Lorenzo Brancati
Lorenzo Brancati, O.F.M. Conv. Cardinale | |
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al secolo Giovanni Francesco | |
Lorenzo Brancati | |
Età alla morte | 81 anni |
Nascita | Lauria 10 aprile 1612 |
Morte | Roma 30 novembre 1693 |
Sepoltura | Basilica dei Santi Dodici Apostoli (Roma) |
Professione religiosa | 7 luglio 1631 |
Ordinazione presbiterale | Basilica di San Giovanni in Laterano (Roma), 17 maggio 1636 dal vescovo Giovanni Battista Scannaroli |
Consacrazione vescovile | mai consacrato |
Creato Cardinale |
1º settembre 1681 da Innocenzo XI (vedi) |
Cardinale per | 12 anni, 2 mesi e 29 giorni |
Incarichi ricoperti |
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Collegamenti esterni | |
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Lorenzo Brancati, al secolo Giovanni Francesco (Lauria, 10 aprile 1612; † Roma, 30 novembre 1693) è stato un religioso, teologo e cardinale italiano.
Cenni biografici
Naque a Lauria (Potenza) il 10 aprile 1612, figlio primogenito di Marcello e Dorotea Serubbi. Fu battezzato con i nomi di Giovanni Francesco. Compì i primi studi in paese da un avvocato che aveva abbandonato il foro, Aquilante Vitale. Presso di lui, oltre alla grammatica, ricevette lezioni di dottrina cristiana, fu abituato a compiere le pratiche di pietà e fu iniziato all'orazione mentale.
Formazione e ministero sacerdotale
Per adempiere al voto fatto a san Francesco affinché lo liberasse dalle sofferenze procurategli dall'asma, nel 1629, invogliato anche da un cugino materno, frate del convento di Noja[1] (della diocesi di Anglona), decide di lasciare la famiglia per seguire la sua vocazione religiosa nell'Ordine dei Frati Minori Conventuali, senza però poter entrare nel noviziato per un divieto governativo. Ritornato temporaneamente nella casa paterna, passa un periodo di crisi spirituale, deponendo l'abito francescano anche per suggestione dei parenti. Nell'aprile 1630 abbandonò Lauria per ritornare definitivamente in convento a Noja. Si avvia poi al noviziato a Lecce e il 7 luglio 1631 Giovanni Francesco Brancati diviene frate minore conventuale assumendo il nome di Lorenzo.
Nel 1634 fu trasferito a Roma dove fu ordinato presbitero nella basilica di San Giovanni in Laterano il 17 maggio 1636 da mons. Giovanni Battista Scannaroli, vescovo titolare di Sidone. Completò gli studi al collegio San Bonaventura nel 1637 e diviene professore di logica e filosofia ad Aversa. Nel 1639 fu mandato a Napoli per svolgere le mansioni di vice-segretario del padre generale. Pochi mesi dopo fu mandato come professore a Firenze, nel 1644 svolse la stessa funzione a Ferrara e dal 1644 a Bologna.
Nel 1647 fu eletto segretario dell'ordine col titolo di "provinciale d'Irlanda" e nel 1650 fu guardiano del convento presso la basilica dei Santi XII Apostoli a Roma. La sua ascesa nella gerarchia dell'ordine fu interrotta l'anno dopo, quando fu relegato, per meschine gelosie, a guardiano del convento di Albano Laziale. Qui si dedicò completamente agli studi della teologia scotistica che gli permisero di ottenere la cattedra di Sacra Scrittura all'Università La Sapienza di Roma nel 1654.
Per la sua vasta dottrina teologica, gli scritti, l'insegnamento alla Sapienza, cattedra che tenne fino al 1681, fu molto apprezzato in curia. Fu al servizio di sei pontefici, tra cui papa Innocenzo X che lo aveva nominato alla Sapienza, papa Clemente IX che gli affidò l'incarico di contrastare il giansenismo e papa Clemente X che lo nominò custode della Biblioteca Vaticana nel 1670.
Cardinalato
Papa Innocenzo XI lo creò cardinale nel concistoro del 1º settembre 1681. Il 4 settembre successivo ricevette la berretta rossa e il 22 settembre il titolo di Sant'Agostino, che mutò il 1º dicembre dello stesso anno, con il titolo dei Santi XII Apostoli.
Partecipò al conclave del 1689 che elesse papa Alessandro VIII. In questo conclave si fece anche il suo nome per la nomina a sommo pontefice ma il re di Spagna Carlo II ne pose il veto, ritenendolo troppo conciliante con la Francia. Partecipò anche al successivo conclave che elesse papa Innocenzo XII nel 1691. Fu camerlengo dal 2 gennaio 1693 fino alla morte. Da cardinale soggiornò sempre presso il convento francescano dei Santi XII Apostoli.
Morte
Nello stesso convento morì il 30 settembre 1693. I funerali si tennero il 2 dicembre e fu sepolto, per suo volere, nella chiesa del convento.
Opere
Brancati fu autore di numerose importanti opere di teologia e di ascesi.
- Il più noto di questi è il Commentaria in Tertium et Quartum Librum Sententiarum Mag. Ioannis Duns Scoti; pubblicato a Roma in otto volumi in folio tra gli anni 1653 e 1682. In questo lavoro egli tratta esaustivamente tutti gli argomenti della teologia dogmatica.
- L'Opuscula tria de Deo; pubblicato a Roma nel 1687, e a Rouen nel 1705. Trattato teologico sulla predestinazione e la grazia.
- Il Epitome Canonum Omnium; pubblicato a Roma 1659. Contiene un elenco di tutti i canoni che si trovano nei concili generali e provinciali, nelle Decretali di Graziano e di Gregorio IX e nelle lettere encicliche e le costituzioni dei papi fino al tempo di Alessandro VII.
- Tra le sue opere ascetiche: L'Opuscula octo de oratione Christiana; pubblicato a Roma nel 1685. Opera in cui l'autore espone la sua profonda conoscenza della vita spirituale. Vi si confutano gli errori del quietista spagnolo Miguel de Molinos; esaminando tutte le forme di preghiera, dalla più semplice alla meditazione e alla contemplazione mistica, sostenendo che quest'ultima non dovrebbe durare più di mezz'ora, consigliando, a chi si dedica a queste pratiche, l'ascetismo attivo.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Archivista di Santa Romana Chiesa | Successore: | |
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Flavio Chigi seniore | 19 settembre 1681 - 30 novembre 1693 | Girolamo Casanate |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Sant'Agostino | Successore: | |
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Federico Borromeo iuniore | 1681 | Carlo Stefano Anastasio Ciceri |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santi XII Apostoli | Successore: | |
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Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni | 1681 - 1693 | Giorgio Cornaro |
Predecessore: | Bibliotecario di Santa Romana Chiesa | Successore: | |
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Flavio Chigi seniore | 1681 - 1693 | Girolamo Casanate |
Predecessore: | Camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali | Successore: | |
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Savo Millini | 1693 | Pier Matteo Petrucci |
Note | |
Bibliografia | |
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