San Lorenzo da Brindisi

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San Lorenzo da Brindisi, O.F.M. Cap.
Presbitero
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al secolo Giulio Cesare Russo
battezzato
Santo
Dottore della Chiesa
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 60 anni
Nascita Brindisi
22 luglio 1559
Morte Belém
22 luglio 1619
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Vestizione [[{{{aVest}}}]]
Professione religiosa 18 febbraio 1575
Ordinato diacono
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Ordinazione presbiterale 18 dicembre 1582
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Incarichi ricoperti
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 1783, da Pio VI
Canonizzazione 1881, da Leone XIII
Ricorrenza 21 luglio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
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Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
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Invito all'ascolto
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 21 luglio, n. 1:
« San Lorenzo da Brindisi, sacerdote e dottore della Chiesa: entrato nell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini, svolse instancabilmente nelle regioni d'Europa il ministero della predicazione; esercitò ogni compito in semplicità e umiltà nel difendere la Chiesa contro gli infedeli, nel riconciliare tra loro i potenti in guerra, nel curare il governo del suo Ordine. Il 22 luglio morì a Lisbona in Portogallo. »

22 luglio, n. 11, ricorrenza secondaria:

« A Lisbona in Portogallo, anniversario della morte di san Lorenzo da Brindisi, la cui memoria si celebra il giorno precedente a questo »

San Lorenzo da Brindisi, al secolo Giulio Cesare Russo, detto Doctor Apostolicus (Brindisi, 22 luglio 1559; † Belém, 22 luglio 1619), è stato un presbitero italiano dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Proclamato santo da papa Leone XIII nel 1881, nel 1959 venne annoverato tra i Dottori della Chiesa.

Biografia

Figlio di Guglielmo Russo ed Elisabetta Masella, ancora fanciullo diviene orfano di padre. Studia come nelle scuole esterne dei Francescani Conventuali di San Paolo Eremita in Brindisi. Tra il 1565 e il 1567 prende l'abito dei conventuali, passando così alla scuola per oblati e candidati alla vita religiosa. L'usanza dei Conventuali di far predicare i fanciulli in alcune solennità fa iniziare la sua predicazione pubblica. La morte della madre, oltre che a lasciarlo solo, crea a Giulio notevoli difficoltà economiche, senza per questo ricevere l'aiuto dei parenti, neppure di quel Giorgio Mezosa che è suo insegnante presso i Conventuali. Il ragazzo quattordicenne si trasferisce allora a Venezia presso uno zio sacerdote, direttore di una scuola privata e curatore dei chierici di San Marco, potendo così proseguire gli studi e maturare la vocazione nell'ordine dei Frati Minori Cappuccini.

Nel 1575, nonostante la gracile costituzione, fu ammesso a Verona al noviziato dei Padri Cappuccini. Un documento dice di lui:

« Era così devoto, più modesto e osservante degli altri novizi, ed era così puro e semplice, che pareva un angelo. [1] »

La sua costituzione gracile e un violento mal di stomaco nei primi giorni di permanenza nel convento rischiarono di farlo rimandare a casa. Chiese la guarigione alla Vergine e in riconoscenza dell'aiuto ricevuto, fece voto di digiunare in suo onore tutti i sabati fino alla morte.

A Padova iniziò gli studi, li proseguì e concluse a Venezia tra il 1576 e il 1582, favorito da un'intelligenza acuta e da una memoria prodigiosa. Divorò tutti i libri che gli vennero a portata di mano, volendo approfondire la conoscenza della Sacre Scritture nel testo originale studiò l'ebraico e l'aramaico. Con un intervento eccezionale della grazia riuscì a padroneggiare dette lingue così bene che i rabbini lo scambiarono per un ebreo disputando con lui nella stessa lingua dei profeti. Per l'eccessiva tensione e le continue penitenze dovette sospendere gli studi. Ritenuto affetto di tubercolosi, fu ricoverato d'urgenza nell'infermeria del convento di Oderzo. Un giorno, d'improvviso, fu visto dare in uno scoppio incontenibile di singhiozzi. Al Padre Guardiano rivelò che la Madonna lo aveva guarito. Ritornò a continuare gli studi a Venezia per prepararsi al sacerdozio, che ricevette solo per ubbidienza il 18 dicembre del 1582 [1].

A qualche mese dall'ordinazione diaconale il futuro santo cominciò a predicare, da allora, per quasi tutta la vita, la semina della parola di Dio fu l'occupazione più importante e impegnativa per padre Lorenzo. La maggior parte degli scritti che ci lasciò hanno avuto origine dalla sua infaticabile attività di predicatore. Alla bella presenza che s'imponeva al pubblico, univa una voce potente, un gesto esuberante, doti intellettuali e morali superiori. Confidò ad un confratello:

« Quand'io comincio la predica è come se avanti a me si aprisse un libro; io leggo tutto in quel libro. [1] »

Nel 1589 diviene Vicario Generale dell'Ordine in Toscana, nel 1594 Provinciale di Venezia, nel 1596 secondo Definitore Generale, nel 1598 Vicario Provinciale in Svizzera, nel 1599 nuovamente Definitore Generale.

Per la restaurazione e la difesa della fede contro le sette protestanti, nel 1599, l'arcivescovo di Praga, Zbyněk Berka z Dubé a Lipé, chiese all'imperatore Rodolfo II e a Papa Clemente VIII l'invio di padri Cappuccini nella sua diocesi. Il primo drappello in Austria-Boemia, di cui fece parte anche il beato Benedetto da Urbino, fu diretto da padre Lorenzo, che fondò i conventi di Vienna, Gratz e Praga, centro della sua attività apostolica. La grande città boema aveva una importante comunità ebraica oltre ai molti riformati e credenti ussiti. Dal pulpito, padre Lorenzo, che padroneggiava egregiamente la lingua tedesca, seppe rinfrancare le coscienze dei credenti e ottenne la conversione di molti. In una disputa di tre ore con i capi giudei, sui loro testi biblici originali, sfolgorò tale erudizione, che i rabbini non vollero più affrontarlo in dispute.

Nel 1601 i Turchi, guidati da Maometto III, invasero l'Ungheria. Padre Lorenzo fu eletto cappellano capo dell'esercito imperiale notevolmente inferiore di numero. Nella battaglia di Alba Reale trascinò i soldati a una strepitosa vittoria brandendo come arma il crocifisso con le reliquie della croce, oggi conservato dalle Francescane del monastero degli Angeli di Brindisi, da lui fatto costruire nel 1604 con gli aiuti del Duca di Baviera, della principessa di Caserta e di altre personalità conosciute durante i suoi viaggi in Europa, mentre il terreno è quello della sua casa natale. Grande fu la sua fama, perché a lui fu attribuito in gran parte il merito del trionfo, ma egli non amava parlare di sé e delle meraviglie che in lui operava Dio, perché grande era la sua ripugnanza per la vanagloria, l'ipocrisia e la doppiezza [1].

Il 24 maggio 1602 padre Lorenzo fu eletto Vicario Generale dell'Ordine, con l'impegno di visitare tutte le province dell'Ordine. Nel 1618 è a Napoli, dove viene convinto dai patrizi napoletani a recarsi in Spagna per esporre al re Filippo III le malversazioni del viceré don Pietro Giron, duca di Ossuna. Il 26 maggio 1619, evitato l'agguato di sicari ed ostacoli di varia natura, padre Lorenzo viene ricevuto alla corte di Filippo. Al termine del colloquio col sovrano, per conferma alle sue parole, profetizza la propria morte imminente e che, se lo stesso sovrano non provvederà ai propri sudditi, morirà entro due anni.

Il 22 luglio del 1619, probabilmente avvelenato, il frate brindisino muore. Il 31 marzo 1621, come profetizzato, si spegne anche il re spagnolo, che aveva ignorato le richieste napoletane e aveva favorito il viceré don Pietro Giron. Fu sepolto a Villafranca del Vierzo, nella Galizia (Spagna), presso il convento dell'Annunciata delle monache clarisse.

Culto

Stefano da Carpi, Gesù Bambino appare a san Lorenzo da Brindisi (1786), olio su tela; Reggio Emilia, Museo dei Cappuccini

Nel 1783 Padre Lorenzo viene beatificato da papa Pio VI e nel 1881 canonizzato da papa Leone XIII.

Nel 1959 viene proclamato dottore della chiesa, col titolo di "doctor apostolicus", da papa Giovanni XXIII. È oggi patrono della sua città natale, Brindisi, e di numerose altre città e paesi.

Opere

I suoi scritti rimangono inediti fino all'edizione integrale negli anni 1925-1956, in seguito alla quale Giovanni XXIII proclamerà san Lorenzo da Brindisi Dottore della Chiesa, con la qualifica di doctor apostolicus.

  • Mariale
  • Lutheranismi hypotyposis
  • Explanatio in Genesim
  • Quadragesimale primum
  • Quadragesimale secundum
  • Quadragesimale tertium
  • Quadragesimale quartum
  • Adventus
  • Dominicalia
  • Sanctorale
  • Sermones de tempore

L'Opera omnia, in 15 volumi, in edizione critica, è stata pubblicata da Quaracchi negli anni 1926-1956.

Nell'arte

Fra le opere di maggior rilievo storico-artistico, che lo raffigurano, si ricorda:

Note
  1. 1,0 1,1 1,2 1,3 Guido Pettinati, I Santi canonizzati del giorno, Edizioni Segno, Udine, Vol. VII, 1991, p. 207-213.
Fonti antiche
  • Angelo Maria De' Rossi da Voltaggio, Vita del venerabile servo di Dio padre Lorenzo da Brindisi, dedicata alla sua serafica religione, Roma 1710
  • Bonaventura Bianchi da Coccaglio, Vita del venerabile Lorenzo da Brindisi generale dell'ordine de' Cappuccini estratta nuovamente da' processi apostolici formati per la sua beatificazione, Roma 1775 (2a ed. 1783)
Bibliografia

La principale biografia moderna è:

Altri scritti importanti, in ordine cronologico:

  • Benedetto da San Marco in Lamis, S. Lorenzo da Brindisi: il serafico, l'apostolo, il grande, Campobasso 1920
  • (FR) Jerome de Paris, La doctrine mariale de saint Laurent de Brindes: etude theologique, Roma - Parigi 1933
  • (LA) Bernardino da San Giovanni Rotondo, S. Laurentius a Brundusio et immaculata conceptio, Isola Del Liri 1940
  • Claudio da Solesino, L'Apologetica di S. Lorenzo da Brindisi: originalita; studio storico-critico, Roma 1959
  • Arturo Maria da Carmignano di Brenta, San Lorenzo da Brindisi: profilo biografico, Roma 1959
  • Basilio da Chiale, San Lorenzo da Brindisi, Bari 1960
  • Silvestro da Valsanzibio, Una nuova opera di san Lorenzo da Brindisi: il commento sulla 'Sacra filosofia della natura' di Mose, Roma 1963
  • Arturo M. da Carmignano di Brenta, Missione diplomatica di Lorenzo da Brindisi alla corte di Spagna in favore della Lega cattolica tedesca (1609), Padova 1964
  • Arturo M. da Carmignano di Brenta, voce Lorenzo da Brindisi, in Bibliotheca Sanctorum, VIII, Roma 1967, p. 161-180
  • Bibliographia Franciscana, XIII (1964-1973), fasc. 4, pp. 646-649
  • (DE) Gerlach van 's-Hertogenbosch, Oktavian Schmucki, Laurentius von Brindisi, in Lexikon der christlichen Ikonographie, VII, Freiburg 1974, p.380-383;
  • Giacomo Carito, Giulio Cesare Russo e la spiritualità cristiana in Brindisi fra XVI e XVII secolo, Brindisi 1977
  • Arturo M. da Carmignano di Brenta, Lorenzo da Brindisi 1559-1619: Dottore Apostolico, in Mariano D'Alatri (a cura di), Santi e santità nell'Ordine cappuccino, I vol., Roma 1980, 121-152
  • Arturo M. da Carmignano di Brenta, Alcuni idee di San Lorenzo da Brindisi sulla donna, in Familiare 1982. Studi per le nozze d'argento Jurlaro-Ditonno, Brindisi 1982, pp. 107-204
  • Lorenzo da Fara, Remigio Battel (a cura di), Breviario Laurenziano. Meditazioni quotidiane dagli scritti di San Lorenzo da Brindisi, Padova 1999
  • Angelo Catarozzolo, Padre Brindisi. Apostolo senza frontiere: riflessioni sulla spiritualità di Giulio Cesare Russo, Galatina 2005
  • Leonardo Lotti, San Lorenzo da Brindisi. Dottore della Chiesa, Terlizzi 2005
Collegamenti esterni