Corpus Domini
Corpus Domini | |
Una processione del Corpus Domini | |
Mistero celebrato | Celebrabrazione del Sacramento Eucaristico. |
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Rito romano | |
Tipologia | Solennità |
Periodo | Tempo Ordinario |
Data |
Data nel 2023: 11 giugno |
Rito ambrosiano | |
Tipologia | Solennità del Signore |
Periodo | Tempo Dopo Pentecoste |
Data |
Data nel 2023: 8 giugno |
Tradizioni religiose | Processione con ostensione del Santissimo Sacramento. |
Data d'istituzione | 8 settembre 1264 |
Chiamata anche | Solennità del corpo e sangue di Cristo |
Feste correlate | Solennità della Santissima Trinità |
Nel Martirologio Romano (Festività mobile):
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La solennità del Corpus Domini (espressione latina che significa Corpo del Signore), più propriamente chiamata Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, è una delle principali dell'anno liturgico della Chiesa cattolica.
Rievoca, in una circostanza liturgica meno carica, la liturgia della Messa in Coena Domini del Giovedì Santo. La data propria della celebrazione è il giovedì dopo la Solennità della Santissima Trinità.
Storia
La causa remota dell'istituzione di questa festa va ricercata nel nuovo e intenso orientamento dei teologi e della pietà popolare verso l'Eucaristia nel corso del XII secolo, in relazione principalmente agli errori di Berengario di Tours circa la transustanziazione[2]. Roberto di Thourotte († 1246), vescovo di Liegi, e il cardinale Ugo di San Caro († 1263) attestano che l'istituzione della festa è innanzi tutto diretta "ad confutandam haereticorum insania", "a confutare l'insania degli eretici".
L'introduzione della festa
La festa è poi connessa con le visioni della Beata Giuliana di Mont-Cornillon, che ricevette dal Signore stesso la missione di introdurla nella Chiesa. Una commissione incaricata di ciò dal Vescovo di Liegi approvò la visione. Tuttavia la festa fu aspramente combattuta all'inizio, e la prima approvazione fu quella del vescovo Roberto di Thourotte (o Torote) nel 1246; l'anno seguente la festa fu celebrata dai Canonici di San Martino a Liegi. Nel 1247, in forza di una costituzione sinodale dell'anno precedente, la festa fu istituita nella diocesi di Liegi.
Nel 1252 il cardinal Ugo di San Caro, allora legato pontificio in Germania, la introduceva in tutta la sua circoscrizione; due anni dopo il suo successore, Pietro Capocci, la confermò[3].
Papa Urbano IV, già arcidiacono di Liegi, sollecitato dal vescovo Enrico di Gheidria e commosso anche dal miracolo di Bolsena (1263)[4], estese la festa a tutta la Chiesa e ne fissò la festa al giovedì dopo l'ottava di Pentecoste; ciò fece con la bolla Transiturus de hoc mundo (11 agosto 1264). La bolla rievoca con discrezione anche le esperienze mistiche di Giuliana, avvalorandone l'autenticità[5]:
« | Sebbene l'Eucaristia ogni giorno venga solennemente celebrata, riteniamo giusto che, almeno una volta l'anno, se ne faccia più onorata e solenne memoria. Le altre cose infatti di cui facciamo memoria, noi le afferriamo con lo spirito e con la mente, ma non otteniamo per questo la loro reale presenza. Invece, in questa sacramentale commemorazione del Cristo, anche se sotto altra forma, Gesù Cristo è presente con noi nella propria sostanza. Mentre stava infatti per ascendere al cielo disse: "Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" (Mt 28,20 ). » |
Il Pontefice stesso iniziò a celebrare la solennità del Corpus Domini a Orvieto, città in cui allora dimorava.
Centro della festa doveva essere, secondo quanto scrive Urbano IV, un culto gioioso e popolare con il canto di inni; il papa]] non parla né di Messa né di processione[6].
Dopo la morte di Urbano IV la celebrazione della festa venne limitata ad alcune regioni della Francia, della Germania, dell'Ungheria e dell'Italia settentrionale. Fu poi papa Giovanni XXII a ripristinarla per tutta la Chiesa nel 1317[7].
Un primo Ufficio del Santissimo Sacramento fu composto da fra Giovanni del monastero di Mont-Cornillon, dietro indirizzo della beata Giuliana. Quello che nel settembre del 1264 papa Urbano IV mandò alla reclusa Eva, capolavoro di dottrina teologica, fu composto da San Tommaso d'Aquino, che si servì di antifone, lezioni e responsori già in uso presso alcune chiese particolari.
Il senso della festa sembra in un primo momento una ripetizione del Mistero celebrato il Giovedì Santo; tuttavia lì si considera l'aspetto sacrificale, mentre qui la presenza reale[6].
La processione: inizi e sviluppi
Qua e là si introdusse la processione con l'Eucaristia, che divenne d'uso comune soprattutto dopo che i papi Martino V (1417-1431) ed Eugenio IV (1431-1447) l'arricchirono di indulgenze[8]. L'origine di tale pratica deriva dall'usanza di recarsi in processione all'aperto prima della Messa cantata nelle feste maggiori.
I benedettini inglesi celebravano una processione eucaristica già nell'XI secolo la Domenica delle Palme[9]. Nel XII secolo era d'uso portare in giro dentro la chiesa il Santissimo Sacramento in una pisside o in un calice e ordinariamente la processione eucaristica faceva parte dei riti della Settimana Santa[10]. Così si introdusse l'usanza di portare in processione l'Eucaristia anche nel giorno del Corpus Domini. A Colonia lo si faceva già prima deil 1277.
Seguendo un vivo desiderio espresso da Urbano IV, durante la processione si cantavano inni eucaristici, specialmente quelli di San Tommaso. La benedizione si impartiva solo al termine. Spesso l'Eucaristia veniva portata su "casse" o "barelle" riccamente ornate e sostenute dai sacerdoti.
La necessità di procurare il massimo decoro a queste processioni diede origine alla Confraternita del Santissimo Sacramento.
Nel XV secolo si introdusse in Germania l'uso di dare la benedizione con il Santissimo Sacramento quattro volte fuori dalla chiesa, precedendole dal canto dell'inizio dei quattro Vangeli.
Nello stesso secolo ebbero inizio anche gli spettacoli o rappresentazioni eucaristiche, specialmente della Passione o dell'Ultima Cena del Signore, che nella Spagna del XVII secolo assursero a grande fama e perfezione nelle Autos sacramentales di Pedro Calderón de la Barca. Andarono però lentamente in disuso nel XVIII secolo.
Inni
L'inno principale del Corpus Domini, cantato nella processione e nei Vespri, è il Pange Lingua; un altro inno dedicato è il Sacris solemniis, specialmente nella sua sezione finale, che costituisce il Panis Angelicus.
Esiste anche una sequenza per il Corpus Domini, dal titolo Lauda Sion Salvatorem.
Data della celebrazione
Anno | Rito Romano | Rito Ambrosiano |
---|---|---|
2019 | 23 giugno | 20 giugno |
2020 | 14 giugno | 11 giugno |
2021 | 6 giugno | 3 giugno |
2022 | 19 giugno | 16 giugno |
2023 | 11 giugno | 8 giugno |
2024 | 2 giugno | 30 maggio |
2025 | 22 giugno | 19 giugno |
2026 | 7 giugno | 4 giugno |
2027 | 30 maggio | 27 maggio |
2028 | 18 giugno | 15 giugno |
2029 | 3 giugno | 31 maggio |
La Solennità del Corpus Domini ha il suo giorno proprio di celebrazione il giovedì successivo alla Solennità della Santissima Trinità, ed è una festa di precetto.
A Roma la celebrazione, presieduta dal Papa, si svolge in tale giorno nella basilica di San Giovanni in Laterano, per poi concludersi con la processione che giunge alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Nella stessa data si celebra in quei paesi nei quali la solennità è festa civile; tra di essi vi sono
- La Repubblica di San Marino;
- i cantoni cattolici della Svizzera;
- la Spagna;
- la Germania;
- la Croazia;
- la Polonia;
- il Brasile;
- l'Austria.
Data in Italia
In Italia e in quelle altre nazioni dove la solennità non è festa civile essa si celebra la domenica successiva, in conformità con le Norme generali per l'ordinamento dell'anno liturgico e del calendario.
Lo spostamento dal giovedì alla domenica successiva avvenne in Italia nel 1977, poiché la legge civile n. 54 del 5 marzo 1977 tolse valore civile alla festa del Corpus Domini[11]. È stato presentato alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica un disegno di legge per il ripristino della festività del Corpus Domini[12]. Il 29 aprile 2008 è stato ripresentato nuovamente tale disegno di legge al seguente Parlamento.
Nella riforma del rito ambrosiano, promulgata dall'Arcivescovo di Milano il 20 marzo 2008, questa festività è stata riportata obbligatoriamente il giovedì della seconda settimana dopo Pentecoste, anche se è prevista la possibilità, per ragioni pastorali, di celebrarla la domenica successiva.
In numerose diocesi italiane viene effettuata la celebrazione dell'Eucaristia e della Processione Eucaristica a livello diocesano il giovedì, lasciando per la domenica la Celebrazione e la Processione parrocchiale.
Testi liturgici
L'ordinamento delle letture bibliche in entrambi i Riti romano e ambrosiano propongono le stesse letture che sono articolate in tre anni (A, B e C) a struttura ternaria. Le uniche differenze le troviamo nei titoli e nei ritornelli dei Salmi.
Rito romano
- Anno A
- Prima lettura - Dt 8,2-3.14-16 : Ti ha nutrito di un cibo, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto.
- Salmo responsoriale - dal Sal 147 - Rit. Loda il Signore, Gerusalemme.
- Seconda lettura - 1Cor 10,16-17 : Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo.
- Versetto dell'Alleluia - Gv 6,51 - Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
- Vangelo - Gv 6,51-58 : La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
- Anno B
- Prima lettura - Es 24,3-8 : Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi.
- Salmo responsoriale - dal Sal 116 - Rit. Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
- Seconda lettura - Eb 9,11-15 : Il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza.
- Versetto dell'Alleluia - Gv 6,51 - Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
- Vangelo - Mc 14,12-16.22-26 : Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue.
- Anno C
- Prima lettura - Gen 14,18-20 : Offrì pane e vino.
- Salmo responsoriale - dal Sal 110 - Rit. Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.
- Seconda lettura - 1Cor 11,23-26 : Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore.
- Versetto dell'Alleluia - Gv 6,51 - Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
- Vangelo - Lc 9,11-17 : Tutti mangiarono a sazietà.
Rito ambrosiano
- Anno A
- Lettura - Dt 8,2-3.14b-16a : La manna e l'acqua nel deserto.
- Salmo - Sal 147,12-147,15; 147,19-147,20 - Rit.: Benedetto il Signore, gloria del suo popolo.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
- Epistola - 1Cor 10,16-17 : Il calice della benedizione, il pane spezzato.
- Canto al Vangelo - cfr. Gv 6,51 : Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
- Vangelo - Gv 6,51-58 : Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
- Antifona dopo il Vangelo - cfr. Gv 6,51 : «Io sono il pane vivo disceso dal cielo – dice il Signore –. Chi mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
- Anno B
- Lettura - Es 24,3-8 : Il sangue dell'alleanza.
- Salmo - Sal 116,12-116,13; 116,15.16b-116,18 - Rit.: Tu ci disseti, Signore, al calice della gioia.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
- Epistola - Eb 9,11-15 : Cristo entra nel santuario in virtù del proprio sangue.
- Canto al Vangelo - cfr. Gv 6,51 : Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
- Vangelo - Mc 14,12-16.22-26 : L'istituzione dell'eucaristia.
- Antifona dopo il Vangelo - cfr. Gv 6,51 : «Io sono il pane vivo disceso dal cielo – dice il Signore –. Chi mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
- Anno C
- Lettura - Gen 14,18-20 : Melchisedek, sacerdote del Dio altissimo, offre pane e vino.
- Salmo - 110,1.3-4 - Rit.: Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.
- Epistola - 1Cor 11,23-26 : La cena del Signore nella Chiesa.
- Canto al Vangelo - cfr. Gv 6,51 : Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
- Vangelo - Lc 9,11b-17 : La moltiplicazione dei pani.
- Antifona dopo il Vangelo - cfr. Gv 6,51 : «Io sono il pane vivo disceso dal cielo – dice il Signore –. Chi mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Nel periodo postconciliare 1976-2008
Dal 1976 fino al 2008 le comunità di Rito Ambrosiano hanno celebrato l'Eucaristia lungo l'anno (festiva e feriale) con un Messale Ambrosiano rinnovato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II completo e autonomo (ad eccezione del Lezionario, ancora incompleto e supplementare rispetto al Lezionario Romano). Le letture della solennità erano identiche a quelle di Rito romano già riportate. Il nome delle letture avevano la stessa dicitura del Rito romano, ossia Prima lettura, Salmo responsoriale, Seconda lettura[13].
Rito ambrosiano antico
Nel rito ambrosiano antico la solennità è denominata IN SOLEMNITATE SACRATISSIMI CORPORIS CHRISTI. Le letture in Rito moderno hanno subito notevoli cambiamenti, anche in considerazione del fatto che adottano una struttura triennale.
- Lectio: 1Re 19,3-8
- Psalmellus: Oculi hominum in te sperant, Domine: et tu das escam illis in tempore opportuno. Àperis tu manum tuam: et adimples omne animal benedictione. (Gli occhi degli uomini a te, o Signore, sono rivolti: e tu dai loro il cibo a tempo opportuno. Tu apri la tua mano: e sazi il desiderio di ogni vivente. Cfr. Sal 145 )
- Epistola: 1Cor 11,23-29
- Halleluja: Caro mea vere est cibus, et sanguis meus vere est potus. Qui manducat meam carnem, et bibit meum sanguinem, in me manet, et ego in eo. (La mia carne è vero cibo, e il mio sangue è vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui.)
- Evangelium: Gv 6,48-59
- Antiphona post Evangelium - cfr. Gv 6,51 : Ego sum panis vivus, † qui de cælo descendi: * si quis manducaverit ex hoc pane, † vivet in æternum: • et panis, quem ego dabo, * caro mea est pro mundi vita. (Io sono il pane vivo, disceso dal cielo; se uno mangerà di questo pane, vivrà in eterno: e il pane, che io darò, è la mia carne per la vita del mondo.
Successivamente all'antifona dopo il Vangelo, il celebrante stende solennemente la Sindone[14] e recita la preghiera utilizzata in ogni celebrazione eucaristica, denominata Oratio Super Sindonem (Orazione sulla Sindone):
(LA) | (IT) | ||||
« | Concede nobis, omnipotens Deus: ut qui solemnitatem Corporis et Sanguinis Domini nostri Jesu Christi venerando colimus, cælestibus desideriis accensi, fontem vitæ æternæ sitiamus. » | « | O Dio onnipotente: a noi, che onoriamo con venerazione la solennità del Corpo e del Sangue del Signore nostro Gesù Cristo, concedi, infiammati di celesti desideri, di anelare alla fonte della vita eterna. » |
Tradizioni locali
In alcune località, (per esempio a Genzano di Roma, la stessa Bolsena patria dell'evento, Spello classificatasi nel 2002 come infiorata più bella d'Europa, Pievepelago di Modena, Spotorno, Dasà, Itri, San Pier Niceto), Cannara, lungo il percorso della processione viene realizzata l'infiorata, un tappeto naturale costituito da petali di fiori.
Alcune tradizioni, vogliono che i petali utilizzati per la realizzazione delle opere floreali, debbano essere freschi e raccolti all'albeggiare.
I monaci cistercensi dell'Abbazia di Chiaravalle della Colomba insieme ai giovani del luogo ogni anno predispongono uno spettacolare tappeto fiorito lungo la navata centrale della basilica.
A Campobasso, questa festività è particolarmente sentita. La mattina di tale Domenica, sfilano per le vie del capoluogo i Misteri, carri portati a spalla che raffigurano 13 figure sante.
A Poggio Imperiale (Foggia) è tradizione allestire, lungo il tragitto della processione, alcuni altarini detti "tusèlle", dove viene esposto il Sacramento per qualche minuto. I "tusèlle" sono realizzati interamente a mano dalla gente del quartiere, che per l'occasione, caccia fuori dagli armadi le coperte più belle, utilizzate per abbellire l'altarino e il percorso della processione, stendendole sui balconi.
A Camaiore (Lucca), è tradizione realizzare i tappeti di segatura, invece che con i fiori. Le Associazioni della città, fanno a gara a disegnare sulla via principale, dei quadri, solitamente di ispirazione sacra, esclusivamente con segatura colorata. il lavoro inizia la sera e termina al mattino presto. L'Amministrazione comunale offre un rimborso spese e un'apposita giuria proclama il gruppo vincitore.
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Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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