|
anno A
|
anno B
|
anno C
|
Solennità Trinità
|
modifica
- Lettura - Es 3,1-15 : La rivelazione a Mosè del Nome divino.
L'antico Israele, pur senza l'idea chiara di un Dio uni-trino, già conosceva vari aspetti: mistero come un roveto che brucia e non brucia, come un angelo di fuoco, ma attento al grido del suo popolo, fedele ai patriarchi, bisognoso dell'uomo. Mosè è l'uomo che, pur timoroso, dialoga con Dio e ha bisogno del Suo Nome; ma questo rimane anche per lui un mistero da cercare: "Io sono colui che sono": realtà viva, sempre sfuggente eppure presente, come angelo di fuoco e vento.
- Salmo - Sal 67, 8-9. 20-21. 32-33. 35a - Rit.: Cantate a Dio, inneggiate al suo nome.
- Vangelo - Gv 16, 12-15 : Il Padre rivelato dal Figlio e dallo Spirito.
L' evangelista riprende con il suo linguaggio il testamento spirituale di Gesù nell' ultima Cena. Tra la sua eredità promessa c'è il dono del suo Spirito. Questi è una realtà sola col Padre e col Figlio e sarà anche nuovo maestro per scoprire verità sempre più chiare. Tra queste anche il mistero dell'uni-trinità divina, che la Chiesa formulerà in modo più preciso coi concili del IV secolo e nel Credo. Un Dio comunione di persona si rispecchia nelle vere famiglie e nelle autentiche comunità.
|
modifica
- Lettura - Es 33, 18-23; 34, 5-7a : Mosè contempla la gloria di Dio.
L'autore del libro sa che tra Mosè e Dio c'era, per un dono gratuito, una singolare intimità ("a faccia a faccia"), tanto che Mosè osò chiedere di vedere addirittura il "volto" di Dio. Ma capì che nemmeno a lui era possibile: lo poteva vedere solo di spalle - è un'immagine efficace - e conoscere qualcosa della sua natura e del suo agire nella storia.
- Salmo - Sal 62, 2-3. 4-5. 6-8 - Rit.: Ti ho cercato, Signore, per contemplare la tua gloria.
- Epistola - Rm 8, 1-9b : Lo Spirito di Dio, che dà vita in Gesù Cristo, ci ha liberati dalla legge del peccato.
Il volto di Dio si rispecchia in Gesù Cristo e da qui san Paolo risale appunto a Dio; ma non tanto per affermare il mistero trinitario, quanto l'azione del Padre, del Figlio e dello Spirito nella redenzione dell'uomo. Noi eravamo "carne", cioè fragili e sudditi della potenza del peccato e della morte e quindi spinti a una vita senza amore e vera pace. Ma il Dio uno e trino ha "condannato", cioè sconfitto, non i peccatori, ma il peccato, infondendo nei credenti una forte speranza di vita nuova.
|
modifica
- Epistola - 1Cor 12, 2-6 : Nessuno può dire «Gesù è il Signore!» se non sotto l’azione dello Spirito Santo.
Rendendoci somiglianti a quel Dio che ci ha creati a sua immagine, lo Spirito innesta nella nostra esistenza una dinamica tipica della vita trinitaria: la differenza non ostacola, ma rende possibile l'unità, nel mettere in comune ciò che è diverso.
- Vangelo - Gv 14, 21-26 : Nel mio nome il Padre manderà lo Spirito Santo.
Nella relazione trinitaria il dono incessante tra il Padre e il Figlio e lo Spirito crea un flusso inesauribile di amore, nel quale anche noi siamo introdotti. Più si rimane nell'amore di Dio, più lo si conosce; e più lo si conosce, tanto più lo si ama.
|
Solennità Corpus Domini
|
modifica
- Epistola - 1Cor 10, 16-17 : Il calice della benedizione, il pane spezzato.
Paolo ha appena ricordato Mosè, i doni di Dio nel deserto a quel popolo e la sua caduta nell' idolatria. Nella Chiesa di Corinto, ancora in crescita, alcuni ritenevano lecito partecipare al culto e alle mense degli idoli pagani. No, dice Paolo: noi abbiamo un'altra mensa e siamo in comunione misteriosa, ma reale con un altro Signore e quindi anche tra noi. Scritto intorno al 55, questo brano è una preziosa testimonianza sull'usanza antichissima dell' Eucaristia e sul suo senso.
- Vangelo - Gv 6, 51-58 : Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Il brano è solo un frammento di un lungo discorso di Gesù tenuto a Cafarnao in una sinagoga; là era custodita, venerata e letta, la Parola di Dio scritta sui rotoli ebraici. In essa gli ebrei vedevano il massimo dono di Dio. Gesù invece presenta il vero dono di Dio per la vita dell'uomo tutta intera: se stesso, la sua Parola, la sua carne e il suo sangue, simboli di un Pane di Vita più efficace anche della vecchia manna! L' evangelista esprime così la sua fede da ebreo- cristiano.
|
modifica
- Epistola - Eb 9, 11-15 : Cristo entra nel santuario in virtù del proprio sangue.
Il brano è un po' difficile perché pieno di allusioni a temi, riti e usanze dell'antico popolo ebraico e del culto nel Tempio di Gerusalemme. È chiara l'esaltazione dell'opera compiuta da Gesù, in particolare con l'offerta del suo sangue al Padre. Esso ci unisce a Lui in un'alleanza più vera della prima e diventa per noi fonte di vita eterna.
- Vangelo - Mc 14, 12-16. 22-26 : L'istituzione dell'eucaristia.
Marco, con la semplicità di un cronista, ci racconta del contesto e dell'evento della istituzione dell' Eucaristia. È una narrazione che ci orienta a contemplare Cristo pronto a versare il suo sangue per la redenzione di quanti accoglieranno l'Alleanza da lui realizzata col Padre.
|
modifica
- Epistola - 1Cor 11, 23-26 : La cena del Signore nella Chiesa.
Paolo ricorda la tradizione che risale ai gesti di Gesù nell'ultima cena. In sua memoria mangiamo il pane e beviamo il vino, sapendo di ricevere nei segni eucaristici la sua persona. Una memoria non nostalgica, ma che si fa annuncio e attesa della sua venuta.
|
Solennità Sacro Cuore
|
modifica
|
modifica
- Canto al Vangelo - cfr. Mt 11, 29 :
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, e imparate da me, che sono mite e umile di cuore.
|
modifica
- Lettura - Ez 34, 11-16 : Io stesso condurrò al pascolo le mie pecore e le farò riposare.
Ezechiele rimprovera ai pastori, re e capi del popolo i loro crimini e annuncia che Dio stesso sarà pastore del suo popolo.
- Salmo - Sal 22, 1r. 2-5 - Rit.: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
|