende considerazioni del De sacra communione et cultu mysterii eucharistici extra missam; ed anche, della stessa Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, l'Istruzione Redemptionis sacramentum. Su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia, 25 marzo 2004, online:
    « Va considerata di grande valore l'utilità pastorale dei Congressi eucaristici, i quali occorre siano segno vero di fede e carità. Siano essi preparati con diligenza e svolti secondo quanto stabilito, affinché sia dato ai fedeli di venerare i sacri misteri del Corpo e del Sangue del Figlio di Dio in modo da sentire incessantemente in se stessi il frutto della redenzione»
    (n. 145)
  11. Cfr. lo Statuto del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali approvato da Sua Santità Benedetto XVI il 24 dicembre 2009, che all'articolo 15 così recita:
    « Ogni Congresso Eucaristico deve considerarsi una "Statio Orbis" e deve mettere in risalto, sia nella preparazione catechetica che nella sua celebrazione, la centralità dell'Eucaristia nella vita della Chiesa e della sua missione pro mundi vita»
  12. La tabella è online sul sito della Santa Sede
  13. I primi 24 Congressi Eucaristici internazionali non ebbero un tema generale. Questi furono soprattutto i Congressi delle "opere eucaristiche". Trattarono del culto dell'adorazione, della processione, della santa comunione (particolarmente dei bambini), del Sacrificio della Messa, delle associazioni e dei movimenti eucaristici.
  14. Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede 2020, op. cit.
  15. Di notevole importanza per la promozione dei congressi nazionali fu l'Associazione dei sacerdoti adoratori, fondata su ispirazione di Pierre-Julien Eymard e diffusa dai Padri sacramentini in Europa, America e in molti paesi di missione. L'Associazione fu sostenuta nei Paesi francofoni dalla rivista Le Très Saint Sacrement divenuta poi, dal 1888, Annales de l'Association des Prêtres- Adorateurs; in Italia furono fondati nel 1895 gli Annali dei sacerdoti adoratori pubblicati dal 1971 con il titolo di La Nuova alleanza. Nell'impero asburgico i sacerdoti adoratori furono collegati dalla rivista Der Pelikan, in Canada dalla Revue eucharistique du clergé, negli Stati Uniti dalla rivista Emmanuel, in Australia The Monstrance. A livello mondiale, nel secondo dopoguerra, l'associazione giunse a raccogliere 160.000 sacerdoti (di cui 50.000 italiani), un terzo dei preti di tutto il mondo. Basta questo per capire il suo ruolo rilevante per la promozione non solo dei congressi eucaristici nazionali, ma anche di quelli regionali e diocesani, e la sua grande influenza nella diffusione del culto eucaristico.
  16. I numeri, aggiornati al 2002, dei congressi eucaristici nazionali celebrati nel mondo sono questi: Cfr. la relazione di Ferdinand Pratzner, I Congressi Eucaristici Internazionali. Esperienze e tradizioni, 5 novembre 2000.
  17. Cfr. Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali, Suggerimenti e proposte per la preparazione e la celebrazione dei Congressi Eucaristici, Città del Vaticano 2010, online.
Bibliografia
  • (FR) Roger Aubert, Les Congrès eucharistiques de Léon XIII à Paul VI, in Concilium 1 (1965) 117-124
  • (FR) Guy-Marie Oury, Bernard Andry, Les Congrès Eucharistiques. Lille 1881 - Lourdes 1981, Solesmes 1980
  • Pontificio Comitato dei Congressi Eucaristici Internazionali (a cura di), I Congressi Eucaristici Internazionali per una nuova evangelizzazione, Città del Vaticano 1991
  • Daniele Menozzi, Congressi eucaristici: identità irrisolta, in Il Regno attualità 18 (1997) 523-526
  • Alessandro Albertazzi (a cura di), I Congressi Eucaristici Nazionali. La lettura della "Civiltà Cattolica", Ponteranica 2001
  • Ernesto Vecchi, La dimensione sociale dell'Eucaristia. Storia, radici e tradizione dei Congressi Eucaristici Nazionali in Italia, Ponteranica 2004
  • Antonio Bello, I Congressi Eucaristici e il loro significato teologico e pastorale, Cinisello Balsamo 2005
  • (EN) Juan María Canals Casas, Experiencias e impactos de los Congresos Eucarísticos Internacionales en la vida eclesial, in Pastoral Litúrgica, 3 (2008) 159-180
  • Piero Marini, Eucaristia globalizzata. Il fenomeno dei congressi eucaristici, in Vita Pastorale 8 (2011) 77-82
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 4 gennaio 2014 da Padre Mimmo Spatuzzi, licenziato in Teologia Fondamentale.

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