Quaresima

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Gesù in preghiera nel deserto (Mt 4, 1-11 ): i quaranta giorni ivi trascorsi da Gesù hanno ispirato la durata della Quaresima
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Il duplice carattere della quaresima - il quale, soprattutto mediante il ricordo o la preparazione al battesimo e mediante la penitenza, invita i fedeli all'ascolto più frequente della parola di Dio e alla preghiera e li dispone così a celebrare il mistero pasquale -, sia posto in maggior evidenza tanto nella liturgia quanto nella catechesi liturgica.
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La Quaresima è il periodo di quaranta giorni che prepara alla celebrazione della Pasqua. Inizia, nel Rito Romano, con il Mercoledì delle Ceneri, e, nel Rito Ambrosiano, con la domenica successiva. Termina, per entrambi i riti, alla messa inter vesperas in Cena Domini del Giovedì Santo, esclusa, con la quale inizia il sacro Triduo Pasquale.

I primi accenni diretti a un periodo pre-pasquale risalgono al principio del IV secolo in Oriente e alla fine dello stesso in Occidente. Una prassi penitenziale preparatoria alla Pasqua col digiuno, però, aveva cominciato ad affermarsi fin dalla metà del II secolo[1]. In ogni caso alla fine del IV secolo la struttura della Quaresima è quella dei quaranta giorni; visti alla luce del simbolismo biblico essi acquisiscono un valore salvifico-redentivo, per cui vengono chiamati Sacramentum.

L'etimologia latina quadragesima dies sottolinea il quarantesimo giorno di preparazione in vista della principale festa dell'intero anno liturgico, che è appunto la Pasqua della Resurrezione del Signore.

Caratteristiche liturgiche

Nelle Messe di Quaresima si omette il Gloria.

Non si canta nemmeno l'Alleluia, né nella liturgia della Parola della Messa, nella quale è sostituito da un'acclamazione di lode a Cristo, né nella Liturgia delle Ore, nella quale semplicemente si omette.

Le memorie dei Santi non vengono celebrate durante la Quaresima.

Il colore liturgico è il viola per il Rito Romano.[2]

Non si possono usare i fiori per ornare l'altare.

L'organo e gli altri strumenti musicali possono essere utilizzati esclusivamente per accompagnare i canti.

Storia

Allo sviluppo della Quaresima contribuirono le esigenze del catecumenato, con la preparazione immediata al Battesimo, a celebrarsi nella solenne Vigilia Pasquale: per i catecumeni la Quaresima era un'opportunità di speciale catechesi oltre che di preghiera e rinnovamento spirituale.

La quaresima era legata anche alla disciplina penitenziale, con la riconciliazione dei peccatori che avveniva nella mattina del Giovedì Santo: per i penitenti la quaresima era un periodo di lotta contro il male che doveva precedere l'assoluzione sacramentale.

Le tappe della progressiva evoluzione della Quaresima possono essere delineate come segue[3].

Il digiuno infrapasquale del Venerdì e del Sabato Santo

La Didaché prescrive un digiuno prima del Battesimo, da effettuarsi da parte del battezzando, del ministro e da "altri che sono in grado di farlo". Si auspica cioè che i membri della comunità digiunino con coloro che stanno per essere battezzati. Specifica inoltre che il digiuno del battezzando duri "uno o due giorni".

La Tradizione Apostolica (217) di Ippolito di Roma chiede anch'essa il digiuno "il Venerdì" per coloro che si preparano a ricevere il Battesimo[4].

Verosimilmente si tratta, in entrambi i casi, del Battesimo amministrato nella Veglia Pasquale, ma non è possibile affermarlo con certezza.

La Didaché parla anche di un digiuno praticato tutti i mercoledì ("quarto giorno") e i giovedì ("giorno della preparazione") dell'anno.

Il significato di questi digiuni non è ascetico, ma di illuminazione.

La preparazione di una settimana

Abbiamo testimonianze del fatto che nel III secolo nella Chiesa di Alessandria si osservava il digiuno durante l'intera settimana precedente la Pasqua[5].

È difficile sostenere la stessa cosa per Roma: si può solo constatare che la domenica e il venerdì prima di Pasqua erano detti De Passione e che il mercoledì e il venerdì della stessa settimana erano giorni aliturgici[6]. Sappiamo poi che nel V secolo viene letto il racconto della passione la domenica, il mercoledì e il venerdì. Entrambi questi dati sono indizi di una prassi molto antica.

La preparazione di tre settimane

Nel corso del IV secolo si organizza la preparazione pasquale di tre settimane. Ciò si può dedurre con grande probabilità dalle seguenti constatazioni:

  • La terza domenica prima di Pasqua (escludendo la Pasqua stessa) era detta Dominica in mediana; questa è una denominazione tipicamente romana[7]. Questa settimana era riservata alle Ordinazioni.
  • Durante queste tre settimane si proclamava il Vangelo secondo Giovanni: tale fatto è significativo, perché la lettura di Giovanni era caratterizzata da brani riferentesi alla prossimità della Pasqua e alla presenza di Gesù a Gerusalemme.

A livello più esplicito, lo storico Socrate ci informa che nei primi decenni del V secolo a Roma la Pasqua era preceduta da tre settimane di preparazione.

La preparazione di sei settimane

L'allungamento del periodo preparatorio da tre a sei settimane iniziò un po' prima del 384. Le sei settimane avevano carattere prevalentemente ascetico, per l'introduzione della prassi della riconciliazione dei penitenti il Giovedì Santo, dopo quaranta giorni - da qui il nome di Quadragesima - di preparazione; dà testimonianza di ciò Pietro di Alessandria († 311)[8]. I penitenti iniziavano la loro preparazione la prima domenica di queste sei settimane. L'inizio sarà anticipato al mercoledì precedente in epoca più tarda.

Le sei settimane subirono progressivamente importanti modifiche:

Le prime tre settimane

Nelle testimonianze più antiche si nota un uso abbastanza frequente del Vangelo secondo Matteo, che viene letto seguendo grosso modo l'ordine dei capitoli. La lettura dell'epistola è normalmente armonizzata con quella del Vangelo.

A livello dei giorni di celebrazione si possono distinguere tre tappe:

Le settimane seguenti

Nelle altre settimane le letture evangeliche non sono più in sintonia con quelle delle epistole.

Il prolungamento dei quaranta giorni

Verso la fine del V secolo ha inizio la celebrazione del mercoledì e del venerdì precedenti la Quaresima (che fino ad allora iniziava con la prima domenica) come se ne facessero parte. Si giunse a imporre le ceneri ai penitenti il mercoledì di questa settimana antecedente la prima domenica e tale cerimonia verrà poi estesa a tutti i cristiani, ad eccezione della Chiesa di Rito Ambrosiano che non aderì a questo cambiamento.

Il Sacramentario Gelasiano afferma che i penitenti entrano in un rigido "ritiro spirituale" il Mercoledì delle Ceneri per rimanervi fino al Giovedì Santo e che il Mercoledì delle Ceneri è considerato il caput quadragesimae.

Le sette settimane di preparazione

I nomi latini delle Domeniche di quaresima

Le domeniche di Quaresima sono indicate anche da un nome latino, derivato dall'introito del giorno:

I Invocavit
II Reminiscere
III Oculi
IV Laetare
V Judica
VI Palmarum

Nel corso del VI secolo viene annessa alla Quaresima tutta la settimana che precede la prima domenica di Quaresima. La domenica corrispondente viene chiamata Quinquagesima, perché è il cinquantesimo giorno prima di Pasqua.

Due altre domeniche, la Settuagesima e la Sessagesima, verranno aggiunte verso la fine del VI secolo e gli inizio del VII. Con ciò si nota una strana tendenza ad anticipare il tempo forte della Quaresima e se ne svigorisce in qualche modo la peculiarità[10].

L'impostazione del Vaticano II

« Il duplice carattere della Quaresima - il quale, soprattutto mediante il ricordo o la preparazione al battesimo e mediante la penitenza, invita i fedeli all'ascolto più frequente della parola di Dio e alla preghiera e li dispone così a celebrare il mistero pasquale -, sia posto in maggior evidenza tanto nella liturgia quanto nella catechesi liturgica. Perciò: si utilizzino più abbondantemente gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale e, se opportuno, se ne riprendano anche altri dall'antica tradizione; lo stesso si dica degli elementi penitenziali. »

In questa linea, la riforma liturgica ha reimpostato la Quaresima:

Inoltre è stata resa più abbondante la selezione dei testi biblico. Il lezionario delle domeniche offre la possibilità dei tre itinerari:

I testi dell'Antico Testamento presentano ora in modo particolare la Storia della Salvezza.

Spiritualità

Il senso autentico della Quaresima si coglie nella luce del Mistero Pasquale, che viene celebrato nel solenne Triduo Pasquale e dei Sacramenti dell'Iniziazione Cristiana che in esso hanno la loro più propria collocazione. La Quaresima è quindi l'opportunità di una più viva partecipazione al Mistero di Cristo morto e risorto: "Partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria" (Rm 8, 17 ).

L'accento non va posto quindi sulle pratiche ascetiche (digiuno e astinenza dalle carni, preghiera e opere di carità), ma sull'azione purificatrice e santificatrice del Signore, che si traduce nel fedele nell'impegno della conversione e del ritorno a Dio:

« O Dio, nostro Padre, con la celebrazione di questa Quaresima, segno sacramentale della nostra conversione, concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita»
(Messale Romano, Colletta della I Domenica di Quaresima, Anno B)

Le opere della penitenza quaresimale

Le opere tipiche della penitenza quaresimale sono:

La chiesa insegna che queste opere devono essere compiute nella consapevolezza del loro valore di segno in vista della conversione e non fine a sé stesse.

La Quaresima nel Rito Ambrosiano

Le origini della quaresima ambrosiana risalgono al IV secolo, all'epoca di Sant'Ambrogio, quando la società era in via di progressiva cristianizzazione e molti pagani, convertitisi al cristianesimo, chiedevano il Battesimo diventando catecumeni.

In tale contesto la quaresima nacque, non tanto come tempo di penitenza e generica preparazione alla Pasqua, bensì come tempo in cui i catecumeni si preparavano a ricevere il Battesimo nella veglia pasquale: ciò comportò che essa assumesse un forte carattere battesimale, ed è questa la caratteristica che la liturgia ambrosiana ha sempre conservato fino ai nostri giorni.

Estensione

Il Rito Ambrosiano non ha mai conosciuto il Mercoledì delle ceneri come inizio del tempo quaresimale: in quel giorno, nelle diocesi ambrosiane, si è ancora in pieno carnevale. La Tradizione ambrosiana ha sempre fatto iniziare questo periodo liturgico con i primi vespri della Domenica all'inizio di Quaresima (capite quadragesimae), o sesta Domenica prima di Pasqua[14], fino alla messa inter vesperas in Cena Domini esclusa, con la quale inizia il sacro Triduo Pasquale.

Questa diversità tra i due riti si spiega perché fino al Medioevo la Quaresima era intesa più come periodo di preparazione al Triduo Pasqulae, che non al giorno di Pasqua, quindi i quaranta giorni effettivi di digiuno erano calcolati a ritroso partendo dal Giovedì Santo fino alla prima Domenica di Quaresima.

Nel Medioevo, poi, si impose l'idea che la Quaresima dovesse essere il periodo di preparazione alla Pasqua e da qui derivò la necessità di un nuovo computo: partendo dal Sabato Santo e contando a ritroso quaranta giorni si giunge proprio al Mercoledì delle Ceneri precedente la prima domenica di Quaresima, saltando però le domeniche, nelle quali, secondo un'antichissima tradizione, in quei giorni non si doveva digiunare. Il computo fu accolto dal Rito Romano e si diffuse in tutto l'Occidente, tranne che nelle diocesi ambrosiane.

Il periodo conservato nelle diocesi ambrosiane è dunque calcolato utilizzando il metodo pre-medioevale di quaranta giorni che partono dalla sesta Domenica prima di Pasqua fino al Triduo Pasquale escluso che inizia appunto con i vespri del Giovedì Santo. Questo è il computo originario della Quaresima, conservatosi nel Rito Ambrosiano.

I fedeli ricevono le Ceneri il primo lunedì di Quaresima, che è il giorno proprio delle ceneri, ma per ragioni pastorali possono essere amministrate al termine della Messa della I domenica. In questa prospettiva, dunque, si intende la Quaresima come un periodo di quaranta giorni di penitenza, ma non di stretto digiuno.

Colori liturgici

Il colore liturgico è il morello, una diversa tonalità del viola.

Nei giorni feriali dal lunedì al venerdì, la Liturgia ambrosiana offre la possibilità di utilizzare, in luogo del colore morello, il colore liturgico nero, che, secondo la tradizione ambrosiana, prima di essere il colore del lutto è il colore tipico della penitenza, in contrapposizione ai sabati e alle domeniche ai quali è assegnata la memoria battesimale.

Le Domeniche

Il ciclo festivo quaresimale è articolate nei tre anni A B C.

Nelle domeniche di Quaresima è sottolineato il percorso battesimale: sulla falsariga del cammino che porta i catecumeni a ricevere il Battesimo nel giorno di Pasqua, i fedeli battezzati riscoprono il significato del Sacramento che hanno ricevuto.

Nella Liturgia della I domenica si legge la tradizionale pagina di Vangelo che ci presenta il digiuno di Gesù nel deserto e le tre tentazioni da parte del demonio.

Le quattro domeniche centrali, cioè dalla seconda alla quinta, si articola una catechesi battesimale attraverso i Vangeli di Giovanni, dai quali le domeniche stesse prendono il nome: così la domenica della Samaritana, la seconda, tratta il tema dell'acqua viva e della rinascita interiore; nella domenica di Abramo, la terza, il tema della nuova identità del cristiano come vero figlio di Abramo, o meglio vero figlio di Dio; la domenica del Cieco nato, la quarta il tema del battesimo come illuminazione e vittoria sulla cecità del peccato; la domenica di Lazzaro, la quinta, il tema della vittoria sulla morte e del battesimo come inizio della vita eterna. Con la Domenica delle Palme, la sesta, inizia la Settimana Autentica.

Le domeniche, quindi, assumono i seguenti nomi:

  • Domenica all'inizio della Quaresima o I di Quaresima (il catecumeno deve rinunciare a Satana se vuole diventare cristiano)
  • Domenica della Samaritana o II di Quaresima (il Battesimo quale acqua di vita che ci dà la vita eterna)
  • Domenica di Abramo o III di Quaresima (il Battesimo quale professione di verità che inserisce tra i veri figli di Dio)
  • Domenica del Cieco o IV di Quaresima (il Battesimo quale illuminazione miracolosa delle umane tenebre spirituali)
  • Domenica di Lazzaro o V di Quaresima (il Battesimo quale morte e sepoltura con Cristo per poter con lui risorgere)
  • Domenica delle Palme o VI di Quaresima (il Battesimo quale unzione santificante).

In Quaresima il canto dell'Alleluia viene omesso e sostituito da apposite acclamazioni, pensate, in riferimento alle strutture interne della Quaresima ambrosiana, secondo lo schema seguente:

  • Domenica all'inizio della Quaresima e successiva settimana: Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
  • Domenica della Samaritana e successiva settimana: Gloria e lode a te, o Cristo!
  • Domenica di Abramo e successiva settimana: Gloria e lode a te, Cristo Signore!
  • Domenica del Cieco e successiva settimana: Lode e onore a te, Signore Gesù!
  • Domenica di Lazzaro e successiva settimana: Onore e gloria a te, Cristo Signore!

La serie dei Vangeli si mantiene quasi immutata per tutti gli anni.

Struttura vigiliare

La liturgia vespertina dei venerdì di Quaresima si rapporta al modello delle Grandi Vigilie (ma senza la celebrazione eucaristica); essa comprende quattro Letture vigiliari veterotestamentarie, con i loro rispettivi salmelli e orazioni.

Un altro elemento vigiliare si ritrova nella domenica, nella lettura di annuncio della Risurrezione. Dopo la domenica d'inizio, il cui carattere speciale è segnalato dalla lettura di Mc 16, 9-16 , le letture vigiliari delle domeniche successive sono così articolate:

  • nelle domeniche della Samaritana, di Abramo e del Cieco, sono proclamate le pericopi della Trasfigurazione, evento prefigurativo della glorificazione pasquale;
  • nella domenica di Lazzaro, il richiamo di Cristo stesso al segno di Giona (Mt 12, 38-40 );
  • nella domenica della Palme, il richiamo alla distruzione del tempio ricostruito in tre giorni, che è il corpo di Cristo (Gv 2, 13-22 ).

I giorni Feriali

I giorni feriali quaresimali hanno un forte carattere penitenziale. Diversamente dal Rito Romano, seguono un ciclo di due anni (Anno I e Anno II).

In conformità all'antico schema delle ferie quaresimali, in vigore a Milano già nel IV secolo all'epoca di Sant'Ambrogio, i giorni feriali assumono una struttura ternaria con due letture veterotestamentarie (Genesi e Proverbi) seguite, per quattro settimane, da una lettura continua dell'intero discorso della montagna come si trova nel Vangelo secondo Matteo.

La quinta settimana, invece, in vista della Settimana Autentica, introduce al tema della Passione. La prima lettura dei giorni feriali, tratta sempre brani presi dai libri storici dell'Antico Testamento e presenta varie figure di giusto sofferente, come anticipazione profetica di Cristo. La seconda lettura è tratta dai libri sapienziali, precisamente dal Libro dei Proverbi, e offre un primo tentativo di spiegazione del dolore innocente; infine il Vangelo passa in rassegna le profezie fatte da Cristo stesso sulla sua imminente passione.

Sabato in Traditione Symboli

Il Sabato in Traditione Symboli, pur essendo il quinto e ultimo sabato di Quaresima, introduce nell'atmosfera della Settimana Autentica: il colore liturgico, infatti, è già il rosso e non il morello.

È il giorno in cui, sin dai tempi di Sant'Ambrogio, veniva consegnato ai catecumeni il Simbolo della Fede, cioè il Credo, affinché potessero impararlo a memoria.

La veglia in Traditione Symboli porta con sé i tratti antichi della passione della Chiesa nel consegnare il dono della fede ai catecumeni e alle giovani generazioni. È compito e missione dei discepoli di Gesù trasmettere quanto hanno ricevuto ed è compito e missione che richiede passione e dedizione. La storia della Chiesa è storia di questa testimonianza.

La Liturgia è totalmente focalizzata sul tema della trasmissione della fede nella Chiesa, processo emblematicamente rappresentato dal rito della consegna del Simbolo e le prime due letture sono uniche per tutti gli anni liturgici, cioè non seguono il sistema binario come gli altri sabati di Quaresima:

I Venerdì aliturgici

Il venerdì aliturgico nel Rito Ambrosiano

« La proibizione di celebrare la santa Messa e di distribuire la santa Comunione nei venerdì di Quaresima fa parte dell'estrema accentuazione del carattere penitenziale della Quaresima: si arriva alla coscienza dolorosa della propria indegnità e all'esperienza, che sa di morte, della perdita del Dio vivo. La devozione di chi comprende il mistero del peccato e della croce deve arrivare a questa tremenda avvertenza, che rasenta il confine dello spavento e della dispersione. »

Una delle particolarità del rito ambrosiano in questo tempo, è quella dei cosiddetti venerdì aliturgici, cioè senza liturgia eucaristica. In questi giorni nelle chiese, sull'altare maggiore, si colloca una grande croce di legno, con il sudaro bianco sul patibolo, simbolo del Calvario e segno di lutto e di abbandono. Per tutto il giorno, non si celebra la Messa e non si distribuisce ai fedeli la comunione eucaristica.

L'origine storica di questa peculiarità è consolidata in due diverse correnti di pensiero:

  1. la vicinanza della liturgia ambrosiana alle chiese orientali, nelle quali in Quaresima tutti i giorni della settimana, eccetto il sabato e la domenica sono aliturgici.
  2. La liturgia eucaristica in Quaresima era celebrata al calar del sole: poiché di venerdì la preghiera vespertina si prolungava con una veglia composta di salmi, letture e orazioni che, di fatto, terminavano con una celebrazione eucaristica quando ormai spuntava l'aurora del sabato, il venerdì restava privo della celebrazione della Messa. Fra coloro che sostengono quest'ultima spiegazione vi fu l'eminente Cardinal Schuster.

Altre particolarità liturgiche ambrosiane

Nei Vespri della prima domenica di Quaresima si canta ancora l'Alleluia; ciò perché fino al tempo di San Carlo Borromeo la liturgia di quella domenica si svolgeva in paramenti bianchi, quasi a chiusura del tempo di Natale. Fu il santo arcivescovo che, vedendo i suoi milanesi approfittare di questa liturgia in cui ancora risuonava l'Alleluia per continuare il carnevale, ridusse tale domenica all'austerità della Quaresima.

In data 29 maggio 1992 (Memoria dei Santi Martiri Anauniani[15]) la Penitenzieria Apostolica concesse che nelle Chiese di rito Ambrosiano si potesse acquistare l'Indulgenza Plenaria nelle domeniche di Quaresima.

Il rito di Imposizione delle ceneri si celebra il Lunedì della prima settimana di Quaresima, ma per motivi pastorali ne è permessa la celebrazione anche al termine delle Messe della prima domenica di Quaresima e a quella vigiliare del sabato.

I venerdì di Quaresima sono di magro, e il venerdì che segue la I Domenica di Quaresima è anche di digiuno. Sono detti venerdì aliturgici, durante i quali non si celebra la liturgia Eucaristia (feria aneucaristica) e non si distribuisce la Comunione ai fedeli, se non come viatico a chi versa in pericolo di morte; ciò come preparazione ad un'accoglienza più piena.

L'ultimo sabato di Quaresima (quello precedente la Domenica delle Palme) ha conservato l'antico titolo di sabato in traditione symboli, perché in esso ai catecumeni veniva consegnato il Credo, simbolo di fede cristiana.

In Duomo, nel pomeriggio della prima domenica di Quaresima, l'arcivescovo scende a cantare i Vespri indossando non il piviale, ma la pianeta[16], che toglie solo a un certo momento dei Vespri.

Analogie col Rito Romano

Vi sono delle analogie con il Rito Romano per quanto riguarda il suono dell'organo, permesso solo per sostenere i canti e l'addobbo degli altari sui quali non sono ammessi fiori.

Sono vietate le celebrazioni di qualsiasi festa e solennità, ad eccezione delle solennità di San Giuseppe (19 marzo) e dell'Annunciazione del Signore (25 marzo), che sono celebrate anche se cadono di venerdì. Non sono celebrate le memorie dei Santi. Sono invece permesse le messe rituali (senza Gloria) e dei defunti.

Per le celebrazioni di eventuali nozze, la Quaresima impone agli sposi il rispetto del carattere austero di questo tempo.

Note
  1. Augusto Bergamini (1988), p. 1158.
  2. Vedi sotto per i colori utilizzati nel Rito Ambrosiano.
  3. Adrien Nocent (1988), pp. 152-155
  4. La Tradizione Apostolica menziona altresì l'esorcismo effettuato dal Vescovo il Sabato e la veglia di letture e istruzione. Ippolito di Roma, La Tradizione Apostolica, Edizioni Paoline, Milano, 1972, ISBN 8831511343.
  5. Dionigi di Alessandria, Epist. Ad Basilidem, de magno sabbato, quo tempore finiendum sit ieiunium, ed. M.-J. Routh, Reliquiae sacrae..., III, Oxford, 1846, pp. 222.229; cit. Da Aimé-Georges Martimort (1963), p. 764.
  6. Non si celebrava cioè l'Eucaristia.
  7. Aimé-Georges Martimort (1963), p. 88.
  8. Aimé-Georges Martimort (1963), p. 760.
  9. Inizialmente la lettura era più lunga: Is 55, 6-56, 7 .
  10. Il Tempo di Settuagesima, che comprendeva queste tre domeniche, è stato abolito nel Rito Romano (forma ordinaria), per cui la Quaresima inizia direttamente con il Mercoledì delle Ceneri. È invece conservato nella forma straordinaria del Rito Romano.
  11. Computo pre-medievale attualmente in uso, risalente all'epoca di san Leone Magno quando era utilizzato da tutta la Chiesa: 5 giorni della Settimana Santa + 5 settimane complete = 40 giorni.
  12. Codificato nelle rubriche del Messale del 1962: la Quaresima, che viene a coincidere con il digiuno, risale dal Sabato Santo al Mercoledì delle Ceneri, senza però contare le Domeniche (in cui non si digiuna). 6 settimane di 6 giorni + 4 giorni tra le Ceneri e la I Domenica = 40 giorni.
  13. Codificato dal Calendario romano generale del 1969: la Quaresima risale dal Giovedì della Settimana Santa al Mercoledì delle Ceneri, contando anche le Domeniche; viene sciolto il legame tra la Quaresima e il digiuno, che rimane solo al Mercoledì delle Ceneri (cfr. Costituzione Apostolica Pæntitemini di Paolo VI, 17 febbraio 1966). 5 giorni della Settimana Santa + 5 settimane complete + 4 giorni tra le Ceneri e la I Domenica = 44 giorni.
  14. Questo porta al fatto che il Carnevale milanese continua per tutta la settimana precedente l'inizio della Quaresima. Ciò dà luogo (ad esempio in Canton Ticino, a Tesserete e a Biasca) alla distinzione tra carnevale nuovo (quello romano) che termina con il martedì grasso e carnevale vecchio (quello ambrosiano) che si conclude, invece, alcuni giorni dopo.
  15. I santi martiri anauniani, Sisinnio, Martirio e Alessandro († 29 maggio 397) furono tre chierici cristiani originari della Cappadocia, inviati dal vescovo di Milano Ambrogio a evangelizzare la regione dell'Anaunia (Val di Non, Trentino). Furono brutalmente uccisi dai pagani locali e sono per questo venerati come santi e martiri dalla Chiesa cattolica.
  16. Lo stesso avviene nelle principali solennità.
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni