Penitenzieria Apostolica
Penitenzieria apostolica Paenitentiaria Apostolica | |
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la competenza della Penitenzieria apostolica si riferisce alle materie che concernono il foro interno e le indulgenze (Pastor Bonus, 117) | |
Eretto: | XII secolo |
Penitenziere Maggiore | Angelo De Donatis |
Emeriti: | cardinale Mauro Piacenza cardinale James Francis Stafford cardinale Manuel Monteiro de Castro |
Indirizzo Palazzo della Cancelleria, 00186 Roma, Piazza della Cancelleria, 1 tel.: 06/69887526 fax.: 06/69887557 | |
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Chiesa cattolica · Santa Sede Tutti i dicasteri della Curia Romana |
La Penitenzieria Apostolica (in latino Paenitentiaria Apostolica) è un dicastero della Curia Romana ed è il supremo tribunale della Chiesa per il foro interno.
La competenza della Penitenzieria è ora indicata negli artt. 117-120 della Costituzione Apostolica Pastor Bonus del 1982:
- Art. 117. La competenza della Penitenzieria Apostolica si riferisce alle materie che concernono il foro interno e le indulgenze.
- Art. 118. Per il foro interno, sia sacramentale sia non sacramentale, essa concede le assoluzioni, le dispense, le commutazioni, le sanzioni, i condoni ed altre grazie.
- Art. 119. La stessa provvede a che nelle Basiliche Patriarcali dell’Urbe ci sia un numero sufficiente di Penitenzieri, dotati delle opportune facoltà.
- Art. 120. Al medesimo Dicastero è demandato quanto concerne la concessione e l'uso delle indulgenze, salvo il diritto della Congregazione per la Dottrina della Fede di esaminare tutto ciò che riguarda la dottrina dogmatica intorno ad esse.
Si compone di un Penitenziere Maggiore (attualmente il cardinale italiano Mauro Piacenza), di un Reggente, di cinque Officiali (prelati), di un Procuratore, di un sostituto e di un certo numero di impiegati.
A seconda dell'importanza del caso, esso viene deciso o da un oraculum vivae vocis ("oracolo di viva voce") del papa, o dal Penitenziere Maggiore, o dal Reggente con i suoi funzionari.
Cenni storici
La Penitenzieria Apostolica è il più antico Dicastero e il primo dei Tribunali della Curia Romana.
Le sue origini risalgono alla fine del XII secolo, quando lo sviluppo del diritto canonico, il rafforzamento dottrinale della plenitudo potestatis del pontefice e l'incremento dei pellegrinaggi penitenziali presso la Sede Apostolica comportarono un consistente aumento delle richieste da ogni parte d'Europa per l'assoluzione dalle censure e la dispensa dalle norme canoniche. Per potervi far fronte, i Papi delegarono le facoltà di trattare determinate materie ad un Cardinale, designato nelle fonti dapprima come poenitentiarius papae, poi come poenitentiarius generalis e, dai decenni conclusivi del XIII secolo, come maior poenitentiarius.
Compito del poenitentiarius papae era inizialmente quello di ascoltare le confessioni e di dirimere per conto del pontefice casi complicati. Con il passare del tempo, le sue competenze si estesero progressivamente ad una lunga serie di materie trattate in foro esterno (simonia, incendi, omicidi, impedimenti matrimoniali, falsificazione di documenti papali, rapporti con gli infedeli, brigantaggio contro i pellegrini, irregolarità, apostasia...), che diedero luogo alla redazione di litterae in favore dei ricorrenti. Con l'ampliarsi delle competenze, venne conseguentemente a formarsi attorno al Cardinale un ufficio curiale, incaricato dell'esame delle suppliche e della spedizione delle lettere; inoltre, vennero posti sotto l'autorità del Penitenziere Maggiore i poenitentiarii minores, chierici secolari e regolari, che sin da epoche più remote svolgevano il ministero di ascoltare le confessioni presso le principali Basiliche romane.
Nel XIV secolo, durante il periodo avignonese, la Penitenzieria ampliò ulteriormente i propri poteri, i Papi ne curarono l'organizzazione con nuovi statuti e i cardinali penitenzieri furono scelti tra i personaggi più colti e rappresentativi della Curia Romana. Con la costituzione Ne Romani, promulgata da papa Clemente V durante il Concilio di Vienne, fu stabilito che il penitenziere maggiore non dovesse decadere dall'ufficio alla morte del pontefice, ma che rimanesse in carica anche durante la sede vacante.
Nel XVI secolo la sua vasta sfera di competenze finì per interferire con altri organismi ecclesiastici, come nel caso di persone sospette di eresia, il cui giudizio spettava ai tribunali periferici dell'Inquisizione o alla congregazione romana del Sant'Uffizio. Non deve perciò destare meraviglia se la Penitenzieria, in questo periodo di grande vitalità, divenne anche bersaglio di critiche. Le denunce circa gli abusi commessi dai membri dell'ufficio si moltiplicarono ulteriormente all'epoca del Concilio di Trento: i padri conciliari lamentavano l'eccessiva facilità con la quale venivano concesse tanto le dispense matrimoniali quanto le grazie in favore dei religiosi. Queste critiche portarono alla riforma della Penitenzieria Apostolica, attuata nel 1569 dal papa Pio V.
Con una prima costituzione, Tempus et necessitas, del 1° maggio 1569, il pontefice sollevò dall'incarico tutto il personale, dal Penitenziere Maggiore fino all'ultimo degli scrittori; con la costituzione Ut bonus paterfamilias, del 18 maggio seguente, rifondò l'ufficio, limitando le attribuzioni del Penitenziere Maggiore al solo foro interno. Lo stesso giorno infine, con la costituzione In omnibus rebus, furono stabilite le mansioni degli officiali del Dicastero, che comprendeva, oltre al Penitenziere Maggiore, un Reggente, un Datario, un Correttore, un maestro in teologia (Teologo), un dottore in diritto canonico (Canonista), due procuratori, due scrittori e un Sigillatore. Le riforme di san Pio V costituirono per circa due secoli il quadro normativo di riferimento della struttura e del funzionamento della Penitenzieria.
Un ulteriore riordino si ebbe durante il pontificato di Benedetto XIV, il quale aveva ricoperto la carica di Canonista della Penitenzieria Apostolica prima di salire al soglio pontificio. Egli, con le costituzioni Pastor bonus e In apostolicae, datate entrambe al 13 aprile 1744, ribadì le facoltà del Penitenziere Maggiore e le mansioni degli officiali.
La Penitenzieria Apostolica fu l'unico fra tutti i Dicasteri della Curia Romana che riuscì a funzionare, in modo clandestino, durante il periodo in cui Roma restò sotto l'occupazione napoleonica (1808-1814). Come è possibile ricostruire dalle cronache manoscritte redatte dagli officiali dell'ufficio, durante questi anni difficili le facoltà del Tribunale erano continuamente delegate e subdelegate per far fronte ai subitanei cambiamenti degli officiali, quando questi venivano arrestati o deportati.
Nella seconda metà dell'Ottocento, in seguito all'Unità d'Italia, la Penitenzieria svolse una singolare attività di consulenza teologico-canonistica per cercare di regolare nel migliore dei modi i conflitti insorti tra il Regno d'Italia e la Santa Sede. Molti vescovi e fedeli laici ricorsero alla Penitenzieria, per ottenere orientamenti circa i rapporti da tenere col nuovo potere politico e sulle questioni connesse all'applicazione della legislazione sui beni ecclesiastici.
Nell'ambito del suo disegno di riforma della Curia Romana, con la costituzione Sapienti consilio del 29 giugno 1908 Pio X limitò nuovamente le competenze della Penitenzieria, qualificandola come tribunale di grazia per il solo foro interno e di decisioni per i casi di coscienza. Un modesto ritocco alla riforma di Pio X verrà deciso dal successore Benedetto XV, che nel concistoro del 22 marzo 1917 trasferì dal Sant'Uffizio alla Penitenzieria la competenza sulle indulgenze.
Una nuova riforma dell'organico, delle funzioni degli officiali e del modo di trattare le cause, ispirata dal Cardinale Penitenziere Lorenzo Lauri, venne attuata da Pio XI con la costituzione Quae divinitus del 25 marzo 1935, che a tutt'oggi rappresenta la colonna portante del diritto sostanziale e procedurale della Penitenzieria. La fisionomia e le relative competenze del Dicastero tracciate dalla Sapienti consilio e dalla Quae divinitus furono infine recepite dalla riforma della Curia Romana disegnata dalla costituzione Regimini Ecclesiae di Paolo VI (1967)[1].
I Penitenzieri Maggiori[2]
- Cardinale anonimo, al quale papa Alessandro III confessionum cura iniunxerat (1179)
- Giovanni, del titolo di Santa Prisca, qui confessiones pro papa recipiebat (1200 ca.)
- Ugo, del titolo di San Martino (1203)
- Niccolò de Romanis (1213-1219?)
- Tommaso da Capua (1223-1234/1239?)
- Ottone di Monferrato (1245-?)
- Hugues de Saint-Cher, O.P. (1256-1263)
- Guy Foucois (1264-1265)
- Raoul Grosparmi (1265- ?)
- Enrico da Susa, detto l’Ostiense (1268-?)
- Pierre de Tarentaise, O.P. (1273-1276)
- Bertrand de Saint-Martin, O.S.B. (1276-1278)
- Bentivegna de' Bentivegni, O.F.M. (1278-1289)
- Matteo d'Acquasparta, O.F.M. (1289-1298)
- Gentile Partino da Montefiore, O.F.M. (1302-1305)
- Bérenger de Frédol il Vecchio (1306-1323)
- (1323-1326 - probabilmente vacante)
- Raymond de Chameyrac (non cardinale) (1326-1332)
- Gauscelin de Jean (1323-1348)
- Etienne Aubert (1348-1352)
- Gil Álvarez de Albornoz, (dicembre 1352 - dicembre 1356 nominato cardinale vescovo di Sabina)
- Francesco degli Atti (verso il 1357)
- Gil Álvarez de Albornoz (18 novembre 1357 - ottobre 1358)
- Guillaume Bragose (1367)
- Etienne de Poissy (1369-1373)
- Jean de Cros (1373-1378)
- Eleazario da Sabran (1378-1379)
- Pierre Amiel de Sarcenas ( 1378 – 1389 ) (obbedienza avignonese)
- Niccolò Caracciolo Moschino, O.P. (1389)
- Francesco Carbone, O.Cist. (1389-1405)
- Pierre Girard (1406-1411)
- Antonio Caetani (1410-1411)
- Antonio Calvi (1411) (Pro-Penitenziere Maggiore)
- Giordano Orsini iunior (1412-1438)
- Antonio Correr, C.R.S.A. (maggio-giugno 1433 dimesso)[3]
- Beato Niccolò Albergati, O.Cart. (1438-1443)
- Giuliano Cesarini seniore (1444)
- Giovanni Berardi (1444-1449)
- Domenico Capranica (1449-1458)
- Filippo Calandrini (1459-1476)
- Giuliano della Rovere (1476-1503)
- Pedro Luis de Borja-Lanzol de Romaní (1503-1511)
- Leonardo Grosso della Rovere (1511-1520)
- Lorenzo Pucci (1520-1529)
- Antonio Pucci (1529-1544)
- Roberto Pucci (1545-1547)
- Ranuccio Farnese, O.S.Io.Hieros. (1547-1565)
- Carlo Borromeo (1565-1572)
- Giovanni Aldobrandini (1572-1573)
- Stanislao Osio (1574-1579)
- Filippo Boncompagni (1579-1586)
- Ippolito Aldobrandini (1586-1592)
- Giulio Antonio Santorio (1592-1602)
- Pietro Aldobrandini (1602-1605)
- Cinzio Passeri Aldobrandini (1605-1610)
- Scipione Borghese Caffarelli (1610-1633)
- Antonio Barberini seniore, O.F.M. Cap. (1633-1646)
- Orazio Giustiniani, C.O. (1647-1649)
- Niccolò Albergati Ludovisi (1650-1687)
- Leandro Colloredo, C.O. (1688-1709)
- Fabrizio Paolucci (1709-1721)
- Bernardo Maria Conti, O.S.B. Cas. (1721-1730)
- Vincenzo Petra (1730-1747)
- Gioacchino Besozzi, O.Cist. (1747-1755)
- Antonio Andrea Galli, C.R.L. (1755-1767)
- Giovanni Carlo Boschi (1767-1788)
- Francesco Saverio Zelada (1788-1801)
- Leonardo Antonelli (1801-1811)
- Michele Di Pietro (1811-1821)
- Francesco Saverio Castiglioni (1821-1829)
- Emmanuele de Gregorio (1829-1839)
- Castruccio Castracane degli Antelminelli (1839-1852)
- Gabriele Ferretti (1852-1860)
- Antonio Maria Cagiano de Azevedo (1860-1867)
- Antonio Maria Panebianco, O.F.M.Conv. (1867-1877)
- Luigi Maria Bilio, B. (1877-1884)
- Raffaele Monaco La Valletta (1884-1896)
- Isidoro Verga (1896-1899)
- Serafino Vannutelli (1899-1915)
- Willem Marinus van Rossum, C.SS.R. (1915-1918)
- Oreste Giorgi (1918-1924)
- Andreas Frühwirth, O.P. (1925-1927)
- Lorenzo Lauri (1927-1941)
- Nicola Canali (1941-1961)
- Arcadio María Larraona Saralegui, C.M.F. (1961-1962)
- Fernando Cento (1962-1967)
- Giuseppe Antonio Ferretto (1967-1973)
- Giuseppe Paupini (1973-1984)
- Luigi Dadaglio (1984-1990)
- William Wakefield Baum (1990-2001)
- Luigi De Magistris, pro-penitenziere (2001-2003)
- James Francis Stafford (2003-2009)
- Fortunato Baldelli (2009-2012)
- Manuel Monteiro de Castro (2012-2013)
- Mauro Piacenza (2013- 2024)
- Angelo De Donatis (dal 2024)
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