Beato Andrea Giacinto Longhin
Beato Andrea Giacinto Longhin, O.F.M. Cap. Arcivescovo | |
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al secolo Giacinto Bonaventura | |
Beato | |
Istantanea del Beato A.G. Longhin | |
Età alla morte | 72 anni |
Nascita | Fiumicello di Campodarsego 22 novembre 1863 |
Morte | Treviso 26 giugno 1936 |
Appartenenza | Ordine dei Frati Minori Cappuccini |
Professione religiosa | 1879 |
Ordinazione presbiterale | 19 giugno 1886 |
Nominato arcivescovo | 13 aprile 1904 da Pio X |
Consacrazione vescovile | 13 aprile 1904 da Rafael Merry del Val y Zulueta |
Incarichi ricoperti | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 26 giugno |
Collegamenti esterni | |
(EN) Scheda su gcatholic.org (EN) Scheda su catholic-hierarchy.org Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 26 giugno, n. 12:
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Beato Andrea Giacinto Longhin, al secolo Giacinto Bonaventura (Fiumicello di Campodarsego, 22 novembre 1863; † Treviso, 26 giugno 1936) è stato un arcivescovo italiano della Diocesi di Treviso ed è venerato come beato dalla Chiesa cattolica.
Origini
Nasce da Matteo e Giuditta Marin, contadini in affitto e viene battezzato con i nomi di Giacinto Bonaventura.
Nel 1879 inizia il noviziato nell'Ordine dei Cappuccini con il nome di "frate Andrea da Camposampiero". Il 19 giugno 1886, a soli 23 anni, fu ordinato sacerdote. Per anni svolse l'attività di insegnante e direttore spiritualedei giovani religiosi. Nel 1902 fu eletto ministro responsabile della provincia veneta dell'Ordine con sede a Venezia dove conobbe il cardinale Giuseppe Sarto, futuro Papa Pio X
Vescovo
Il 13 aprile 1904 Pio X lo nominò vescovo di Treviso, diocesi in cui iniziò il servizio pastorale il 6 agosto dello stesso anno. Visse gli anni dello scontro sociale e politico tra anticlericali e cattolici, tra la crisi dell'Opera dei Congressi e l'avvio dei Segretariati Diocesani del Lavoro, tra l'impegno dei laici e dei sacerdoti e i rischi e le denunce di modernismo dell'enciclica di Pio X, Pascendi Dominici Gregis.
Durante la Prima guerra mondiale rimase e invitò tutti i suoi sacerdoti a fare altrettanto, nelle proprie sedi pur essendo Treviso e la sua diocesi sulla linea del fronte. Fu riferimento religioso, morale e civile per le comunità religiose travolte dal conflitto; provvide all'assistenza dei soldati, dei malati e dei poveri. Non cedette mai alla retorica bellica o ad atteggiamenti di parte; vide alcuni dei suoi sacerdoti processati e condannati per disfattismo, stessa accusa che fu rivolta anche a lui stesso.
Negli anni dell'avvento del Fascismo indicò ai fedeli trevigiani la strada della non violenza e dell'unione come argine delle organizzazioni diocesane contro la violenza di parte.
Venne incaricato da papa Pio XI di svolgere l'opera di Visitatore Apostolico prima a Padova e poi a Udine allo scopo di conoscere la situazione e promuovere la concordia nelle due diocesi, dove si assisteva a una pericolosa divaricazione tra il clero e i rispettivi vescovi.
Il 3 ottobre 1935 a Salzano, al termine della visita pastorale, perse improvvisamente la vista. Ricoverato d'urgenza all'ospedale di Treviso gli fu riscontrata una deficienza di circolazione cerebrale a causa di una paralisi. Si spense lentamente il 26 giugno 1936.
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Cardinale Ulderico Carpegna
- Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
- Papa Benedetto XIII, O.P.
- Papa Benedetto XIV
- Papa Clemente XIII
- Cardinale Bernardino Giraud
- Cardinale Alessandro Mattei
- Cardinale Pietro Francesco Galleffi
- Cardinale Giacomo Filippo Fransoni
- Cardinale Carlo Sacconi
- Cardinale Edward Henry Howard
- Cardinale Mariano Rampolla del Tindaro
- Cardinale Rafael Merry del Val y Zulueta
- Vescovo Andrea Giacinto Longhin O.F.M.Cap.
Culto
La fama di "santo" era nota presso i fedeli già quando era in vita, sia per la sua opera di carità che per la "saggezza evangelica". Nel 1964 fu avviata la causa canonica di beatificazione conclusa, a opera di papa Giovanni Paolo II, con la promoclazione a "beato" del 20 ottobre 2002. La Chiesa cattolica ritenne che la guarigione di un giovane, Dino Stella, fosse stata ottenuta grazie a un miracolo per sua intercessione.
La sua salma, in occasione della beatificazione, è stata sistemata in uno degli altari laterali della Cattedrale di Treviso.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Treviso Titolo personale di Arcivescovo |
Successore: | |
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Giuseppe Apollonio | 1904-1936 | Antonio Mantiero |
Voci correlate | |
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