Beato Mamerto Esquiú y Medina
Beato Mamerto Esquiú y Medina, O.F.M. Obs. Vescovo | |
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Beato | |
Età alla morte | 56 anni |
Nascita | Piedra Blanca 11 maggio 1826 |
Morte | El Suncho 10 gennaio 1883 |
Appartenenza | Ordine dei Frati Minori |
Professione religiosa | 14 luglio 1842 |
Ordinazione presbiterale | 18 ottobre 1848 |
Nominato vescovo | 20 febbraio 1880 da Leone XIII |
Consacrazione vescovile | 12 dicembre 1880 dall'arc. León Federico Aneiros |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Córdoba (Argentina) |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Venerabile il | 16 dicembre 2006, da Benedetto XVI |
Beatificazione | 13 marzo 2021, da Francesco |
Ricorrenza | 10 gennaio |
Collegamenti esterni | |
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Beato Mamerto Esquiú y Medina (Piedra Blanca, 11 maggio 1826; † El Suncho, 10 gennaio 1883) è stato un vescovo e missionario argentino.
Cenni biografici
Il Beato fra Mamerto, nato l'11 maggio 1826 nella città argentina di Piedra Blanca nella provincia di Catamarca, era figlio di Santiago Esquiú e María de las Nieves Medina. Sua madre gli diede il nome di Mamerto de la Ascensión, in omaggio a san Mamerto di Vienne, santo del giorno di nascita e al mistero dell'Ascensione del Signore, che quell'anno si festeggiava l'11 maggio.
Dall'età di cinque anni cominciò a portare, per volere della madre, l'abito francescano, che non abbandonò mai durante la sua vita, come pegno del suo delicato stato di salute. Entrò nel noviziato del convento francescano di Catamarca il 31 maggio 1836. A ventidue anni fu ordinato presbitero, celebrando la sua prima messa il 15 maggio 1849.
Fu quindi insegnante di filosofia e teologia nella scuola del convento. Si dedicò anche con fervore all'educazione di bambini, a cui dedicò molto entusiasmo, oltre a fervide omelie. Dal 1850 fu maestro di filosofia nella scuola secondaria fondata dal governatore Manuel Navarro.
Stimato per le sue qualità umane e spirituali, contribuì molto alla stesura della Costituzione del 1853, lavorò per l'unità delle province che componevano la nazione argentina, tra il 1855 e il 1862, ricoprì gli incarichi di deputato e di membro del consiglio di governo di Catamarca.
Nel 1862, si trasferì in Bolivia come missionario e vi fondò comunità cristiane nei villaggi di montagna più remoti. Nel 1864 ebbe l'incarico di insegnante nel seminario di Sucre, incarico che tenne per cinque anni.
Nel 1872, mentre era ancora in Bolivia, ricevette una nomina all'arcivescovado di Buenos Aires, firmata dal presidente Domingo Faustino Sarmiento e dal ministro Nicolás Avellaneda. Il frate rifiutò l'incarico perché pensava che un arcivescovo non poteva essere bollato come oppositore del presidente, che era stato uno dei promotori della caduta della Confederazione. La reazione del presidente al rifiuto fu di grande indignazione, ma Avellaneda che lo stimava, riuscì a far rientrare le rimostranze del presidente. Temendo che il governo insistesse, si trasferì più lontano, per risiedere in Perù e poi in Equador.
Nel 1876 fece un viaggio a Roma e Gerusalemme, che lo convinse ancora di più a dedicare la sua vita alla pastorale ecclesiastica, allontanandosi dalla politica. In Terra Santa incontrò il Superiore Generale dell'Ordine Francescano, venerabile p. Bernardino da Portogruaro, che gli affidò il compito di riorganizzare l'Ordine in Argentina. Di conseguenza, tornò a Catamarca alla fine del 1878, dopo 16 anni di esilio. Poco dopo il suo arrivo, fu membro della convenzione di riforma della Costituzione Nazionale, per la quale preparò un lungo memoriale, che non fu mai discusso o preso in considerazione.
Papa Leone XIII lo nominò vescovo di Córdoba in Argentina. Ricevette l'ordinazione episcopale il 12 dicembre 1880 dalle mani dell'arcivescovo Federico León Aneiros (Aneyros). Prese possesso della sua sede episcopale il 16 gennaio seguente. Condusse una vita austera e fece tutto il possibile per riorganizzare l'amministrazione diocesana, per rimettere in azione la pastorale ecclesiastica e per far sentire a tutti che voleva essere per loro come un padre, inoltre rese visita a quasi tutte le città e i villaggi della diocesi.
Al di fuori dell'amministrazione della Chiesa diocesana, difese le prerogative tradizionali della Chiesa e si oppose il più possibile al matrimonio civile, al Registro Civile, alla secolarizzazione dei cimiteri e alla secolarizzazione dell'educazione. Ebbe anche problemi con l'Università, che non gli permetteva di controllare la nomina dei professori di teologia.
Morì il 10 gennaio 1883 a Posta del Suncho, mentre tornava da La Rioja alla sua sede episcopale di Córdoba.
Culto
La causa di beatificazione di Mamerto Esquiú iniziò nel 1930. Al termine dell'indagine canonica sulla sua vita e le sue virtù, è stato dichiarato venerabile il 16 dicembre 2006 da papa Benedetto XVI.
Nel 2008, i suoi resti sono stati riesumati e il suo cuore è stato trovato intatto. Da allora, è esposto in una teca nella cattedrale di Cordobà.
Nel novembre 2015, in Argentina, una bambina è stata ricoverata con osteomielite alla gamba e al braccio destro. Le sue condizioni peggiorarono e si temeva un intervento di amputazione. Fu il chirurgo che incoraggiò la famiglia a pregare Mamerto Esquiú per ottenere la guarigione della ragazza. Qualche giorno dopo, tutta l'osteomielite era improvvisamente scomparsa e la ragazza poté tornare a casa.
L'indagine medica non ha potuto fornire alcuna spiegazione scientifica per questa improvvisa e completa guarigione. Il 19 giugno 2020 papa Francesco ha riconosciuto come autentico questo miracolo attribuito all'intercessione di Mamerto Esquiú e ha firmato il decreto della sua beatificazione. Inizialmente prevista per il 13 marzo 2021, la messa durante la quale sarebbe stato solennemente proclamato beato è stata rinviata a causa della pandemia di coronavirus.
Il 4 settembre 2021 il cardinale Luis Héctor Villalba, arcivescovo emerito di Tucumán e legato pontificio, durante una messa celebrata sulla spianata del tempio di San José, nella città catamarca di Piedra Blanca, ne ha celebrato la beatificazione.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri Degli Albertoni
- Pietro Francesco (Vincenzo Maria) Orsini de Gravina O.P., Papa Benedetto XIII
- Prospero Lorenzo Lambertini Papa Benedetto XIV
- Carlo della Torre Rezzonico Papa Clemente XIII
- Cardinale Bernardino Giraud
- Cardinale Alessandro Mattei
- Cardinale Giacomo Giustiniani
- Arcivescovo Pietro Ostini
- Vescovo Mariano Medrano y Cabrera
- Arcivescovo Mariano José de Escalada Bustillo y Zeballos
- Vescovo Venceslao Javier José Achával y Medina, O.F.M. Obs.
- Arcivescovo Federico León Aneiros (Aneyros)
- Beato Mamerto Esquiú y Medina, O.F.M. Obs.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Córdoba | Successore: | |
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Eduardo Manuel Álvarez[1] | 27 febbraio 1880-10 gennaio 1883 | Juan José Blas Tissera, O.F.M. [2] |
Note | |
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Collegamenti esterni | |
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